Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

FACEBOOK

 
 
Creato da: ipnosigenerativa il 13/03/2006
Web-Log ufficiale della Sezione di Ipnosi della Fondazione Scientifica OFB.onlus

 

 
« T.A.M. - Ipnosi e Teor...IPNOSI E SUGGESTIONE »

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 23 Marzo 2006 da ipnosigenerativa

ALLE FONTI DELLA “LOGODINAMICA SUBLIMINALE”. L’approccio ipnotico ericksoniano


(di Luciana Farese e Ferdinando Brancaleone)



§ 0. INTRODUZIONE


Milton H. Erickson è da molti considerato il maggior esperto di ipnosi del Novecento. Per lui la "trance terapeutica", pur costituendo uno "stato alternativo di coscienza", è da considerare fondamentalmente come un'estensione di alcuni 'processi spontanei', attraverso cui l'individuo ha la possibilità di diventare maggiormente ricettivo nei confronti della propria 'esperienza interiore' e delle proprie potenzialità latenti.
In tale prospettiva, quindi, l'ipnositerapia, secondo il modello ericksoniano, ha lo scopo precipuo di utilizzare 'processi interni' all'individuo, al fine di aiutarlo a conseguire mete terapeutiche secondo modalità autonome ed essenzialmente 'autocurative'.
Dal momento, poi, che l'ipnosi per Erickson costituisce un'esperienza diversa per ciascuna persona, quella che viene più specificamente denominata "trance terapeutica" va considerata alla stregua di un periodo di più congrua 'libertà' ed un'occasione di 'generativa creatività', in cui meglio e più efficacemente ha la possibilità di esprimersi l'individualità del singolo; per questo, nel modello ericksoniano, l'ipnositerapia è da valutare come un approccio comunicativo, volto ad aiutare l'individuo a superare le limitazioni generate da 'mappe' e 'schemi di riferimento' incongruamente rigidi e limitati, instauratisi nel corso dell'esistenza, in modo tale che 'potenzialità' e 'risorse' interiori possano essere stimolate, facilitate ed attivate, per fini eminentemente evolutivi, terapeutici ed 'autocurativi'.
E' in questo quadro di riferimento che l'approccio ipnotico ericksoniano si configura fondamentalmente come "logodinamica generativo-trasformazionale": dinamica comunicativa che tende a far emergere generativamente risposte autonome atte a facilitare cambiamenti terapeutici nonché a trasformare e 'ristrutturare' creativamente dall'interno l'individuo attraverso la stimolazione di risorse e potenzialità latenti o ancora inespresse.



§ 1. LA COMUNICAZIONE INDIRETTA


Milton H. Erickson non ha mai formulato compiutamente una teoria complessiva circa l'ipnosi, nei cui confronti egli ha evidenziato piuttosto un approccio 'pragmatico', desunto fondamentalmente dalla propria vastissima esperienza di ipnologo clinico.
Nelle forme 'tradizionali' di ipnositerapia, attraverso modalità comunicative incentrate prevalentemente sulla 'suggestione diretta', l'ipnologo solitamente va ripetendo, spesso con insistente monotonia, la medesima 'suggestione', il cui intento è fondamentalmente diretto a 'riprogrammare' la mente del paziente.
Ma, dal momento che la mente è in uno stato di continuo cambiamento e trasformazione, la 'programmazione diretta', tipica dell'ipnositerapia più tradizionale, mentre ha la possibilità di influenzare il comportamento, solitamente non è di aiuto nell'attivazione delle risorse e potenzialità latenti, spesso inutilizzate, del singolo individuo. D'altra parte, le 'suggestioni ipnotiche dirette' fanno sostanzialmente appello alla 'mente conscia', per cui esse risultano in grado di originare nuovi comportamenti solo allorquando la stessa 'mente conscia' dell'individuo possiede la capacità di 'comprendere' ed 'eseguire' i nuovi comportamenti suggeriti.
Ma, se la 'mente conscia' avesse una simile capacità di attualizzare 'direttamente' quanto proposto dalle suggestioni terapeutiche, la psicoterapia risulterebbe veramente oltremodo 'semplice', dal momento che il terapeuta non dovrebbe che suggerire, per esempio, al paziente di abbandonare questa o quella fobia, e ciò porrebbe fine ad ogni problema. Purtroppo ciò, nella maggior parte dei casi, non succede!
I problemi psicologici, in fondo, esistono proprio perché quella che Erickson denomina 'mente conscia' non sa appunto come dare inizio al cambiamento del comportamento ed all'esperienza psichica ad esso corrispondente. Tale cambiamento, volto al raggiungimento di modelli di comportamento nuovi nonché maggiormente adeguati e gratificanti, può essere conseguito spesso solo con l'ausilio di un processo 'extra-conscio', che ha luogo ad un livello prevalentemente involontario e sub-liminale (sub limen coscientiae = sotto la soglia della consapevolezza).
In questo ordine di idee, quelle che nell'approccio ipnotico ericksoniano vengono denominate 'forme di comunicazione indiretta', in ultima analisi, non sono altro che messaggi atti a promuovere e facilitare un processo di 'ricerca' ad un livello prevalentemente extra-conscio e sub-liminale. In estrema sintesi, si può affermare che, allorquando la 'mente conscia' non è in grado di eseguire quanto proposto da una 'suggestione diretta', l'ipnoterapeuta, attraverso forme di 'comunicazione indiretta', può intervenire al fine di promuovere una 'ricerca sub-liminale' di soluzioni 'creative' ed 'auto-curative'.



