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attualità, politica, cultura

 

 
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La strategia che porterà il M5S al potere

Post n°1532 pubblicato il 07 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

Nella vicenda apparentemente politico-personalistica della scissione PD, è verissimo quel che, a denti stretti, sostiene Matteo Renzi: che la responsabilità è tutta da addebitarsi ad un uomo che, finora, a parte certi lisci e busso in risposta ai suoi lisci e busso (borioso e incapace, in cambio di rottamato!), a livello partitico-strategico era “in sonno” da anni, tutto preso nelle sue occupazioni di tipo “idealistico” presso le quali, a stipendi d’oro, è stato promotore, ultima quella da presidente della Fondazione di cultura politica Italiani-Europei e poi fondatore del movimento politico ReD, sigla di Riformisti e Democratici. In realtà Massimo D’Alema (vi invitiamo a leggervi il suo curriculum, perché è più interessante di un romanzo!), è un “figlio di partito”, cioè uno di quei rari personaggi che, nato da una famiglia vetero-comunista (il padre era uno dei capi dei Gap), è stato allevato, cresciuto e programmato per diventare l’uomo in grado di prendere in pugno l’Italia, e trasportarla in una posizione alternativa a quella occidentale, anche con la violenza, che non disdegnò mai. E così si comportò fino a quando, entrato nell’orbita berlingueriana, capì che la battaglia sovietica era perdente, ed iniziò a intraprendere la scalata al PCI per cambiarlo dalle fondamenta, accompagnato, vieppiù, da tutta una serie di personaggi, da Ochetto a Veltroni, da Natta a Bertinotti, che, dopo aver usato, lui si tolse di torno, uno dopo l’altro; mentre cominciava ad intendersela con Berlusconi, Cossiga, lo stesso Prodi e Ciampi, per non dire Scalfaro e De Mita, avvicinandosi alle posizioni atlantiste, dopo aver promosso, da Capo del Governo, la guerra del Kosovo,  la lunga militanza alla Farnesina, e poi deputato europeo, rappresentante dell’Onu, e in organismi politico-economico-strategici a carattere interazionale: membro della Conferenza dei presidenti di delegazione; della Commissione per il commercio internazionale; della Commissione per la pesca; della Commissione per gli affari esteri; della Sottocommissione per la sicurezza e la difesa; della Delegazione Permanente per le relazioni con il Mercosur; della Delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l'Unione del Maghreb arabo (compresa la Libia).

Sottotaciamo, pertanto, anche il fatto che il suo immenso potere, anche mediatico, lo ha salvato più volte da scandali e inchieste, che gli sono scivolati addosso, come cubetti di ghiaccio in una giornata estiva! E che ci confermano, allo stesso tempo, quanto egli abbia intermediato con i “poteri forti”, quelli che, più o meno segretamente, tirano le fila degli equilibri mondiali, e intervengono quando singoli personaggi, o singoli Paesi, rischiano di squilibrarli.

Ora l’Italia, non da oggi, è un piccolo-grande vulcano in procinto di eruttare (né più né meno del Vesuvio, con conseguenze altrettanto letali): e il danno che farebbe sarebbe strategico, su larga scala, a cominciare dal fatto che il popolo italiano, dopo settant’anni di sopportazione e di sottomissione ai voleri americani, in quanto “liberatori”, sta iniziando a simpatizzare con la Russia, che vede come una realtà, non solo antagonista degli Usa, ma soprattutto integrata dentro un’Europa compiuta fino agli Urali; che, a causa di Germania, Francia e Inghilterra, da cui è stata “espulsa”, in modo più offensivo di quando era schiava del comunismo (perché allora l’ombrello americano era uno scudo invalicabile), interpreta posizioni di contestazione al modello occidentale, sia morale, che religioso, che economico, molto attraenti!

In realtà la Russia, dal 1600 è parte integrante dell’Europa, e l’abbraccio che, con sudore e sangue, ha voluto effettuare verso la democrazia, l’ha resa molto più potente di prima, e anche molto più accattivante. La conseguenza di questa “rivalutazione” si ritorce contro la politica americana “imperialista”, dopo che l’amministrazione Obama ha fatto polpette degli equilibri medio-orientali e mediterranei, lasciando nel marasma dell’immigrazione soprattuto il nostro Paese; che è quello, sulla carta, che è più inflazionato di basi yankee, alcune atomiche, che lo rende un obiettivo ultrasensibile ai missili russi!

La situazione interna dell’Italia poi è ancora più preoccupante: messa all’angolo da una Germania, ritornata ai soliti fasti compulsi di strategie dominatrici, non più basate, questa volta, sulla forza delle armi, ma su quella del capitale economico, si sta sgretolando, sia dal punto di vista politico che economico, e la ribellione cresce, di giorno in giorno; perché la nuova e giovane classe dirigente, che i “poteri forti” avevano promosso a guida del Paese, la più incapace degli ultimi cinquant’anni (e quindi una scelta flop, a tutti gli effetti, e non è la prima,!), si tiene a galla esclusivamente con la corruzione e la menzogna, come un qualsiasi “ancient regime” che si rispetti. Questo sta provocando gli italiani, che pure sono un popolo di cattolici, codardi e gretti, coltivatori del piccolo o grande “orto personale”, a cui non danno adito, per egoismo innato e meschinità, neppure ai fratelli più diseredati, e li catechizza verso una sollevazione, che, per ora, è solo, politica e non rivoluzionaria. E questo grazie alla presenza della più grande forza partitica, il M5S, che, da tre anni, sta trasformando in opposizione dura, ma pacifica, le giuste rimostranze di tutto un popolo angariato e sfruttato.

Quei “poteri” che hanno già di fatto abbandonato Matteo Renzi al suo destino, e l’inchiesta sul Consip lo dimostra (e l’unica persona che ne conoscesse i contorni già in anticipo, in quanto ex-presidente del Copasir -l’organo di controllo dei servizi segreti-, e quindi “probabile oggetto di rivelazioni da parte di quei settori dell’Arma dei Carabinieri affatto soddisfatti del comportamento elusivo e collaborativo dei vertici verso la banda dei corrotti governativi”, era Massimo D’Alema!), osservano da sempre l’evoluzione del movimento di Grillo, che hanno tentato più volte di ridimensionare (l’ultima volta con la vicenda romana), ma senza successo, anzi rafforzandolo. E’ ineluttabile che, ormai, lo abbiano scelto come “estremo salvatore degli equilibri italiani”, in vista di loro ulteriori aggravamenti, se poi l’estrema destra francese dovesse prendere il potere in Francia., e dare alla destra italiana leghista qualcosa in più dell’opposizione a parole! Ma come riuscirci, visto che i Cinquestelle sono oltremodo ostici a qualsiasi compromesso di potere, specie con gli attori della globalizzazione neo-liberista, l’alta-finanza e la massoneria internazionale?

(ITALIADOC)

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