Creato da quotidiana_mente il 17/11/2005

Quotidianamente...

Vita di ufficio... ma quella è un'altra storia...

 

 

« .. »

.

Post n°504 pubblicato il 25 Aprile 2009 da quotidiana_mente
 










Un giornale portoghese, per qualche settimana, chiedeva che fosse spedito materiale, sotto forma di fotografie, racconti o poesie, sulla Rivoluzione dei Garofani che quest’anno festeggerà i suoi 35 anni. Ogni anno, da quando ho questo spazio, dedico un post a tale data. In questi giorni, ho fatto un viaggio nel passato, seppure recente, e dopo il primo post, il primo relativo al 25 aprile, non ho più scritto niente, oltre a dedicare la solita canzone e qualche immagine. Mi sarebbe piaciuto partecipare all’iniziativa del giornale portoghese, ma mi sono accorta che i miei ricordi sono tutti legati a quel post. Potrei raccontare altro, avvenuto prima o dopo, ma mi dispiace che tutti i miei ricordi legati a una data così importante siano racchiusi in così poche righe.

Ricordo, invece, l’anno in cui si diceva che un cugino di mio padre dormiva con il fucile sotto il letto.

Quell’anno, la rivoluzione compiva il suo primo anno di vita. Era la prima volta che tornavamo nel nostro paese natale ed eravamo ospiti di tale cugino. La sua casa era piuttosto piccola ma il terreno intorno era infinito. Era uno sterminato pezzo di terra in cui cresceva ogni bene di Dio, almeno secondo me. C’erano peschi, peri, meli, vigneti, e persino uno spazio dedicato al tiro al piattello. Quel terreno era per il paradiso in terra, non mancando nemmeno i cespugli di rovi dove andare a cogliere le more. Potevamo girare ovunque, e l’unica attenzione che ci era richiesta era alle vipere, incontro che non è mai avvenuto. Un altro ammonimento era di non entrare mai nella stanza del cugino. La quale, però, non era mai chiusa a chiave.

Il cugino era uno scapolo, un "zitellone" incallito, secondo le voci. Si diceva che fosse ricco, forse il più ricco di tutto il villaggio e che sotto il suo letto oltre al fucile ci fosse anche una valigia piena di soldi. Si diceva anche che fosse molto geloso e che non permetteva alla fidanzata, che viveva a Porto, di uscire di casa.. Si diceva che fosse molto bella e che il suo amore fosse solo per via dei soldi. Si dicevano tante cose e tutte su quel cugino. Io dicevo ai miei genitori che non mi piaceva molto, perché era burbero, perché sembrava scocciato di averci tra i piedi. Mia madre rispondeva che forse era così ma diceva anche che finché non avremo avuto una casa nostra, dovevamo essergli grati e portare rispetto. Ho passato parte della mia infanzia (e anche della mia adolescenza) a sentire mia madre dire sempre lo stesso ammonimento: “porta rispetto”.

Ogni muro nel villaggio era tappezzato di manifesti politici e di grafiti, ognuno con le proprie parole d’ordine. Non capivamo niente, noi bambini, e un po’ ci divertiva perché ci sembrava di non essere più sotto il controllo degli adulti, impegnati come erano a discutere di presente, di futuro ma soprattutto di passato. Chi ricordava le parole misurate dette sempre con la massima cautela perché anche le pareti avevano le orecchie, chi ricordava i parenti andati via, tutti di notte, per cercare fortuna altrove, perché lì, in quel paese la fortuna non era stata dalla parte del popolo. Perché c’era la fame e c’era anche la paura. Paura di finire in prigione per aver pronunciato parole di critica, per un lamento, per un nonnulla, talvolta solo per ripicca di un vicino rancoroso. Io di tutto questo, ovviamente, non avevo memoria. Ricordavo sì, che mio padre una mattina non c’era più, era andato via, in viaggio, mi aveva risposto mia madre quando avevo chiesto dov’era. Ricordavo ancora il nostro di viaggio, quando mia madre aveva deciso di raggiungere mio padre, in Francia, mesi e mesi dopo. Ricordavo ancora le peripezie durante quel viaggio, perché il “passatore”, la persona che ci doveva accompagnare fino a destinazione, ci aveva abbandonati al confine con la Spagna per via di un mio zio diventato disertore perché aveva deciso di non andare a combattere in Africa, com’era normale in quegli quando si faceva il soldato di leva. Ma tutto mi sembrava già molto lontano. Volevo godermi il momento. Volevo scoprire se era vero, se quel cugino aveva un fucile sotto il letto.

