INFINITOFatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza |
CANTO XXVI- INFERNO
« "O frati," dissi, "che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente, Dante Alighieri |
PAOLO VOLPONI
La rivoluzione diviene sinonimo positivo di tutti i valori fondamentali, cioè di cultura
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WILLIAM SHAKESPEARE
"Essere o non essere questo è il problema è più decoroso per l’anima di sopportare i colpi dell’ ingiusta fortuna o impugnare le armi contro un mare di dolori e affrontandoli finirli? Morire dormire null’altro e dire che con quel sonno poniamo fine alle angosce del cuore e ai mille affanni naturali di cui è erede la carne… è una conclusione da essere avidamente desiderata morire dormire forse sognare"
THOMAS MANN
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"Giacché, sappilo, noialtri poeti non possiamo percorrere la via della
bellezza senza trovarci Eros, che ben presto ci impone la sua guida; e possiamo
anche, a modo nostro, essere eroi e disciplinati guerrieri; ma in realtà
somigliamo alle donne, perché è la passione ciò che ci esalta, perché soltanto
l’amore ci è dato aspirare: è questa la nostra gioia e il nostro obbrobrio. Or
dunque, vedi che noi poeti non possiamo essere ne saggi ne dignitosi, che
fatalmente cadiamo nell’errore fatalmente rimaniamo dissoluti venturieri del
sentimento."
FEDOR DOSTOEVSKIJ
"... e adesso passo i miei giorni qui nel mio cantuccio burlando me stesso con la maligna e del tutto inutile consolazione che comunque sia una persona intelligente non può diventare sul serio qualcosa giacché a diventar qualcosa ci riesce solamente l’imbecille".
« Gogol LE ANIME MORTE | RAGAZZI DI VITA- PASOLINI » |
RAGAZZI DI VITA- PASOLINIIl romanzo dipinge con spietato realismo Roma postbellica. L’ultimo mito italiano, quello della resistenza e della lotta di liberazione non ha parte nel romanzo di Pasolini. La fine della guerra lascia dietro di sé solo cumuli di macerie, immondizia e povertà, nessun mito, nessuna ideologia può rendere meno amara l’eredità terribile del conflitto mondiale, non c’è celebrazione dell’esercito alleato, non c’è il mito della lotta partigiana, non c’è nemmeno la possibilità di raccontare una storia, ci sono solo immagini, quadri, di vita terribile e desolante miseria. L’ideologia, l’immagine rassicurante e indulgente che i nuovi poteri danno dell’Italia liberata, viene smontata fin dal linguaggio, nelle borgate non si parla l’italiano, nelle borgate non c’è l’Italia, ma solo la città e il suo dialetto. Il linguaggio ci offre un punto di vista nuovo, fa emergere con evidenza ciò che dovrebbe rimanere celato, i termini crudi con cui si appellano i personaggi sono quelli reali della strada “froscio, paragulo, fijo de mignotta”, ma essi perdono la loro volgarità nel drammatico significato con cui dipingono i personaggi, ragazzi disperati pronti a prostituirsi per mangiare, figli di madri che allo stesso modo li hanno nutriti. La lingua di Pasolini distrugge ogni retorica del potere, nessun vuoto discorso politico in perfetto italiano può cambiare una realtà tanto degradata, la lingua del potere (qualunque esso sia) è la stessa con la quale si fanno le dichiarazioni di guerra, con la quale i padroni licenziano gli operai, pertanto occorre una nova lingua che dia voce a chi l’italiano non lo conosce nemmeno. Il modo del sottoproletariato è mostrato nel suo volto terribile, ma Pasolini sa anche mostrarci come esso sia animato da una forza ancora autentica, incorrotta, i personaggi sono spietati, talvolta persino crudeli, ma qualcosa di sconvolgentemente autentico, viscerale, primordiale li rende capaci di grandi azioni chela vita borghese rende impossibili. Da notare in questo senso la chiusura quasi ad anello. All’inizio del romanza il giovane riccietto vedendo una rondine affogare nel fiume si getta senza paura nel tentativo di salvarla, lo stesso riccietto, dopo essere cresciuto ed aver superato un periodo di detenzione, dopo essere stato “corretto” secondo i meccanismi del potere ed aver messo la testa apposto, rimane impotente ad assistere all’annegamento di un ragazzino nell’Aniene perché ritiene troppo pericoloso tentare di salvarlo. La forza del romanzo sta nel mostrare una realtà inimmaginabile quanto reale, un’impressione così forte l’ho provata solo leggendo Gomorra o guardando i documentari di Comencini sul lavoro minorile negli anni ’70, certe realtà le immaginiamo, le sospettiamo, ma non possiamo fare a meno di percepirle lontane, distanti, e questo ci fa essere indulgenti con la nostra indifferenza, ma autori come Pasolini, o oggi Saviano, hanno la forza di rimetterci di fronte alle nostre responsabilità e sollecitare la nostra reazione.
