Suona la sveglia…
Ti alzi, svogliato come ogni mattino.
La caffettiera è già pronta dalla sera prima, ti siedi e intanto che aspetti il gorgogliare del caffè guardi cosa succede nel resto del mondo.
Da Facebook magari, o da qualche sito di notizie.
E quello che si legge è sempre più somigliante a un bollettino di guerra.
Con notizie che non ti aspetti nemmeno di leggere e a cui è difficile credere..
Sono notizie che fanno pensare.
Se 50 anni fa nessuno si sognava nemmeno lontanamente che potessero succedere certe cose, cosa succederà tra altri 50 anni?
Come vivranno i nostri figli?
Solo di alcuni giorni fa è la notizia che la notte di capodanno a Colonia centinaia di donne umiliate e palpeggiate da migliaia di uomini di origini arabe o nord africane.
Dopo appena qualche giorno, altra notizia sconvolgente, questa volta in Italia.
A Vignola, in provincia di Modena, alcuni ragazzini sono stati minacciati con una pistola, da uomini della stessa provenienza che avrebbero chiesto loro se credevano in Dio o in Allah…
Sono solo alcuni degli episodi che ormai quotidianamente si verificano in Europa.
Guardavo un film pochi giorni fa.
Un film degli anni 70. Dove un giovane Tomas Milian a Roma cercava disperatamente un uomo di origini albanesi. E l’unico che riusciva a trovare era uno che di cognome faceva appunto Albanese.
Oggi le cose sono ben diverse.
Probabilmente uno straniero in terra italiana lo si trova in meno di 3 secondi.
Il problema nasce quando lo straniero porta con sé le sue usanze, le sue tradizioni e i suoi costumi. E volontariamente o involontariamente cerca di imporli a chiunque.
E purtroppo molto spesso si tratta di usanze che non seguono esattamente una linea pulita.
C’è poco da discutere. Alcuni popoli hanno idee politiche, religiose e culturali completamente diverse dalle nostre. Niente da dire su questo. Altri crescono e vivono in territori dove la guerra è qualcosa che fa parte della vita giornaliera. Dove arroganza e prepotenza sono caratteristiche comuni.
Ma quando le due cose si mischiano in territori dove siamo abituati a convivenze pacifiche e chi impone certe regole sono un numero imponente da non sottovalutare, ecco che nascono le intolleranze. Che inevitabilmente si scontrano prima con i rifugiati e dopo con coloro che a ragione intendono difendere e aiutare chi viene in cerca di aiuto.
Ma prima di aiutare forse bisognerebbe stabilire se si è in grado di farlo. E se si, fino a che punto.
Stabilire vantaggi e svantaggi.
Ma noi siamo andati oltre. Molto oltre.
Siamo talmente avanti che ci stiamo lasciando sopraffare.
Allora la domanda è….. Siamo razzisti o ragionevoli?
“La guerra va incontro a tutte le esigenze, anche a quelle pacifiche.”
Bertolt Brecht
Inviato da: kalidas
il 17/01/2016 alle 16:29
Inviato da: mara_dolcemara
il 17/01/2016 alle 15:09