Ascoltando parlare i miei genitori, avevo capito che il cugino aveva paura dei comunisti. Una paura condivisa da molte altre persone. A leggere i manifesti sui muri, a ascoltare gli adulti parlare, sembrava che i comunisti fossero alle porte con le falce tra i denti e i martelli nelle mani. Persino mio padre, socialista da sempre, sosteneva che i comunisti stessero prendendo troppo potere. Continuavo a pensare che l’importante era che, finalmente, si poteva tornare in ferie a casa e che ognuno potesse esprimere il proprio pensiero senza timore. Secondo mia madre, la gente parlava anche troppo.

Quando chiedevo a mia madre se il cugino aveva un fucile, lei risponda di sì, e anche più di uno perché era un cacciatore ma che non dovevo prestare attenzione alle chiacchiere di paese, perché non avevano nessun valore.

Riuscii, senza nessuna fatica, a convincere due dei miei fratelli a mettere a punto un piano. Si doveva fare un sopralluogo per controllare. Secondo loro non era difficile: il cugino era spesso fuori casa per impegni e tornava sempre molto tardi, per via della bellissima fidanzata che, ho scoperto anni dopo, nessuno aveva mai visto. Era vero, lui era spesso fuori casa, ma mia madre no. Lei invece era sempre lì a controllare che non combinassimo guai in casa altrui.

Una mattina abbiamo preso il coraggio a più mani e ci siamo decisi. Il piano rischiava di naufragare perché io non volevo fare il palo, A. non voleva fare il palo e nemmeno D. lo voleva fare. Dall’alto del mio ruolo di sorella maggiore ho deciso che D. avrebbe fatto il palo di fronte alla porta della camera e A. avrebbe controllato dalla finestra i movimenti, io mi sarei infilata sotto il letto a verificare. A. disse che il mio atteggiamento era autoritario e che ormai si era in democrazia, D. sostenne lo stesso, iniziò una discussione infinita su chi avrebbe fatto il palo. La democrazia si stava impantanando. Ricordai di essere la maggiore e dunque decisi che D. avrebbe fatto il palo e che A. avrebbe controllato la finestra. Non ci fu verso. Ormai la democrazia era in moto e nessuno si voleva più piegare agli ordini impartiti dall’alto. Eravamo in piena discussione quando dal corridoio si sentì la voce di S.: avrebbe fatto lui il palo e senza diritto di veto. Così era stato deciso dai “tre” fondatori del piano. A. pretendeva di controllare assieme a me sotto il letto, volevo anche lui vedere un fucile dal “vivo”. Per non perdere tempo, ho accettato senza intavolare un dibattito. Iniziai ad infilare la testa sotto il letto, iniziai ad allungare la mano per capire cos’era quella valigia. Iniziai ad estrarre la valigia quando S. inizio a strepitare dicendo che stava arrivando qualcuno. L’unica via di uscita era la porta e dovevamo sparire prima che quel qualcuno entrasse nel corridoio. Ci siamo precipitati tutti i quattro in bagno, per fortuna attiguo alla camera da letto, ci siamo chiusi dentro e abbiamo smesso di respirare. A. guardava dal buco della serratura: è mamma, disse sussurrando. Siamo rimasti in silenzio per un lasso di tempo che sembrava infinito. Alla fine siamo usciti e lei, mia madre, ci aspettava oltre il corridoio. Ovviamente, aveva capito tutto. Ovviamente, ci ha fatto un discorso sugli obblighi che avevamo nei confronti del nostro ospite, sul fatto che non si doveva entrare nelle stanze altrui e così via.

Non abbiamo mai saputo se c’era un fucile sotto il letto, ma che ci fosse una valigia quello sì, l’avevo visto con i miei occhi, o meglio sentita con la mia mano. Se poi fosse piena di soldi, nemmeno quello abbiamo mai saputo.

