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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
« Servi di Bruxelles, ora ...IL REGIME COMINCIA A TEM... »

Non ci saranno mai manovre per lo sviluppo, ma ancora tasse. E faremo la fine della Grecia

Post n°178 pubblicato il 18 Aprile 2012 da r.capodimonte2009
 

 

Non esitiamo a definire, ormai, il nostro governo una masnada di criminali e chi lo sostiene, di traditori della patria. Basti guardare cosa è successo durante la mega riunione di ieri notte durata sei ore, una specie di “cena delle beffe”, questa volta non acclarata da un fotofinish, quando il dittatore ha chiesto e ottenuto che il Paese resti in ricatto delle banche e, quindi, della recessione, per altri due anni (il FMI lo ha subito sbugiardato parlando di cinque anni!), e quindi, in poche parole, in direzione della caduta economica globale. L’ABC dei correi ha approvato, assicurandosi tre traguardi: una legge che non sfiori minimamente una minima limitazione né delle quantità né delle modalità di acquisizione dei rimborsi pubblici; un rinvio sine die di ogni mutamento di ordine costituzionale relativo al numero e ai privilegi dei parlamentari, tranne il trabocchetto di infilare il “pareggio di bilancio” nella nostra Costituzione, togliendo ai cittadini la possibilità di opporsi; un accordo sul mercato del lavoro che fornisca un contentino (vedremo) alla Confindustria, ma distrugga le PMI, cioè il tessuto connettivo dell’Italia. I capitali stranieri, infatti, sono disponibili a comprare le grandi infrastrutture, ma non le piccole, che vadano pure in fallimento! Se andiamo a vedere, però, ancora una volta chi esce bastonato dall’accordo è il cavaliere. Tutti i patti  che aveva sottoscritto sottobanco con Monti al momento di lasciare Palazzo Ghigi sotto la pioggia di monetine e sputi, relativi alla giustizia, alle frequenze e alla patrimoniale, scricchiolano. Le frequenze andranno all’asta e Mediaset non potrà neppure parteciparvi, visto che ne ha goduto l’uso gratuitamente (uno scandalo a livello europeo!) e dovrà rinunciare al digitale, né più né meno della Rai, che, però, almeno non si è fatta pagare il servizio! L’Imu è diventata una vera e propria tassa patrimoniale e le proprietà di Berlusconi subiranno un vero e proprio tornado di vessazioni, comprese le ultime ville megagalattiche che si è messo da parte. Per quanto riguarda la giustizia, poi, il Tribunale di Milano si è stancato di aspettare i comodi di Monti sul processo Ruby, e presto il cavaliere sarà inchiodato alla concussione. Fine della sua carriera politica, anche se il suo tramonto fisico e morale era giunto già da un pezzo! Perciò la volontà di Alfano di non staccare la spina è legata esclusivamente al ritorno elettorale, che, come l’abbandono della carta nucleare un anno fa, costerà al PDL una staggiata da 10% di voti. Colpa di calcoli sbagliati, confusione e paura dentro e fuori il partito, con questa massa “finta” di iscritti, che giacciono nei cassetti senza alcun riscontro effettivo, e che farà scivolare il PDL a fondo.

Appoggiare quest’apostolo del male, che vedremmo bene protagonista secondario di un’opera da tre soldi, quando si rivolge al Paese con una faccia di bronzo secondo sola a quella del Presidente della Repubblica (quando si lamenta di chi ”demonizza i partiti”), per annunciare che tutte le fregnacce e le corbellerie che ci aveva raccontato solo sei mesi fa sono reali, e cioè che tutte le sue manovre e manovrine hanno solo favorito i poteri forti, i privilegi, le caste, i ricchi sfondati, la grande industria, e hanno azzerato la classe media, le piccole imprese, il commercio, i pensionati e i piccoli proprietari; e adesso quel che resta ce lo porteremo dietro per anni, e la UE pretenderà pareggi di bilancio che non avverranno mai e che dovremo affrontare tassando ancora più a fondo, fino a toccare le soglie della Grecia! Appoggiarlo è una sfida lanciata al popolo italiano e alla storia. Mentre, alla testa della sua masnada, appoggiata in Parlamento da un gruppo di paranoici e vigliacchi, resterà lassù, come un avvoltoio, protetto dall’apparato poliziesco, nella sua torre d’avorio, a pontificare su una democrazia che non esiste più.

Almeno nella riunione i tre pusillanimi hanno dovuto mandare giù un sorso di fiele in più, di quello che vi stiamo preannunciando da mesi: che non ci sarà nessuna manovra per il rilancio, quella che tutti si affannano ad aspettare, perché, e l’ha spiegato chiaramente Monti, lui non è lì per rilanciare il paese, ma per svenderlo al maggior offerente. Non c’è denaro per finanziare le imprese, se non quello “incagliato” nei grandi crediti che le nostre banche decotte vantano nei confronti dei magnati, le garanzie dei quali sono come Marte e la Luna, a patto che siano esigiibili, e ne abbiamo molti dubbi, non sono certo liquidabili. Un piccolo, piccolissimo esempio ci è venuto, per inciso, da quel che sta accadendo ad Ancona, coi 6 miliardi che la Fondazione del Teatro Stabile deve alla Banca delle Marche, la quale non ha ritenuto sufficienti le garanzie offerte dal sindaco (e qui non possiamo darle torto!), e allora ha preteso un pignoramento del Teatro delle Muse! Immaginatevi voi se la banca potrà mai venderlo, se per ipotesi volesse escutere il credito! Così farà Monti: che gli Italiani si scordino di riprendere la strada dello sviluppo, il pianto durerà e se non dovesse durare ci penserà lui a costringerli ad adeguarsi alla miseria!

