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Il suicidio di un mio amico che non ha avuto il coraggio di andare avanti

Post n°216 pubblicato il 20 Luglio 2011 da cavallo140
 

 UNA STORIA  …………MI RACCONTO

LA MIA FANTASIA

 

 

 

Non potrò mai dimenticare quella sera….

Scusatemi ma non posso dirvi cosa successe se prima non vi racconto un po’ di me, vi chiedo soltanto di avere pazienza per leggere qualcosa che sicuramente può essere anche la tua storia.

Sono nato in Sicilia nell’era in cui in Italia il boom economico (anche se la Sicilia non ha mai realizzato un vero boom economico) , cominciava a dare i suoi primi frutti sull’economia delle famiglie, educato secondo i canoni tradizionali a cui ogni famiglia del tempo faceva riferimento, senza eccessi, ma anche senza penurie, sono cresciuto come tanti altri miei coetanei adeguandomi alle circostanze di un’era che aveva qualcosa di nuovo, e che non si rassegnava a lasciare il vecchio.

L’educazione spirituale era quella cattolica, così ho avuto modo di ricevere nella mia vita quei sacramenti, di cui in realtà non capivo ne il valore e neanche la necessità, ma era ciò che tutti facevano, e che per tradizione si è sempre accettato senza porre tante domande. Così crescendo cominciai a fare come faceva mio padre e mio nonno prima di lui, mi recavo in chiesa la domenica mattina non certo per ascoltare le cose che riguardavano Dio (quelle erano discorsi per donne e per vecchi), cominciando a maturare in me l’idea che Dio in realtà non esisteva, era un’invenzione dell’uomo per mascherare la sua debolezza e la necessità di avere almeno la speranza in un qualcosa che nessuno può vedere, un vero uomo neanche pensa di parlare di Dio, dopo un po’ di tempo la chiesa per me era divenuta soltanto un monumento dedicato allo spreco umano.

Subito dopo essere ritornato dal servizio militare decisi di andare via dalla mia regione,la scusa era quella di cercare lavoro, ma la realtà e che il modo di pensare e le tradizioni di quest’isola non erano da me condivise.

Andai a vivere a Verona, e grazie all’aiuto di un mio zio riuscì ad inserirmi nel mondo del lavoro, trovai un piccolo appartamento in affitto, e finalmente cominciai a gustare la libertà da ogni vincolo e restrizione. Che bello il sapore della libertà, è come la brezza al mattino presto in aperta campagna, ti sveglia ti fa stare bene.

Cominciai a farmi degli amici, le mie convinzioni erano di non ritornare più in Sicilia, e lavoravo solo il tanto che bastava per pagare le spese ed assicurarmi il divertimento.

A poco a poco divenni identico nella mentalità di coloro che frequentavo, ero un ragazzo che come quelli della sua età, frequentavano i pub, le birrerie, le discoteche, e lo spinello era una cosa del tutto normale. Anche il livello culturale cominciava ad essere trasformato, cominciai ad interessarmi di tutto ciò che mi era nuovo cominciai a leggere libri di ogni genere, ma più di tutti mi appassionò un libro “Introduzione alla Psicoanalisi” di Freud.   

Col passare degli anni, tutta la mia spavalderia cominciò ad attenuarsi, vedevo lo scorrere dei miei anni, e ciò che avevo realizzato era il niente, non si prospettava un buon futuro, gli amici c’erano, ma non bastavano più, i divertimenti cominciavano ad essere monotoni e ripetitivi, e cominciai a coprire questi pensieri, abusando ed esagerando ogni cosa, smisi di fumare le sigarette, sostituendole con gli spinelli, che la sera con cura preparavo, mimetizzandole come delle sigarette, la birra cominciò a piacermi in un modo incredibile, il mio carattere cominciò a trasformarsi, divenni sempre più egoista ed impulsivo, non avevo rispetto più di niente neanche di me stesso, non volevo aiuto da nessuno, ma avevo un disperato bisogno di aiuto.

Perfino con la mia famiglia ruppi i ponti, non mi recai più in Sicilia neanche per il periodo estivo, per me mio padre e mia madre erano morti.  

Il tempo passava e le cose non miglioravano, cominciai a perdere i posti di lavoro che trovavo, ero diventato sempre più pigro, riuscivo a malapena a pagare le spese, e così cominciai a cadere in una strana forma di depressione, esternamente non si notava, ma internamente milioni di pensieri si accavallavano nella mia mente, tutto cominciò ad andare veramente male. Pian piano cominciò ad affiorare nella mia mente, un pensiero che divenne sempre più insistente, era un pensiero che all’inizio mi mise paura, ma che a poco a poco cominciai a conviverci e ed assaporarlo:

“La tua vita è ormai un fallimento vi è un’unica possibilità per rimediare, puoi fare qualche cosa che risolverà ogni tuo problema, bisogna che tu conosci l’oblio della morte, questa è l’unica possibilità che hai, la morte è la tua amica lei ti può aiutare” 

Man mano che il tempo passava le cose si mettevamo sempre peggio, ciò che prima mi procurava piacere adesso mi dava fastidio noia, volevo sempre di più e passare ogni limite, il mattino quando rientravo a casa dopo una notte di birra e spinelli, ed altro ancora non mi sentivo soddisfatto, cercavo ancora qualcosa che riuscisse a colmare quel senso di vuoto che c’era in me, ma non lo trovai mai. Non potrò mai dimenticare quella sera. Verona vi era una nebbia quasi irreale, dalla stanza del mio monolocale al 6° piano di un palazzo popolare, vedevo una nuvola poggiata sulla città, e le luci gialle dei lampioni sembravano come del fuoco che ardesse sotto quella coltre fitta di nebbia, ed io ero sopra quelle nuvole, sotto di me cera soltanto un vuoto, un vuoto infinito ed interminabile, in quel momento decisi di fare l’unica cosa che mi rimaneva da fare, ....MORIRE.

