Dovrà passare ancora molto tempo, io credo, prima che la donna possa sedere al suo tavolo a scrivere un libro senza scoprire un fantasma da uccidere, una pietra da scagliare con rabbia.
Virginia Woolf
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Me and myself …sentire il pizzichio della pelle, gli occhi che osservano, i muscoli che si tendono per poi rilasciarsi. Avvertire lo spazio del vuoto, il rumore del silenzio, la leggerezza dell’aria: un quadro fatto di luci e ombre, di chiaro e scuro. E li, nel mezzo, qualcosa comincia a manifestarsi. Il fascino è una sensazione, un’emozione che muove l’attenzione, l’attira e la respinge. Affascinare è mostrare per poi nascondere. Io sono così. Non perché ci gioco, ma solo perché fa parte di me e, quindi, è per me inevitabile. Non mi lascio imprigionare dall’idea che gli altri hanno di me, non mi lascio condizionare da ciò che è giusto. Seguo la libertà di fare ciò che fa parte di me, seguo la libertà di essere. Così ciò che faccio riempie lo spazio e, nello stesso tempo, crea l’occasione perché gli altri si avvicinino e avvertano il senso di possibilità che trasmetto. Credo che affascini il mio modo di vedere le cose, di spostarmi per vederne delle altre, di inseguire il mio sesto senso: una naturale e spontanea curiosità che ha trovato spazio per muoversi. Il mio sguardo si appoggia sulle cose e me le porta dentro, gli altri mi guardano e si fanno accarezzare dal mio mistero, dall’imprevedibile leggerezza del mio essere. |
CINQUE PEZZI FACILI
PRIMAVERA
La primavera senza una foglia che potesse venir rovesciata dal vento, nuda e luminosa come una vergine di scontrosa castità, di sdegnosa purezza, si distese sui prati con gli occhi spalancati e attenti e del tutto indifferente a quel che facessero o pensassero quanti guardavano.
Gita al faro
Virginia Wolf
Virginia Wolf
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