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L'INFINITO
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare
Giacomo Leopardi
COSA PORTARE SU UN'ISOLA DESERTA
- La Divina Commedia- Dante.
- Faust- Goethe.
- Amleto- Shakespeare.
- Don Chisciotte- Cervantes.
- Gargantua e Pantagruele- Rebelais.
- McBeth- Shakespeare.
-Madame Bovary- Flaubert.
- Delitto e castigo- Dostoevskij.
- Il rittratto di Dorian Gray- Wilde.
- Anna karenina- Tolstoj.
- Moby Dyck- Melville.
- I promessi sposi- Manzoni.
- La coscienza di Zeno- Svevo.
- Il rosso e il nero- Stendhal.
- Papà Goriot- Balzac.
- Le relazioni pericolose- Laclos.
- Le confessioni- Rousseau.
- Notre Dame de Paris- Hugo.
- Corporale- Volponi.
- Il maestro e Margherita- Bulgakov.
- Cent'anni di solitudine- Marquez.
- Il partigiano Jhonny- Fenoglio.
- L'insostenibile leggerezza dell'essere- Kundera.
- Il nome della rosa- Eco.
- Opinioni di un clown- Boll.
AFORISMI SUI LIBRI E LA LETTURA
Ce Cerrti autori cominciano a scrivere prima di aver imparato a leggere (FRANCO FOSSATI)
Il successo di molti libri si forma sull’accordo fra la mediocrità dell’idee dell’autore e la mediocrità dell’idee del pubblico (N. DE CAMPFORT)
L La carriera dello scrittore italiano ha tre tempi:
- Brillante promessa.
- Solito stronzo.
- Venerato maestro. (ALBERTO ARBASINO)
U Un libro al giorno caccia l’ignoranza di torno (L. VALENTE)
U Classico è un libro che non finisce mai quello che ha da dire ( ITALO CALVINO)
Una casa senza libri è una stalla (L. BUTTITTA
N Nessuno di noi...sarebbe stato quello che è stato senza aver letto tale o tal’altro libro (POUL BOURGET)
(. (...)Perché proprio coloro che dovrebbero leggere non lo fanno? (FRANCESCO ALBERONI)
L L'ignoranza è na cosa più che amara
Non costa gnente ma se paga cara (TITTA MARINI)
L La lettura è divenuta l’unica forma di vita possibile (PIERO CITATI)
So che morrò con un libro in mano sarà la mia estrema unzione (FARSETTI)
- La lettura è una difesa contro le offese della vita ( CESARE PAVESE)
Distruggete gli uomini se volete ma salvate i libri (R. ROLLAND)
I I ibri non servono ne per divertirsi ne per istruirsi ma per vivere. (GUSTAVE FLAUBERT)
U Un uomo che legge ne vale due (VALENTINO BOMPIANI)
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MICHAIL BULGAKOV
"L'amore ci si parò dinnazi come un assassino sbuca fuori da un vicolo, quasi uscisse dalla terra e colpì subito entrambi. Così colpisce il fulimine, così colpisce un cortello a sarramanico! Del resto in seguito lei affermava che non era così, che si amavano da molto pur non essendosi mai visti e pur vivendo lei con un altro".
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