§ 2. LOGODINAMICA GENERATIVO-TRASFORMAZIONALE


Tenendo presente quanto già esposto, risulta opportuno fare un'importante precisazione: una concezione alquanto 'ingenua' tende a vedere nella 'suggestione diretta', tipica dell'ipnositerapia tradizionale, fondamentalmente una questione di 'controllo'. Secondo tale concezione il paziente eseguirebbe passivamente quanto il terapeuta gli 'impone'.
Noi sappiamo, invece, che il comportamento suggerito in effetti si traduce sempre e comunque in una 'risposta soggettiva', sintetizzata dallo stesso paziente: risposta soggettiva che affonda le sue radici nel patrimonio individuale di esperienze, di conoscenze e di vita del soggetto; per cui l'essenza della stessa 'suggestione diretta' non consiste tanto in ciò che il terapeuta dice, quanto piuttosto in ciò che il paziente 'genera' a partire da ciò che gli viene detto dal terapeuta.
In sintesi, nell'ipnositerapia le comunicazioni del terapeuta tendono comunque e sempre ad evocare nel paziente una complessa serie di 'risposte interne': sono appunto tali 'risposte dall'interno' a costituire la base ed il fulcro della 'suggestione terapeutica'.
Specialmente attraverso le forme di 'comunicazione indiretta', quindi, l'ipnoterapeuta non si propone affatto di 'imporre' e/o 'comandare' al paziente cosa fare e come comportarsi; piuttosto egli tenta di esplorare e facilitare quanto il 'sistema interno' del paziente può generare creativamente, anche senza un esplicito sforzo consapevole e/o volontario.
E' in questo senso che le forme di 'comunicazione indiretta', tipiche dell'approccio ericksoniano, possono essere considerate alla stregua di una "logodinamica generativo-trasformazionale": esse costituiscono, cioè, 'ambienti semantici' facilitanti l'esperienza di 'trasformazioni interne', generate dall'automatica e sub-liminale evocazione di ricerche extra-consce e di processi interni, fondamentalmente indipendenti dalla volontà cosciente dell'individuo, i quali tendono a facilitare le naturali risorse e tendenze di risposta terapeutica presenti a livello latente nello stesso paziente.
Il vantaggio fondamentale di tale approccio comunicativo consiste nel fatto che il terapeuta ha maggiori possibilità di evitare di 'imporre' al paziente le proprie concezioni e/o preoccupazioni: solamente se e quando l'associazione focalizzata, prodotta dalla 'comunicazione indiretta', risulta di qualche valore per le autentiche esigenze del paziente, i suoi processi sub-liminali di ricerca e di valutazione gli permetteranno di riconoscerla come un aspetto del proprio 'mondo interiore' e di utilizzarla attraverso modalità autonome e soggettive, generando soluzioni 'creative' ai propri problemi.



