Creato da Clandestina_74 il 13/06/2008

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Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 09 Settembre 2008 da Clandestina_74

Nico parte n 3

Inutile dire che il terrore mi paralizzò, non era la prima volta che diventava violento ma non l’avevo mai visto così. Giunta a casa le gambe ancora mi tremavano, non dissi nulla hai miei familiari e decisi che per qualche tempo avrei proseguito quella relazione. Spaventata oltremodo dalle sue minacce.

 I mesi trascorsero velocemente e arrivò la primavera, ottenni il lavoro di p.r. capo, inoltre  Valerio informò che Nicolas aveva espresso il desiderio di conoscermi, poiché riteneva che avessi tutte le qualità per essere una buona collaboratrice: aveva notato con quanta cura avevo organizzato quella festa di Natale alcuni mesi prima, lusingata da quei complimenti diedi la mia disponibilità ma Nicolas che con il fratello Stefano possedeva due studi legali di cui uno in città e uno a Zurigo era sempre molto occupato, tanto da non riuscire a trovare un piccolo ritaglio di  tempo per passare dal Diana, la cosa infondo non mi dispiaceva,  poiché consideravo Nicolas un vecchio pedante avvocato, pertanto non avevo nessuna voglia di incontrarlo.

Quelle che seguirono furono settimane abbastanza serene avevo trovato un lavoro estivo come segretaria presso uno studio legale, mi piaceva, inoltre ero collaboratrice al Diana con il benestare di Nicolas, avevo pochi ma fidati amici.

 La mia relazione sentimentale però andava sempre peggio, infatti da quando lavoravo stabilmente per Valerio la sua gelosia era arrivata a livelli allucinanti, era arrivato addirittura a ipotizzare che per ottenere quel lavoro avessi fatto l’amore con il titolare, era stato inutile cercare di convincerlo e che per quanto ne sapevo poteva essere gay. Lui né era convinto e niente e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea. Avevo persino cercato di fruttare quella sua convinzione a mio favore usandola come pretesto per chiudere quella relazione ma lui stoico mi disse che mi amava e che mi perdonava, era il limite del paradosso. 

Spesso, durante i rarissimi momenti di intimità che gli concedevo, mi ritrovavo a pensare all’uomo incontrato nel parco, questo mi procurava  una sorta di piacere perverso, lui invece approfittava di quei rarissimi attimi per concepire un figlio, espediente patetico e vano per tenermi legata a lui infatti mentre  si impegnava in questo  folle progetto, io avevo iniziato a usare un metodo contraccettivo, l’ultima cosa che volevo in quei giorni era un figlio da lui!

 Emilio naturalmente non era a conoscenza di questo e vedendo che i suoi forzi non ottenevano il risultato sperato diveniva sempre più frustrato e violento rendendo la mia vita in quelle settimane un vero e proprio incubo.

Ero al limite della sopportazione quando il destino decise di farmi un regalo.

Quella sera eravamo ospiti all’inaugurazione di un nuovo locale, mi aveva portata li nel tentativo di farsi perdonare l’ennesima scenata di gelosia: nel pomeriggio infatti, ero stata al Diana, Valerio mi aveva  affidato il compito di preparare festa per il compleanno per Nicolas, mentre definivamo i dettagli, come di consueto, avevo spento il cellulare ciò aveva mandato su tutte le furie Emilio che aveva tentato ripetutamente di mettersi in contatto con me. Non che ci fosse un reale bisogno di parlare quello era il suo modo di sorvegliarmi. Alla mia mancata risposta era piombato al Diana e fece una sceneggiata davanti a tutti tanto che Valerio suo malgrado fu costretto a prendere le mie difese. Dopo lunghe discussioni Emilio comprese  che il suo comportamento era stato riprovevole, si profuse quindi in scuse con Valerio e successivamente mi propose di accompagnarmi in quel locale.

Solo per evitare ulteriori discussioni decisi di accettare ma proprio quella sera e proprio in quel locale rividi nuovamente l’uomo del parco, si trovava li con un gruppo di persone ma il cuore e il mio sguardo riconobbero subito, da quell'istante Emilio smise di esistere m' imponevo di non guardare nella sua direzione ma i miei occhi erano sempre  rivolti a lui.

Emilio, per qualche tempo sembrò non notare la cosa e continuo imperterrito a parlare di matrimonio bambini e quant’altro, io continuavo a prestargli l’attenzione che si concede ad una mosca fastidiosa purtroppo dopo qualche tempo  notò il mio comportamento e decise che dovevamo andarcene, si alzò quindi per andare a pagare le consumazioni, lasciando cosi campo libero all’uomo misterioso.

-          Buonasera. Disse porgendomi l’accendino, che cercavo disperatamente nella mia borsa, sempre invasa da mille cose inutili.

-          Buonasera risposi mentre mi accendevo la sigaretta.

-          E’ la seconda volta che le accendo una sigaretta e non so nemmeno come si chiama.

-          Nemmeno io sono a conoscenza del suo nome!

-          Nicolas, disse lui porgendomi la sua mano notai cosi che portava la fede e il mio cuore ebbe un sussulto. Non ebbi comunque il tempo di stringere quella mano.

 Emilio, infatti, ci aveva raggiunti e afferrandomi per un braccio mi trascinò via lasciandomi solo il tempo di mormorare – Buonasera.

Nel parcheggio avemmo un’accesa discussione, dove entrambi demmo sfogo a tutta la nostra rabbia e frustrazione.

-          Michela, non è possibile che io non possa lasciarti sola un attimo che subito ti ritrovo in compagnia di qualche sconosciuto! E poi posso sapere quello stronzo chi è?

-          Veramente non lo so e se anche lo sapessi, credo che non sarebbero affari tuoi!

Emilio, si sedette al posto di giuda la testa tra le mani.

       -    Adesso tu mi devi spiegare perché non mi vuoi sposare e perché io e te non abbiamo ancora concepito un figlio.

Lo guardai e scoppiai in una risata e nel tentativo di ferirlo dissi

-          Forse perché tu sei sterile, hai mai preso in considerazione quest’ipotesi? Le mie parole lo colpirono. Accese il motore dell’auto, e non oso controbattere.

 Alcuni minuti dopo dissi

-          Portami a casa sono stanca  ed inoltre per stasera di te né ho abbastanza.

-          Miky, perché vuoi tornare a casa sono solo le 22 tu solitamente rientri più tardi dai facciamo pace ti porto dove vuoi.

-          No!  Ti ho già detto che sono stanca portami a casa.

 Emilio, tento di farmi cambiare idea ma fui irremovibile non volevo passare la serata con lui. Avevo intenzione di tornare nel locale che avevamo appena lasciato, naturalmente da sola, volevo conoscere meglio Nicolas.

 
 
 
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