la moscacieca
In quest'epoca di repentini cambiamenti vivere è come andare un pò alla cieca. Gli interrogativi si mescolano alle emozioni cercando nel pensiero le direzioni da seguire. Un Blog per delineare e fotografare le rotte collettive.
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LA VERA CRISI SIAMO NOI.
In risposta al post di Beppe Grillo del 21 0ttobre 2006 intitolato:
"UN PAESE SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI".
Quello che sostieni è vero, gli scricchiolii si sentono e l’aria non promette nulla di buono, ma è solo il sintomo di una malattia più profonda.
Credo che il Paese stia perdendo (se non ha già perso) anche noi italiani.
Non sento nell’aria una voglia di uscirne fuori con convinzione ne una spinta emotiva, popolare e unita che s’infervori per ramazzare come tu desideri.
E’ questo che mi preoccupa di più.
Credo che siamo l’unico paese al mondo dell’occidente, che è entrato in una sorta di depressione collettiva. Come se è consapevole dello schifo in cui vive ed è consapevole che nulla si risolverà.
Nel pensiero degli italiani vige ormai la convinzione che l’Italia sia troppo corrotta da mille poteri diversi e difficili da sradicare.
Vaticano, politica, mafia, massoneria, camorra, nobiltà, capitalismo, servizi, sacra corona unita…. E via dicendo.
Il vero pericolo, in queste circostanze, siamo proprio noi.
Gli Italiani non credono più a niente. La disillusione è talmente forte e generale che preferiscono anestetizzarsi con le mille subdole attrazioni del loro piccolo mondo.
Chi tifa a destra o a sinistra sono gli ultimi stronzi che ancora credono a babbo natale.
Viviamo una profonda crisi d’identità individuale, di disfunzioni sociali, di morale ed etica distorta, di insoddisfazioni, di incapacità a reagire nelle proprie vite.
L’italiano ha perso il senso di se.
Osservare che i poteri, dispertati, convergono sotto la solita “capella” con la speranza che la vecchia magia “ipnotizzatrice” riporti, in una guarigione miracolosa l’equilibrio delle cose, è la vera mia inquietudine.
Ciò dimostrerebbe che siamo tutti arrivati alla frutta.
In tutti questi anni, il nodo liberale "non catto-vaticanense", non si è riuscito a sciogliere.
E ci ritroviamo tutti così.
Consapevoli e apatici.
L’unica via d’uscita sarebbe quella di una politica rivoluzionaria preparata a mettere in atto un programma inverso nel quale prevalgano tutte le esigenze del libero animo umano e l’economia diventi lo strumento per soddisfarle e non il fine di tutto.
In sostanza la vera crisi ha un carattere spirituale, nel senso più oggettivo e non religioso del termine.
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IL SEGRETO DELLA FELICITA'
"... un mercante, una volta, mandò il figlio ad apprendere il segreto della felicità dal più saggio di tutti gli uomini. Il ragazzo vagò per quaranta giorni nel deserto, finché giunse a un meraviglioso castello in cima a una montagna. Là viveva il Saggio che il ragazzo cercava. Invece di trovare un sant'uomo, però, il nostro eroe entrò in una sala dove regnava un'attività frenetica: mercanti che entravano e uscivano, ovunque gruppetti che parlavano, una orchestrina che suonava dolci melodie. E c'era una tavola imbandita con i più deliziosi piatti di quella regione del mondo. Il Saggio parlava con tutti, e il ragazzo dovette attendere due ore prima che arrivasse il suo turno per essere ricevuto. Il Saggio ascoltò attentamente il motivo della visita, ma disse al ragazzo che in quel momento non aveva tempo per spiegargli il segreto della felicità. Gli suggerì di fare un giro per il palazzo e di tornare dopo due ore. Nel frattempo, voglio chiederti un favore, concluse il Saggio, consegnandogli un cucchiaino da tè su cui versò due gocce d'olio. Mentre cammini, porta questo cucchiaino senza versare l'olio. Il ragazzo cominciò a salire e scendere le scalinate del palazzo, sempre tenendo gli occhi fissi sul cucchiaino. In capo a due ore, ritornò al cospetto del Saggio.
Allora, gli domandò questi, hai visto gli arazzi della Persia che si trovano nella mia sala da pranzo? Hai visto i giardini che il Maestro dei Giardinieri ha impiegato dieci anni a creare? Hai notato le belle pergamene della mia biblioteca?'
Il ragazzo, vergognandosi, confessò di non avere visto niente. La sua unica preoccupazione era stata quella di non versare le gocce d'olio che il Saggio gli aveva affidato. Ebbene, allora torna indietro e guarda le meraviglie del mio mondo, disse il Saggio. Non puoi fidarti di un uomo se non conosci la sua casa.
Tranquillizzato, il ragazzo prese il cucchiaino e di nuovo si mise a passeggiare per il palazzo, questa volta osservando tutte le opere d'arte appese al soffitto e alle pareti. Notò i giardini, le montagne circostanti, la delicatezza dei fiori, la raffinatezza con cui ogni opera d'arte disposta al proprio posto. Di ritorno al cospetto del Saggio, riferì particolareggiatamente su tutto quello che aveva visto.
Ma dove sono le due gocce d'olio che ti ho affidato? domandò il Saggio.
Guardando il cucchiaino, il ragazzo si accorse di averle versate.
Ebbene, questo è l'unico consiglio che ho da darti, concluse il più Saggio dei saggi. Il segreto della felicità consiste nel guardare tutte le meraviglie del mondo senza dimenticare le due gocce d'olio nel cucchiaino."
tratto dall'Alchimista: di Paulo Coelho