LO STRUMENTO MAGICO

laboratorio interattivo di consapevolezza

Creato da lo_strumento_magico il 22/06/2012

INDICE

INDICE
Lo strumento Magico

1.  La Conoscenza di sé

2.L'attenzione divisa

3. stati di consapeovolezza

4. L'identificazione

5. Essenza e Personalità

6. Approfondimento: la frammentazione dell'io

 Commenti al post precedente

7. Ostacoli

8. Una metafora

9. i centri e le funzioni

10. Come funzioniamo?

 

 

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Lo Strumento Magico - 15 - La coerenza del cuore, un approccio nuovo al problema dello stress

 

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stress Stress....

Come liberarsene ?

 

Lo sapevi che .... Lo schema del ritmo cardiaco riflette lo stato emotivo della persona? E questo è verificabile con l'elettrocardiogramma.

Molte emozioni e sentimenti possono essere causa di stress: paura, preoccupazione, tristezza, solitudine, nervosismo, insofferenza, irritazione, rabbia, noia, incostanza, umiliazione, gelosia, senso di colpa, avidità, invidia, risentimento... 

 La maggior parte delle persone ritiene che le emozioni siano qualcosa che "capita" e che non si possono cambiare, ma recenti scoperte di McCraty e Childre (2002) dell'Ist. di HeartMath, hanno appurato che non è così e che invece noi abbiamo il potere di cambiarle ma è necessario imparare ad usare questo potere che abbiamo e qui di seguito troverai una tecnica per incominciare a sviluppare questo nostro potere.

 TECNICA DELLA COERENZA IMMEDIATA

E' stato anche appurato che i ritmi cardiaci coerenti e le emozioni positive potenziano la risposta immunitaria, migliorano l'equilibrio dei sistemi ormonale e nervoso e alleviano il dolore, facilitano la funzione cerebrale corticale o di livello superiore, mentre le emozioni stressanti e i ritmi caridaci disturbati inibiscono la capacità di organizzare coerentemente i pensieri o di ragionare con lucidità.

Inoltre il laboratorio di HeartMath ha scoperto che il campo elettromagnetico generato dal cuore varia al variare dello schema del ritmo cardiaco. cceQuesto campo si estende al di fuori del corpo e può essere misurato ad alcuni metri di distanza. Quando si provano emozioni si emettono onde che influiscono sulle persone che ci circondano... e qui le conseguenze di questa scoperta sono veramente sorprendenti e ci permettono anche di capire noi stessi e gli altri molto meglio.

 A questo proposito HeartMath propone degli esercizi. Il primo è quello che trovi qui di seguito (tratto dal libro di Doc Childre & Deborah Rozman "La soluzione HeartMath per trasformare lo stress", ed. Amrita)

 

1.  Focalizzarsi sul cuore

 Focalizzate la vostra attenzione sull'area del cuore.  Per farlo: concentratevi sull'alluce destro e muovetelo leggermente. Poi  concentratevi sul gomito destro e muovetelo leggermente.  Ora trasferite la vostra attenzione al centro del petto, sull'area del cuore (N.B. il cuore non è collocato a sinistra ma è assai vicino al centro, dietro lo sterno). Per favorire la concentrazione potete appoggiare una mano sul petto, sopra il cuore. Se la mente divaga, continuate a riportare l'attenzione sull'area del cuore.

 2.   Respirare attraverso il cuore

Mentre vi focalizzate sull'area del cuore, immaginate che il vostro respiro ne fluisca dentro e fuori. Questo contribuisce a far sì che la mente e l'energia si mantengano concentrate nell'area del cuore e che la respirazione e il ritmo cardiaco si sincronizzino.

 Inspirate lentamente dal cuore contando fino a 5 o 6

  • Espirate dal cuore altrettanto lentamente (contando fino a 5 o 6)
  • Continuate finché il respiro diventa naturalmente regolare ed equilibrato.
  • Continuate fino a che non trovate un ritmo interiore naturale che vi sembri adatto per voi.

