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« Settimanale #49/11 senza verità »

Strappo della Turco sulla pillola abortiva

Post n°37 pubblicato il 23 Maggio 2006 da dienanni
Foto di dienanni

Tratto da Repubblica.it - "Garantiremo a tutte le mamme italiane di partorire senza dolore. Il sistema sanitario nazionale assicurerà gratis l'anestesia epidurale. Nessun ostacolo alla pillola abortiva Ru486, ma rispettando le indicazioni della legge sull'aborto e senza alcuna sperimentazione selvaggia". Livia Turco, ministro alla Salute, parla chiaro. Ed ha scelto il giorno dell'inaugurazione del nuovo reparto di Neonatologia al Policlinico Umberto I di Roma.

"In Italia si fanno troppi parti cesarei, occorre una legge organica che tuteli la salute delle donne e che segua le neomamme - prosegue Livia Turco - anche dopo il parto. Più di un terzo di loro soffre di forme di depressione dopo aver dato alla luce il bambino. In molti paesi dell'Unione Europea il sistema sanitario assicura l'assistenza domiciliare fino al terzo mese di vita. Quindi più assistenza, ecco perché vanno potenziati i consultori. Basta con il dolore, diffondendo specie nelle Regioni del Sud i reparti di Neonatologia. Il tutto concordato e condiviso con le Regioni, che negli anni del governo Berlusconi sono state sistematicamente escluse dalle scelte di politica sanitaria e finanziaria".

E le cifre danno ragione a Livia Turco: negli ultimi 20 anni i parti cesarei sono triplicati, passando dall'11 al 33 per cento, un valore che supera del 15 per cento quello raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Perché questo aumento impressionante dei cesarei? In realtà un terzo delle donne che devono partorire chiedono l'epidurale, ma solo un misero 4 per cento riesce ad ottenere l'intervento gratuito in una struttura pubblica. Per le altre ci sono due alternative: pagare dai 500 ai 700 euro alla Asl, oppure anche 1.500 euro nelle strutture private.

Prima apertura, anche se molto sfumata, sulla pillola del giorno dopo: "La questione verrà esaminata con calma - risponde il ministro della Salute - un passo alla volta. Con me il ministero non sarà quello degli spot e della propaganda, mettiamolo ben in chiaro. Intendo esercitare la funzione prevista dal Titolo V della Costituzione, vale a dire i poteri di indirizzo, monitoraggio, valutazione, proposta e accompagnamento, vicino alle Regioni più deboli".

Insomma, rispetto ai suoi predecessori del centrodestra, Girolamo Sirchia e Francesco Storace, la musica sembra essere cambiata e di molto. Anche sulla pillola abortiva Ru486, contrastata a lungo da Storace, l'uso del farmaco, che non è venduto in Italia, fa un consistente passo avanti. Già oggi, in realtà, non c'è bisogno di alcuna autorizzazione centrale per la sperimentazione, visto che basta l'autorizzazione del Comitato Etico della struttura sanitaria: tant'è che l'ospedale Lotti di Pontedera, con il placet della Regione Toscana, ha acquistato direttamente il farmaco in Francia. Mentre viene somministrata all'ospedale ginecologico Sant'Anna di Torino, il Maggiore di Bologna, e nei centri ginecologici pubblici di Ferrara e Trento.

Immancabili e prevedibili le reazioni. "Sulla Ru486 pensi agli interessi della famiglia - commenta il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè - lo stesso padre della pillola abortiva ha ammesso il rischio di decessi a seguito della terapia".
"Brava la Turco - ribatte la deputata diessina Gloria Buffo - Volontè si tranquillizzi, noi ci occuperemo della salute di tutti e dei bisogni sociali dei più deboli, cosa che il centrodestra non ha fatto".

Emergono da subito le prime profonde differenze tra un governo di centro-sinistra e uno di centro-destra. Ieri Rosy Bindi, neo ministro della famiglia è stata duramente attaccata dall'Osservatore Romano per aver annunciato che è necessaria una regolamentazione delle unioni civili non solo sul piano del diritto privato, ma anche su quello del diritto pubblico. Poi arrivano le dichiarazioni di Livia Turco sull'epiduriale e sulla pillola abortiva. Penso siano queste le posizioni che un governo di centro-sinistra deve avere, penso anche che un governo con una maggioranza risicata come questo avrà difficoltà a tenere il punto su tali questioni. Ieri pensavo: ma se Rosy Bindi porta un ddl in parlamento sui Pacs, al Senato dove andranno i voti dell'Udeur o di parte della Margherita?

 
 
 
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