Abbiamo saputo, dai miei genitori, che era un possidente terriero per eredità: la sua famiglia era sempre stata molto agiata. La più agiata del paese. Erano anni che era solo. Abbiamo anche saputo che era un lontano cugino di mio padre.

L’estate finì, il Portogallo non fu invaso dai comunisti, il cugino non subì l’esproprio della sua immensa proprietà (quinta, come si dice in portoghese) ma l’anno successivo abbiamo avuto un’altra sorpresa: parte della casa che consideravamo, ormai, “nostra” era occupata da uno zio, una zia, due cugini e una cugina. Erano appena sbarcati dall’Angola, scappati da una guerra civile che aveva visto i miei due cugini combattere su fronti opposti. Scappati da un paese che lottava per la sua indipendenza. Zii e cugini di cui io apprendevo l’esistenza proprio quell’estate. Lo stesso anno avrei saputo che il marito di una mia zia, sorella minore di mia madre, era stato nella PIDE, polizia portoghese, nella sezione più temuta per la sua violenza e considerata "segreta".

La rivoluzione era giovane, ma sulle sue spalle gravava il peso del passato personale di ognuno: solo in quei momenti ci si accorse dei microcosmi umani che mai conosciuti prima, diventavano parte di noi.






La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/lamiacollega/trackback.php?msg=6952456

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
mpt2003
mpt2003 il 25/04/09 alle 02:01 via WEB
Buon doppio 25 aprile anche per te!!! ciao buonanotte,mp
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 27/04/09 alle 10:03 via WEB
Ormai è passato, ma ce ne sarà un altro da festeggiare. Buon inizio di settimana :)
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 25/04/09 alle 09:22 via WEB
ogni parola che hai scritto urla libertà in quei ricordi di quell'ieri che per te è ancora più vicino, vissuto sulla pelle tua e dei tuoi...
Buon 25 Aprile per la libertà italiana, buon 25 aprile per la liberazione portoghese e buon 25 aprile per te quoti e buon 25 aprile per tutti quelli che ancora devono raggiungerla la libertà da una qualsiasi dittatura, anche per noi qui che dobbiamo liberarci dal potere delle televisioni e di chi le manovra...
un abbraccio di sole H.
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 27/04/09 alle 10:04 via WEB
Sì, che sia un 25 aprile di libertà per tutti, ma proprio per tutti. Sono d'accordo con te. Un abbraccio grande.
 