3.   Rievocare sentimenti positivi

Continuando a respirare attraverso l'area del cuore rievocate un sentimento positivo, legato a una situazione in cui vi siete sentiti bene interiormente e cercate di riviverlo. Può trattarsi di apprezzamento o sollecitudine nei confronti di una persona particolare, o di un animale, o di un luogo che vi piace o di un'attività che vi ha divertito. Consentitevi di rivivere questo sentimento positivo di apprezzamento o sollecitudine. Se non ci riuscite, niente di male: provate a far emergere un sentimento generico, ma sincero, di apprezzamento o sollecitudine. Una volta individuato questo sentimento positivo lo potete mantenere vivo continuando ad applicare i tre punti descritti qui sopra.

  Facile no? Provare per credere!!!

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Lo Strumento Magico - 14 - LA CONOSCENZA DI SE è LA PORTA VERSO LA LIBERTà

Post n°23 pubblicato il 12 Agosto 2012 da lo_strumento_magico

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porta

La conoscenza di sé

è la porta

verso la libertà 


Clicca sulla foto a lato per un video tratto dai pensieri di Khalil Gibran

Quando ci identifichiamo con la nostra personalità (uno dei molteplici io di cui abbiamo già parlato) la nostra coscienza usa il circuito programmato delle memorie (Lo Strumento Magico - 11)  e allora... non siamo altro che macchine, robot!

In questo caso infatti i nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre azioni e le scelte della vita quotidiana non provengono dalla volontà del nostro essere profondo, della nostra essenza, della nostra anima,  ma possono provenire soltanto dai meccanismi automatici di risposta agli stimoli dell'ambiente. E' la macchina a rispondere.

La maggior parte delle persone non si pone domande sulle proprie reazioni, preferenze, simpatie e antipatie. Ne è convinta e pensa che ciò che percepisce, prova o desidera sia vero, reale, sia "se stessa", mentre è solo un programma riattivato dal mondo esterno. Di fatto non è altro che una falsa identità robotica, programmata dal passato (memorie ancestrali, condizionamenti infantili, inconscio comune, ecc.). E' l'ego che dirige e organizza ogni cosa, dandoci l'illusione di poter scegliere liberamente. Agendo a questo livello di coscienza non abbiamo assolutamente nessuna consapevolezza e quindi nessuna libertà: le nostre azioni dipendono da un ego "programmato" nel passato e questo ci priva totalmente  della libertà di scegliere le risposte più adatte alla situazione presente.

inconscio

 Anche la nostra libertà esteriore viene meno. Questo meccanismo mentale-emozionale primitivo ci rende infatti  altamente manipolabili, perché le nostre reazioni sono prevedibili, come un quadro di comando con i suoi pulsanti... Basta premere un pulsante per avere una certa reazione.... Ci lamentiamo di essere manipolati? Ma... veniamo manipolati solo perché siamo manipolabili!

Per essere veramente liberi dovremmo essere in grado di controllare (e non reprimere!) le nostre emozioni.... ma l'essere umano medio è cosciente solo del 5% delle sue attivitià quotidiane, mentre il 95% proviene dall'inconscio. (liberamente tratto da: Usare il Cervello del Cuore di Annie Marquier)

La scienza ci dice che la mente conscia riesce a elaborare 40 impulsi nervosi al secondo, il che significa che 40 nervi arrivano per così dire nella mente conscia ovvero che ogni secondo si riesce a  gestire l'informazione di 40 nervi. Nel subconscio invece, siamo in grado di gestire 40 milioni di impulsi. La mente del subconscio è un milione di volte più potente della mente conscia.

 40 milioni a cosa corrisponde?  Nella  foto di un paesaggio che vediamo sul PC immaginiamo che ci siano 40 milioni di piccoli pixel  di colori che generano questa immagine digitale sul computer. Ogni  pixel è come un impulso nervoso che arriva nel cervello. Quindi in un secondo di quest'immagine quanto ha visto la mente cosciente? Solo 40!  Mentre il subconscio li ha visti tutti! Il subconscio è un milione di volte più potente quando osserva il mondo, rispetto alla mente conscia.

inconscio

E noi, quale mente usiamo? Quella conscia o quella subconscia? Dobbiamo sapere che è l'inconscio che plasma le nostre  decisioni,  Questo è importante per capire perché la tua vita non va come tu vorresti. Secondo i neuroscienziati cognitivisti siamo consapevoli soltanto del 5% della nostra attività cognitiva. Questo significa che quotidianamente noi viviamo solo il 5% della nostra vita con la mente cosciente. Il 95% della nostra vita viene attivato dai programmi dell'inconscio. Questo vuol dire che solo il 5% del tempo viene gestito con la mente conscia, che ha ambizioni, desideri, aspirazioni, pensiero positivo ..., mentre  il 95% funziona con l'inconscio. E' logico dunque che si abbiano problemi  ad ottenere quello che vogliamo.

