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Post N° 38
Post n°38 pubblicato il 22 Novembre 2006 da ladeadeiventi
TFR: COSA CAMBIA?Una decisione non facileEntro giugno 2007 i lavoratori devono decidere Con l’accordo preso fra Governo e Confindustria si è inserita nella Finanziaria una nuova riforma del trattamento di fine rapporto (TFR), anche conosciuto come “liquidazione” è la somma che viene corrisposta dal datore di lavoro al lavoratore al termine del rapporto di lavoro dipendente. Il TFR rappresenta una forma di salario differito (pari all’ammontare della retribuzione annua lorda diviso per 13,5) che il datore di lavoro deve accantonare mensilmente per ciascun dipendente e che è destinato al pagamento della liquidazione in coincidenza con la cessazione del rapporto lavorativo questo, almeno, secondo le regole attuali. Al momento sono fuori dalla Riforma della Finanziaria tutti i dipendenti pubblici, per cui tale Riforma riguarda solo i dipendenti privati. Regole che sono destinate a cambiare. La cosiddetta riforma Maroni ( Inizialmente approvata nel Governo Berlusconi ) prevedeva il dirottamento automatico del TFR alla previdenza complementare. In proposito, veniva stabilita la regola del silenzio-assenso, in base alla quale se entro il termine di sei mesi dalla data di entrata in vigore della riforma, ciascun lavoratore (privato) non avesse espresso nulla in merito alla destinazione del proprio TFR, questo sarebbe stato automaticamente versato nel fondo pensione aziendale o di categoria, ovvero, in mancanza, alla forma pensionistica complementare dell’INPS. Con la prima bozza di legge finanziaria presentata dal Governo Prodi il quadro è nuovamente cambiato. Si è previsto che il 50% del TFR inoptato (ovvero quello non esplicitamente destinato dagli interessati ai fondi pensione) venisse automaticamente trasferito all’INPS. Tale fondo non era destinato a sostenere la previdenza complementare, bensì a finanziare opere pubbliche, e sarebbe stato gestito dall’INPS alla stregua di un datore di lavoro privato. Per i lavoratori poco sarebbe cambiato rispetto alla riforma Maroni; essi, infatti, avrebbero sempre potuto scegliere fra la destinazione del TFR alla previdenza complementare ed il suo mantenimento nella forma “tradizionale” di liquidazione versata in unica soluzione al momento della cessazione dall’impiego. Molto sarebbe cambiato per le imprese, che avrebbero visto prosciugarsi in gran parte una fonte liquidità a basso costo. Per cui entro il prossimo 30 giugno i lavoratori dovranno decidere. Se non diranno niente, il loro Tfr futuro andrà nel fondo. La seconda: le imprese con meno di 50 dipendenti continueranno a operare con il regime precedente, quindi il Tfr «inoptato» resterà nei bilanci aziendali. Il nuovo quadro è il seguente. Avranno tre possibilità: Si tratta di una modifica di rilievo, particolarmente favorevole sia per la previdenza complementare (che recupera il TFR inoptato) che per la maggioranza delle imprese queste ultime, in particolare, perdono il TFR tradizionale solo qualora diano lavoro a più di 50 persone. |
Inviato da: micio1112
il 27/05/2024 alle 16:12
Inviato da: jsmael_2009
il 08/11/2009 alle 12:32
Inviato da: lottergs
il 25/03/2009 alle 08:49
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 01:09
Inviato da: lorteyuw
il 24/03/2009 alle 16:40