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I giovani scappano dall'Italia

Post n°299 pubblicato il 19 Aprile 2017 da cavallo140
 

I giovani fuggono all'estero? Il vero rischio è rimanere in Italia e cambiare questo Paese.

Allora io me ne vado, qui non ci sono speranze, non ci sono opportunità, mi sento oppresso e voglio realizzare i miei sogni. Me ne vado dall'Italia e non credo tornerò." Quanti di voi hanno sentito pronunciare questa frase o l'hanno pronunciata almeno una volta nella loro vita? Andare via dall'Italia sembra essere l'unica soluzione per costruire e realizzare i propri sogni, perché qui nessuno ti aiuta, perché qui nessuno ti incentiva, perché all'estero la burocrazia è più semplice e perché all'estero si guadagna di più. Mi rivolgo alle persone che hanno voglia di partire e lasciare la nostra Italia: siete sicuri di aver fatto bene tutti i vostri calcoli? Non parlo semplicemente di calcoli economici, troppo semplice così. Non parlo nemmeno degli affetti che lascereste. Vorrei ragionaste meglio sull'opportunità che questo Paese vi può ancora dare.

Dovremmo essere la generazione che non cerca lavoro, ma lo crea, se lo inventa dal nulla. Mi viene in mente quella splendida realtà che si trova a Monopoli e di nome fa Blackshape. Dopo un'esperienza all'estero Angelo e Luciano decidono ti ritornare a casa, in Puglia, e di realizzare il loro sogno imprenditoriale. Vincono il bando emanato dalla Regione Puglia -ottima intuizione del Presidente Vendola aver fatto questo bando- e intascano i primi 25000 euro per iniziare la loro impresa. Hanno poco più di venticinque anni all'epoca. Dopo qualche anno possiamo dire che sono diventati leader nel settore degli aeromobili (e pensare che avevano iniziato progettando mobili) in carbonio. A Monopoli, che si trova in Puglia, che a sua volta è in Italia. Guarda un po'. Il genio italiano non finirà mai di stupirmi.

Questo è soltanto un esempio di due ragazzi che hanno rischiato e deciso di ritornare e rimanere in Italia. Però deve assolutamente farci riflettere questa vittoria di Angelo e Luciano. Qui non siamo di fronte soltanto ad un colpo di fortuna, siamo di fronte alla tenacia e alla determinazione che soltanto noi ragazzi possiamo avere. Molte volte fare un salto nel vuoto risulta più gratificante che cercare una via di fuga che all'apparenza sembra più facile da perseguire.

Vorrei che la maggior parte dei ragazzi che conosco e che incontro ragionasse così. Vorrei potessimo costruire il nostro futuro qui, assieme. Abbiamo perso il senso di comunità, intesa come insieme comune di intenti, stiamo perdendo il controllo della nostra generazione, siamo sempre troppo impegnati a pensare al futuro di ognuno di noi, quando invece basterebbe guardarsi attorno per poter trovare dei fenomenali compagni di strada e di squadra. Vorrei cogliessimo di più le occasioni che ci riuniscono e mettessimo a disposizione i nostri talenti, l'uno con l'altro. Questa crisi, l'abbiamo letto in mille salse, non riguarda soltanto la finanza. "È strutturale", ci dicono. E allora dobbiamo ripartire da noi, la nostra generazione può e deve cambiare questo Paese. Non è una semplice questione politica, riguarda l'intera società.

Non ci mancano le capacità, molte volte mancano i fondi, la burocrazia è lenta e incute timore soltanto pronunciare la parola 'start up' associata alla parola "in Italia". Non abbiate mai paura di alzare la mano e chiedere aiuto. Riscopriamo l'umanità e troveremo la chiave per il nostro futuro.

Poletti: “Giovani italiani vanno all’estero? Alcuni meglio non averli tra i piedi”. Pensateci.........

 
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