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Lo scandalo CONSIP e la scissione di DP

Post n°1528 pubblicato il 01 Marzo 2017 da r.capodimonte2009

Leggendo quel che sta accadendo nello scandalo Consip (per intendersi, la struttura pubblica accentratrice degli appalti di beni e servizi), da cui proprio oggi sono derivati gli arresti dell’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, accusato di corruzione e associazione a delinquere, assieme al manager pubblico, nonché responsabile dell’ente, Marco Gasparri, e svariati faccendieri, tra cui Luigi Marroni e Carlo Russo, si ha netta l’impressione che una delle cause dirompenti che ha portato il Pd alla spaccatura (da notare che si tratta di un’emorragia destinata ad incrementarsi, visto che in due giorni i deputati in uscita sono diventati 37 e i senatori 15  -e perciò addio maggioranza in senato!), è stata la paura che Renzi fosse travolto, prima o poi, da questa valanga, che la magistratura sta manovrando, anche in funzione del neo-candidato alla segreteria, Emiliano, che tutti sanno essere un magistrato prestato alla politica, che ha creduto bene di mantenere la toga, in un lacerante, a questo punto, conflitto d’interessi sul quale sarebbe dovuto intervenire a gamba tesa il CSM: visto che è chiamato in causa anche lui!

Il problema, tanto per cambiare, è di natura corruttiva, e va a coinvolgere proprio quelle strutture burocratiche che dovrebbero costituirne l’argine invalicabile; ma la novità assoluta è che vede coinvolti, in prima persona, pezzi da 90 del Governo, a cominciare da Matteo Renzi: il quale dal signor Romeo ha ricevuto decine di migliaia di € a favore della “misteriosa” Fondazione Open (un tempo gestita da Maria Elena Boschi), che, nonostante gli inviti, non vuole mostrare i rendiconti, ai tempi in cui l’imprenditore napoletano era già indagato. Quindi per Renzi, a caval donato non si guarda in bocca. Speriamo che i magistrati non la pensino proprio così! Infatti, se si scorrono i nomi degli indagati in questo scandalo, ci si rende conto che si tratta di un vero e proprio “affare di famiglia”, dato che tutte le pedine, in un modo o nell’altro, vanno a coincidere con personaggi amici o promossi dall’ex-Presidente del Consiglio, oltretutto in modo sfrontato, come quando ha voluto confermare il comandante dei carabinieri Del Sette, già in pensione, tra i principali indagati (e lui non si è dimesso per dignità, segno che anche l’Arma è a picco!); assieme al grande amico di famiglia, il ministro Lotti, e niente meno che papà Tiziano, uomo che non è nuovo ad imbrogli e gestioni fallimentari; per non parlare di Cip e Ciop, vale a dire altri due personaggi a suo tempo “promossi” per amicizia, Marroni e Russo, a cariche istituzionali.  Si ha la netta sensazione che l’esperto politicante, Massino D’Alema abbia snasato questa trama fortemente a rischio per tutto il PD, e abbia voluto tagliare la corda per mantenere intonse le sue ragioni e quelle degli scissionisti. Non si spiegherebbe, infatti, come mai, ventiquattrore dopo l’uscita, la spaccatura sia diventata inossidabile e feroce, e stia coinvolgendo, appunto lo stesso Emiliano, tirato per la giacca, a chiamarsi fuori prima di venire travolto, e per un magistrato sarebbe la morte politica e istituzionale!

E il tono sale sempre di più, man mano che vengono a galla gli sviluppi dello scandalo, che supera ogni altro in fatto di soldi concussi, 2,7 miliardi!

Tutto questo sta suscitando, per ora, e ovviamente l’assoluta indifferenza da parte dei media di regime, ma crediamo che tale indifferenza non durerà in eterno, visto che la concorrenza dei blog e dei social stanno uniformandosi, e a ragione, contro questa terrificante vicenda.

Non sarebbe poi, alla fine, tanto strano che Matteo Renzi si sia fatto finanziare con metodi criminali, visto che i suoi metodi politici hanno mostrato, fin da subito, di chi amava circondarsi e di chi amava tessere le lodi, per ingraziarsene i favori, come un “pupo da biroccio”, manovrato e protetto, scelto da un club di disonesti e corruttori, decisi ad approfittare del suo potere per sguazzare nel fango: tra questo e pensare al Paese ce ne passa come tra i pulpiti e le polpette, e le prove sono tutte nei disastri economici e sociali che il suo Governo ha attuato, mentre lui era tutto preso a mettere le mani nella marmellata, e arricchire il suo club. (R.S.)

 
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