trampolinotonante
trampolinotonante il 25/04/09 alle 10:38 via WEB
Io, trampolino tonante NON SONO D'ACCORDO CON LA DONNA DI STRADA e dico che OGNI POPOLO HA IL GOVERNO CHE SI MERITA COSI' COME UN MARITO HA LA MOGLIE O COMPAGNA ECC.. CHE SI MERITA E VICEVERSA!!! Perchè le colpe sono sempre degli altri? e del potere delle televisioni e di chi le manovra...ecc..? Bella maniera per scaricarsi le responsabilità. I tedeschi lo hanno fatto salire loro Hitler al potere e lui ha comandato e ha rovinato mezzo mondo!! Potrei dire che così ogni paesino ha il parroco che si merita!! Siamo noi che predichiamo, ci lamentiamo e poi tutti di corsa a comprare il superfluo, a non leggere la sera, a non leggere ai figli, e potrei contunuare per delle ore....NON DICO CHE LA COLPA SIA SOLO NOSTRA, MA ^DICO CHE NON STA MAI TUTTA DA UNA PARTE. " quotidia dice "....scappati da un paese che lottava per la sua indioendenza..." come? e perchè sono scappati? perchè non hanno lottato pure loro? Noi abbiamo avuto i Sovrani che son scappati a Brindisi e così han perso l'Italia. Sta a vedere se la Regina Madre in Inghilterra è scappata! Ma manco per il cavolo! Lì e rimasta, a Londra sotto le bombe!! E lei ha avuto il popolo che si meritava e che l'ha sostenuta e adorata. Non diamo sempre le colpe agli altri e non mettiamo sempre la testa sotto la sabbia, come gli struzzi!!! Donna di strada, ti chiedo scusa, non era per te il mio sproloquio, ma ho preso spunto da quel passaggio del racconto della padrona di casa, alla quale chiedo perdono per essere intervenuto in casa sua! Quotidie, mi perdoni?... Ciao, un abbraccio!! il tuo aff.mo trampolino tonante
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 27/04/09 alle 10:34 via WEB
Non vorrei sembrarti polemica e forse lo sarò, ma io credo che in certe situazioni non ci siano altre possibilità che andare via. Mio padre è andato via perché aveva saputo che sarebbe stato arrestato (e non era nemmeno un attivista politico, aveva solo il difetto di dire esattamente quello che pensava), i miei zii sono andati via dall’Angola perché bianchi ma soprattutto in quanto portoghese. L’Angola aveva una guerra civile in corso per ottenere l’indipendenza, indipendenza dal Portogallo e per quanto mio zio sia stato (forse) una brava persona, non poteva di sicuro dimostrare a tutti gli angolani la sua buona fede. Per “salvare” i suoi due figli maschi (uno combatteva per l’indipendenza, l’altro per il suo esatto contrario) e sicuramente per salvare anche la sua pelle e quella della moglie e della figlia è andato via, è tornato in Portogallo, dopo più di venticinque anni di presenza in Africa. Mio zio, quello che aveva disertato, è stato “spedito” a fare il servizio di leva in Mozambico per ben tre anni.
Quando la dittatura non è una scelta del popolo e dura a lungo come quella portoghese, non ci sono tante possibilità, dal basso, di cambiare le cose. Si lascia il proprio paese per tanti motivi: politici, economici o semplicemente alla ricerca di un posto migliore dove allevare i propri figli e dare loro delle possibilità diverse.
Ho passato gran parte della mia adolescenza a discutere con mio padre sostenendo che al posto suo, io sarei rimasta in Portogallo a “combattere”. Lui non ha mai cercato di farmi cambiare idea, solo crescendo ho capito che non siamo tutti eroi.
E’ molto diverso scappare essendo un re che lasciare il proprio paese essendo un semplice cittadino. Almeno io la vedo così. Anzi, aggiungo che sono grata ai miei genitori di avermi data la possibilità di crescere in un paese diverso, paese che all’epoca offriva molte più possibilità del mio paese di origine, ma che soprattutto non giudicava nessuno in base alle opinioni politiche. Ancora oggi c’è chi lascia il proprio paese per gli stessi motivi. Identici. Cambiano solo i “modi” di accogliere queste persone.
Con questo non voglio giustificare i miei genitori o mio zio, ma credo che sia troppo facile, “dall’altra parte della barricata”, dare giudizi.
 
amritaby82
amritaby82 il 25/04/09 alle 11:41 via WEB
Ognuno ha quello che si merita, vero, ma gli uomini sono più utili da vivi o da morti? Credo che i meccanismi di una dittatura non possano essere compresi a pieno da chi, problemi a parte, vive in democrazia. Il diritto alla vita, per la maggior parte di noi, non viene messo in discussione, e questo non è un dettaglio indifferente. In fondo un terra libera e 'disabitata' ha forse senso di esistere? E' bello il ricordo. Bello anche il primo post. Belli davvero perché ingenui, privi di torti o ragione, come solo i bambini sanno guardare. Oggi è un giorno di festa, festa grande, per l'Italia, per il Portogallo, per tutti quelli che sanno e non, e oggi, banalmente credo che solo questo dovrebbe essere importante. Grazie Helena per la condivisione del ricordo.
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 27/04/09 alle 10:36 via WEB
Banalmente, credo anch'io le tue stesse cose. Grazie a te.
 
akhenaton49
akhenaton49 il 25/04/09 alle 13:34 via WEB
Una bella coincidenza di date, questa. Speriamo di non dover andare a Lisbona, fra qualche anno, per festeggiare il 25 aprile. Bello, il racconto. Ak
 
altro_che_mela
altro_che_mela il 25/04/09 alle 23:23 via WEB
è un racconto molto bello non solo perchè trasmette le ansie reali di bimbi inegnui ma curiosi ma anche perchè fa intuire le paure nascoste degli adulti di fronte alla violenza e alla fame. Si scappa anche per fame. Lo dimostrano gli immigrati che arrivano da noi sui barconi della morte. Auguri, Quoti, per il tuo 25 aprile. Auguri per il nostro. Con l'augurio che un 25 aprile possa sempre riscattare chi ne ha bisogno. :-)))
 
