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Post n°658 pubblicato il 31 Maggio 2008 da hesse8
Sudafrica, 62 morti e 670 feriti nelle violenze xenofobe
Dall´inizio
delle violenze contro i migranti in Sud Africa, cioè dall11 maggio,
sono state uccise almeno 62 persone, 670 le persone ferite, 35mila i
profughi. Inoltre, tra i 12 e i 15mila mozambicani hanno riattraversato
il confine per tornare nelle loro case. La polizia ha arrestato più di
1433 persone coinvolte negli attacchi xenofobi. «Il numero dei decessi
è salito da 56 a 62», ha precisato il portavoce nazionale della
polizia, Sally de Beer, perché «alcuni feriti sono morti in ospedale».
«Ma nessun grave incidente si è verificato di recente», ha concluso. La
situazione è tornata gradualmente sotto controllo alla fine della
scorsa settimana.
Le violenze contro gli immigrati, in gran parte provenienti
da Zimbabwe, Malati e Monzambico, erano cominciate l'11 maggio in una
township di Johannesburg e si erano poi estesi a tutte le province del
paese. Gli scontri più violenti si sono verificati nell´accampamento
informale Ramaphosa. Solo in questo pezzo di terra sudafricano, quello
che gli «esperti» chiamano slum o «informal settlemet», sono stati
uccisi circa trenta stranieri. La violenza si è concentrata soprattutto
in Gauteng, Johannesburg ma si è rapidamente diffusa in altre aree del
Paese, come Città del Capo, Mpumalanga e Kwa Zulu Natal.
Decine di migliaia di persone – 35mila secondo il governo,
100mila secondo le Ong locali – sono fuggite dalle bidonville per paura
degli attacchi. Une parte dei migranti sono rientrati nei loro Paesi,
il Mozambico ha accolto più di 30mila tra profughi e rimpatriati. Altri
si sono rifugiati nei commissariati, nei centri sociali, o in campi di
fortuna. La maggior parte dei luoghi dove hanno trovato rifugio gli
stranieri in fuga versano però in condizioni igieniche estremamente
precarie, secondo le Ong sul terreno come Medici senza frontiera. Il
governo del Sudafrica allestirà perciò sette campi profughi, che
potranno ospitare fino a 70mila persone.
L'esperto sul razzismo del Consiglio dell'Onu per i diritti
umani ha condannato «nei termini più forti» le recenti violenze
xenofobe in Sudafrica. Il relatore dell'Onu sulle forme contemporanee
di razzismo, xenofobia e intolleranza, Doudou Diene, ha esortato le
autorità sudafricane a portare i responsabili davanti alla giustizia e
a «stimolare una riflessione comune sulle cause profonde di questo
fenomeno». Sarà inoltre necessario affrontare un dibattito
sull'integrazione degli immigrati e dei rifugiati, ha osservato Diene.
Il governo ha risposto che saranno insediati dei tribunali
speciali per giudicare gli autori delle violenze. La causa è imputata
alla frustrazione dei sudafricani poveri, che attendono a 14 anni dalla
fine dell´Apartheid un miglioramento delle loro condizioni di vita.
Nonostante il Sudafrica sia la prima potenza economica di tutto il
continente, il 43% della sua popolazione vive con meno di due dollari
al giorno. È il risultato delle politiche liberiste adottate dal
governo. Nell´ultimo anno si sono persi circa un milione di posti di
lavoro; Cosatu, il principale sindacato del Sudafrica, stima la
percentuale di disoccupazione attorno al 45 per cento. Nell´area di
Città del Capo due famiglie «nere» su tre non hanno abbastanza cibo per
sopravvivere; il salario reale dei lavoratori si è ridotto del 10 per
cento mentre quello dei manager è stato aumentato del 42 per cento. Il
dato più allarmante è che negli ultimi anni a dieci milioni di persone
è stato interrotto il servizio di acqua e luce e a più di due milioni è
stato eseguito uno sfratto. La disparità tra ricchi e poveri è
tremenda: il Sud Africa dopo il Brasile, è il paese più ineguale del
mondo.
delle violenze contro i migranti in Sud Africa, cioè dall11 maggio,
sono state uccise almeno 62 persone, 670 le persone ferite, 35mila i
profughi. Inoltre, tra i 12 e i 15mila mozambicani hanno riattraversato
il confine per tornare nelle loro case. La polizia ha arrestato più di
1433 persone coinvolte negli attacchi xenofobi. «Il numero dei decessi
è salito da 56 a 62», ha precisato il portavoce nazionale della
polizia, Sally de Beer, perché «alcuni feriti sono morti in ospedale».
