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Ipotesi per il canone Rai: nella bolletta della luce

Post n°153 pubblicato il 17 Novembre 2014 da laboratoriotv

Ipotesi per il canone Rai: nella bolletta della luce PDF Stampa E-mail
lunedì 17 novembre 2014 ore 17:33
La direzione su cui si sta muovendo il Governo è chiara: far pagare il Canone Rai a tutti inserendo l'importo nella bolletta della luce. E non permettere più scappatoie a chiunque disponga di tablet, smartphone o computer, ovvero qualsiasi dispositivo in grado di ricevere i programmi Rai. In altri termini, pagheranno tutti. Poco importa se, effettivamente, il proprietario del computer (o altro device) lo utilizzi per guardare la televisione. Il canone, come spesso ricordato dagli spot realizzati dall'emittente di Stato, è legato al possesso del dispositivo, non al suo effettivo utilizzo.
La riforma del Canone Rai illustrata da ilmessaggero.it, ancora in fase di studio, si muoverebbe su tre binari paralleli. Primo, l'inserimento dell'importo da pagare nella bolletta elettrica (del resto, l'elettricità è indispensabile per far funzionare qualsiasi device in grado di ricevere i programmi televisivi): una mossa che taglierebbe le gambe a tutti coloro che, contestando la tassa, non hanno intenzione di pagarla. Il mancato versamento, infatti, andrebbe a ripercuotersi sulle forniture dell'energia.
Secondo, l'ampliamento della platea dei paganti a tutti coloro che dispongono di computer, tablet o smartphone. L'aspetto, negli scorsi anni, era stato frutto di contese tra la Rai e le varie associazioni di professionisti. La riforma, a questo proposito, vorrebbe porre fine alla diatriba in maniera definitiva. Facendo pagare tutti i possessori dei device di cui sopra.
Unico modo per non dover pagare la tassa: dimostrare di non avere televisioni, computer, tablet o smartphone. Secondo le prime indiscrezioni, sembrerebbe dunque che la riforma ribalti l'onere della prova, che a questo punto spetterebbe non più alla Rai o all'Agenzia delle Entrate ma al contribuente. In altri termini, non è lo Stato che deve dimostrare che il cittadino (o l'impresa) deve pagare, ma è il contribuente che, eventualmente, dovrà fornire le prove di non essere soggetto alla tassa.
Terzo punto, la revisione delle tariffe. Invece degli attuali 113,50 euro, l'importo dovrebbe scendere a una cifra variabile tra i 35 e gli 80 euro: la cifra, infatti, varierà in base al reddito Isee.

 
 
 
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