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Desideri

Post n°22 pubblicato il 13 Dicembre 2007 da apar05

INTEGRAZIONE ENERGETICA
la Newsletter gratuita di Andrea Parimbelli per " superare i propri orizzonti" - n.18 -
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Carissima/o,
quali sono i tuoi desideri? O meglio, sei riuscita/o a realizzare i tuoi
desideri? Certo, ci sono desideri e desideri, cioè, non tutti i desideri
sono uguali. Ci sono desideri piccoli, alla portata di tutti o quasi e ci
sono desideri grandi, che potremmo anche definire aspirazioni o
addirittura vocazioni.

Sei daccordo nel dire che i desideri sono il sale della vita? I desideri
sono una delle cose che muovono la nostra energia. Per realizzare
un desiderio, spesso ci si da da fare, ci si muove, si va nella
direzione più adatta per cercare la spontanea realizzazione di ciò
a cui si aspira e, per dirlo in modo più semplice, si mette in moto
la propria energia, sia attraverso pensieri, che emozioni ed anche
azioni.

Già, e cosa succede se un desiderio non viene realizzato? Se il
desiderio è piccolo, cioè è una cosa banale, ci si può anche
rinunciare senza particolari problemi oppure si accetta di buon
grado di posticiparne la realizzazione in un tempo in cui le
situazioni saranno più propizie.

Se un desiderio è più grande ed ha più le caratteristiche di una
propria tendenza, propensione, attitudine, o passione e non viene
realizzato, che cosa succede? Succede un bel pasticcio, perchè
l'energia che è tesa verso la realizzazione non riesce ad esprimersi
all'esterno ed allora rimane al nostro interno congestionandosi e
creandoci tutta una serie di problemi, che possono andare oltre lo
stato d'animo di disagio e diventare nel tempo un disturbo fisico o
anche una malattia.

Tutta la medicina psicosomatica, da cinquant'anni a questa parte,
ribadisce il concetto che gli stati emozionali inespressi possono
diventare sintomi fisici. E' il caso di quei disturbi che nonostante le
ripetute terapie (chimiche, erboristiche o altro) finiscono per non
guarire mai o semplicemente allentano la loro morsa per un pò di
tempo e poi ritornano. Se le radici non sono solo organiche ma anche
emozionali, la guarigione avviene nel momento in cui si trasformano
le emozioni negative che le sostengono.

Per ritornare ai nostri desideri o aspirazioni, succede a volte che
dentro di noi ci siano due atteggiamenti contrapposti: una parte di
noi che vorrebbe tanto realizzarli ed un altra che non vuole o crea
continui impedimenti. Classico è il caso di chi continua a darsi da
fare per realizzare un proprio desiderio e nonostante gli sforzi non
riesca a raggiungere il risultato desiderato.

In queste situazioni è di sicuro aiuto l'Integrazione Energetica,
in quanto va a individuare le parti coinvolte nel processo ed a
trasformare i conflitti che si sono creati al proprio interno.
Lavorando direttamente sul sistema energetico, quello che tiene
in piedi i pensieri e le emozioni collegate, si va a riportare equilibrio
tra le varie parti e la persona diventa quindi libera di operare
le scelte più opportune per lei.

A volte è successo che lavorando su un desiderio, la persona si sia
resa conto che quel desiderio stava in piedi solo perchè generava
un'illusione. Faccio un'esempio. Una signora era solita spendere un
bel pò di soldi ogni settimana per acquistare abiti lussuosi. Pensava,
con questo comportamento, di risultare maggiormente al centro
dell'attenzione della gente e poter quindi essere più amata
e rispettata. Dopo il trattamento di Integrazione Energetica, capì
che si può essere ben voluti ed amati, non tanto per gli abiti che si
indossano ma per altri motivi. Ad esempio, si è più amati per quanto
più amore si dà agli altri. Una bella conclusione, non credi?

Un abbraccio

Andrea

apar05@libero.it

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*****Storie vere

In questa sezione racconterò ad ogni newsletter un caso
realmente accaduto che si è risolto totalmente con l'impiego
dell'Integrazione Energetica. Ecco la storia di questo numero:

Vittoria venne da me su consiglio di un'amica e soffriva da anni di
depressione. Era da sempre in cura farmacologica e spesso era
ricorsa a quei gruppi di sotegno per persone che soffrono di questo
problema.

Le chiesi subito quando era cominciata ad apparire questa
"depressione" e lei disse che non si ricordava bene in quanto era da
almeno trent'anni che ne soffriva. Le dissi di provare a ricordare
in che periodo era iniziato il tutto. Con molta fatica si concentrò
un pò e fatti gli opportuni collegamnenti mi disse che la depressione
era cominciata ad arrivare sette/otto mesi dopo la nascita
del suo primo figlio.

Le chiesi che cosa aveva rappresentato per lei il primo figlio.
Mi disse che per lei diventare mamma era stato una specie di shock
in quanto, da un giorno all'altro, si era trovata tra le braccia questa
creatura, e lei non sapeva da che parte iniziare a trattare con un
neonato, visto che non parlava e spesso piangeva in modo
apparentemente immotivato. I suoi genitori abitavano lontano
e la suocera era sempre impegnata nelle sue attività, per cui non
c'era nessuno a darle una mano in questa situazione.

Quando si era sposata, era andata ad abitare nella città del marito
ed aveva iniziato a svolgere un'attività nella piccola azienda della
famiglia di lui. Il lavoro le piaceva molto e man mano aveva
cominciato a ricoprire dei ruoli sempre più importanti nell'azienda.
Stava facendo carriera e ciò la entusiasmava davvero molto.

Poi, la coppia decise di fare un figlio e nell'arco di nove mesi la vita
di Vittoria cambiò radicalmente. Dal lavoro entusiasmante passò
alla solitudine della sua casa con questa nuova creatura che
le creava ansie ed apprensioni da gestire da sola. Il marito passava
tutta la giornata in azienda e non vedeva altro che il lavoro; non le
era di nessun aiuto.

Il peggio arrivò quando, dopo un bel pò di mesi, Vittoria espresse
al marito la volontà di ritornare al lavoro, almeno qualche ora
al giorno. Si sentì rispondere da lui e dal resto della sua famiglia
che era meglio restasse a casa a curare il figlio e che comunque,
in sua assenza, avevano assunto un'altra persona per ricoprire
il suo ruolo.

Fu dopo poco tempo che Vittoria cominciò a manifestare i sintomi
del suo disturbo. Avevamo finalmente individuato le cause della
sua depressione. Il rifiuto del marito, il sentirsi messa da parte,
il divieto di fare un'attività che le piaceva, avevano creato una
miscela esplosiva che l'avevano portata a manifestare il suo
disturbo sempre più intensamente e per tutti questi anni.

Servirono alcune sedute per riequilibrare un pò tutta la situazione,
perchè ovviamente si erano creati conflitti, sensi di colpa, emozioni
negative a non finire. Alla fine Vittoria recuperò il suo equilibrio
e riuscì ad affrontare la propria vita in modi nuovi. La sua energia
interiore si era rimessa in moto, non più congestionata da
tutto quanto si era scatenato dentro di lei a seguito di quegli
avvenimenti. In seguito al suo ritrovato benessere, aveva scelto di
fare un pò di volontariato e ciò la faceva sentire di nuovo viva
ed utile, finalmente.


***** Ti auguro di raggiungere quella libertà interiore 
che ti permette di operare le scelte migliori per te *****

 
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