Blog
Un blog creato da francescodil_3 il 04/09/2007

iocheamosolote

lettura creativa

 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

I MIEI LINK PREFERITI

INSEGNARE

Quando avrai trascorso trent’anni della tua vita a mettere a punto dei fini metodi psico-pediatrici, medico-pedagocici, psico-pedo-tecnici, alla vigilia della pensione prenderai una buona carica di dinamite e farai discretamente saltare qualche isolato di un quartiere di catapecchie.

E in un solo istante avrai fatto di più che in trent’anni di lavoro.

 (Fernand Deligny)

 

 

« Antonio Portaframmenti_5 »

francesco di lorenzo

Post n°210 pubblicato il 14 Marzo 2010 da francescodil_3
 

 

Anna e Mauro, nella loro bella villa costruita con il sudore di una vita, si svegliarono non sapendo che quella sarebbe stata la giornata peggiore della loro esistenza. Mauro non riusciva, non ci era abituato, ad alzarsi con comodo. In inverno alle sette e mezza massimo lo trovavi giù in cucina che preparava il caffè. Stava lì quando bussarono alla porta e l’inferno ebbe inizio. In campanello non era una novità a quell’ora, sarà un conoscente… invece erano due brutti ceffi. Appena Mauro aprì fu scaraventato a terra, gli misero un cerotto alla bocca e lo legarono ad una sedia. Anna scese le scale mentre i due in evidente stato di agitazione stavano prendendo suo marito a schiaffi e pugni. Voleva tornare indietro su per le scale, ma fu afferrata da uno dei due uomini che la prese per la gola, la trascinò giù sul divano e le puntò una pistola alla tempia. Al suo pianto l’uomo rispose con una botta in testa con il calcio della pistola. Anna dovette vedere come Mauro veniva lentamente massacrato per tutta la mattina, li dovette accompagnare alla cassaforte e prendere soldi e oro. Poi la legarono ad una sedia imbavagliandola. Verso le 13 finalmente se ne andarono. Poco dopo non sentì più il respiro di Mauro, per lui, menomale, era finita.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

GIOVANI E SOCIETÀ

Provate a  dare uno sguardo a come i giovani proletari vengono formati in strada dalla mancanza di riferimenti e di interessi, dall’essenza di dialogo con la società, dalla ghettizzazione rotta solo con la violenza o con la partecipazione al consumo, da quanto si potrebbe fare in termini di spazi, strutture, educazione e cultura e da quanto invece non si fa. (M. Braucci)

 

L O STILE

 

Io sono così. Nei miei libri racconto i fatti, che sono la vera cosa importante. Tutto accade in modo crudo e semplice. Sono le persone che ci ricamano intorno. Certamente questo stile riflette anche il mio modo di essere. Ho faticato molto per trovare il mio stile, quello che meglio mi si adattava. I miei primi scritti erano poesie, ed erano totalmente differenti, meno tristi anche.  Non ne ero soddisfatta però, ritenevo di scrivere come tutti gli altri, che nel mio modo di scrivere non ci fosse niente di originale. Ero anche stanca di quel linguaggio così enfatico e sentimentale. Volevo scrivere in modo più asciutto e più oggettivo. Così sono arrivata a questo stile, meno lirico, più scarno, ma che mi rispecchia anche di più.

(Agota Kristof)

 

PREVÉRT E LA POESIA

L’intelligenza non aiuta affatto a scrivere belle poesie; essa può tuttavia evitare di scriverne di brutte. Se Jacques Prévert è un cattivo poeta è soprattutto perché la sua visione del mondo è piatta, superficiale e falsa. Era già falsa ai suoi tempi; oggi la sua nullità appare lampante, al punto che l’intera opera  sembra lo sviluppo di un gigantesco luogo comune. Sul piano filosofico e politico, Jacques Prévert è innanzitutto un libertario, cioè, fondamentalmente, un imbecille.

 

Michel Houellebecq

 

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963