Crepuscolando
Crepuscolando il 26/04/09 alle 08:19 via WEB
Ma che passato interessante che hai... E sempre quel bel modo di raccontare, che mi fa arrivare di corsa all'ultima parola, dispiacendomi che sia finito...Buona domenica, piccola!...E viva la libertà, finchè ne abbiamo...
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 26/04/09 alle 20:02 via WEB
Con parenti così, avrei già scritto anche il secondo volume della saga "Gente di Portogallo"...Un best seller....;-)))
 
 
bluewillow
bluewillow il 27/04/09 alle 11:17 via WEB
condivido!:)
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 26/04/09 alle 21:57 via WEB
Mi par di capire che tuo cugino, nonostante i suoi timori e i soldi e il fucile sotto il letto, abbia usato la sua ricchezza per aiutare i parenti piu sfortunati. Non sapevo che il portogallo avesse in comune con l'Italia la data della liberazione. Grazie di avermelo insegnato. ciao
 
bluewillow
bluewillow il 27/04/09 alle 11:17 via WEB
Peccato non aver scoperto il contenuto della valigia, ma il post come al solito è meraviglioso :)
 
shiondgl
shiondgl il 27/04/09 alle 11:23 via WEB
Ancora una volta, mi sorprendi con questi tuoi splendidi ed intensi racconti di vita. Grazie, grazie, grazie. Ho festeggiato il 25 Aprile con i miei parenti un po' in anticipo, il giovedi alla Festa della Pace a Zocca, come facciamo da qualche anno. Stiamo assieme alla nostra gente, ridiamo, parliamo, mangiamo bene cose genuine, fatte e cucinate dalla gente del paese. E, pensa, ero proprio seduta accanto alla mia cugina tornata dalla vacanza a Lisbona. Me ne ha parlato tanto e molto bene, consigliandomi di andarci. :-) Abbiamo aprlato anche di te: le ho detto che conosco, tramite internet, una signota portoghese veramente speciale, perche' e' la verita'. Un abbraccio. Silvia
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 29/04/09 alle 10:43 via WEB
Io, una signora?! Allora è vero: sono invecchiata! ;))))
 
   
shiondgl
shiondgl il 04/05/09 alle 11:32 via WEB
Certo, ormai non e' piu' usuale chiamare una donna, seppur giovane come te, "signorina" :-))) Non dirmi che non lo sapevi,, quoti!!! :-D Un bacione grandissimo, ma grande davvero! Silvia
 
vega257
vega257 il 27/04/09 alle 14:11 via WEB
Se tu scrivessi un libro sulla tua famiglia verrebbe meglio dei Budembrock!!!! :-))) Baci Giò
 
Tesi89
Tesi89 il 27/04/09 alle 17:46 via WEB
Ho letto sia questo post che il primo d'un fiato, con grande attenzione e interesse...sono davvero molto belli,sai Quoti?Questi ricordi di un tempo e di un mondo passato, eppure oggi ancora così presente in te... E la coincidenza delle due date è davvero strana...chissà, forse era un segno che tu dovevi venire in Italia?....:)))Un abbraccio!
 
verdepalude
verdepalude il 27/04/09 alle 18:40 via WEB
Wow! Fucili... valigie con i soldi...... cugini che combattono su fronti opposti.... Certo che le tue avventure fanno crepare d'invidia chi (come me) doveva litigare con la mamma per uscire fuori a giocare.. ;) Ciao Quoti!
 
acetosella5
acetosella5 il 27/04/09 alle 19:13 via WEB
Belle le tue memorie, la rivoluzione portoghese è stata significativa anche per molti di noi, qui, che credevano nel valore delle prese di coscienza e speravano in un mondo migliore. Vivere le cose però so che è diverso dal sognarle astrattamente e ognuno ha fatto le scelte che ha potuto e che si sentiva di reggere. Chi va via da un posto che sente ormai invivibile per sè e per i suoi cari non è meno ammirevole di chi resta e affronta in altro modo. Essere eroi non è cosa da tutti, penso.
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 27/04/09 alle 20:01 via WEB
queste diverse appartenenze politiche, anche drammatiche, nelle famiglie si trovano sempre nei casi di grandi drammi politici, di rivoluzioni. solo che io ne ho solo sentito raccontare (risalivano tutti all'epoca della guerra). tu invece è come se rendessi il passato molto vicino
 
