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Messaggi di Settembre 2008

Con i cittadini di Chiaiano(giorno 8-10 dovrebbe aprire la discarica) 

Post n°754 pubblicato il 30 Settembre 2008 da hesse8

Un gruppo di cittadini ha cercato di impedire l'accesso agli automezzi che portavano
la ghiaia nella discarica. Bertolaso: "Chi appoggiava manifestanti ha perso le elezioni"
Nuove tensioni a Chiaiano
Bloccato camion dell'esercito

Fermato e identificato anche il sindaco di Giugliano










Nuove tensioni a Chiaiano Bloccato camion dell'esercito

Sopralluogo alla cava di Chiaiano dove sorgerà la discarica















NAPOLI -
Dopo diverse settimane tranquille, esplodono nuovamente le tensioni a
Chiaiano, il quartiere di Napoli dove da mesi i comitati civici si
oppongono all'allestimento di una discarica. Questa mattina in via
Poggio Vallesana, a pochi metri dal presidio dei comitati di piazza
Rosa dei Venti, un gruppo di cittadini ha cercato di impedire l'accesso
alla cava di 4 camion dell'esercito che portavano ghiaia.





La polizia in tenuta antisommossa si è schierata e ha aperto la strada
ai mezzi, ponendo fine al blocco stradale attuato. Due persone hanno
avuto un malore. Fermato e portato in commissariato per
l'identificazione l'ex sindaco di Giugliano Mauro Bertini.





"A protestare contro la discarica di Chiaiano sono gli stessi che mi
hanno impedito di lavorare durante il governo Prodi e che oggi devono
comunque trovare il modo di far vedere che esistono ancora visto che,
mi sembra, sono stati mandati a casa dagli italiani nel corso delle
ultime elezioni", ha commentato il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio con delega alla gestione dei rifiuti Guido Bertolaso.





"Do il mio pieno e convinto appoggio alla protesta che i sindaci della
zona di Chiaiano, i comitati di cittadini e varie forze politiche e
sociali hanno organizzato stamane a piazza Montecitorio e cui
partecipa, per Rifondazione, il responsabile Giustizia Giovanni Russo
Spena - ha replicato il segretario del Prc, Paolo Ferrero. - L'apertura
della discarica di Chiaiano è una vera disgrazia per i cittadini che lì
vivono, un atto sbagliato e pericoloso preso senza il consenso dei
sindaci e dei cittadini".

 
 
 

300.000 disoccupati in in 3 mesi (Grazie Berluska)

Post n°753 pubblicato il 29 Settembre 2008 da hesse8

Trecentomila persone in più in cerca di lavoro nel secondo trimestre 2008
E' il dato peggiore degli ultimi due anni, più penalizzate le donne (8,7% con un +1,3)
S'impenna la disoccupazione
in un anno salita dal 5,7 al 6,7%

Si conferma l'enorme divario tra Settentrione (3,8%) e Mezzogiorno (11,8%)


S'impenna la disoccupazione in un anno salita dal 5,7 al 6,7%

Una manifestazione per il lavoro






ROMA -
Nel secondo trimestre 2008 il numero delle persone in cerca di
occupazione è nuovamente aumentato, portandosi a 1.704.000 (+291.000
unità pari al +20,6% rispetto al secondo trimestre 2007). Il tasso di
disoccupazione è aumentato di un punto percentuale in un anno
posizionandosi al 6,7%. Lo annuncia l'Istat. In confronto al primo
trimestre 2008, al netto dei fattori stagionali, il tasso di
disoccupazione è aumentato di due decimi di punto. Si tratta, precisa
l'Istat, del più elevato tasso di disoccupazione degli ultimi due anni
se si confrontano i dati destagionalizzati. L'aumento è dovuto alla
crescita degli inattivi e degli ex-occupati.



