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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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Un Presidente della Repubblica che tace, acconsente!

Post n°1311 pubblicato il 11 Aprile 2016 da r.capodimonte2009
 

“Il destino dell’Italia è legato al superamento delle frontiere non al loro ripristino.”

L’esempio del Vinitaly di Verona, “conferma di come il destino dell’Italia sia legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino.

La situazione economica è in fase di superamento. “L’obbiettivo cui mirare per avere successo è agire come una squadra coesa che unisce pubblico e privato e si muove in Europa come in casa propria, abita le sue istituzioni, utilizza i suoi strumenti e le sue opportunità come leve di crescita.”

“La qualità italiana può diventare traino e traguardo: in questo modo, i nostri prodotti agiranno da termine di paragone e varranno sempre di più. Questo ci darà maggiore forza anche nella giusta lotta alla contraffazione e nella tutela del made in Italy.”

Non ridete: queste parole assomigliano molto a quelle di una persona alienata, che ha vissuto per anni in una infrastruttura psichiatrica, e che dopo trent’anni crede che tutto sia restato come ai tempi in cui la sua mente era sana. O peggio, a chi, ricolmo di carichi pendenti, si è rifugiato in un convento di clausura, rifiutandosi pedissequamente e ipocritamente di informarsi sugli accadimenti del mondo, per poi dover sostenere che, lui come persona, non ha alcuna responsabilità!

Il fatto paradossale è che Beppe Grillo, nella sua bonomia, manda all’autore di queste “amenità” una lettera, invitandolo a guardare fuori dalla sua porta, e rendersi conto che l’Italia è alla frutta!

Già, perché parliamo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, uomo eletto dal compromesso con le frange più oscure del potere e la politica corrotta dal pragmatismo e dal trasformismo, a capo della quale c’è Metteo Renzi, come  pedina scelta per portare a termine la svendita del Paese, sotto l’egida proprio di un Quirinale assente!

Quest’uomo fa finta di credere in quel che dice, e il popolo lo ascolta distratto, consapevole che le sue parole, trite e ritrite, sono certo meno letali di chi lo ha preceduto, in quella carica strategica, a che, con le sue scelte sciagurate ha portato l’Italia alla distruzione. Perciò lo circonda di un gradimento fatto d’ignavia: non c’è di meglio, in fondo!

Ma si sta anche consolidando, in una parte non secondaria dell’opinione pubblica, la convinzione che il Presidente si stia comportando esattamente come coloro che oggi svergognano la nazione, solo che lui, forse, non è l’attore principale degli sconquassi, solo il convitato di pietra...

Matterella, quindi, mentre inaugura il Vinitaly, non sa che i confini dell’Europa si sono serrati come chiavistelli, dall’ovest all’est, grazie all’incapacità della oligarchia che la domina, di risolvere i gravi problemi dell’immigrazione. E che il gramo destino dell’Italia è proprio quello di essere l’unico Paese ad aver scelto di lasciare aperte le proprie frontiere, senza neppure capire chi le supera, se ne ha il diritto oppure no!

Mattarella non coglie neppure la profonda differenza che c’è tra confini spalancati e esportazione o importazione; egli, ovviamente ignora che l’Italia sta perdendo miliardi per aver chiuso i rapporti con la Russia, ma che presto darà il beneplacito a due accordi leonini, uno con gli Usa, il TTIP, che permetterà alle merci tossiche d’Oltreoceano di invadere il vecchio continente; e l’altro con la Cina, che entrerà di diritto come Paese partner commerciale a tutti gli effetti. Perciò, oltre che imitati, i prodotti italiani varranno sempre di meno, e la loro “esclusività” diventerà la loro tomba, con migliaia di aziende a picco. Certo, parlando con i “vignaioli di Confindustria”, qualcuno di loro addirittura padrone di banche fallite, perché sfruttate peggio di un mosto marcio, come Mr. Gianni Zonin, il nostro deve farsi portavoce di una lobby, come quella del vino, un prodotto di nicchia, non per questo, però, strategico. Di strategie Mattarella non parla, preferisce tacere su quello che sta accadendo, ad esempio, sulle fonti energetiche alternative al petrolio, dove l’Italia è la cenerentola del mondo: e sembra quasi che faccia eco alle tesi del suo PD, garante dei patrolieri, e della cricca del quartieruccio. E nella sua enfasi da “cerchiobottista”, dimentica perfino che i maggiori marchi italiani, un tempo orgoglio dell’industria nel mondo, sono stati quasi tutti venduti ai pirati francesi o inglesi o americani o cinesi, per quattro soldi, e che centinaia di brevetti, strutture, strumenti, apporti scientifici, filiere di colture e allevamenti, si sono perduti per sempre! Ah, sì, c’è rimasto il vino, quello da 50 € la bottiglia, destinato ai resort dei tycoon cinesi, giapponesi e tedeschi. Meno male!

Infine, ed è il punto più sconcertante di tutto il discorso, Mattarella ci invita alla “coesione politica e sociale”, in un’unica “squadra” pubblica e privata, che entri con tutta tranquillità nella casa europea per servirsene adeguatamente!

Paranoia pura o presa per i fondelli? Scegliete voi: è come se Renzi fosse il portavoce di questa aleatoria “coesione” e non il suo distruttore (o forse proprio il rottamatore!); e che le sue disastrose performance economiche non fossero all’attenzione, giorno dopo giorno, dei commissari europei, che, fortunatamente per lui, temono più il fallout italiano che l’uscita della Gran Bretagna dalla UE, e si mostrano magnanimi!

Un afflato, dunque, di raffinata ipocrisia, che rassomiglia molto a quella che in qualità di Vice-Presidente del Consiglio del Governo D’Alema, adoperò, nei confronti della criminalità della Nato nell’utilizzare, nei bombardamenti, uranio impoverito che uccideva amici e nemici. Egli, invece di denunciarla, negò!

Forse, dice un vecchio motto, “il peggio non è morto mai”: e tutto sommato ci eravamo quasi abituati a che Giorgio Napolitano, coi suoi difetti e le sue incontinenze politiche, sostituisse esecutivi da sbando, come quelli di Berlusconi, Monti e Letta.

Abituarci a questa “vergognosa latitanza istituzionale e costituzionale”, meglio non ci sentiamo di definire il personaggio, che crede di raggirare la rabbia del popolo italiano coi discorsetti della parrocchietta, sarà dura, molto più dura.

E non è detto che questo atteggiamento negletto, prima o poi non sfoci in rabbia, e quindi in rivolta! (ST. JUST)

 
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