§ 3. LO STATO 'ALTERNATIVO' IPNOTICO


Come affermato nell'introduzione, i fenomeni di 'trance clinica' , secondo Erickson, vanno considerati, nel senso più ampio, come 'stati diretti all'interno', nel senso che la focalizzazione attentiva caratteristica dello 'stato vigile', prevalentemente rivolta a 'controllare' l'ambiente esterno, viene stimolata a convergere su 'realtà interne' (ambiente interno).
In virtù di un 'campo modificato di attenzione', alternativo rispetto allo stato di veglia, nella 'trance' tende spontaneamente ad instaurarsi una variazione degli 'abituali schemi di riferimento', caratteristici della consapevolezza vigile.
Ciò che nell'approccio ericksoniano tende a contraddistinguere più specificamente la 'trance clinica' rispetto agli altri tipi di 'trance' è la sua caratteristica di manifestarsi come uno 'stato altamente motivato', nel senso che il contatto comunicativo 'privilegiato' con la 'voce del terapeuta' facilita la 'motivazione intrinseca' del paziente, al fine di una 'spontanea' focalizzazione sulla propria interiorità.
La 'motivazione intrinseca individuale' costituisce per Erickson un fattore essenziale per comprendere e spiegare le differenze tra 'IPNOSI SPERIMENTALE' (in cui sono adoperate metodiche di intervento più o meno standardizzate, attraverso cui si tende a tenere in poco conto l'unicità e l'individualità del soggetto) e 'IPNOSI CLINICA' (in cui l'individualità ed unicità della 'persona-paziente' viene considerata come il fulcro essenziale su cui basare l'induzione e l'utilizzazione della trance).
Dal momento che per Erickson gli individui spesso soffrono a causa di 'mappe di riferimento' poco flessibili ed incongruamente rigide, l'obiettivo fondamentale della 'trance terapeutica' consiste nell'aiutare la persona a 'sciogliere' le limitazioni originate dai 'normali' schemi di riferimento, al fine di permettere che ampie ed inespresse riserve di potenzialità e risorse possano più facilmente attivarsi auto-terapeuticamente.
Libero dai 'pregiudizi' e dalle limitanti 'inibizioni' del 'normale stato di coscienza', l'individuo ha, secondo Erickson, maggiori possibilità di dare origine ad una 'ristrutturazione interna', ad un livello autonomo e prevalentemente sub-liminale. E' per questo che, oltre a sgomberare il campo dalle 'rigidità' dei 'limiti acquisiti', scopo precipuo dello stato alternativo ipnotico, in ambito terapeutico, è quello di facilitare nella persona l'utilizzazione di risorse auto-rigenerative, prevalentemente senza la mediazione di pensieri e/o atti diretti coscientemente e volontariamente.
Proprio perchè la 'trance terapeutica', come affermato, viene intesa come uno 'stato alternativo' particolarmente atto a stimolare un autonomo processo di riapprendimento e di ristrutturazione prevalentemente inconsci, per Erickson l'ipnosi, in terapia, deve essere intesa in modo profondamente differente rispetto alla concezione più tradizionale, che tende ad interpretrarla fondamentalmente come uno 'stato regressivo', in cui il soggetto resterebbe passivamente sotto il 'dominio' ed il 'controllo' dell'operatore.



