Creato da La_Chambre_d_Isabeau il 10/09/2006

Quaderno a righe

scusate sto imparando a scrivere

 

 

Sui viaggi

Post n°308 pubblicato il 04 Maggio 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 
Tag: Citando

Il giorno e la notte sono i viaggiatori dell' eternità. Così passano gli anni. Coloro che pilotano una barca o conducono un cavallo per i campi fino a che soccombono sotto il peso della vecchiaia, viaggiano anch'essi senza tregua.
Tanti grandi uomini del passato sono morti sulle strade.
A mia volta sono stato tentato dal vento che sposta le nubi, colmo com'ero da tanto tempo dello stesso desiderio di errare anch'io.


Matsuo Basho
poeta giapponese del periodo Edo
(XVII  secolo)



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Sulla scrittura

Post n°307 pubblicato il 03 Maggio 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 
Tag: Citando

Esiste la bellezza e l'inferno degli oppressi, per quanto possibile vorrei rimanere fedele ad entrambi.




Albert Camus
 

 
 
 

Post N° 306

Post n°306 pubblicato il 02 Maggio 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 
Tag: Citando



- Tu odi l'America, non è vero?, disse.
- Odiarla - disse.  - Non riesco a provare nessuna emozione; la terra di per sé non mi interessa... Non riesco a pensare in termini di confini. Per me quelle linee immaginarie non sono più reali degli elfi o dei folletti. Non posso credere che indichino veramente l'inizio o la fine di qualcosa di importante per un essere umano. Le virtù e i vizi, il piacere e il dolore attraversano le frontiere a loro piacimento.
- Come sei cambiato - disse.
- Le guerre mondiali serviranno pure a qualcosa - dissi. Altrimenti che scopo avrebbero?


Madre Notte
Kurt Vonnegut


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Polvere alla polvere

Post n°305 pubblicato il 01 Maggio 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 

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Sono morta da pochi minuti.

Le consorelle affollano la piccola cella, alcune hanno gli occhi umidi. Tutte pregano per la mia anima. La Badessa dà ordini per la sepoltura.
Mi chiamo Caterina d’ Avalos, sono la primogenita del conte, ho ventitre anni. Come vuole l’usanza sono stata data in sposa a Cristo all’età di sei. Non ho conosciuto altre mura che quelle della casa paterna e queste, arroccate sul mare, del monastero. Il profumo pungente e salmastro ha sempre fatto da sfondo alla vita di preghiera e contemplazione a cui sono stata votata. Spesso mi sono ritrovata ad immaginare il volto del mio Sposo.
Tra poco, una monaca mi avvolgerà nel sudario, lasciando solo scoperto il volto. Dopo il rito funebre mi porteranno nella cripta. Laggiù, tra le fredde pietre di tufo, mi siederanno sullo scolatoio, un trono in pietra con il sedile bucato al centro. Affianco avrò le altre monache che mi hanno preceduta nell’Aldilà. Lì, lentamente, avverrà la mia consunzione.
Non mi lasceranno sola, tutte le mattine, dopo le lodi, le altre spose di Cristo scenderanno all’ipogeo a meditare sulla morte e a raccomandarsi alla mia anima. Davanti ai loro occhi il mio corpo terreno marcirà come memento alla caducità della vita. Respireranno miasmi infetti e alcune di loro si ammaleranno e mi raggiungeranno sui troni.



Caterina si è spenta tra atroci dolori. Aveva solo ventitre anni. Siamo cresciute assieme in questo luogo di preghiera e meditazione. Ogni mattina scendevamo nella cripta. Mi ricordo la prima volta, non eravamo che bambine, il tanfo osceno ci fece svenire. Poi divenne abituale la vista di larve e vermi e il lento gocciolare degli umori in cui si trasforma la vita. Volti conosciuti che diventano teschi dalle orbite fisse nei nostri occhi.
Mi voleva bene Caterina, sempre una parola dolce o un piccolo sorriso furtivo. Ora sono rimasta sola.
Ho chiesto alla Madre Badessa di poter pregare a lungo per la salvezza del suo spirito. Mi ha accontentata. Non temo di vederla decomporsi.
Non siamo che polvere alla polvere.

 
 
 

Sulla fotografia

Post n°304 pubblicato il 29 Aprile 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 

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MI piace girovagare sugli archivi pubblici di fotografie on line. Si trova di tutto, dagli scatti artistici che hanno fatto la storia, ai ritratti della famiglia media in vacanza a Ferragosto, a materiale più o meno pornografico e alla paesaggistica più bieca.
Lo trovo un modo come un altro per assentarmi un momento dalle fatiche del quotidiano vivere.
Ogni tanto mi capita di avere un sobbalzo: una somiglianza, oppure riconosco un luogo a me caro.
Iernotte il salto sulla sedia è stato degno di essere inserito nel guinness dei primati. Complice l' ora tarda i riflessi sono al minimo, ma una volta che l' occhio stanco invia   l' impulso al cervello affaticato, non riesco a distogliere lo sguardo da quella foto.
Sembra un autoscatto. Una strana penombra. Una figura maschile in primissimo piano e sullo sfondo quello che potrebbe essere un ufficio. Il soggetto ritratto guarda fisso in camera, con aria da maliardo. E' anziano, indossa una giacca scura e una camicia bianca a collo aperto. Sorride di un sorriso completamente sdentato. L' effetto, oltre che abbastanza orribile a guardarsi, è anche inquietante, Perchè, un uomo dovrebbe ritrarsi senza dentiera, ma soprattutto rendere lo scatto pubblico? Il primo collegamento va alla fotografa americana Diane Arbus, celebre per i suoi freaks. Ma allora sarei di fronte ad un caso di autocompiacimento, quell' uomo trova gioia nel diffondere on line una visione oscena di se stesso. Rimango a lungo perplessa , sapendo benissimo che una fotografia porno non mi avrebbe turbata affatto.

