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serataccia...

Post n°26 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da laDiabla
Foto di laDiabla


finalmente dopo tanto tempo, ieri, una serata tra amiche; una piu' fuori dell'altra naturalmente... perchè dio le fa e poi le accoppia...

o era il diavolo?
"dove si va?"
"a ballare"
"e se prima mangiassimo qualcosa?"
"ok...spagnolo?"
iniziamo con 2 caraffe di sangria...ma di cibo neanche l'ombra...
il proprietario, simpaticissimo, non ci aveva avvisato che c'era da prenotare...e ci ha fatto aspettare ugualmente..
quando finalmente, dopo circa 3 ore, è arrivata la paella, abbiamo scofanato anche le guarnizioni...tutto molto allegramente, naturalmente...
"volete una tequila bum bum per digerire?"
"perchè no?"
e vai di tequila bum bum con altra gente conosciuta nel locale...
risate , risate a non finire...soprattutto fuori al gelo ...io con la mia magliettina scollata da battaglia, rosso fuego...
"allora si va a ballare?"
"claro che si!"
all'entrata della discoteca lo rivedo dopo tanto tempo...che figo!
mi dice "ciao tesoro che fine hai fatto?"
stasera mi voglio proprio male e me lo scopo....ho pensato.
le gambe cominciavano a tremarmi...l'emozione....ho pensato.
mentre lasciavamo le borse per dirigerci al tavolo dei nostri amici (fragole e champagne ci aspettavano) sento un movimento tellurico alla pancia, una fitta incredibile all'addome...non ho digerito..... ho pensato.
"mi sa che devo andare in bagno" dico ad una mia amica...
"STAI MALE VERO? VIENI; VIENI CHE TI PORTO IO "...
nel bagno delle donne la solita fila...
muoio!...ho pensato.
possibile che le donne sono sempre al cesso?

"NON PREOCCUPARTI, TI PORTO IN QUELLO DEGLI UOMINI"
quello degli uomini completamente vuoto, come sempre;
largo e spazioso, sempre piu' di quello delle donne (PERCHE'?)...

la mia amica entra con me:"FORZA NON PREOCCUPARTI VOMITA" ... "mmmmmmm...veramente io dovrei...ecco...ho la squacquera...sara' stato il freddo...ma se vuoi stare..."
sguardo languido rappresentante un "povera sfigata" e "pure questa ci voleva".
"meglio che esco"
...ecco...hai capito bene..

e cosi'..mentre al tavolo si continuavano i festeggiamenti io, completamente sobria ormai, facevo avanti e indietro al bagno...passando sempre davanti al figo che ammiccava soddisfatto...

fino a quando lui, piu' bello che mai, mi prende tra le sue braccia e mi dice "stasera sei mia"...
...e io..."si certo...ma scusa puoi aspettare un attimo?"
e via di nuovo al cesso ...e poi a riprendere borsa e cappottino...che non si poteva mica andare avanti cosi' tutta la sera....!!!

e finalmente al caldo della mia casuccia ...finalmente sotto le coperte ...con il camino acceso...arriva un messaggio al cellulare: "sei scappata ancora...ti desidero sempre piu'".

morale n.1...forse non tutto il male vien per nuocere...
morale n.2...non tutto cio' che lasci è perso...e a volte è meglio cosi'...
morale n.3...se niente hai da fare, dal buttafuori puoi andare...li trovi sempre appoggiati al solito posto...


 
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Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Pablo Neruda
 

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