§ 4. TERAPIA COME RISTRUTTURAZIONE SUB-LIMINALE


Dal momento che l'esperienza di trance dipende dalla progressiva capacità di subordinare e/o sospendere i modelli di comportamento tipici dello stato di veglia attraverso la rimozione di eventuali limitazioni e rigidità tipiche degli 'atteggiamenti coscienti', Erickson ha posto in rilievo l'opportunità di un adeguato 'addestramento ipnotico', finalizzato all'attivazione di eventi e comportamenti extra-volontari ed autonomi, mediante una progressiva 'disattivazione' delle abituali strutture mentali conscie e volontarie, con la conseguente instaurazione di un'area di 'discontinuità' tra lo stato di trance ed il 'normale' stato di coscienza.
Anche se l'esperienza della trance è sempre soggettiva, variando sia in funzione della personalità che della 'storia' dell'individuo, sia in base al metodo adoperato per l'induzione e per l'utilizzazione della trance, una caratteristica peculiare dello stato alternativo ipnotico è costituita dal fatto il soggetto tende a percepire che "le cose sembrano accadere da sé", sovente con un senso di piacevole 'sorpresa' nei confronti degli spontanei eventi ideomotori e/o ideosensori che si manifestano nel corso dell'esperienza di trance.
Il contrasto tra "ciò che accade da sé" e "ciò che noi dirigiamo e controlliamo" costituisce uno degli aspetti più caratteristici ed affascinanti dell'esperienza soggettiva della mente.
Una volta che siano depotenziate e/o disattivate le tipiche funzioni di iper-controllo e di iper-direzione dell'Io cosciente, di norma tendono a verificarsi due caratteristici processi:
1) molte 'funzioni autonome' (sensazioni, emozioni, associazioni, sogni, ricordi, ecc.) vengono ad attivarsi in modo da presentarsi in maniera 'spontanea' e 'libera' dalle restrizioni dei consueti schemi di riferimento dell'Io cosciente;
2) la 'zona di contatto' tra queste 'funzioni autonome' e l'Io cosciente tende ad ampliarsi, in modo da portare più facilmente alla consapevolezza una più ampia quantità di 'materiale inconscio'.
Dal momento che, per Erickson, la 'trance terapeutica' risulta prevalentemente finalizzata ad un processo di 'ristrutturazione sub-liminale', ne consegue che l'approccio ipnotico ericksoniano tende a prediligere l'utilizzazione del primo dei due processi caratteristici della trance sopra menzionati, facilitando fondamentalmente l'attivazione di 'funzioni autonome' piuttosto che l'ampliamento della coscientizzazione di 'materiale inconscio'.
In altri termini, mentre forme più tradizionali di psicoterapia tendono a focalizzarsi sul secondo processo sopra menzionato (progressiva coscientizzazione dei contenuti inconsci), Erickson, pur non misconoscendo l'importanza di tale processo, preferisce di norma operare in un quadro in cui esso costituisca solamente un eventuale fase nel piano più globale di una terapia, fondata più precipuamente sul primo processo (attivazione di funzioni auto-terapeutiche autonome e prevalentemente sub-liminali)