 
 
 

Sulla morte

Post n°303 pubblicato il 29 Aprile 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 

Le
mort
saisit
le
vif

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Post N° 302

Post n°302 pubblicato il 28 Aprile 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 
Tag: incipit


Era l'ultima lite, almeno questo era chiaro. Ma benché l'avesse presentita da giorni e forse da settimane, nulla poteva placare l'ondata di rabbia e risentimento che gli stava montando dentro. Era lei dalla parte del torto, e s'era rifiutata di ammetterlo. Ogni argomento che lui aveva provato a opporre, ogni suo tentativo di mostrarsi conciliante e ragionevole gli era stato distorto, contorto e ribaltato contro. Come s'era permessa di tirare in ballo la serata – del tutto innocente – che lui aveva passato con Jennifer alla Mezzaluna? Come s'era permessa di definire "penoso" il suo regalo e di sostenere che aveva un'aria "sfuggente" quando glielo aveva dato? E come s'era permessa di tirare in ballo sua madre – sua madre, proprio così – accusandolo di andarla a trovare troppo spesso? E con l'aria poi di trarne conclusioni sulla sua maturità; peggio, sulla sua mascolinità...



Jonathan Coe – La casa del sonno – Giangiacomo Feltrinelli Editore, traduzione di Domenico Scarpa

 
 
 

Napoli Maggio dei Monumenti

Post n°301 pubblicato il 27 Aprile 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 
Tag: luoghi

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Era il 1942 ed in Vico Sant’ Anna di Palazzo n. 52 c’ erano 188 gradini da percorrere in discesa, di corsa, per salvarsi dalle bombe. A quaranta metri sotto terra i napoletani avevano organizzato un’ altra città dove trovare rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale. C’ era tutto: cucine, bagni, elettricità. Si poteva stare seduti, sdraiati, fare lunghe passeggiate nei reticoli dei cunicoli sotterranei che univano le diverse zone di Napoli. Nelle grandi cave di tufo, intonacate per difenderle dall’ umidità, si parlava di politica, di storia, di quello che si sarebbe fatto una volta fuori.
Ci si innamorava, ci si lasciava; si cercava di accaparrarsi un piccolo spazio, di farlo proprio per custodire i pochi averi portati nel sottosuolo. Si cercava di lasciare il segno del proprio passaggio su questa terra e sotto questa terra, come testimoniano i numerosissimi graffiti riportati alla luce dagli speleologi dell’ Associazione Laes. E così, gradino dopo gradino, passo dopo passo, oggi si può nuovamente scendere nel ventre di Napoli, madre amorevole con i suoi visitatori, cui offre un ventaglio di esperienze che coinvolgono tutti i sensi: il caldo avvolgente (o il fresco in estate, grazie al microclima costante del sottosuolo), il suono del silenzio, la luce soffusa del vecchio impianto elettrico, l’ odore dell’ aria pura non inquinata costituiscono gli elementi di un impedibile viaggio multisensoriale alla scoperta di una delle grandi meraviglie di Napoli: il suo sottosuolo, teatro e testimone di mille storie umane.

<http://www.lanapolisotterranea.it>

Napoli Sotterranea - Associazione Laes


tratto dal supplemento Charme

 
 
 

Sulla morte

Post n°300 pubblicato il 26 Aprile 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 

Die
toten
mahnen
uns

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Post N° 299

Post n°299 pubblicato il 25 Aprile 2007 da La_Chambre_d_Isabeau
 

In perfetta sintonia con l' idea iniziale, l' iniziativa "Era una notte buia e tempestosa", tratta dal blog, Autoestinguente si trasferisce da me.
Di seguito trovate l' incipit. Buon divertimento a tutti.



E' libero?
Il ragazzo, affannato, si lascia cadere sulla poltroncina del treno. Si guarda attorno con aria sconvolta , ignorato dagli altri passeggeri.
Questa notte sono stato in chiesa a pregare, esala rivolto al nulla.

 
 
 

CINQUE PEZZI FACILI

PRIMAVERA

La primavera senza una foglia che potesse venir rovesciata dal vento, nuda e luminosa come una vergine di scontrosa castità, di sdegnosa purezza,  si distese sui prati con gli occhi spalancati e attenti e del tutto indifferente a quel che facessero o pensassero quanti guardavano.

Gita al faro
Virginia Wolf
 
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