Dopo qualche istante mi ritrovai sulla ringhiera di quel balcone pronto per spiccare il salto il mio ultimo salto verso l’ignoto, verso ciò che pensavo sicuramente meglio di quello che avevo, o che in realtà non avevo.

Quegli istanti mi sembrarono un’eternità, ed è vero poco prima di morire vedi scorrere la tua vita come in un film, cominciai a sentire la nebbia sbattermi sulla faccia come un vento gelido che ti entra nelle ossa, stavo per staccare i miei piedi dalla ringhiera, ma ad un tratto sentii una voce che non ricordavo più, che avevo sentito qualche volta da bambino davanti a qualche vecchio film che parlava della storia di Gesù, che guardando mi mettevo a piangere, sentendomi il cuore scoppiare chiedendo nella mia innocenza di stare accanto a Lui, quella stessa voce che soltanto in un cuore di bambino poteva essere ascoltata, in quel momento cominciò a parlare, e parlava proprio nel mio cuore indurito e ormai privo di ogni tipo di amore o compassione, ricordo che furono poche parole ma dirette vere e che cambiarono ogni cosa in un istante, quella voce mi disse:

“C’è sempre la possibilità di riscatto nella vita, ma se tu bruci la tua vita adesso io non potrò riscattarti”

Forse potranno sembrare delle parole banali, ma vi assicuro in quel momento quella voce queste parole mi salvarono la vita.

Poco dopo mi ritrovai seduto sul divano e cominciai a piangere, ma non mi sentivo più solo, sentivo accanto a me una presenza vera tangibile, che mi teneva fra le braccia, e sempre la stessa voce mi disse: “Da questo momento la tua vita non ti appartiene più, poiché io mi prenderò cura di tè io ti riscatterò, e tu mi sarai strumento”.

Da quel momento mi ritrovai tra le mani una vecchia Bibbia regalatami da mia madre anni prima e dimenticata in un cassetto, e quando cominciai a leggere in quel libro le lacrime cominciarono ad attraversare la mia vita, e man mano che piangevo sentivo come liberarmi da pesi enormi, di cui io non ero più capace di portarne il carico.

A svariati anni di distanza guardo a quelle tenebre che attraversarono la mia vita, e mi vedo oggi inondato dalla Sua luce dalla Sua grazia, e ringrazio Gesù, per avermi salvato, e portato a vivere una nuova vita, ma stavolta con Lui come compagno nel mio percorso. Oggi sono un cristiano, che segue la sua via, il Signore mi ha provveduto di ogni cosa, sono sposo di una dolce compagna, e genitore di due splendidi bambini, e posso dichiarare in tutta verità e schiettezza, il Signore mi ha riscattato.

Vedi caro amico/a ancora moltissime cose potrei dirti e di quali grandi miracoli ho assistito nella mia vita, ma il miracolo più grande è stato incontrare Gesù, e non come una religione, ma come un amico, pronto soccorrerti in ogni circostanza, non voglio e non posso vivere più la mia vita senza di Lui, non posso e non voglio vivere una vita fatta solo di una facciata di religiosità, Lui mi ha insegnato ad avere un contatto diretto personale, Egli si prende cura di me, e vuole anche prendersi cura di te, in qualunque circostanza in qualunque situazione tu possa trovarti, fai l’unica cosa giusta grida al Signore ed egli ti soccorrerà. 

 

 

 

 

 

Spesso nella vita fatta di quotidianità siamo messi di fronte ad angoscie che minano le nostre sicurezze, i nostri principi, la nostra voglie di vivere. In quei momenti tutto sembra non aver senso e un sentimento di inquietudine, disperazione e sfiducia avvolge le nostre emozioni. Tuttavia, la maggior parte di noi riesce in qualche modo a superare questo stato e a ritornare al livello di benessere precedente. In alcuni casi questa possibilità sembra non potersi attuare, è come se ci fosse un ostacolo insormontabile che impedisca l’inesorabile cammino della vita.

 

Addio amico mio trova pace .....

 

 
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Commenti al Post:
marinangel0
marinangel0 il 05/12/11 alle 07:32 via WEB
E mentre leggo... un'unica certezza, Gesu' ci ama e mai ci lascia soli , talvolta l'essere soli e' solo perche' non riusciamo a sentirLo presi dal vortice del quotidiano... ma Lui era sempre li'. Ciao e grazie di questa splendida testimonianza!
(Rispondi)
 
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