§ 5. PRINCIPI BASILARI DEL MODELLO COMUNICATIVO


Per Erickson risulta possibile instaurare una comunicazione veramente valida e terpeuticamente congrua solamente tenendo nel debito conto il 'modello del mondo' dell'interlocutore; l'attenzione del terapeuta, perciò, deve essere preliminarmente rivolta al particolare ed individuale modo in cui il paziente organizza e codifica la propria esperienza: ciò comporta che il terapeuta sia in grado di 'incontrare' il paziente all'interno del suo (del paziente) 'modello del mondo'.
Partendo da questo presupposto, la 'strategia' fondamentale dell'approccio comunicativo ericksoniano è così sintetizzabile:
a) 'incontrare' il paziente nel suo 'modello del mondo' (anziché aspettarsi che sia il paziente ad accostarsi ed adeguarsi al 'modello del mondo' del terapeuta), accogliendo ed utilizzando ogni aspetto del suo comportamento per finalità eminentemente terapeutiche;
b) 'ricalcare' il 'modello' ed il 'comportamento' del paziente;
c) 'disseminare' il cambiamento del 'modello' e del 'comportamento' del paziente, facilitando un possibile 'esito auto-terapeutico'.
La capacità del terapeuta di individuare il 'modello del mondo' del paziente nonché le modalità ed i processi attraverso cui tale modello viene tipicamente determinato, costituisce la base preliminare per poter validamente sviluppare l'attitudine a 'ricalcare' il modo in cui il paziente organizza la propria esperienza ed i processi attraverso cui egli non solo determina il suo 'modello', ma altresì mette conseguentemente in atto il proprio comportamento.
La nozione di 'ricalco' risulta di fondamentale importanza al fine del buon esito sia dell'induzione che dell'utilizzazione della 'trance terapeutica', all'interno dell'approccio comunicativo ericksoniano.
Limitando, in via preliminare, il discorso al 'ricalco verbale', si può affermare che il terapeuta riesce ad effettuare un congruo 'ricalco' quando il paziente (a livello conscio e/o inconscio) può accogliere le verbalizzazioni del terapeuta come una 'descrizione sufficientemente precisa' della propria 'esperienza in atto'.
Due sono, in sintesi, le categorie generali di 'ricalco verbale':
1) descrizione dell'esperienza in corso 'osservabile';
2) descrizione dell'esperienza in corso 'non osservabile'.
Le descrizioni verbali dell'esperienza in corso 'osservabile' si fondano sulla capacità da parte del terapeuta di operare perspicaci osservazioni e distinzioni circa ciò che avviene nel contesto comunicativo, in modo da poterle inserire nella propria descrizione verbale del comportamento in atto del paziente stesso.
Nel processo di 'ricalco', il terapeuta si pone praticamente nei confronti del paziente come una sorta di 'meccanismo di feedback': tale feedback può essere attuato comunque sia a livello verbale che 'a livello non verbale'. In altri termini, il terapeuta può fungere da meccanismo di feedback non solo utilizzando espressioni verbali con cui 'rimanda' al paziente il suo (del paziente) comportamento originato ed influenzato dal suo 'modello del mondo', ma altresì adeguando la sua (del terapeuta) postura, ritmo del discorso, movimenti del corpo, tono della voce a quella del paziente, il quale ha così la possibilità di percepire, in modo prevalentemente sub-liminale, qualcosa di se stesso attraverso la comunicazione sia verbale che analogica e non-verbale del terapeuta.
Erickson, infatti, per unanime testimonianza di molti suoi allievi, adottava di frequente la cadenza, il tono della voce, la sintassi, la postura del corpo, il ritmo della respirazione del suo paziente o interlocutore, in modo da offrirgli la possibilità di percepire sub-liminalmente un immediato feedback della propria esperienza in corso.
Attraverso quello che viene denominato 'ricalco incrociato', inoltre, Erickson sovente non solo tendeva ad adeguare, ad esempio, la propria respirazione a quella del paziente ('ricalco analogico diretto'), ma spesso adeguava anche il 'ritmo' della propria voce al 'ritmo' della respirazione o addirittura al 'ritmo' delle pulsazioni' del paziente, osservandone acutamente la dilatazione e la contrazione delle vene ('ricalco analogico incrociato') .
In sintesi, quindi, l'uso del 'ricalco dell'esperienza osservabile' offre al terapeuta la possibilità di trasformare molti dei suoi 'outputs comunicativi' in un elegante e raffinato 'meccanismo di retroazione', destinato a conformarsi all'esperienza soggettiva del paziente; il tutto ad un livello prevalentemente sub-liminale: è difficile, infatti, che il paziente possa accorgersi coscientemente dei modi complessi e diversificati con cui il terapeuta sta 'ricalcando' la sua esperienza ed il suo comportamento; ed è proprio tale prevalente mancanza di consapevolezza da parte del paziente l'elemento che costituisce uno dei fattori peculiari e caratteristici dell'induzione e dell'utilizzazione della 'trance terapeutica' secondo l'approccio comunicativo ericksoniano.
Al terapeuta è possibile 'ricalcare' utilmente, inoltre, non solo quanto risulta 'osservabile' nel contesto comunicativo, ma altresì (il che potrebbe apparire paradossale!) l'esperienza in corso 'non osservabile' del paziente. Tale 'ricalco dell'esperienza non osservabile' può essere effettuato attraverso l'uso di locuzioni ed asserzioni prive di indici riferenziali specifici, riguardanti sensazioni, emozioni, pensieri, ecc., che inevitabilmente l'interlocutore sta vivendo nel contesto della propria esperienza in atto.
Affermazioni del tipo: "Adesso nel tuo corpo sono presenti alcune sensazioni", permettono al paziente di recepire la comunicazione del terapeuta come un 'ricalco' dei propri vissuti e della propria esperienza, anche se quanto viene affermato dal terapeuta non corrisponde a nulla di specifico o di oggettivamente osservabile e direttamente constatabile.
Erickson era particolarmente abile nell'utilizzare modalità comunicative che presentavano, tra l'altro, una serie di asserzioni 'abilmente vaghe', ma che potevano risultare invece molto 'specifiche' per il suo ascoltatore, il quale, in tal modo, percependo la sostanziale 'sintonia comunicativa' riflettente il proprio 'modello del mondo' e la propria esperienza in atto sia 'osservabile' che 'non osservabile', si predisponeva 'spontaneamente' a ricevere ed assimilare più facilmente le ulteriori comunicazioni (disseminazioni) tese a produrre e generare 'risposte terapeutiche', attingendo al repertorio di risorse e potenzialità presenti nella sua 'mente inconscia'.
L'uso del 'ricalco esperienziale', quindi, nell'approccio comunicativo ericksoniano non costituisce un fine a se stante, ma risulta piuttosto un mezzo per facilitare l'assimilazione delle 'disseminazioni' potenzialmente terapeutiche, finalizzate a stimolare e facilitare, nello stato di 'trance terapeutica', autonome risposte auto-curative da parte del paziente, spesso ad un livello totalmente extra-volontario e sub-liminale.
E' in questo senso che la dinamica comunicativa messa in atto da Milton H. Erickson tendeva fondamentalmente a far generare 'spontaneamente' all'interno del paziente sia le 'risposte ipnotiche', sia, attraverso lo stato alternativo ipnotico, le 'risposte terapeutiche', già potenzialmente a disposizione della persona: ed è proprio questo il fulcro caratterizzante la metodica comunicativa che va oggi sotto il nome di LOGODINAMICA GENERATIVO-TRASFORMAZIONALE.



