Creato da PerUnaNotteDiPiacere il 28/12/2005

la moscacieca

In quest'epoca di repentini cambiamenti vivere è come andare un pò alla cieca. Gli interrogativi si mescolano alle emozioni cercando nel pensiero le direzioni da seguire. Un Blog per delineare e fotografare le rotte collettive.

 

 

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Un commento ricevuto

Post n°147 pubblicato il 05 Novembre 2006 da PerUnaNotteDiPiacere
 

<< Inviato da Anonimo il 05/11/06 @ 11:48 via WEB
Accusate i Testimoni di Geova per quello che vi dice la tv? oppure per quello che vi hanno raccontato? Ragazzi, aprite gli occhi. Apriamo un attimo il discorso CHIESA CATTOLICA: hanno stretto alleanze con tutti i politici in ogni epoca, hanno ucciso, bruciato persone, distrutto milioni di libri, hanno fatto crociate, inquisizioni, predicano la carità per il terzo mondo e allo stesso tempo ostentano una ricchezza fuori dal normale, con le loro chiese, il Vaticano, i cardinali con anelli d'oro. Hanno in mano le banche, le immobiliari, le assicurazioni, hanno in mano radio e tv, hanno plagiato le persone, le hanno allontanate dalla LIBERTA' DI SCELTA. Non voglio dirvi che i TdG hanno ragione, voglio solo dirvi di non pensare con la mente degli altri, ma di cercare la verità, di studiare, di viaggiare nel mondo e nella vostra stessa umana coscienza e, forse, capirete che non tutto è ciò che sembra e che le minoranze, nel mondo, hanno sempre ragione. by John >>

Ho ricevuto questo commento stamattina da Jhon, sull’argomento dei TESTIMONI DI GEOVA pubblicato giorni fà.
Mi dice di aprire gli occhi su i fatti reali e di non credere a ciò che viene detto dalle televisioni in merito a questa pseudo religione dei Testimoni di Geova.
Dico “pseudo religione” per non dire “setta” ( forse il sostantivo femminile  più adatto da utilizzare in questo caso), ma giocare ironicamente con le parole mi ha sempre divertito mi fa sentire  più rispettoso nei confronti di tutte quelle donne e uomini che partecipano a questa congregazione, non sapendo quello che fanno.
Così disse Cristo una volta: Perdona loro perché non sanno quello che fanno.
Esaltando il concetto di mancata consapevolezza di taluni esseri umani nei confronti del significato della vita.
Ribadisco il concetto al caro Jhon, io sono avverso a qualsiasi istituzione religiosa che si arroga il diritto di verità e di esclusività di un Dio.
Per me la religione è una cosa, la spiritualità è ben altro.
Il nodo cardine su cui si reggia la cecità mondiale di tutti gli esseri viventi denominati uomini e donne.

La Religione è la tradizione dell’esperienza spirituale di un individuo o di un gruppo di persone che viene tramandata nel tempo di generazione in generazione attraverso una dottrina fatta di divieti e di giudizi.
La Spiritualità, caro Jhon, è la propria esperienza, pratica e reale, con il divino medesimo.
Come puoi ben vedere sono due cose estremamente diverse.
Anche se la chiesa cattolica ha nascosto, nuovamente, le chiavi per accedere al tempio di Dio è pur sempre collegata alla tradizione di un asceta che ha contribuito a promuovere un modo rivoluzionario di vivere la vita.

Con questo non voglio dire di essere più caro all'istituzione cattolica, ma semplicemente confermare l’arte parassitaria di un organizzazione postuma che si regge su dogmi e schemi mentali molto più subdoli per sbarrare la strada alla verità.
Sfruttando ad arte le insoddisfazioni dei fedeli di un credo delle stesse radici.
Per puro potere economico.
La chiesa cattolica, pur non giustificandola personalmente, oggi, non processa i suoi dissociati.

immagineA questo punto è bene fare chiarezza su cos’è un dogma, uscendo dal suo significato puramente etimologico, ed entrando in quello puramente energetico.
Il dogma non è altro che un catalizzatore della nostra energia vitale come una lanterna per le falena. Un Koan secondo lo zen (usato al contrario, per far dormire e non per svegliare) che cattura nella riflessione e nei suoi processi intellettuali un energia che dovrebbe essere utilizzata in ben altro modo.
Rendendo le persone che accettano tali dogmi dei veri e propri cadaveri ambulanti.
Il mio processo non si eleva soltanto alle istituzioni religiose, che comunque restano il principio di questo mondo carcerario, ma anche a tutte quelle forma di pensiero che privano l’accesso alla consapevolezza di se.
Ideologie, egoismo, consumismo, politica, fede sportiva, marketing, dottrine…. e via dicendo.