d_dap
d_dap il 28/04/09 alle 11:56 via WEB
"festeggiare" la liberazione è motivo di unione soprattutto con chi come te l'ha vissuto in prima persona e quindi lo senti più vivo... ti abbraccio
 
atapo
atapo il 28/04/09 alle 23:02 via WEB
Che bella storia. Il 25 aprile allora è doppiamente importante per te!
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 29/04/09 alle 10:45 via WEB
Non intenzione di scrivere le mie memorie e tanto meno quelle della mia famiglia e per un motivo semplice: sono ancora troppo “ggiovane” (l’importante è crederci!).
Ringrazio tutti per i commenti. Non ho molto da aggiungere tranne che essendo i fatti descritti, in fondo, recenti, è stato facile viverli.
Che poi proprio questo 25 aprile, una zia, quella che aveva il marito nella polizia, abbia telefonato per dirmi che era di passaggio a Roma e che mi voleva incontrare, quello sì che è stato un fatto interessante. L’ultima volta che ci eravamo incontrate, io ero alta non più di tre mele messe assieme (non è che io sia molto cresciuta in seguito). Avrei voluto chiedere molte cose, ma non mi sembrava il caso. Qualcosa, però, ho saputo.
Su un paio di giornali portoghesi, ho letto che la figura di Salazar è in fase di rivalutazione e qualcuno vorrebbe l’abolizione del 25 aprile… come a dire che…
Il cugino di mio padre, tuttora vivo, ha dimostrato un’umanità che nessuno sospettava, ma forse è normale quando tutto sta cambiando. So che nonostante tutto, ancora oggi non mi è molto simpatico. E che per un lungo periodo ho pensato che sarebbe stato giusto espropriare la sua proprietà e darla in affidamento a qualcuno o a tanti. Ero convinta che la proprietà privata fosse un furto e lui ancora si ricorda queste mie affermazioni il che non aiuta a creare un clima disteso.
Non mi sono mai chiesta cosa avrei fatto al posto dei miei genitori nemmeno diventando adulta. Credo che siano scelte molto personali e come tali vanno accettate.
Sono convinta che ogni famiglia ha le sue “storie avventurose”, di questo ne sono certa.
Grazie a tutti per i commenti.
 
 
bluewillow
bluewillow il 29/04/09 alle 17:18 via WEB
interessante anche la postilla :)))
 
lost99
lost99 il 01/05/09 alle 14:12 via WEB
Scusa il ritardo...a questo punto buon 1°Maggio, Lost:)
 
re1233
re1233 il 04/05/09 alle 15:17 via WEB
eppure si legge che le colpe dei padri ricadranno sui figli! Ma che colpa possiamo avere noi se nostri parenti vicini o lontani hanno colpe tremende per scelte fatte da loro? Quanta letteratura colpevolizza chi non ne può nulla! Serenità!
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 04/05/09 alle 22:48 via WEB
ma dove sei???????
 
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 05/05/09 alle 00:41 via WEB
Sempre qui, solo che ogni tanto: "esco, vedo gente, faccio cose" :)))
 
arimatec
arimatec il 07/05/09 alle 16:26 via WEB
Servono le commemorazioni per non perdere la memoria, anche se spesso diventano stanchi rituali. Il tuo modo di ricordare è intellegente, ma anche parecchio divertente. Saludos carinhosos.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

 

UMORE DEL GIORNO


"Ad ogni angolo di strada il sentimento dell'assurdità potrebbe colpire un uomo in faccia"

(Albert Camus)

 

AREA PERSONALE

 

OSSESSIONE DEL GIORNO


 

LIBRI E DINTORNI

ULTIME VISITE AL BLOG

hesse_fcassetta2magdalene57Fajrodio_via_col_ventoBrimbrilla88newsinedicolamariomancino.mCherrysllilith_0404verdepaludeshiondglilike06solo_nei_tuoi_occhi
 

SUL COMODINO

 

FACEBOOK

 
 

...GIà SANTA...

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 100
 

TAG

 

SAUDADES

 

 

ULTIMI COMMENTI

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963