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L'alleanza tossica che difende gli interessi dei grandi gruppi industriali-militari Usa

Post n°1396 pubblicato il 18 Agosto 2016 da r.capodimonte2009
 

A tre mesi dalle elezioni presidenziali americane, la confusione regna sovrana nelle grandi strategie internazionali, sia che si tratti di opzioni militari che di decisioni economiche.

A farla da padrone è ancora la crisi mediorientale, dove ormai la sfida in atto è tra Russia e Usa, mentre l’Europa sta, naturalmente, isolata nel suo cantoncino anonimo e paradossale, a curarsi le gravi ferite riportate dalla Brexit. La novità principale è l’intervento diretto nel conflitto dell’Iran e della Cina: il primo, in accesa opera di difesa dello sciitismo siriano e iraqeno, che ormai si contrappone ai Sauditi; la seconda, scesa apertamente in campo per difendere la Russia dalle provocazioni di una Nato, ormai finalizzata a servire gli interessi del complesso militare-industriale degli Usa, dopo aver preteso di allargarsi verso Est, per difendere l’ex-Cortina di Ferro da una “fantasiosa” invasione da parte di Mosca, a cui crede ormai solo l’Ucraina, che, però, ha la coscienza assai sporca. Nel frattempo, mentre Obama sta riarmando la Polonia, scelta come baluardo contro lo slavismo (esattamente come accadde cinquecento anni fa, con Ivan il Terribile!), fornendo bombardieri tattici per bombe nucleari e missili da crociera Jassm, la Turchia ha fatto dietro front, si è staccata, almeno strategicamente, dalla Nato, ormai strumento diretto di controllo militare americano in Europa, fa la pace con Putin e acconsente al non intervento in Siria, abbandonando gli americani al loro destino. Aleppo, diventa così, l’ultima roccaforte dei partigiani anti-Assad (i più tiepidi nei confronti del Califfato), caduta la quale, cadrà anche l’Isis, almeno in Siria.

E questo nonostante, in base ad una nota del US Department of Defense Usa del 28 luglio, siano già in Siria 300 contractors americani inviati colà dalla Caci International Inc. in missione di “servizio di analisi”, ma in realtà tutti appartenenti alla famigerata SIX3 , legione straniera con base in Virginia, che arruola la feccia di mezzo mondo (la stessa che ormai rappresenta il 50% di tutte le forze armate Usa dislocate nei vari teatri di guerra, e questo lo sanno bene da tempo i nostri militari in Afghanistan, che invece si prendono tutti i rischi!); protagonista del famoso episodio di violenza nelle carceri iraqene di Abu Ghraib, dove vennero torturati ed uccisi decine di prigionieri.

E’ evidente che ad Obama, che esce di scena con una serie ininterrotta di insuccessi internazionali, tra cui la massima responsabilità di aver trasformato le guerriglie un tempo assoldate contro l’Iran, in Daesh, aver poi fornito sfacciatamente Al Bagdhadi di armi, tramite l’Arabia Saudita (grazie anche alle forniture italiane!), sta formizzicolando il dito posto sul grilletto dello Zio Sam; ma non può più entrate direttamente nel guazzabuglio mediorientale, sperando, quindi, di lasciarlo in eredità  a chi ne fu l’autrice diretta, ai tempi in cui era il suo Segretario di Stato, Hillary Clinton!

L’altra faccia della medaglia si chiama politica economica americana: non è un caso che Dc-Leaks di Julian Assange abbia spupazzato l’entourage democratico pubblicando tutta una serie di dossier relativi alla carriera e ai sostenitori della candidata Clinton, operazione testatata per fare chiarezza su quali sono le effettive strategie della eventuale prima donna alla Casa Bianca. NULLA DI BUONO, purtroppo. Se si pensa che il primo finanziatore della “little fain” è George Soros, con la sua Open Society Foundation, che investe milioni di dollari per “acquistare politici, dovunque e comunque favorevoli ai dettami imperialisti e militaristi americani”, su nove determinati settori: Usa, Europa, Eurasia, Asia, America latina, Africa, World Bank, President’s Office. Nel nostro caso, Dc-Leaks segnala l’ingerenza di Soros nella politica italiana fin dall’avvento di Mario Monti, e sempre più  cresciuta, a livello di investimenti, con le strategie di Giorgio Napolitano, suo ottimo collaboratore, e Matteo Renzi, abbondantemente foraggiato tramite la fondazione toscana (guarda caso) che porta lo stesso nome. Attualmente Soros è l’uomo che sta suggerendo alla grande finanza americana e inglese (Wall Street Journal e Financial Times) la strategia per giungere a bloccare l’offensiva dei “no” al prossimo referendum istituzionale, che rischierebbe di veder andare in fumo tutti i suoi investimenti, condita di allarmi sul fatto che la caduta di Renzi significherebbe la fine di ogni politica solidale da parte di Bruxelles e di Wall Street verso l’Italia.

E’ noto che tra Soros e Fethullah Gulen, l’autocrate turco rifugiato negli Usa, e che Erdogan accusa del fallito colpo di Stato, corrono grandi rapporti di collaborazione anche finanziaria e religiosa; in quanto, ambedue ebrei, sono sostenitori di una de-islamizzazione del Medio Oriente, e della nascita di una religione che sia un mix dei tre monoteismi.

Ecco come Julian Assange, spiega nel suo post, chi è George Soros, e soprattutto cosa ci dovremo aspettare dalla Presidenza Clinton: George Soros – scrivono gli hacker –  è un magnate ungherese- americano, investitore , filantropo, attivista politico e autore che, di origine ebraica, guida più di 50 fondazioni sia globali che regionali. È considerato l’architetto di ogni rivoluzione e colpo di Stato di tutto il mondo negli ultimi 25 anni . A causa sua e dei suoi burattini gli Stati Uniti sono considerati come una sanguisuga e non un faro di libertà e democrazia. I suoi servi hanno succhiato sangue a milioni e milioni di persone solo per farlo arricchire sempre di più. Soros è un oligarca che sponsorizza il partito Democratico, Hillary Clinton, centinaia di uomini politici di tutto il mondo. Questo sito è stato progettato per permettere a chiunque di visionare dall’interno l’Open Society Foundation di George Soros  e le organizzazioni correlate. Vi presentiamo i piani di lavoro , le strategie , le priorità e le altre attività di Soros. Questi documenti fanno luce su uno dei network più influenti che opera in tutto il mondo”.  (ITALIADOC)

 

 

 

 

 

 
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