Nell'inconscio ci sono le esperienze, ma soprattutto i programmi che abbiamo acquisito dagli altri. Per questo non vivi la vita che vorresti vivere. Perché quello che tu vuoi o non vuoi proviene dalla mente conscia che  gestisce solo il 5% della tua vita. Se ti chiedo: quanto della tua vita è il risultato dei tuoi desideri, delle tue aspirazioni, la risposta è:  il 5%. Il resto viene dall'inconscio. Tu stai vivendo primariamente la vita che altri hanno programmato che tu vivessi. Ora ti rendi conto del perché non sei libero e hai problemi a ottenere quello che vuoi? Perché devi lottare per ottenerlo? Perché solo il 5% delle volte tu vai verso quei desideri, mentre per il 95% sei rivolto al programma, alla programmazione antica. (da una conferenza di Bruce Lipton, biologo molecolare di fama internazionale)

Ti rendi conto ora di come è importante imparare ad essere consapevoli  ora per ora, minuto per minuto, attimo per attimo... durante la notra vita quotidiana?

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Lo Strumento Magico - 13

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serratura

Abbiamo visto ne "Lo Strumento Magico -12- che la nostra percezione della realtà è deformata da cariche emozionali irrisolte, da memorie ancestrali, dall'inconscio collettivo ed anche dai condizionamenti messi in atto - anche in modo inconsapevole - dall'ambiente in cui abbiamo vissuto la nostra infanzia, ambiente che comprende le convinzioni e i modi di pensare che poi sono diventati "nostri" e la cui origine è completamente sepolta nell'inconscio.

E' ora che esaminiamo i nostri credo, le nostre convinzioni, i nostri modi di pensare con più consapevolezza, confrontandoci con elementi che possono anche contraddire quello che finora abbiamo creduto essere inconfutabile verità. Pensiamo con quanta fatica le "nuove" idee di Galileo si sono potute fare strada! Solo dopo aver affrontato la condanna di chi temeva, attraverso di esse, di perdere il potere e non solo... è necessario considerare, oltre ad altri elementi, anche la paura del "nuovo" che quasi sempre paralizza le menti.porte

Questo blog ti propone ora di andare incontro al "nuovo" con una "nuova" mentalità. Una mentalità pronta ad analizzare  obiettivamente dei dati senza condanne, scandali, accuse o sensi di colpa... semplicemente analizzare delle nuove possibilità di conoscenza di cui la scienza ci sta dischiudendo le porte...

Ed è con questo spirito che viene qui proposta un'intervista con Mauro Biglino, uno studioso della Bibbia, conoscitore profondo delle lingue antiche e traduttore egli stesso di testi biblici. (clicca sulla porta aperta qui a lato per il video)

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LO STRUMENTO MAGICO - 12 - RICORDARE SE STESSI

Post n°21 pubblicato il 04 Agosto 2012 da lo_strumento_magico

risvegliato

 

Chi è un risvegliato, un santo, un illuminato?...

E' un essere che, pur svolgendo la propria esistenza  nel mondo della dualità, che è  illusorio, vive però stabilmente in uno stato di consapevolezza tale per cui ricorda costantemente chi è.

 Nel lavoro di autoconoscenza il più grande nemico, è la presunzione di sapere, la presunzione di essere già sveglio, mentre ancora siamo completamente identificati con la nostra "macchina biologica". Se vogliamo ricordarci di noi dobbiamo incominciare a interessarci più da vicino alla nostra "macchina" e vedere come effettivamente funziona, in modo da poterci (e poterla) osservare con più consapevolezza.

