Preferisco
una persona passionale
ad una perfetta.
La sua passione
sarà la mia imperfezione.
La sua imperfezione
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Post n°674 pubblicato il 20 Maggio 2019 da Estelle_k
RACCONTO BREVE DI ESTELLE_K
- Adesso cerca di riposare Bryan, domani sarà un giorno importante, ho sentito di nuovo tuo padre al telefono, arriverà in città per domani pomeriggio, quando vi rivedrete tu sarai già sveglio e potrai abbracciarlo con la notizia che….. - Sì ho capito! Ora basta con le chiacchiere, voglio restare solo. Però prima devi fare una cosa. Sei sempre distratta e io voglio che mio padre possa avere sempre notizie su di me fino a quando non arriverà qui, perciò provvedi a controllare la ricarica del tuo cellulare. Non capisco perché non mi facciano tenere il mio in questo maledetto posto! Con un breve cenno Mary si alzò dalla sedia e uscì dalla stanza. Appena fuori respirò un paio di boccate di quella che le sembrava un’ aria più fresca e si guardò intorno cercando una presa di corrente. In effetti si era già accorta che il segnale della batteria lampeggiava sul display, quella piccola spia rossaera come un fastidioso appunto e un conto alla rovescia per quella giornata interminabile. Senza volerlo pose lo sguardo all’interno della stanza di fronte, la n. 13. Madre e figlio erano abbracciati sul letto in una sorta di silenziosa ninna nanna, intravedeva gli occhi del piccolo sopra la spalla di lei, pieni di cieca ansia. Quella vista le fece stringere il cuore, insieme alla strana sensazione di un brutto presagio.
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Ci vollero dieci squilli per realizzare che il cellulare reclamava la sua attenzione, e solo dopo altri cinque fu in grado di rispondere. Era l’ospedale, c’era stato un cambiamento di programma, qualcosa di grave era accaduto ma non volevano dare dettagli al telefono. La sua presenza era richiesta con la massima urgenza, gli avrebbero spiegato il tutto una volta arrivato. Ancora in preda allo stordimento dell’alcool, Jack rispose che sarebbe arrivato non prima di un’ora, chiuse la comunicazione e si diresse barcollando in cucina. Per fortuna la scorta di caffè era sempre presente, insieme a qualcos’ altro. In casi estremi assumere entrambi si rivelava molto utile per affrontare momenti come quello, doveva riprendersi in fretta ed essere lucido, come se nulla fosse accaduto.
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Un colpo sicuro e preciso, nessuna esitazione. Bill trattenne il respiro ancora due secondi, poi osservò di nuovo attraverso il visore del suo fucile di precisione. Un centro perfetto. Il proiettile era entrato nell’occhio destro e aveva trapassato la calotta cranica conficcandosi nel vetro posteriore dell’auto con un generoso fiotto di sangue. Il tempo per la vittima di accasciarsi in avanti sul retro dell’auto che lo scortava mentre il tassista spaventato tentava di accostare zigzagando, e Bill aveva già abbandonato la sua postazione. Un lavoro pulito e rapido, decisamente uno dei suoi tiri migliori. Digitò sul cellulare il codice previsto per esito positivo, poi lo aprì, lo separò dalla sim e mise i due oggetti in due tasche diverse. Si sarebbe disfatto di entrambi lungo il percorso di ritorno. Quando in fondo all’ultima via percorsa a piedi scorse l’auto che lo avrebbe riportato in città, si sentì più rilassato. Tutto era andato secondo il protocollo. Era fiero di se stesso, e il pensiero andò al figlio, che non vedeva l’ora di abbracciare . --------------------------------------------------
- Mamy, parlami ancora dell’Eroe Buono. Mi hai detto che esiste ma nel libro non l’ho letto. - Molte cose non si trovano scritte, piccolo mio....ma esistono. Ci sono forze che non possiamo vedere nè tu né io, ma sono sempre presenti, loro vegliano su di noi pronte a prenderti e portarti in luoghi più sicuri. Nessuno ti farà del male Roger. L'Eroe Buono non vive nel libro ma lui è ovunque, anche in questo ospedale. Ti conosce, spesso è vicino a te. Non posso svelarti la sua identità, ma posso dirti che il suo nome inizia per M. - Allora sei tu Mamma l'Eroe Buono! Ma lo ucciderai vero quello che mi cerca! Se esce dal mio libro tu lo farai, ha promesso di trovarmi! A quelle parole la madre osservò gli occhi di suo figlio, quei grandi occhioni azzurri, spaventati e ciechi. Cercò di farsi forza come sempre così da avere un tono di voce rassicurante. - Andrà tutto bene Roger...L'Eroe Buono veglia su di te. (CONTINUA)
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