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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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Quel che resta del giorno...

Post n°1041 pubblicato il 10 Marzo 2015 da r.capodimonte2009
 

 

Quello che sta combinando Matteo Renzi è forse l’esempio più degenere di politicismo che mai abbia calcato le scene di questo sfortunato Paese. Infatti definirlo con una nobile parola come “politica” sarebbe un’offesa al senso sociale, storico e civile che la “polis” ha rappresentato attraverso i secoli, e che ha dato all’Occidente il primato dei principi di democrazia e di libertà che dovrebbero costituirne il fondamento imperituro.

Ci voleva un personaggio particolarmente impermeabile ad ogni rispetto per il popolo, instillatogli nella coscienza da un’ideologia diabolica e criminale come il comunismo, che finge di rappresentare la collettività, ma poi la tiranneggia a mezzo delle sue elite predatorie e sanguinarie, come Giorgio Napolitano, a riconoscere “a naso” un altro giovane apprendista, che ne perpetuasse i guasti, e che ponesse al centro dei suoi interessi specifici, l’ambizione, l’autoreferenzialità, la sete di potere, a scapito dell’interesse generale. Un sottile despota che si è saputo circondare di una corte di scellerati e scellerate, tutti allacciati a lui da un patto di sangue, che prevede la spoliazione dell’Italia, la salvaguardia delle lobby della corruzione e della delinquenza, e la consegna di quanto i nostri padri crearono attorno a questa eredità di lavoro, di benessere e di nobiltà di intenti, a chi mesta nel torbido della speculazione e dell’usura.

Quando parliamo di una “corte di scellerati”, non vogliamo riferirci solo alle maestrine dalla penna d’oca che abitano le stanze governative, quasi tutte illetterate, prive di cultura e di esperienza, se non quella ricevuta nei sottoscala delle sezioni di partito, dove conta molto di più un bel faccino che un bel cervello, ma soprattutto ad altre due categorie: quella dei voltagabbana, legati all’interesse personale e al mantenimento di ogni tipo di privilegio (che ormai si definisce, nel loro linguaggio piratesco, “diritto acquisito”); e che vanno ricercati non solo nel partito del giovane “maestro”, ma soprattutto in quei settori del decadentismo parlamentare, che, massimo esempio di ludibrio in Europa, si manifesta con l’ignobile compravendita di deputati e senatori, si può dire, “alla luce del sole”, come un on. Battista qualunque, che supera ormai in disonore pubblico perfino chi fu tacciato come primatista del suo stesso “scilipotismo”; e quella dei cosiddetti “oppositori interni”, che spesso taluno confonde con l’appellativo di “democratici”; in realtà si tratta semplicemente di persone molto peggiori delle precedenti, in quanto mistificano la loro opposizione alle malefatte del capo, e utilizzano all’uopo gli altoparlanti di regime (giornalucoli e tv spazzatura), ma poi sono i primi a bloccare la loro finta “critica” ad un passo dal “far male” a chi li tiene ben saldi sulle loro poltronissime.

In questo modo, Renzi mantiene pressocchè intatta la sua maggioranza, che è minoranza nel Paese, perché solidamente e artatamente ottenuta da un colpo di mano di quell’individuo di cui sopra, ma mai confrontata con l’elettorato vero, non quello trascinato ai seggi con l’obolo o le menzogne, durante le elezioni europee.

Per il resto, si nota solo uno svolazzare di bandiere, un po’ tricolori, un po’ verde-erba, e un’accozzaglia di schiamazzi e di braccia tese, che fanno pensare più ad un caravanserraglio che alla presa di coscienza di una “destra” che si immagina nuova, ma più vecchia di così non si può!

Se, solo per un istante, il popolo si convincerà che un altro Matteo “bilioso” possa cacciare l’ “apprendista stregone” e il suo esercito di orchi e orchesse, allora sarà l’ennesima illusione, perché tutto quel che Salvini riuscirà a fare è dare il colpo di grazia all’ex-cavaliere pregiudicato, già proprio ciò che ne resta, perché il “cerchio magico” defluirà, invece, verso il “grande pantano”, dove si premia il voltagabbana e si ingrassa il malaffare.

Né, ci convincono le pur “esaltanti” performance dei Fratelli d’Italia, i quali, ormai, sono e restano relegati ad una vuotezza di programmi e di posture, direttamente proporzionale al richiamo chiassoso verso un becero nazionalismo di maniera, che non convince più nessuno.

Il primo problema resta là, irrisolto, ma risolvibile: la fuoriuscita dall’euro, che neppure Syriza riesce più a sbandierare, offuscato dalle paure ancestrali di una BCE e di una Troika giunte all’ultima prova d’appello: la stampa della carta moneta, quando, però, la maggior parte dei buoi sono già scappati dalle loro stalle ripiene di sterco. E che potrebbe travolgere, basterebbe che trovasse il coraggio di andare fino in fondo, visto che il popolo greco è d’accordo, senza ripensamenti, di cui, purtroppo, l’estrema sinistra è piena come un cane vecchio di pulci. E ne verrebbe una reazione a catena. (ST.JUST)

 

 
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