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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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L’ ATTACCO ALLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Post n°1312 pubblicato il 12 Aprile 2016 da r.capodimonte2009

STANNO PRIVATIZZANDO LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI: VOGLIAMO UN AZIONARIATO DIFFUSO, AFFINCHE’ I RISPARMIATORI POSTALI POSSANO DECIDERE!

L’avevamo previsto da tempo: con la scusa che l’U.E. non accetterebbe mai di concedere aiuti di Stato alle banche fallite, che, oltre alle 4 già calmierate con i soldi derubati ai risparmiatori, sono almeno una decina, tra cui i “giganti” MPS e Carigenova, l’accoppiata nefasta Renzi-Padoan, ha deciso di ricorrere ai soldi liquidi della Cassa Depositi e Prestiti, dopo aver mistificato i nuovi vertici dell’istituto con amici del “cerchio magico”, legati, entrambi ai poteri forti (Goldman & Sachs!), Gallia e Costamagna: così questo ente di Stato che contiene, tra l’altro, capitali e rendite di Poste Spa, frutto dei risparmi di milioni di lavoratori e pensionati, già pesantemente inflazionato da interventi che nulla hanno a che vedere con le disposizione statutarie, e cioè investimenti “sicuri e garantiti” (e certo l’azionariato Eni, ricolmo di inchieste e scandali, quello Alitalia e  quello Telecom, in mano a stranieri, i soccorsi prestati a imprese private, per intercessione governativa, come il Gruppo De Benedetti, e i dividendi (sic) che finiscono nelle casseforti delle banche private che falsificano i bilanci, non lo sono!), diventerà il bancomat dei banchieri criminali, in primis quelli di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che riceveranno un “bonus” di 5 miliardi, guarda caso per coprire aumenti di capitale fasulli, in attesa di trovare degli sciocchi che le comprino! E, badate, questa operazione non avverrà, con le guarentigie stabilite, ma con inchieste ancora in corso, e soprattutto con nessuno dei protagonisti dei disastri, ancora in galera! Ora è chiaro che questa manovra, cioè la creazione dell’ennesimo Fondo di Garanzia a favore delle banche, che si chiamerà Atlanta, ripieno di cacciatori di tesoretti, come Mr. Serra, e che non assumerà che l’aspetto di una, per ora, piccola “bad banck”, ricolma di insolvenze, dovrà apparire agli occhi benevoli dei commissari europei, un’ “operazione privata”, e tale è, peccato che sia sostenuta con i soldi pubblici di noi cittadini.

E’ ora di dire basta! Chi garantirà, infatti, che queste insolvenze vengano risolte, o piuttosto non rimangano, visti i tempi e i modi, nel gozzo al fondo, e quindi sia il “garante pubblico” a pagare? E pagare che cosa? Miliardi che gli ex-amministratori di banche fallite hanno concesso agli “amici degli amici”, proprio senza alcuna garanzia? Come vedete si tratta di un gatto che si morde la coda, ma che serve a Renzi per rinviare il tracollo finanziario del Paese, ma soprattutto rinviare la resa dei conti tra la delinquenza organizzata, difesa a spada tratta dal suo entourage, e i giudici, incavillati dai segreti bancari e dalle disattenzioni di Vigilanza Bankitalia e Consob!

Perciò. È fin troppo chiaro che Cassa Depositi e Prestiti, di fatto è privatizzata, in quanto utilizzata dal Governo per scopi privatistici, senza, e questo è il grave vulnus istituzionale previsto, che chi versa le risorse non possa minimamente avere voce in capitolo su come vengano spese! Neppure Poste Spa che, a sua volta, è stata privatizzata recentemente, ma i cui azionisti di riferimento sono, per la maggior parte gruppi privati speculativi o esteri, e solo in minima parte clienti e risparmiatori che, in ogni caso non influiscono sulla partecipazione di CDP, che è “indiretta”. UN VERO E PROPRIO FURTO DI STATO, CHE SERVE AL REGIME PER SONDARE LA POSSIBILITÀ DI INCREMENTARE ATLANTA FINO A FARGLI INGHIOTTIRE IL SALVATAGGIO DI BEN PIÙ GRAVI INSOLVENZE, IN PRIMIS QUELLA DI MPS!

Invitiamo perciò i partiti di minoranza a pretendere di conoscere l’operazione a livello parlamentare, e ad intervenire per bloccarla!

