« natale regali »

caos

Post n°29 pubblicato il 24 Dicembre 2007 da laDiabla
Foto di laDiabla


weekend nella grande metropoli, MILANO, in cui sono nata e cresciuta sino tre anni fa, per l'incontro annuale con il parentado...

quest'anno abbiamo anticipato il natale a causa del mio lavoro...
ho capito che mi stavo avvicinando alla citta' quando è cominciato il traffico.
puntualmente c'è sempre uno stronzo che sbuca all'improvviso tagliandoti la strada...sembra di avere a che fare con un video games "coraggio sior siori...la vecchietta 100 punti..."

ho trovato tantissimi cambiamenti dopo quasi un anno...strade, rotonde, ponti...quasi non riconoscevo la mia zona, quella in cui sono cresciuta...quella considerata fino qualche anno fa il bronx...
palazzi altissimi tutti tempestati di lucette e babbi natali che cercano furtivamente di entrare..."extracomunitari,spara!"...
prostitute giovanissime e no, sedute dietro scrivanie, attendevano meste al gelo ...
"con la scivania? allora vanno bene gli affari?"
"e piantala, poverine"
"poverine un cazzo, io mi alzo tutte le mattine alle 5!"
...il gruppo degli spacciatori, sempre nel solito angolo, continua tranquillo e imperterrito a lanciare segnali di "fumo"
...ecco avvicinarsi il fatidico incrocio della morte, quello che collega la strada vigiovanese, pieno di centri commerciali gremiti di persone
"ma quanto cazzo siamo su questa terra?"
"pensali tutti in fila mentre cercano di uscire, scappiamo!"
...non ce l'abbiamo fatta...all'incrocio tutti embricati e fermi in un caos totale
...verde, giallo, rosso, giallo, verde, giallo, rosso...
tutti fermi...e dei vigili neanche l'ombra, tutti occupati in centro a dare multe: "è natale!"
tre quarti d'ora ferma, incastrata tra le auto...
sento un po' di musica, mi guardo intorno...
è vero che siamo soli nell'universo, soprattutto in auto....ognuna contiene una persona o quasi...
vicino a me c'era uno che urlava come un pazzo, paonazzo, con le giugulari turgide "non è che gli piglia un colpo e mi tocca pure di soccorrerlo?"
un altro che fumava tranquillamente in auto con i finestrini chiusi e i suoi due pargoli sul sedile posteriore
un altro con lo stereo a palla
un altro che cercava di fare manovra non curante della situazione e quasi tirava sotto una vecchietta...neanche l'aveva vista! "ma dove cazzo vuoi andare?"
un altro che mi fissava con un sorriso da squalo "che fai stasera?"
..."potrei anche decidere di appoggiare il mio culo sulla tua fottuta porche ma per avere il coraggio di starti vicino dovrei bermi prima 3 bottiglie di vino, fumare un grosso spinello e poi sperare che al tre tu abbia finito" ho pensato...
pero' è natale, allora gli ho semplicemente detto "mi spiace, ho da fare..."
finalmente un miracolo: sono riuscita ad arrivare a casa...
e cosi' vai con cibo e sonno, cibo e sonno, cibo e sonno...per due giorni di seguito.
il profumo del sugo la domenica mattina, il bisbigliare in cucina, i passi di mia madre...era tanto che non mi sentivo cosi' rilassata...qualcuno si è occupato di me finalmente... !
controllo la casa...tutto immutato.
lo sgabuzzino stracolmo...oggetti aggiustati con lo scotch...
"mamma lo sgabuzzino è pieno perchè non butti qualcosa?"
"sono tutti ricordi, fatti gli affari tuoi"
...profumo di caffe'...
"mamma, guarda queste tazzine, son talmente vecchie che i bordi hanno gli aloni giallognoli, te ne regalo di nuove?"
"...è che qui dentro il caffe' è piu' buono..."
e ha ragione...

 
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Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Pablo Neruda
 

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