Nella mia vita ho attraversato volontariamente tanti mondi apparentemente diversi tra loro ma con un unico denominatore comune, l’essenza umana.
Religiosi, malavitosi, politici, drogati, mercanti, idealisti, moralisti, fedeli, presuntuosi, finti asceti, scienziati, artisti… una carrellata infinita di generi, di allontanamenti.
Tutti, sono legati dalla stessa intima verità.
Una verità da scoprire, solo per chi, è spinto dalla implacabile ricerca del significato più profondo di cosa è la vita e del suo inestimabile valore, riconoscendo in se stessi l’innamoramento che vivono di se nei confronti di un’anima che va costruita, perché non ci è stata data.

P.S.
Ho pubblicato questo post anche in virtù delle diverse e-mail e messaggi ricevuti da persone che si sono dichiarate dissociate dalla congregazione dei Testimoni Di Geova.
In rispetto di loro, cercando di allegerire quel calvario emotivo a cui sono state e sono costrette tutt'ora ad attraversare in funzione di veri e propri processi interni a questa comunità, tanto di tribunale non riconosciuto dallo stato italiano.
Un vera e propria inquisizione medioevale, una lapidazione emotiva e morale su chi intende distaccarsi da un istituzione in cui non crede più.



 
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"... un mercante, una volta, mandò il figlio ad apprendere il segreto della felicità dal più saggio di tutti gli uomini. Il ragazzo vagò per quaranta giorni nel deserto, finché giunse a un meraviglioso castello in cima a una montagna. Là viveva il Saggio che il ragazzo cercava. Invece di trovare un sant'uomo, però, il nostro eroe entrò in una sala dove regnava un'attività frenetica: mercanti che entravano e uscivano, ovunque gruppetti che parlavano, una orchestrina che suonava dolci melodie. E c'era una tavola imbandita con i più deliziosi piatti di quella regione del mondo. Il Saggio parlava con tutti, e il ragazzo dovette attendere due ore prima che arrivasse il suo turno per essere ricevuto. Il Saggio ascoltò attentamente il motivo della visita, ma disse al ragazzo che in quel momento non aveva tempo per spiegargli il segreto della felicità. Gli suggerì di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore. Nel frattempo, voglio chiederti un favore, concluse il Saggio, consegnandogli un cucchiaino da tè su cui versò due gocce d'olio. Mentre cammini, porta questo cucchiaino senza versare l'olio. Il ragazzo cominciò a salire e scendere le scalinate del palazzo, sempre tenendo gli occhi fissi sul cucchiaino. In capo a due ore, ritornò al cospetto del Saggio.
Allora, gli domandò questi, hai visto gli arazzi della Persia che si trovano nella mia sala da pranzo? Hai visto i giardini che il Maestro dei Giardinieri ha impiegato dieci anni a creare? Hai notato le belle pergamene della mia biblioteca?'
Il ragazzo, vergognandosi, confessò di non avere visto niente. La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d'olio che il Saggio gli aveva affidato. Ebbene, allora torna indietro e guarda le meraviglie del mio mondo, disse il Saggio. Non puoi fidarti di un uomo se non conosci la sua casa.
Tranquillizzato, il ragazzo prese il cucchiaino e di nuovo si mise a passeggiare per il palazzo, questa volta osservando tutte le opere d'arte appese al soffitto e alle pareti. Notò i giardini, le montagne circostanti, la delicatezza dei fiori, la raffinatezza con cui ogni opera d'arte disposta al proprio posto. Di ritorno al cospetto del Saggio, riferì particolareggiatamente su tutto quello che aveva visto.
Ma dove sono le due gocce d'olio che ti ho affidato? domandò il Saggio.
Guardando il cucchiaino, il ragazzo si accorse di averle versate.
Ebbene, questo è l'unico consiglio che ho da darti, concluse il più Saggio dei saggi. Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza dimenticare le due gocce d'olio nel cucchiaino."

tratto dall'Alchimista:
di Paulo Coelho

 
 
 

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