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Messaggi di Febbraio 2017

 

L'amore

Post n°296 pubblicato il 28 Febbraio 2017 da cavallo140
 

 

 "Sempre e per sempre" di Francesco de Gregori:

Pioggia e sole
cambiano
la faccia alle persone
Fanno il diavolo a quattro nel cuore e passano
e tornano
e non la smettono mai
Sempre e per sempre tu
ricordati
dovunque sei,
se mi cercherai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai
Ho visto gente andare, perdersi e tornare
e perdersi ancora
e tendere la mano a mani vuote
E con le stesse scarpe camminare
per diverse strade
o con diverse scarpe
su una strada sola
Tu non credere
se qualcuno ti dirà
che non sono più lo stesso ormai
Pioggia e sole abbaiano e mordono
ma lasciano,
lasciano il tempo che trovano
E il vero amore può
nascondersi,
confondersi
ma non può perdersi mai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai
Sempre e per sempre
dalla stessa parte mi troverai

"Sempre e per sempre" parla dell'amore vero, che non muore mai, l'amore che sa andare oltre gli anni che passano (pioggia e sole cambiano la faccia alle persone), i problemi della vita, e i sentieri che tutti noi ci troviamo a dover percorrere, che ci portano lontano, e ci dividono (Ho visto gente andare, perdersi e tornare e perdersi ancora E con le stesse scarpe camminare per diverse strade. O con diverse scarpe su una strada sola). Ma l'amore vero, sopravvive a tutto questo, sopravvive anche alla distanza di una vita (E il vero amore può nascondersi, confondersi ma non può perdersi mai). E non importa cosa sia successo, non importa dove ci si trova. Perché  quell'amore non cambia mai ,e fa in modo che chi lo prova non cambi mai (Tu non credere se qualcuno ti dirà che non sono più lo stesso ormai. Pioggia e sole abbaiano e mordono ma lasciano, lasciano il tempo che trovano). E alla fine, nonostante tutto, quell'amore e il suo propretario saranno sempre lì, ad aspettare e ad amare, qualsiasi cosa accada (Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai).

È l'amore più grande che esista. L'amore che supera qualsiasi problema. Sono solo poche le persone che lo conoscono. E forse sono fortunate, chi lo sa.  Perchè  è difficile che due persone che si amano conoscano entrambe questo tipo di amore...

 

 

 
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Sono figli nostri

Post n°295 pubblicato il 18 Febbraio 2017 da cavallo140
 

 

Un breve video postato sulla pagina web di un quotidiano: una tragedia nascosta, di cui non vogliamo parlare perché ci appartiene, ci riguarda troppo da vicino. L'ambiente è un pronto soccorso nelle nostre città ,  le ambulanze piene non di malati o di anziani, ma di giovani ubriachi. Sono decine, centinaia, migliaia e tutti i sabati notte si ripete la stessa scena infernale: ragazzi e ragazze che ciondolano dalle barelle, non si ricordano nemmeno come si chiamano. Alcuni sono in coma etilico, altri intossicati da cocktail di droghe e alcol.

Sono figli nostri, alcuni minori, altri di 20 anni, altri di più, ma non c'è differenza, sembrano tutti uguali. È così da anni e non a caso. È un grande business, ci guadagnano i malavitosi, gli spacciatori più piccoli, gli esercenti. E ci guadagnano anche i genitori di quei giovani, perché con un una manciata di euro hanno comprato la loro anima e conquistato il proprio quieto vivere.

Nessuno se ne occupa, se non quei barellieri che rischiano anche le botte, i medici che devono prestare i primi soccorsi. Non se ne occupa la politica, distratta da ben altro; non se ne occupa buona parte delle famiglie italiane, ormai indifferente al futuro delle nuove generazioni.

Mi si dirà che non accade solo in Italia, giusto: mal comune mezzo gaudio? Eppure da noi le cose sono diverse, e peggiori. Basta leggere le statistiche, appena pubblicate, che dicono di un dramma parallelo, anzi contestuale: circa il 70% dei giovani con meno di 35 anni vive a casa dei genitori, oltre tre milioni di loro non studia e non lavora: il doppio di paesi come l'Inghilterra e perfino di più della Spagna. Peggio di noi Grecia e Bulgaria.

Due fenomeni che non c'entrano l'uno con l'altro? A pensarla così si continua ad alimentare il "buonismo educativo" che alimenta un fenomeno che costa allo Stato una cifra enorme: stiamo facendo a meno di milioni di giovani talenti che potrebbero dare un aiuto fondamentale alla ricrescita economica e culturale e che invece sono un peso, una zavorra mantenuta dai loro genitori.

Questa deriva giovanile non dipende solo dal mercato del lavoro o della casa, ma soprattutto da una mala-educazione che non ha cresciuto i propri figli sui principi dell'autonomia e della auto-determinazione. Giovani dipendenti dalle tagliatelle e dalla lavatrice di mamma e papà. Come potremo mai competere con il resto del mondo se collaboriamo ad annientare i nostri giovani? Le case troppo care, il lavoro che manca? E allora perché in Olanda, in Gran Bretagna, in Germania, in Francia il fenomeno è largamente inferiore? Non sarà che i genitori d'oltralpe sono meno invertebrati dei nostri?

L'emergenza educativa è stato il grido di qualche isolato intellettuale, non è in agenda di un governo o di un ministero perché non è nella testa delle famiglie, ma langue nella nostra irreprensibile indifferenza.

 

 
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