Dovrà passare ancora molto tempo, io credo, prima che la donna possa sedere al suo tavolo a scrivere un libro senza scoprire un fantasma da uccidere, una pietra da scagliare con rabbia.
Virginia Woolf
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Napoli Maggio dei MonumentiEra il 1942 ed in Vico Sant’ Anna di Palazzo n. 52 c’ erano 188 gradini da percorrere in discesa, di corsa, per salvarsi dalle bombe. A quaranta metri sotto terra i napoletani avevano organizzato un’ altra città dove trovare rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale. C’ era tutto: cucine, bagni, elettricità. Si poteva stare seduti, sdraiati, fare lunghe passeggiate nei reticoli dei cunicoli sotterranei che univano le diverse zone di Napoli. Nelle grandi cave di tufo, intonacate per difenderle dall’ umidità, si parlava di politica, di storia, di quello che si sarebbe fatto una volta fuori. Ci si innamorava, ci si lasciava; si cercava di accaparrarsi un piccolo spazio, di farlo proprio per custodire i pochi averi portati nel sottosuolo. Si cercava di lasciare il segno del proprio passaggio su questa terra e sotto questa terra, come testimoniano i numerosissimi graffiti riportati alla luce dagli speleologi dell’ Associazione Laes. E così, gradino dopo gradino, passo dopo passo, oggi si può nuovamente scendere nel ventre di Napoli, madre amorevole con i suoi visitatori, cui offre un ventaglio di esperienze che coinvolgono tutti i sensi: il caldo avvolgente (o il fresco in estate, grazie al microclima costante del sottosuolo), il suono del silenzio, la luce soffusa del vecchio impianto elettrico, l’ odore dell’ aria pura non inquinata costituiscono gli elementi di un impedibile viaggio multisensoriale alla scoperta di una delle grandi meraviglie di Napoli: il suo sottosuolo, teatro e testimone di mille storie umane. <http://www.lanapolisotterranea.it> Napoli Sotterranea - Associazione Laes tratto dal supplemento Charme |
CINQUE PEZZI FACILI
PRIMAVERA
La primavera senza una foglia che potesse venir rovesciata dal vento, nuda e luminosa come una vergine di scontrosa castità, di sdegnosa purezza, si distese sui prati con gli occhi spalancati e attenti e del tutto indifferente a quel che facessero o pensassero quanti guardavano.
Gita al faro
Virginia Wolf
Virginia Wolf
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