A questo punto, vi rifacciamo rileggere quel che ITALIADOC denunciò quasi due anni fa, e che oggi si realizza puntualmente (e sconsideratamente).

PRIMA PUNTATA

L’ATTACCO ALLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI

La svendita degli asset pubblici per salvare le banche

Recentemente, in una intervista su Sky, la senatrice Linda Lanzillotta di Scelta Civica, il partito fondato da Mario Monti e Pierferdinando Casini, poi spaccatosi in due tronconi, ambedue tuttavia alleati del Governo, moglie del “compagno di merende”  di Bettino Craxi, Franco Bassanini, ormai da anni ceo di Cassa Depositi e Prestiti, ha rivelato che Matteo Renzi è andato a casa sua a perorare la causa  di inserire uno dei due, nella compagine ministeriale. Al che gli è stato risposto picche, in nome, crediamo, di una logica propensione per il “risparmio di casta”, visto che la somma dei due stipendi coniugali assomma a circa 100.000 e al mese!

Questa premessa per puntualizzare in che tipo di ambito andremo a discernere quella che si annuncia come la più grave truffa ai danni del popolo italiano di tutta la sua storia: la rapina perpetrata ai danni della Cassa Depositi e Prestiti (CDP), di cui, i giorni scorsi, vi abbiamo presentato la composizione e le finalità, che, guarda caso, sono di una complessità e variegabilità, da consentire ai “predatori”, di farla franca, nei confronti non solo di una classe politica ed economica ormai allineata, consensuale, e disattenta, per non dire complice, ma soprattutto del popolo più ingenuo e sciocco del mondo. Parallelamente verrà smantellata la diga finanziaria di Poste Italiane Spa, detentrice di oltre 230 miliardi di liquidità, derivante dal risparmio postale delle classi piccole  e medie dei risparmiatori, molti fuggiti a gambe levate dalle grinfie delle banche. E tutta questa rovina seguirà di poco l’altra grande predazione effettuata con l’operazione “rivalutazione quote Bankitalia”, dove agli istituti di credito italiani privati più esposti sono stati “donati” 7,5 miliardi di soldi pubblici, “brevi manu”.

Fino al 30 giugno 2010, le sorti dei due istituti, infatti, camminavano parallelamente. CDP deteneva il 35% di Poste Italiane, le quali, per il 65% restavano in mano al Ministero Economia e Finanze (Mef). In questo modo andava a detenere il 35% di 230 miliardi, e incassava un dividendo di oltre 500 milioni l’anno.

Il Governo Monti, ad un certo punto, decise che CDP restituisse il malloppo al Mef, che così ridiventò unico azionista di Poste. Ma CDP si liberò anche del 17,3% di azioni Enel e il 50% di azioni Stmicroelectorincs (sic!). In cambio, udite udite, a CDP fu riconosciuto un pacchetto azionario di Eni, cioè il 30% di Snam.

Proviamo ad entrare nel cervello multipolare del professore e di chi l’ha seguito: se CDP, per ipotesi, dovesse diventare la classica banca “alla tedesca” in grado di finanziare esclusivamente le imprese, e non solo pubbliche, per fornirgli questa ottima funzione, andrebbe ricapitalizzata, dopo l’uscita di Poste. Noi temiamo, invece, che questa ricapitalizzazione, alla fine porterebbe solo soldi al Tesoro, che, con un bel giro di valtzer, li destinerebbe –indovinate?- alle banche, a cui i 7,5 miliardi derubati al popolo italiano da Bankitalia, non sono sufficienti per campare.

Questo gioco di bussolotti è presto scoperto, dalle ultime volontà del Governo Letta, cui seguiranno i fatti del Governo Renzi: le cosiddette privatizzazioni in ambito CDP e in ambito Poste. Che riguarderebbero:

-il 3% del capitale Eni (da ristornare con un buyback dall’azionariato CDP);

-80% di Sace e Grandi Stazioni, per quanto riguarda CDP:

-40%, per quanto riguarda Poste Italiane Spa.

Contemporaneamente CDP Reti, dopo aver acquisito Terna (29,9%), Snam (30%), si appresterebbe a entrare in Rete Telecom almeno con il 30%. In questo modo assicurandosi la distribuzione energetica a livello nazionale (balle!).