Possiamo incominciare con un esercizio molto semplice: osservare quando compiamo un'azione, qualunque essa sia, quale funzione si attiva, se l'intellettuale, l'emozionale, l'istintiva oppure la motoria (vedi "Lo Strumento Magico - 9 -). La prima cosa che noteremo è che pur volendo fare questo esercizio e pur avendo stabilito dei tempi per farlo, ci "dimentichiamo" di farlo....

In effetti ricordare sé stessi è un lavoro molto difficile, che dura anni e che solo poche persone riescono a metterlo in pratica 24 ore su 24... sono coloro che chiamiamo santi, illuminati, risvegliati...

 Se vogliamo aumentare la nostra consapevolezza possiamo chiederci spesso durante la nostra giornata: "Ci sono in quello che dico, faccio, penso... " sono presente ai miei pensieri, alle mie azioni?...."

 Possiamo imparare a conoscere noi stessi anche analizzando come viviamo il rapporto di coppia (o anche altri rapporti interpersonali)

   "Uno dei rischi che si corrono all'inizio del rapporto è quello di idealizzare l'altro e costringerci a non vedere i suoi difetti. E' infatti troppo arduo ammettere di esserci innamorati di qualcuno che ha anche dei difetti. Non riusciamo ad amare i difetti dell'altro, quindi chiudiamo gli occhi e li ignoriamo. In seguito però, quando diminuisce la passione, a causa della Legge di Compensazione, l'idealizzazione finisce e i difetti emergono. Allora resteremo profondamente delusi e odieremo ciò che prima avevamo amato, anche se l'altro è rimasto sempre se stesso.

coppia 1

Ma i difetti del partner sono solo una nostra proiezione. Il meccanismo più comune che scatta all'interno della coppia consiste nel proiettare sopra il partner le nostre mancanze; questa è conosciuta come Legge dello Specchio. Quando saremo pronti per amare in maniera incondizionata faremo il contrario; ci focalizzeremo sulle presunte mancanze dell'altro, capiremo che in realtà sono nostre proiezioni e allora ci sforzeremo di vederle con occhi nuovi e amarle, prima dentro di noi e poi nel nostro compagno. Per adesso ci manca il coraggio di farlo.

coppia2

 Nel momento in cui stiamo bene con noi stessi, lasciamo che l'altro sia come vuole essere, non lo critichiamo e non tentiamo di manipolarlo, perché non deve più tamponare i nostri buchi psicologici. Di norma vorremmo cambiare nel partner ciò che inconsciamente non sopportiamo di noi, quando avremo indagato a fondo noi stessi e accettato ogni parte, allora riconosceremo la libertà dell'altro di essere ciò che è.

Inoltre quasi invariabilmente proiettiamo sul partner le caratteristiche dei nostri genitori. Di norma scegliamo un compagno che possiede gli aspetti del genitore che ci ha amato di meno. I lati più immaturi del partner sono simili a quelli che possedevano nostro padre o nostra madre. Se nostro padre era assente avremo un compagno assente, se nostra madre era possessiva avremo una compagna possessiva, se ci siamo sentiti abbandonati troveremo qualcuno che ci abbandona... e così via. Più riusciremo con il tempo a elaborare ciò che abbiamo subito psicologicamente da bambini, meno il nostro partner dovrà corrispondere ai nostri schemi precostituiti.

Ora facciamo un parallelo fra la coppia convenzionale e la coppia essenziale.

Coppia convenzionale - scegliamo il partner secondo standard convenzionali; la bellezza fisica, le capacità intellettuali, la posizione sociale....
Coppia essenziale - scegliamo un partner perché abbiamo un livello evolutivo simile e un obiettivo evolutivo comune. Percepiamo una risonanza direttamente sul piano dell'anima (affinità elettiva). Pertanto diveniamo "compagni sulla Via"

coppia 3

 Coppia convenzionale - basata sulla chiusura: nessuno entra nella sfera di interesse della coppia se non chi può essere utile alla coppia stessa e chi non la mette in pericolo. Di norma riduciamo la frequentazione degli amici.
Coppia essenziale - basata sull'apertura al mondo; ci teniamo per mano, ma al contempo guardiamo avanti verso un obiettivo di natura animica; la crescita interiore e l'aiuto agli altri.

