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Un viaggio (ripost)

Post n°277 pubblicato il 27 Marzo 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 

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Squilla il telefono, sono le tre, è lui puntuale, è rimasta sveglia immobile in attesa di quella chiamata.
Le voci sono emozionate: “Hai dormito?”.
“E come avrei potuto?”.
“Sono una corda di violino”.
Balza giù dal letto, una doccia rapidissima e poi il completo di pizzo, la canotta e lo short. Lo zainetto nero è pronto, i biglietti a portata di mano.
Vola verso l’appuntamento con il taxi, per strada ancora un sacco di gente che la guarda incuriosita, dove andrà mai quella ragazza con lo zainetto?
La notte è calda, fine luglio lei ha un po’ di timore, sono anni che non viaggia da sola ed è la prima volta che osa avventurarsi nel cuore della notte. Sei matta? È stato il commento più ricorrente.
La stazione è semi deserta solo pochi allucinati vacanzieri in trasferta per Fiumicino e i poliziotti che pattugliano discreti.
Con qualche difficoltà si parte. Credeva di essere più agitata, più ansiosa, invece una calma olimpica la pervade.
E’ bello vedere l’alba da un finestrino di un treno in corsa, un buon auspicio pensa lei.
Prima tappa Roma Termini, il solito caos, ma c’è giusto il tempo per una colazione fugace.
E poi un nuovo treno, un compagno di viaggio alquanto strampalato e lei che si nasconde dietro un libro, ma non vede nemmeno un carattere tipografico.
Il panorama scivola via veloce, campagna, mare, colline e poi, improvvisamente, la laguna e lei si trova a guardare un airone cinerino sbigottito.
Il treno rallenta, ora il suo cuore batte veloce. Eccolo lì, il cappellino calato sugli occhi, le mani ficcate nelle tasche dei pantaloni, un sorriso stampato sulle labbra. Lo vede subito, sorride anche lei facendogli il gesto di sparargli con le dita.
Scende, si dirige verso il sottopassaggio e lo vede sbucare con la camminata dinoccolata. Si ritrovano abbracciati stretti, e sorridendo le loro bocche si uniscono avide.
Stretti per la vita, si allontanano verso il parcheggio, lei ora indossa il suo cappellino.

Non si erano mai visti prima. 

 
 
 
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CINQUE PEZZI FACILI

PRIMAVERA

La primavera senza una foglia che potesse venir rovesciata dal vento, nuda e luminosa come una vergine di scontrosa castità, di sdegnosa purezza,  si distese sui prati con gli occhi spalancati e attenti e del tutto indifferente a quel che facessero o pensassero quanti guardavano.

Gita al faro
Virginia Wolf
 
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