«Ma nessun grave incidente si è verificato di recente», ha concluso. La
situazione è tornata gradualmente sotto controllo alla fine della
scorsa settimana.
Le violenze contro gli immigrati, in gran parte provenienti
da Zimbabwe, Malati e Monzambico, erano cominciate l'11 maggio in una
township di Johannesburg e si erano poi estesi a tutte le province del
paese. Gli scontri più violenti si sono verificati nell´accampamento
informale Ramaphosa. Solo in questo pezzo di terra sudafricano, quello
che gli «esperti» chiamano slum o «informal settlemet», sono stati
uccisi circa trenta stranieri. La violenza si è concentrata soprattutto
in Gauteng, Johannesburg ma si è rapidamente diffusa in altre aree del
Paese, come Città del Capo, Mpumalanga e Kwa Zulu Natal.
Decine di migliaia di persone – 35mila secondo il governo,
100mila secondo le Ong locali – sono fuggite dalle bidonville per paura
degli attacchi. Une parte dei migranti sono rientrati nei loro Paesi,
il Mozambico ha accolto più di 30mila tra profughi e rimpatriati. Altri
si sono rifugiati nei commissariati, nei centri sociali, o in campi di
fortuna. La maggior parte dei luoghi dove hanno trovato rifugio gli
stranieri in fuga versano però in condizioni igieniche estremamente
precarie, secondo le Ong sul terreno come Medici senza frontiera. Il
governo del Sudafrica allestirà perciò sette campi profughi, che
potranno ospitare fino a 70mila persone.
L'esperto sul razzismo del Consiglio dell'Onu per i diritti
umani ha condannato «nei termini più forti» le recenti violenze
xenofobe in Sudafrica. Il relatore dell'Onu sulle forme contemporanee
di razzismo, xenofobia e intolleranza, Doudou Diene, ha esortato le
autorità sudafricane a portare i responsabili davanti alla giustizia e
a «stimolare una riflessione comune sulle cause profonde di questo
fenomeno». Sarà inoltre necessario affrontare un dibattito
sull'integrazione degli immigrati e dei rifugiati, ha osservato Diene.
Il governo ha risposto che saranno insediati dei tribunali
speciali per giudicare gli autori delle violenze. La causa è imputata
alla frustrazione dei sudafricani poveri, che attendono a 14 anni dalla
fine dell´Apartheid un miglioramento delle loro condizioni di vita.
Nonostante il Sudafrica sia la prima potenza economica di tutto il
continente, il 43% della sua popolazione vive con meno di due dollari
al giorno. È il risultato delle politiche liberiste adottate dal
governo. Nell´ultimo anno si sono persi circa un milione di posti di
lavoro; Cosatu, il principale sindacato del Sudafrica, stima la
percentuale di disoccupazione attorno al 45 per cento. Nell´area di
Città del Capo due famiglie «nere» su tre non hanno abbastanza cibo per
sopravvivere; il salario reale dei lavoratori si è ridotto del 10 per
cento mentre quello dei manager è stato aumentato del 42 per cento. Il
dato più allarmante è che negli ultimi anni a dieci milioni di persone
è stato interrotto il servizio di acqua e luce e a più di due milioni è
stato eseguito uno sfratto. La disparità tra ricchi e poveri è
tremenda: il Sud Africa dopo il Brasile, è il paese più ineguale del
mondo.
Inviato da: lo_snorki
il 28/08/2014 alle 03:29
Inviato da: hesse8
il 23/04/2013 alle 12:50
Inviato da: hesse8
il 07/01/2013 alle 14:42
Inviato da: hesse8
il 09/11/2012 alle 14:02
Inviato da: perpiuzza
il 06/11/2012 alle 20:48