 Coppia convenzionale -cerchiamo unicamente la sicurezza: tendiamo a non fare nuove amicizie o cambiare troppo i nostri interessi, perché questo potrebbe mandare in crisi la coppia. Crediamo che rimanendo nell'ambito del conosciuto ci siano meno pericoli per la nostra unione.
Coppia essenziale - Cerchiamo l'avventura del nuovo.

coppia 4 Coppia convenzionale - Ci sforziamo di corrispondere alle aspettative dell'altro; al contempo lo manipoliamo sottilmente per farlo corrispondere alle nostre aspettative ("Se vuoi che rimaniamo insieme devi fare carriera ... devi diventare più colto ... più pulito..."). Non ci interessa l'evoluzione dell'altro, ma solo il fatto che debba corrispondere ai nostri desideri e alla nostra visione di "coppia ideale".
Coppia essenziale - Evolviamo e aiutiamo l'altro a evolvere come anima, sostenendolo nel suo percorso di crescita.

 Coppia convenzionale - Abbiamo bisogno dell'altro per essere qualcuno e non sopportiamo di stare da soli. Non possediamo una ragione di vita come singoli. Si crea dipendenza.
Coppia essenziale - Ciascuno è un individuo emotivamente autosufficiente e la sua felicità non è assoggettata al legame con l'altro. Talvolta sentiamo anche il bisogno di trascorrere del tempo da soli, lontano dalla famiglia e dal partner. Si crea indipendenza.

coppia 5 Coppia convenzionale - Si stabilisce il possesso, che è un aspetto della personalità: "Tu sei solo mio/a". La libertà che concediamo all'altro è solo finta, perché subordinata alla paura che la nostra personalità possa soffrire a causa delle sue decisioni: "Sei libero di fare quello che vuoi.... A patto che non mi fai stare male!"
Coppia essenziale - Si stabilisce il sentimento di appartenenza,  che è un aspetto dell'anima: sentiamo che l'altro è parte di noi e noi siamo parte di lui, ma riconosciamo al contempo l'assoluta libertà di decisione di entrambi.

 

coppia 6Coppia convenzionale - Noia. Crediamo di sapere già tutto del partner e del nostro rapporto, quindi si crea la routine. La  mancanza di nuovi obiettivi, la ricerca della sicurezza nella ripetizione delle stesse azioni e nella frequentazione degli stessi posti, fanno sì che a un certo punto il rapporto diventi frustrante, anche il rapporto sessuale.
Coppia essenziale - Creatività e avventura. Con ilo trascorrere del tempo e l'evolvere di entrambe le coscienze, si entra sempre più in profondità nel rapporto e si scoprono sempre nuove sfumature dell'amore, nuovi aspetti del partner prima sconosciuti. Questo mantiene viva la passione.

 " La coppia essenziale non deve essere confusa con la dissolutezza e il libertinaggio. La coppia del futuro infatti non è la "coppia aperta" che andava di moda alla fine degli anni '60. Evolvere come coppia non significa cominciare a stare con due o tre uomini/donne contemporaneamente, perché questa sarebbe la distruzione della coppia, non la sua naturale evoluzione. Sarebbe la "libertà di coppia" all'ottava bassa, ossia nel suo aspetto inferiore.

Nella coppia essenziale non si pongono limiti all'amore, per cui ogni anima può provare questo sentimento per più anime contemporaneamente, e sentirsi in coppia con più persone per motivi differenti, ma ci sarà comunque una sola anima che sceglierà come "compagna  sulla Via" in quel dato momento della sua vita. Paradossalmente la coppia essenziale, anche se più libera, è molto più unita di quella convenzionale, proprio perché non si tratta di un'unione fondata sulla paura di perdere l'altro, bensì sul conseguimento di obiettivi che si trovano più in alto di entrambi." (Salvatore Brizzi "Risveglio" pag 216 e segg.)

RICORDARSI DI SÉ SIGNIFICA VIVERE REALMENTE,

MENTRE IDENTIFICARSI CON LA PERSONALITÀ

SIGNIFICA RIPIOMBARE NELL'ILLUSIONE DELLA NOSTRA MACCHINA BIOLOGICA.

