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attualità, politica, cultura

 

 
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Quel che resta dell'Europa (e dei suoi epigoni)!

Post n°1544 pubblicato il 27 Marzo 2017 da r.capodimonte2009
 

Che spettacolo desolante! Per questa cerimonia, contrassegnata, tra l’altro, da un intervento “morbido” della sindaca di Roma, che ha preferito la diplomazia, agli sgarbi evidenti della signora “cancelliera” (che ama prendere invece gli schiaffi dai potenti come Trump, e si illude che gli europei, tutti, siano acquattati al suo scendiletto!), che non ha significato altro che un impegno “formale” a cambiare il corso dell’Unione Europea, quando sappiamo che nessuno, dei 27  baccalà presenti, potranno provarci se non lo decide Berlino; per questa buffonata, che ha visto perfino i “temibili” black bloc assuefarsi ai diktat tedeschi, d’accordo con il capo dell’Ovra, il ministro Minniti, il Governo ha rinviato le elezioni politiche a babbo morto, quando si sarebbero potute tenere benissimo a giugno, dopo che lor signori del PD avessero risolto comodamente le loro beghe!

Intanto, mentre si svolgevano i “funerali” delle democrazie europee, complici anche quei Paesi euroscettici, come l’Ungheria, la Slovacchia, la Danimarca, la Polonia, la Bulgaria, la Romania, che a parole sono contro il IV Reich che li tiene sotto controllo, ma poi vivacchiano con i fondi strutturali e le aperture di credito della BCE, e che poi, a casa, si distribuiscono, in mezzo alle correnti vorticose della corruzione, la Gran Bretagna ride: e si prepara a rispolverare un “moloch” che rischia di mettere a nanna l’unità europea per sempre, il Commonwealth, il più grande mercato di merci, denaro e idee del mondo, e che ridurrà il vecchio continente ad un lumicino; schiacciato, da una parte, dai monopoli e dai dazi inglesi, e dall’altra dalle potenzialità economiche e strategiche dei “brigs” che la Russia e la Cina gestiscono, ormai è chiaro, contro la Germania. Terzo, ma non ultimo “incomodo” gli Usa di Trump, la cui politica economica non ci pare proprio orientata  a mantenere rapporti di buon vicinato con Bruxelles.

Abbiamo lasciato per ultima la madre di tutte le ignominie, la Grecia, ridotta ad una specie di lebbrosario, una landa desolata, che non è più neppure proprietaria dei propri porti, delle proprie miniere e del proprio turismo, predati tutti dagli sciacalli della Deutsche Bank, che ha incassato i contributi del nefasto “meccanismo di stabilità” operato da FMI e Troika, al posto dello Stato ellenico, riducendolo a protettorato tedesco: e, purtroppo, abbiamo visto il nuovo “agente” della “propaganda goebbelsiana”, dopo il premier “traditore” Alex Tsipras”, Yanis Varoufakis precipitarsi in Italia, pagato profumatamente dalle fondazioni massoniche, a dire che la battaglia del M5S per uscire dall’euro è insensata; e che tutti, invece, dobbiamo convincerci che la Merkel è il nostro padrone! Una bella figura, non c’è che dire, da parte di chi si definisce “comunista”!

Ma forse i problemi dell’Italia sono già giunti alla frutta, come lo è la sua economia, e lo si è capito dalla pochezza visiva e piscologica di questo “pupazzo” in redingote, tirato per i fili da Matteo Renzi, il conte Gentiloni, che effettivamente parla come un pappagallo infervorato dalla prima ed unica vittoria del suo amico Marchionne sulle rosse, tutto qui: e non sa neppure quando gli sarà detto di accomodarsi a “stare sereno”, mentre nelle “sacre stanze”, il quartetto Mattarella-Grasso-Boldrini e Renzi si metteranno in testa di cucire uno straccio di legge elettorale, e portare il popolo italiano, finalmente, alle elezioni.

Ma prima ci sarà un’altra parentesi, ancora più sciocca, dei 60 anni dei Trattati di Roma, quella di Taormina, con il G20, altro pateracchio inutile che i potentati globalisti mettono in piedi per continuare a spartirsi le ricchezze dei popoli e non le loro, dal quale hanno già fatto fuori la Russia, che da sola ne potrebbe quasi rappresentare il 50%, perché non ha una “salda” democrazia. Mentre, è evidente, che la nostra o quella francese, di democrazie, ripiene di corrotti e mafiosi, lo sono!

La domanda, però, che ci sconvolge, in spasmodica attesa, è: ma i “black bloc” saranno diventati anche globalisti?  (ITALIADOC)

 

 

 
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