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attualità, politica, cultura

 

 
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IL REGIME COMINCIA A TEMERE L'OPPOSIZIONE

Post n°179 pubblicato il 19 Aprile 2012 da r.capodimonte2009
 

 

Così non solo lo squalo bocconiano ci annuncia placido, placido, che continuerà a tormentare l’Italia con le sue gabelle fino al 2013 (ma il FMI dice 2015, visto che di pareggio di bilancio non si parlerà ancora per tre anni, anche se molto opportunamente i nostri deputati della maggioranza l’hanno inserito nella Costituzione!), ma ci viene a dire che i paragoni si fanno sui morti. Volevate che l’Italia contasse 1732 suicidi come la Grecia? Qui ce ne sono stati solo 397, e allora cosa volete? E ci tocca ascoltare queste infamie, mentre da ogni spigolo si fa a gara ad attaccare Grillo, l’ultimo sport di chi si caga letteralmente addosso, da d’Alema a Matteoli, da Ferrara a Vendola per arrivare ai gradi più alti del Ministero degli Interni, che sta pronto ad intervenire. E’ un momento di stanca anche per la magistratura: l’inchiesta contro la Lega è scoppiata nelle mani dei giudici, grazie a un gruppo di giornalisti “liberi” di Panorama. Adesso la verità che vi avevamo adombrato solo ieri, e cioè che i servizi segreti e la polizia si infiltrano nei movimenti d’opposizione per raderli al suolo nei momenti opportuni, fino a gettare il paese nel terrore con le bombe come in passato, è finalmente venuta alla luce. Non solo i movimenti di denaro all’estero e in preziosi, oro e diamanti, erano fatti non per accaparrarseli, ma per investimento (di chi è la colpa se un partito si ritrova in cassa 8 milioni di € a cui la banca offre un tasso del 2%, quando il mercato tanto caro a Monti offre 3 volte di più, appunto, con certi investimenti?), che la legge sul finanziamento dei partiti non vieta di sicuro. Basti pensare cosa ci fanno dei loro 180 milioni di € gli uomini del PD. Nessun magistrato è andato ad indagare sui conti di Bersani, dopo aver scoperto le “marachelle” di Lusi: ebbene il PD investe i suoi soldi in altro modo: con le feste dell’Unità, che oggi hanno un altro nome ma sono sempre la stessa cosa; investendo nelle coop, che poi spendono milioni per la pubblicità della Litizzietto; pagando migliaia di funzionari di partito e di portaborse, tutta la classe dirigente politica del futuro. E che dire del PDL? E’ giusto che sia stato Berlusconi a comprarsi il partito per controllarlo e adesso rivoglia indietro i soldi? Qualche procura andrà mai a controllare che il passaggio di denaro tra il PDL e il cavaliere sia proprio regolare? Non è forse questo un modo come un altro per evadere da quello che dovrebbe essere il dovere d’uso del denaro per le campagne elettorali? Ma la cosa che fa tremare di più le tre procure che hanno lanciato l’offensiva antileghista, è la verità scomoda di un Belsito che faceva intercettare e spiare Roberto Maroni e altri uomini della dirigenza, non certo perché si divertisse o perché fosse furbo, ma perché “obbediva a certi ordini in cambio di soldi e privilegi”. E chi fosse l’ordinante, ancora una volta, diranno che è Bossi, ma in realtà dietro ci sono gli uomini assoldati dai nostri servizi e forse anche qualche soggetto vicino alla Cia, che in Italia scorrazza come meglio crede. Pensate sono arrivati al Ministro degli Interni, quindi non c’è più limite! L’operazione, però, questa volta, al contrario del passato, non è stata concordata con la magistratura di regime, data la presenza di acchiappafarfalle come Woodcock, e quindi è sfuggita ai giudici, ma evidentemente una fuga di notizie c’è stata. Aprite gli occhi, gente!

Certa stampa se la prende stamattina con Storace, perché intelligentemente ha voluto dimostrare, con l’ultimo manifesto stampato da La Destra, che l’opposizione è una, unica, rivoluzionaria, e che gli ideologhi alla Ferrara (quelli che difendono Israele quando stermina i palestinesi) che si scandalizzano del “clown” Grillo, sono al tramonto. Se i comunisti si sono votati al liberismo selvaggio, perché i neofascisti non potrebbero ritornare e ripensare le proprie origini? Chi l’ha detto che il fascismo è difesa delle classi abbienti, bieca dittatura, razzismo? Per quindici anni fu tutto il contrario, anzi ebbe il plauso del mondo intero, comprese le grandi democrazie. Fu la vicinanza con nazismo che lo mutò e lo distrusse. Ma la lezione originaria del fascismo sapeva di anarchismo, cari imbecilli di giornalisti, di sindacalismo rivoluzionario, di economia a partecipazione corporativa, di stato organico, di scelte culturali elitarie, dannunziane e nazionaliste. Un corpo unico, nuovo, potente, che cacciò via comunismo e liberismo, cioè sfruttamento dell’uomo sull’uomo. E dov’è lo scandalo se su un manifesto che chiama a raccolta il popolo per rovesciare questo regime appare la foto del popolo greco che issa un cartello che dice “stasera cade il fascismo”? Quale fascismo, quello di Mussolini o quello di Berlusconi e di Monti? La parola è stata distorta per oltre sessant’anni, grazie alla correità di giornalisti e storici “democratici”, ma ora le cose stanno cambiando; dopo gli esempi di grandi uomini di cultura come Renzo De Felice, la rete ha cominciato a chiedersi, a domandarsi, a documentarsi. E la guerra delle parola è finita. Non è importante che gli anarchici chiamino “fascisti” gli uomini della Goldman & Sachs, gli anarchici hanno ragione: parte del fascismo è da buttare, quello che abbracciò la grande industria, le grandi banche, che si vestì borghese e andò in guerra per arricchire i costruttori di cannoni (come avvenne anche nelle democrazie, però!); quello che volle copiare leggi razziali inutili e paradossali; ma poi ebbe pochi mesi di lucidità, durante la parentesi repubblicana, per consegnare al mondo un modello economico esclusivo, quello della cogestione, ma che, è assurdo, hanno copiato i tedeschi, non noi che ne siamo gli eredi! E questa rivoluzione li ha portati ad essere la seconda economia del mondo!