La perseveranza diabolica che ci opprime potrà essere scalzata soltanto in un modo: affollare indistintamente tutte le manifestazioni e i comizi che d’ora in poi effettueranno le “opposizioni” di qualunque colore esse siano. Opposizioni “VERE” naturalmente, non i fiancheggiatori occulti. E al contempo lasciare vuoti i comizi di ABC (sempre che abbiano la faccia tosta di farne!|) e soprattutto, finite le manifestazioni, improvvisare marce di protesta, far parlare la stampa, i media. Non dovremo aver più paura! E ai sindacati diciamo: vergognatevi! Siete gli unici che potreste mobilitare il Paese contro costoro, siete gli unici che toccano con mano l’offesa che viene perpetrata ai danni delle classi lavoratrici e delle imprese, eppure parlate solo di “esodati”, come se non fossimo tutti tali o adesso o tra qualche anno, dopo le riforme delle pensioni e del lavoro che la “iena” ha studiato a tavolino insieme ai suoi scherani, non certo per incrementare il lavoro, ma per farlo a pezzi, come risulta da tutte le statistiche.

Allo stesso modo che l’altro negromante banchiere sta operando contro le imprese: che falliscano e che si suicidino pure gli imprenditori, le banche non guardano in faccia  a nessuno! Continueranno a speculare sul denaro e sul debito pubblico per mantenere i loro manager! Se abbiamo torto ci risponda, Passera, come mai sulla legge di delega fiscale è apparso un articoletto, il n. 9, intitolato “revisione del sistema sanzionatorio”, tradotto, “esclusione della rilevanza penale per i comportamenti ascrivibili all’elusione fiscale”! Con questo tocco di bacchetta magica, tutti i “grandi elusori”, che sono effettivamente evasori, tanto da aver incappato nell’Agenzia delle Entrate, cioè i principali istituti di credito, non subiranno in alcun modo denunce penali (mentre chi evade il fisco per 10.000 € va in galera!) nonostante i miliardi di €  occultati e fatti passare per perdite anziché profitti. Al numero uno c’è l’Unicredit di Alessandro Profumo, con un fallo di 750 milioni, poi c’è Banca Intesa di Corrado Passera con 270, il Montepaschi di quel brav’uomo di Giuseppe Mussari con 260, la Popolare di Milano, con 186 e così via. Attenzione! La cassazione aveva preteso il rinvio a giudizio per costoro, Passera e Monti hanno deciso diversamente.  Ed è giusto: tutta brava gente.

Intanto, mentre il Presidente della Repubblica si compiace che l’Italia sappia stringere la cinta senza troppi stress, a parte una trentina di suicidi, 347 da quando lui e Monti governano, veniamo a sapere, a proposito di caste e privilegi, che la Guardia di finanza si è precipitata a Palazzo Chigi, non per arrestare Monti, e questo sarebbe stato il massimo, ma per bloccare, sentite un po’, presso il Dipartimento dell’Editoria, 2,5 milioni di € destinati a finanziare, non ci crederete mai il quotidiano del PSI l’Avanti, del biscazziere Valter Lavitola, quotidiano che, insieme agli altri giornali di partito, vengono pagati con i soldi dei cittadini, con queste cifrette. Indovinate, per dieci anni questo giornale, al contrario dei suoi vecchi aderenti fortunatamente scomparsi dalle cronache, è riuscito ad avere accesso, tramite una falsa cooperativa che forniva fatture false e documenti falsi (ma di cui nessuno, guarda caso, si era mai accorto, mentre dei guai della Lega si sono accorti pure i gatti!) per gonfiare tirature inesistenti, pari a 23 milioni di €! Adesso la Procura di Napoli ha ordinato l’arresto di Lavitola, dopo che questi s’è fatto mesi di vacanze all’estero e ha già concordato la pena. Ci verrebbe voglia di dire, se non offendessimo le delicate orecchie democratiche, noi che la storia la conosciamo e sappiamo giudicarla, che quei fascisti che nel 24 a Milano bruciarono l’Avanti avevano l’occhio lungo!

Questa è l’Italia dell’ABC, questa è l’Italia di Monti, di Napolitano e di Benedetto XV. Ma c’è un’altra Italia che sta crescendo a vista d’occhio, e che, non lo sappiamo ancora, ma guadagna consensi. Nelle decine e decine di comizi che Beppe Grillo sta facendo in Italia, specie al Nord, egli parla di “processo di Norimberga ai nostri politici, nessuno escluso”. La cotta che il comico genovese aveva subito da “sinistra” è finita, anche perché la Sinistra è al potere accondiscendente col liberismo becero più che mai. Ora si scaglia contro tutto il sistema, e raccoglie masse: siamo quasi all’8% dai sondaggi, il terzo partito d’Italia. E le elezioni sono amministrative.

Ha ragione quando dice che la politica lo sta sottovalutando; noi siamo un po’ più prudenti, pur condividendo alcune sue battaglie, ma non quella dell’abolizione dei partiti. Che stia attento alla strana sicurezza che mostra il regime! Non dimentichi che anche la Lega filava come una locomotiva, ma ci hanno pensato i servizi segreti e i giudici. I servizi che hanno raccattato i vari Belsito e Mauro, i giudici che hanno fatto il resto.

Noi non da oggi vi stiamo avvertendo che questo regime dittatoriale sa come mettere a tacere l’opposizione, anche quando è sicura e aperta come quella di Grillo. I grimaldelli sono sempre là, pronti a scattare.

Ciò non toglie che noi facciamo il tifo, anche per Grillo, e per tutti coloro che vogliono ribellarsi a questo sfascio.

ITALIADOC

 

 

 

 
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