 
 
 

Continuazione dell'approfondimento allo Strumento magico - 11 -

Post n°20 pubblicato il 31 Luglio 2012 da lo_strumento_magico
 

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carrozz

 La metafora di cui abbiamo parlato nel blog precedente illustra la SITUAZIONE DELL’ESSERE UMANO. Questo approfondimento è tratto da  un video di Salvatore Brizzi: "Alchimia contemporanea"

 

Abbiamo visto che la carrozza rappresenta il corpo fisico dell’essere umano. La carrozza - e quindi il corpo fisico - è collegato ai cavalli con  delle staffe di legno,quindi si tratta di un collegamento molto rigido. 

energia cavalli

I cavalli  rappresentano l’aspetto più passionale (anche l’aspetto sessuale) e  l’aspetto astrale emotivo. Quindi l’energia, l'energia trainante della carrozza, che è poi l’energia trainante dell’essere umano. La passione, l’energia sessuale, e tutte le sue emozioni trascinano letteralmentel’essere umano.

 

Al di sopra c'è il cocchiere. Il cocchiere è collegato al cavallo con le redini. Quindi si tratta di un collegamento meno forte del collegamento che c’è tra la carrozza e i cavalli che è invece di legno. Questo significa che il cocchiere per dominare i cavalli  deve faticare  di più.

 

Cosa rappresenta il cocchiere?

Rappresenta la mente, l’intelletto dell’essere umano. 

 Il passeggero della carrozza rappresenta la nostra anima. E’ lui che deve dettare la direzione della carrozza, è lui che deve dire dove vuole andare. Invece nell’essere umano normalmente o sono le emozioni o addirittura il centro sessuale, a decidere dove sta andando, oppure al massimo è il cocchiere, e quindi la parte intellettuale. 

 

Nell’essere umano, in cui  la parte intellettuale è molto sviluppata, è proprio questa a decidere qual è la direzione da seguire. Raramente è l’anima. Anche perché il collegamento tra l’anima e il cocchiere, è quello più sottile in assoluto. Cioè solo la voce.  

 

L’anima fatica a comunicare con il cocchiere, cioè con il centro intellettuale proprio perché questo collegamento è il più sottile che possiamo immaginare.

 

 

cocchiere

Eppure il cocchiere, da solo, non sa dove andare. Cosa può fare?

Quando il cocchiere si rende conto che se non ascolta lavoce dell’anima non sa dove andare e potrebbe andare nella direzione sbagliata, allora deve incominciare a STARE IN SILENZIO.silenzio
Il cocchiere è abituato a gridare ordini ai cavalli, ad essere agitato, così è la nostra mente. La nostra mente, essendo abituata a pensare, pensare, pensare… non ha la forza, il tempo, la capacità di ascolto per sentire cosa sta dicendo l’anima. Eppure questo è indispensabile.

E’ indispensabile che il cocchiere si tranquillizzi, che magari faccia andare più piano la carrozza, perché se la carrozza va molto forte, causa tanto rumore… 

Il nostro corpo - e anche i cavalli - causa tantissimo rumore.  Il cavalli possono anche imbizzarrirsi...  Quindi tutta questa prima parte e cioè i cavalli, la carrozza e il cocchiere si deve tranquillizzare e solo allora potrà ascoltare ciò che sta dicendo l’anima.  

La voce dell’anima è molto sottile, ma può essere sentita se ci mettiamo in una situazione di ascolto.

Quando il cocchiere si tranquillizza invece che guardare all’esterno, comincia a guardare all’interno.

interiorità

 

 

E’ bellissima questa analogia. Il cocchiere per poter rendersi conto di dove deve andare veramente, cioè di qual è la volontà dell’anima, deve smetterla di guardare quello che c’è intorno: l’ambiente, oppure i cavalli… deve incominciare a interiorizzare, cioè deve avere un atteggiamento intro-verso, rivolto all’interno,cioè sentire… prestare attenzione a ciò che sta accadendo dentro la carrozza perché dentro la carrozza c’è il passeggero; l’anima, che sa esattamente dove vuole andare.Fin tanto che il cocchiere guarda fuori, impegnato nel decidere dove andare, in realtà rischia di sbagliare. Quando invece smette di pensare a dove deve andare ma ascolta la voce dell'anima,è la voce dell'Anima che gli dirà dove andare.

 

 

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