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Post n°964 pubblicato il 08 Agosto 2009 da hesse8
8 AGOSTO MANIFESTAZIONE NOPONTE A MESSINA
La manifestazione organizzata dalla “Rete No Ponte” è il frutto di un lungo percorso costruito negli anni che ora si arricchisce di una precisa richiesta, ri-orientare la spesa pubblica allontanandola da grandi opere inutili, dannose e non volute verso la riqualificazione del territorio, a cominciare dalla messa in sicurezza anti-sismica, ed infrastrutture di prossimità, come il Le adesioni di associazioni ambientaliste (WWF, Italia Nostra, Legambiente), quelle di partiti e soggetti politici (Sinistra e Libertà, Rifondazione comunista, Pdci, Pcl, Bene Comune, Federazione anarchica siciliana, Unità comunista), sindacati (Rdb, Cub, Cobas, Orsanavigazione), centri sociali (Cartella, Zetalab, ExKarcere, Ask, Auro), reti territoriali (Coordinamento catanese No G8, Cordinamento ibleo per la difesa dalle nocività), comitati cittadini (Giovani e Messina, Energia messinese), un’infinità di piccole e Nel corso degli anni si è passati senza pudore dall’esaltazione del mercato e dell’iniziativa privata ad un interventismo statale degno dell’IRI, finalizzato però al trasferimento di denaro dalle tasche dei cittadini (quella parte di cittadinanza che paga le tasse) ad un ristretto circolo di contractors ben legati alla politica. Il Ponte come i rifiuti, l’acqua privatizzata come l’economia di guerra sono le “mucche da mungere” che arricchiscono pochi speculatori ed aumentano la distanza tra ricchi e poveri, spesso con metodi autoritari. Pietro Ciucci ha da pochi giorni aggiunto alla carica di presidente dell’Anas e della Società Stretto di Messina (di cui Anas è azionista con l’82%) l’incarico barocco di “Commissario Straordinario per il riavvio delle attività”,con il compito specifico di “rimuovere gli ostacoli” frapposti al Ponte. La formula è inquietante, anche perché più volte il governo ha minacciato “l’uso Pur non essendoci ancora un progetto definitivo, la società Stretto di Messina potrà contare su un contributo di 1,3 miliardi di euro “in conto impianti”, ovvero soldi destinati all’acquisto di fattori produttivi “a lungo ciclo di utilizzo”. Soldi da spendere subito, e male. Secondo i ministri Matteoli e Tremonti, già alla fine dell’anno potranno essere avviati i “cantieri a terra”, cioè tutte quelle che opere pensate in vista del Ponte, ma altrettanto inutili e forse ancora più dannose del “mostro sullo Stretto”. Un delirio di svincoli, raddoppi, gallerie, varianti e viadotti che dovranno collegare il casello del Ponte alle strade ed alla ferrovia della città, e raddoppiare le corsie in previsione di un aumento del traffico che non ci sarà. Già da sole, le opere correlate trasformeranno l’area dello Stretto in un immenso cantiere per un tempo indefinito. Nessuno crede ai sette anni promessi Intanto prosegue il “sacco edilizio” della città di Messina. E’ stato approvato il progetto per il Tirone, unico quartiere storico sopravvissuto al cataclisma del 1908. Un parcheggio sotterraneo da 1400 posti su 6 piani, l’ennesimo centro commerciale e tanti nuovi palazzi potrebbero eliminare l’ultimo residuo di centro storico. Le mura che hanno resistito alle scosse del grande |
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