« Digiland Libera | Uomo dalla pelle scura » |
Un approfondito conoscitore degli uomini già dall'VII secolo prima di Cristo, è sicuramente Omero. Lui, aveva ben compreso quale sorte sarebbe stata destinata alle donne nel corso dei millenni a causa di un chimerico eroismo maschile.
Prima di tutto perché noi donne dobbiamo fare sempre la figura delle o delle sante o delle zoccole? Ma la verità non è sempre nel mezzo?
Comunque ieri navigando nel web, mi sono imbattuta in un canto dell' Odissea ed ovviamente la mia parte non rieducabile si è subito risentita. Ho immaginato una Penelope lacerata dal dolore al pensiero del marito eroe, ho dedotto che Ulisse abbia sposato un'idiota poiché per dieci anni non ha fatto altro che tessere una tela di giorno per poi disfarla di notte. Anche i Proci però, non li definirei propriamente vispi: la cosa certa è che sicuramente non s'intendevano di ricamo. Così la moglie a casa lava, stira, cresce un figlio, sfama un cane, tiene a bada dei maschi famelici (toccandosi di nascosto), perché non potrebbe mai perdonarsi di aver tradito un uomo che a parer suo si sta "smazzando" per la sua Patria.
E brava la tonta. Intanto lui con la scusa di coercizzare l'informazione segreta, si tromba Circe per un anno facendole sfornare di sicuro un figlio. Poi si fa legare all'albero della nave, poiché nella traversata ha paura di farsi anche le muse.
Ed infine, rimane sette anni con Calypso nei suoi giardini incantati (mi piacerebbe sapere di che flora si tratta). Si narra che il valoroso guerriero piangesse dopo il post-coitum affinché gli dèi lo riportassero dalla moglie. Sarà stato senso di colpa? Certo è che anche qui inseminetor coccodrillus ha sfornato figliolanza.
Quindi l'impavido maschione Acheo in realtà combatte per due miseri anni, raccontando stronzate postume per salvarsi le chiappe. Bugiardo!
Gli altri otto gli impegna a combattere con il suo péne, piagnucolando come un pupo, raccomandandosi alle alte sfere dell'Olimpo di farlo tornare a casa.
I maschi nonostante le amanti, tornano sempre a casa dalla mogli, verità atavica.
Le donne dimostrano ancora per una volta di ragionar da principesse: idealizzano il proprio uomo (me compresa), negano la realtà dei fatti, curando le ferite del piagnone che alla prima febbre invocherà il suo nome come fosse un' angelo caduto dal cielo. Ah, Ulisse smettila di millantare coraggio e pentimento, ché ormai non ci crediamo più. E togliti quel vestito da barbone che a tua moglie non fai più pena.
Grazie Omero, se ti avessi letto prima mi sarei risparmiata tante pixxe mentali :-)
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