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IL PASSATO

Post n°227 pubblicato il 06 Gennaio 2012 da cavallo140
 

Ma è così che ti frega, la vita...

 

A volte ci si illude di poter tenere il passato chiuso dentro una scatola riposta nell'armadio, così come in un cassetto in fondo al proprio cuore.
Non è così facile... Ma non è sempre negativo.
Ci sono cose della nostra vita che vorremmo completamente rimuovere, che ci fanno stare male...
Ci sono persone che ci mancano così immensamente che a volte vorremmo non pensarle per non sentire troppo forte quel vuoto che ci hanno lasciato dentro.
A volte capita persino che ci manchino i sentimenti che provavamo riferiti a quelle persone e che probabilmente non tornano mai nello stesso modo, anche se l'amore torna sempre ad affacciarsi alla nostra porta.

Mi capita spesso di sfogliare vecchi ricordi come fossero fotografie e ho l'istantanea percezione di sprazzi di una felicità assoluta e incondizionata. Avrei voluto portarmela dietro per sempre.
Ma è così che ti frega, la vita... Ti rapisce quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o un suono che poi non riesci più ad estirpare, ha radici profonde.
Ma anche quello fa parte della felicità e troppo spesso lo scopri solo dopo, quand'è troppo tardi.
Quando sei già un esule, a migliaia di chilometri da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore.

Io penso davvero che ogni uomo viva del proprio passato, ma deve sforzarsi di non esserlo se ci sono cose di quel passato che lo hanno fatto vergognare di non avere avuto il coraggio di fermarsi e cambiare.
Come tutti, dalla vita voglio solo serenità.
Volevo... salvarmi. Semplicemente questo.
Pensavo che in grado di salvarmi ci fosse il dovere, l'onestà, la bontà, la lealtà... Invece no. Non basta.
La vita può rigirarsi su se stessa in un modo strano, inesorabile. E ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. La vita su cui pretendi il controllo, non ti dà il tempo di scappare, più ti agiti più ti ingarbugli nella rete; più ti ribelli, più ti ferisci...
Non se ne esce.
Poi arriva il momento in cui tutto si paralizza e ti senti sospeso.
Ovunque volti lo sguardo vedi solo facce vuote ed è allora che ti accorgi che non sei più in grado di sentire nulla.
Quello è l'errore più grave che si possa fare, assecondare l'apatia.
Io ho potuto combatterla solo in un modo.
Quando ho iniziato ad avere desideri profondi, con tutta la forza che avevo, mi sono fatto molto male, ma alla fine ho capito.
E' stato il desiderio a farmi bruciare l'anima di una nuova energia.
L'unico che, nonostante il tempo, non muore mai... E diventa la linfa vitale che ti permette di non mollare.

Il desiderio di esserci, per chiunque ne abbia bisogno o anche solo per te stesso.
Il desiderio di provare emozioni quotidiane, scontate, ma a volte esclusive.
Perchè  anche uscendo di casa può capitare che alzando lo sguardo al cielo ci si senta improvvisamente felici.
Felici soltanto di essere lì, in quel modo, con quello stato d'animo, in quel battito di ciglia.
Il tempo trascina con le sue raffiche di vento tante cose, logora anche le pietre, ma non esisterebbe neanche lui se non avesse nulla da consumare.
Senza l'esistenza di ognuno di noi non avrebbe l'importanza che ha e i suoi effetti non si vedrebbero.
Il nostro lento e faticoso proseguire lascia delle orme profonde che quel vento inesorabile a volte cancella, ma questo fa sì che altri dopo di noi, percorrendo quella strada, si trovino a tracciarne di nuove e più profonde, proprio grazie alle nostre.
Non dovremmo mai dimenticare che siamo le preziose tacche sulla linea del nostro tempo...

 

E un astronomo disse:
Maestro, parlaci del Tempo.

E lui rispose:
Vorreste misurare il tempo, l'incommensurabile e l'immenso.
Vorreste regolare il vostro comportamento e dirigere il corso del vostro spirito secondo le ore e le stagioni.
Del tempo vorreste fare un fiume per sostate presso la sua riva e guardarlo fluire.

Ma l'eterno che è in voi sa che la vita è senza tempo
E sa che l'oggi non è che il ricordo di ieri, e il domani il sogno di oggi.
E ciò che in voi è canto e contemplazione dimora quieto
Entro i confini di quel primo attimo in cui le stelle furono disseminate nello spazio.
Chi di voi non sente che la sua forza d'amore è sconfinata?
E chi non sente che questo autentico amore, benché sconfinato, è racchiuso nel centro del proprio essere,
E non passa da pensiero d'amore a pensiero d'amore, né da atto d'amore ad atto d'amore?
E non è forse il tempo, così come l'amore, indiviso e immoto?

Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre,
E che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l'attesa.

Kahlil Gibran 

 

 
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