§ 6. CONCLUSIONE


Tenendo presente tutto quanto sopra esposto, si può comprendere come lo stesso Erickson abbia tenuto a sottolineare che il suo approccio comunicativo ipnotico si fondava sostanzialmente sulla capacità "... di evocare ed utilizzare i processi mentali di un paziente secondo modalità che si trovano fuori del raggio usuale di controllo dell'io". E, come afferma Ernest L. Rossi, uno degli allievi 'prediletti' di Erickson, le forme di comunicazione ipnotica ericksoniana, che "... hanno lo scopo di agevolare nuove possibilità di creatività, guarigione e apprendimento, sono tra le prospettive più stimolanti aperte da Erickson in vista di un'ipnoterapia del futuro. Tutta la sua opera ha dimostrato le possibili utilizzazioni della trance quale esperienza diretta all'interno, in cui la persona può liberarsi da certe limitazioni acquisite nella sua storia".
"La mente è un serbatoio incredibilmente ampio le cui potenzialità sono ancora irrealizzate dalla maggior parte delle persone. L'ipnosi è stata molto ostacolata dalla sua vecchia immagine di tecnica manipolatoria e di controllo; ma quanto è noioso occuparsi di manipolazione e controllo dal momento che possiamo agevolare l'emergenza di nuove possibilità della natura umana ... L'arte dell'ipnoterapista moderno consiste nell'aprire la via alla possibilità di tale sviluppo, aiutando ciascun individuo a superare le sue personali limitazioni apprese" (Ernest L. Rossi).





