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attualità, politica, cultura

 

 
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Un 11 settembre da meditare, non celebrare

Post n°40 pubblicato il 11 Settembre 2011 da r.capodimonte2009
 

In questo giorno che ognuno di noi non dimenticherà mai, come la Storia, e che segna il momento di massimo scontro tra il terrorismo e l’imperialismo occidentale, con l’attentato alle Torri di New York, e la morte di oltre 5.000 persone (tra civili, pompieri e gente ammalatasi poi di silicosi o cancro), desideriamo, per qualche minuto, fare il punto sulla situazione, come si è venuta evolvendo da allora. Siamo cultori di “antistoria” vale a dire quella branca della storiografia che confina col “revisionismo” e che vuole porre sul piatto della bilancia anche tutte le ipotesi storiche, ma anche i fatti storici che per cinquant’anni le varie ideologie hanno nascosto specie alle giovani generazioni. L’”antistoria” è sensibile a tutte le ipotesi, tipo quella, per fare un esempio, che Benito Mussolini non fu fucilato dai partigiani comunisti, che fecero di questo avvenimento e delle conseguenti “esposizioni dei cadaveri” uno spot per imporre la dottrina più criminale della Storia a livello politico, mistificandone gli alti valori morali e civili. Mussolini, dopo l’ultima rivisitazione cadaverica fatta in questi giorni dal prof. Giovanni Pierucci (che segue, certo con mezzi all’avanguardia, altre indagini precedenti che avevano dato gli stessi risultati) non fu fucilato, ma mitragliato da vicino, molte ore prima di quanto sostenuto, e che la “fucilazione” fu eseguita post-mortem, per evitare l’onta di essere stati preceduti  dai servizi segreti alleati (il signor Valter Audisio, perfetto sconosciuto, per mentire ebbe in premio un posto da funzionario statale!). L’esposizione invereconda dei cadaveri a Piazzale Loreto, rientrava quindi in questo piano, di renderli irriconoscibili per sviare le autopsie. Ma i partigiani comunisti fecero una serie di gravi errori, che qui non vi diciamo per non perdere la suspance che potrete godervi sul nostro libro, e la verità è venuta a galla.

Ebbene, a proposito dell’attentato di New York, una tesi “complottista” sostiene che fu organizzato dalla Cia per dare aggio al presidente di attaccare gli “stati canaglia”, primo tra tutti l’Iraq, e in questi giorni Discovery Channel la sta passando al microscopio: ora questa tesi ci interessa poco (anche perché, a nostro parere, dovrebbe essere frutto di veri e propri alieni!), ma il risultato di questo sterminio di impiegati fu la guerra in Iraq e in Afghanistan, il cui scopo era il ritrovamento dello sceicco Bin-Laden, che invece fu “beccato” molti anni dopo (e ucciso misteriosamente in mare aperto, dicono i “complottisti” perché non dicesse la verità), mentre gli SU riuscirono ad aggiudicarsi i pozzi petroliferi di Bagdad e la ricostruzione dell’intero paese! La teoria degli “stati canaglia” ha fatto recentemente una nuova vittima, la Libia, e anche qui, se ci fate caso, dietro al colonnello Gheddafi sono stati sguinzagliati “forze speciali”, Cia, funzionari del Tribunale dell’Aja (che, poveretti vorrebbero prenderlo vivo e processarlo, un po’ come tentarono di fare gli americani con Mussolini), servizi segreti francesi e britannici, tutti intenzionati ad ucciderlo, per tacitarlo per sempre. Gheddafi, come gli altri dittatori “fascisti”, compreso lo stesso Bin-Laden, prima di trovarsi come la classica lepre inseguita dai segugi, hanno servito bene l’Occidente delle grandi multinazionali, fino a che sono serviti, dal punto di vista strategico, e poi buttati a mare. Ma i particolari di queste “collaborazioni” dovranno restare segreti!

Un 11 settembre critico, non celebrativo, quindi come si tenta di farlo passare: che si sia trattato di un atto terrificante non ci sono più dubbi, ma certo il “casus belli” portò a conseguenze ancora più gravi, e non solo per gli SU ma per il mondo intero, che, ancora è sotto i loro ordini. Il terrorismo fasciato da giustificazioni religiose, come quello afghano o palestinese, non si può sconfiggere con le guerre, ma con il progresso civile. Israele che si lamenta dei suoi morti, un giorno sì e uno no, ha scaricato le sue grandi difficoltà economiche, che gli derivano dal sistema arcaico e comunista dei kibbubtz, sulla parte del paese più povera che è quella araba. Non solo, i kibbutz, in nome di un’altra religione “terroristica”, quella del vecchio Laganà, stanno accaparrandosi a costo zero anche le terre degli arabi, così questa gente muore letteralmente di fame. D’altra parte gli americani sono stufi (e anche allo stremo) di mandare soldi a Tel Aviv, che li adopera per incrementare il suo esercito e soprattutto i suoi piani nucleari. Ecco, perciò, che la fame e l’indigenza porta al terrorismo. Lo stesso sta accadendo nel Corno d’Africa, le ex-colonie italiane, che erano le più civilizzate, ora ridotte alla fame e allo sterminio, dove impera Al-Quaida. Ma l’Occidente, che quando decise di liberarsi delle sue colonie, le aveva già ridotte come gusci vuoti, ora ha i suoi di problemi, per pensare alla fame e alla morte di milioni di bambini! L’ONU sta lì, ma è preda di corruzione e concussione, e gli SU hanno smesso di foraggiarlo. L’Europa? E’ meglio non parlarne: eppure la maggior parte degli stati africani, per fare solo un esempio, sono colmi di materie prime. La Francia e l’Inghilterra, che stanno ancora sfruttandoli, ma non ne hanno il monopolio, come credono in molti, le pagano direttamente i “presidenti”, che si tengono i fondi per sé. Così,la miseria e  il terrorismo allignano, pure lì, prima o poi.

L’11 settembre ci deve costringere ad aprire gli occhi. Il mondo che è sotto tiro, ha dimostrato fin’ora di vivere talmente al di sopra delle sue possibilità, che si è pure permesso una crisi derivata dall’eccessiva ricchezza, non dalla eccessiva povertà. Ha sprecato miliardi e miliardi di dollari e euro per costruire fortune di carta, che sono crollate nelle polvere, mentre sarebbe bastato un 10% di tutti quegli imbrogli per sfamare l’Africa o l’Asia, per istruirle, per insegnare loro il lavoro. In questo modo, abbiamo permesso che il terrorismo religioso si alimentasse e che l’ondata dei profughi (destinati anche loro, per la maggior parte a restare tali) ci sommergesse. Riusciremo mai ad imparare?

Così come la Chiesa, la quale è convinta che la fede adamantina dei suoi missionari sia sufficiente a giustificarla, ridotta com’è all’ostentazione quotidiana della ricchezza, dell’aggio, della libera finanza e dell'evasione autorizzata, alla pedofilia e, ultimo paradosso, al dogma della contraccezione. Come  potrà mai entrare in concorrenza con le teorie pauperistiche dell’Islam? Restaurando l’Ordine Templare? Sarebbe un’idea!

 RICCARDO SCAGNOLI

 
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