Per abbattere questo tipo di “fascismo”, quello che veste i panni dell’alta finanza e impone il modello americano, sia etico che economico, non è escluso che i popoli e le idee potrebbero ritrovarsi dalla stessa parte della barricata. E non conta il nome del modello di società ripulita che ne deriverà, basti che serva a eliminare questo modello, il peggiore dopo la guerra.

E che le forze legate alla banda di manigoldi che sta distruggendo l’Italia e l’Europa siano in movimento lo dimostra quel che sta combinando uno degli agenti segreti posti alla testa dell’operazione, quel P.F. Casini che è riuscito, con gli addentellati temibili di cui gode a livello economico (è genero di una grande famiglia di magnati ultramiliardari), a dare un senso ad un’alleanza improvvida tra poteri cattolici e massonici, grazie anche all’apporto diretto dell’Opus Dei, la stessa che domina la Spagna. Casini ha fondato il Partito della Nazione (paradossale definizione di un partito cui aderisce proprio chi nazione non ha, perché la finanza è globale!), il soggetto politico che dovrebbe imporre il modello satanico di sfruttamento del ricco sul povero per generazioni e generazioni, tanto i poveri finiranno nelle capienti elegie dei papi e i loro sacrifici, anche mortali, ingrasseranno le classi dirigenti e le grandi imprese. "Penso che ci saranno delle novità nelle prossime ore" afferma. "Già dei gesti ci sono stati all'interno dell'UDC, e noi dell'UDC e Terzo Polo siamo convinti che c'è bisogno di un nuovo soggetto politico, una cosa diversa che metta insieme tecnici e politici, sindacalisti intelligenti e imprenditori illuminati". In questa "loggia" di "illuminati", proprio come la definisce lui,  già si delinea la posizione del banchiere di turno, quel Corrado Passera, deus-ex machina incaricato di svendere il Paese, e altri personaggi di spicco, forse lo stesso Monti, in predicato di riprendersi la poltrona dopo le politiche del 2013, dopo aver spezzettato per bene il PDL e inghiottito gli ex-fascisti (nel senso deleterio del termine) di FLI.

Riuscirà il piano, concordato tra Vaticano, Ue e Stati Uniti, di ridurre l’Italia, come la Grecia, la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda, l’Ungheria, l’Austria, la Romania, la Bulgaria, la Slovacchia, la Repubblica Ceca e la Polonia, alla stregua di Paesi del III° mondo, i quali forniranno manodopera specializzata al costo di quella ordinaria, senza più diritti né sociali né sindacali, a stipendi da fame, e popoli indigenti, chiusi nei ghetti mefitici di città urbanizzate senza speranza di vita se non quella del duro lavoro, spogliati di ogni tipo di benessere e cultura, svenduti ai grandi monopoli globalizzati. Ci sarà pure  un motivo perché i cinesi, che dovranno dominarci, vogliono che il nostro mercato del lavoro sia messo in riga! Ci sarà pure una ragione per cui Passera, l’onesto Passera si stia preparando a vendere l’Enel, l’Eni, le Generali, Finmeccanica ai francesi e agli indiani! Non è certo un caso che la Fornero abbia ideato una riforma del lavoro in cui tutti sì saranno lavoratori a tempo indeterminato, ma suscettibili in ogni momento di licenziamento, e chi non accetterà gli incentivi per andarsene a casa, morirà di fame. Pensate ai ghetti in America, la nazione degli esempi: là vige una disoccupazione di 10 milioni di persone, sparse sotto i ponti o dentro i palazzi fatiscenti e i sottovia, a ubriacarsi coi loro cartocci di pessimo whisky, i bidoni dove bruciano sterpaglie per scaldarsi e i cartoni per dormire. Lavoratori che non hanno tutela, come sarà per i nostri (lo è già per i greci), senza soldi sufficienti per vivere, ma con le banche piene di lustrini che aumentano ogni giorno gli stipendi ai loro manager. Volenti o nolenti, è questa la società che vuole Casini, con Passera, Monti e altri. E il Vaticano? Avrà un appezzamento molto più vasto dove piantare la sua gramigna. La miseria, la povertà, l’indigenza sono il  cibo con cui si alimenta da sempre, aldilà delle vesti auree che indossa il suo grande sacerdote!

Ecco perché dobbiamo tenerci aggrappati alla Lega, a Storace, a Grillo, anche a Di Pietro, quando non fa il ruffiano di Bersani. Ai radicali, poveretti! Usciamo subito, se ci siamo ancora dentro, dai partiti che tradiscono il Paese! Smettiamo di leggere la stampa che li appoggia, di guardare le tv che fanno il loro gioco, lavoriamo, collaboriamo, scambiamoci le nostre speranze sulla rete. Stiamo crescendo ogni giorno. Le nostre mani già prudono…

R.Scagnoli

 

 

 

 

 
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