BIBLIOGRAFIA


1. BANDLER R. - GRINDER J., Patterns of the hypnotic techniques of Milton H. Erickson, Meta Publications, 1975. Trad. it.: "I modelli della tecnica ipnotica di Milton H. Erickson", Astrolabio, Roma 1984.
2. BANDLER R. - GRINDER J., Trance-Formation: Neurolinguistic Programming and the structure of hypnosis, Real People Press, 1981. Trad. it.: "Ipnosi e Trasformazione", Astrolabio, Roma 1983.
3. ERICKSON M.H., The collected papers of Milton H. Erickson on hypnosis (4 Voll.)(a cura di Ernest L. Rossi), Irvington Publishers, New York 1980. Trad. it.: "Opere": Vol. I°: "La natura dell'ipnosi e della suggestione"; Vol. II°: "L'alterazione ipnotica dei processi sensoriali, percettivi e psicofisiologici"; Vol. III°: "L'indagine ipnotica dei processi psicodinamici"; Vol. IV°: Ipnoterapia innovatrice", Astrolabio, Roma 1982-84.
4. ERICKSON M.-ROSSI E.-ROSSI S., Hypnotic Realities: The induction of clinical hypnosis and forms of indirect suggestion, Irvington Publishers, New York 1976. Trad. it.: "Tecniche di suggestione ipnotica", Astrolabio, Roma 1979.
5. ERICKSON M.-ROSSI E., Hypnotherapy: An exploratory casework, Irvington Publishers, New York 1979. Trad. it.: "Ipnoterapia", Astrolabio, Roma 1982.
6. ERICKSON M.-ROSSI E., Experiencing hypnosis: Therapeutic approaches to altered states, Irvington Publishers, New York 1981. Trad. it.: "L'esperienza dell'pnosi", Astrolabio, Roma 1985.
7. ERICKSON M.-ROSSI E., The February man: Evolving consciusness and identity in hypnotherapy, Brunner/Mazel, New York 1989. Trad. it.: "L'uomo di Febbraio", Astrolabio, Roma 1992.
8. GORDON D.- MEYERS-ANDERSON M., Phoenix: Therapeutic patterns of Milton H. Erickson, Meta Publication, 1981. Trad. it.: "Phoenix", Astrolabio, Roma 1984.
9. HALEY J. (a cura di), Advanced techniques of hypnosis and therapy, Grune & Stratton, New York and London, 1967. Trad. it.: "Le nuove vie dell'ipnosi", Astrolabio, Roma 1978.
10. HALEY J., Uncommon therapy: The psychiatric tecniques of Milton H. Erickson, W.W. Norton & Co., New York 1973. Trad. it.: "Terapie non comuni", Astrolabio, Roma 1976.
11. HALEY J., Conversations With Milton H. Erickson M.D. (3 voll.), Triangle Press, 1985. Trad. it.: I° Vol.: "Cambiare gli individui"; II° Vol.: "Cambiare le coppie"; III° Vol. "Cambiare i bambini e le famiglie", Astrolabio, Roma 1987-1988.
12. LANKTON S.-LANKTON C., The answer within: A clinical framework of ericksonian hypnotherapy, Bruner/Mazel, New York 1983. Trad. it.: "La risposta dall'interno", Astrolabio, Roma 1984.
13. ROSEN S. (a cura di), My voice will go with you: The theaching tales of Milton H. Erickson, W.w.Norton & Co., 1982. Trad. it.: "La mia voce ti accompagnerà", Astrolabio, Roma 1983.
14. ROSSI E.-RYAN M.-SHARP F. (a cura di), Healing in hypnosis: The seminars, workshops and lectures of Milton H. Erickson (vol. I°), Irvington, New York 1983. Trad. it.: "Guarire con l'ipnosi", Astrolabio, Roma 1985.
15. ROSSI E.-RYAN M. (a cura di), Life reframing in hypnosis: The seminars, workshops and lectures of Milton H. Erickson (vol. II°), Irvington, New York 1985. Trad. it.: "La ristrutturazione della vita con l'ipnosi", Astrolabio, Roma 1987.
16. ROSSI E.- RYAN M. (a cura di), Mind-Body Communication in hypnosis: The seminars, workshops and lectures of Milton H. Erickson (vol. III°), Irvington, New York 1986. Trad it.: "La comunicazione mente-corpo in ipnosi", Astrolabio, Roma 1988.
17. ZEIG J. (a cura di), Teaching seminar with Milton H. Erickson, Bruner/Mazel, New York 1980. Trad. it.: "A scuola di ipnosi", Boringhieri, Torino 1983.
18. ZEIG J., Experiencing Erickson: An introduction tho the man and his work, Bruner/Mazel, New York 1985. Trad. it.: "Erickson", Astrolabio, Roma 1990.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

barbaramalikakocisdgl2bonipozzidivi5ipnosigenerativasamuelelodifototonellidemaria_alessandrabrancaleone.fmorpheo63parlo_dimeilgabbianorosagiovannisavColombina2002
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963