Saccomanni avrebbe ricavato da questo puzzle dai 2 ai 3 miliardi, che sono bruscolini. Lo stesso valgasi per il 2 miliardi ricavabili da Poste. Insomma il Tesoro avrebbe avuto 5 miliardi a disposizione, che guarda caso, il neo-Governo Renzi sta già contrabbandando come suoi. Ma per favore non veniteci a raccontare che saranno destinati al cuneo fiscale, per altri 14 € al mese a disposizione dei lavoratori!

In realtà sono spiccioli che vanno a placare un po’ la sete dei bilanci asfittici delle banche, le quali, non sappiamo ancora bene cosa ci faranno, dopo che Basilea III ha scardinato i divieti di investimento in “derivati” pur di immettervi “falsa” liquidità: questo a dimostrazione che l’Eurotower ha comunque e sempre in testa di salvaguardare i banchieri, anche quelli che rubano, piuttosto che i popoli!

Un'altra dimostrazione di come i nostri governanti abbiano le idee confuse, e al tempo stesso, delinquenziali, è data dalla convenzione ABI-CDP voluta a suo tempo dal ministro Lupi che prometteva il rilancio dei mutui-prima casa, verso le giovani coppie, le famiglie numerose o in cui albergassero disabili. Era il 23 novembre 2012. Le banche ricevettero da CDP la bellezza di 5 miliardi, perché, in realtà solo 2 erano destinati al primo, nobile uso. Gli altri 3, udite udite, al contrario, destinati all’acquisto di obbligazioni garantite da mutui già erogati dalle banche, il famoso “subrime” che causò la crisi epocale del 2007-8 negli Stati Uniti (in poche parole, se i mutui a garanzia dell’obbligazione non vengono pagati, la stessa torna ad essere un derivato insoluto!).

Noi temiamo che anche gli altri 2 miliardi abbiamo fatto la stessa fine, dato che agli sportelli bancari delle 21 banche che aderirono all’iniziativa di  tre mesi fa, non ne sanno nulla!

Per farvi rabbrividire ancora di più vi parliamo un attimo delle nuove regole di Basilea III, che, tra l’altro immette per tutti gli istituti maggiori (quelli più travagliati e insolventi), la regola del “leverage ratio” almeno del 3%. Significa, ma sedetevi per non svenire, che una banca deve disporre almeno di un capitale, derivante e versato da soci e azionisti, di almeno il 3% dei suoi attivi. Cioè fatti 100 € in prestiti e investimenti, almeno 3 devono essere suoi. I restati 97 possono derivare dai clienti, dai creditori, o a debito. Perciò le conclusioni sono da film-horror: intanto significa che le banche non hanno mai rispettato neppure questo minimo e risibile “leverage”, e quindi hanno speso solo i soldi della clientela, e non hanno in cassa  neppure 1 € proprio; la conseguenza è che, in caso di fallimento degli istituti, a pagare saranno solo i clienti, gli obbligazionisti o i creditori (come già accaduto, del resto, a Cipro e in Grecia).

E questa sarebbe la garanzia che l’Unione Europea di questi criminali dovrebbe dare ai popoli, già traviati e vessati!

Perciò, la CDP sta raggranellando il contante necessario a che le banche giungano a questo 3%, che ha lo stesso significato deleterio  dell’altro 3%, quello della percentuale debito/pil, nient’altro. Una sporca operazione di mistificazione per trasformate questo tesoretto in un guscio vuoto da cui transiteranno, verso l’annichilimento, i nostri asset industriali più valorizzati, e quindi ciò che appartiene al popolo!

Sperare nelle idee del commissario alla spending-review ex-FM Cottarelli o nel nuovo ministro dell’Economia, Padoan, ex-FMI, ex-OCSE, e figlio naturale della Troika, è come guardare gli asini che volano: questa gente è qui solo per derubarci di quel poco che ci resta. (ITALIADOC)

 

 

 
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Commenti al Post:
dimariamonicaa
dimariamonicaa il 13/04/16 alle 20:17 via WEB
Buonasera Sig. e Sig.ra, Avete un progetto ? Una necessità di finanziamento o altri ? Potete ottenere di prestito al tasso d'interesse di 2% all'anno a più di € 500.000. N/B: “Un credito vi impegna e deve essere rimborsato. Verificate le vostre capacità prima di impegnarsi„. Conttato: pavelvlasak19@hotmail.it
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