Il tasso di
disoccupazione, segnala ancora l'istituto di statistica, è aumentato su
base annua di 0,8 punti percentuali per gli uomini e di 1,3 punti
percentuali per le donne, portandosi rispettivamente al 5,4 e all'8,7%.
La crescita, territorialmente diffusa è risultata relativamente meno
sostenuta nel Nord (0,6 punti percentuali), dove ha riguardato più
ampiamente la componente femminile. Nel Centro la crescita è stata più
accentuata (1,6%) e ha coinvolto sia gli uomini sia soprattutto le
donne; nel Mezzogiorno l'innalzamento del tasso di disoccupazione
(1,3%) ha interessato in misura pressoché analoga entrambe le
componenti di genere.



Il tasso di
disoccupazione del Mezzogiorno (11,8%) è rimasto peraltro molto più
elevato in confronto a quello del Nord (3,8%) e del Centro (6,4%).
Anche il tasso di disoccupazione degli stranieri è cresciuto passando
dal 7,6% del secondo trimestre 2007 all'8,8%. Per quanto riguarda il
tasso di inattività della popolazione tra 15 e 64 anni si è attestato
al 36,5%, un punto percentuale in meno rispetto a un anno prima, e in
calo in tutte le ripartizioni soprattutto con riguardo alla componente
femminile.

 

( 29 settembre 2008)

 
 
 

Diliberto: "ci avete sconfitto ma non domato"

Post n°752 pubblicato il 27 Settembre 2008 da hesse8






Diliberto, «ci avete sconfitto ma non ci avete domato»

 










Forte iniziativa a Roma in preparazione della manifestazione dell'11 ottobre contro il governo

Image «La sinistra, ed in particolare i comunisti, deve tornare ad essere la rappresentanza politica del mondo del lavoro salariato»

Testo dell'appello

Tutte le adesioni



Non usa mezzi termini il segretario dei Comunisti italiani, Oliviero
Diliberto nel corso della partecipata iniziativa del Pdci “Contro
Berlusconi, legittima difesa”, in vista della manifestazione dell'11
ottobre a Roma. Insieme a lui sul palco il segretario della federazione
romana del Pdci Fabio Nobile, il presidente dell'Anpi Roma-Lazio
Massimo Rendina, Adriano Pace, rappresentante Cgil Alitalia e Francesca
Pandolfi, insegnante precaria iscritta ai Cobas.
Alitalia, precari,
l'attacco al contratto nazionale di lavoro, passando dal processo di
riunificazione dei comunisti, di tutto questo parla Diliberto: «I
lavoratori non sono un'astrazione, una statistica, ma persone in carne
ed ossa che si sono sentiti abbandonati e quando i lavoratori si
sentono abbandonati non è mai colpa loro, ma è colpa dei partiti
politici e dei loro dirigenti». Diliberto fa capire che non è più tempo
di giustificazioni o attendismi. E' ora di agire.
«L'abbiamo pagata
duramente, ora bisogna ripartire dai bisogni, dalla materialità delle
condizioni di vita delle persone noi avremo un grande spazio, quello
che oggi viene occupato da forze politiche che non hanno niente a che
fare con i lavoratori ma che vengono votate dai lavoratori» e fa
l'esempio della Lega Nord che «non dà risposte ai problemi ma li
sposta. Ai lavoratori del nord che l'hanno votata, la Lega non risolve
il problema del salario perché rimane basso o della pensione perché
l'età non cambia. Sposta il problema, gli crea un nemico, un avversario
per cui “dagli all'immigrato”. Gli crea una falsa coscienza».

O
nelle borgate di Roma, ricorda Diliberto, dove il Pci aveva l'egemonia,
«oggi il primo partito è An e dove la disperazione non ha più uno
sbocco politico e diventa frustrazione che viene sfogata nella
tifoseria violenta, negli attacchi fascisti, nei tatuaggi con la croce
celtica, tutto basato su disvalori e false prospettive. Noi le abbiamo
abbandonate le periferia, non c'è più organizzazione del consenso, non
c'è risposta ai loro problemi». Il messaggio è chiaro: «Dobbiamo
ripartire da lì. Sarà lungo e difficile ma noi lo faremo».
Così il
segretario del Pdci introduce due grandi progetti del partito: la
raccolta di firme per due proposte di legge di iniziativa popolare. La
prima per il ripristino della scala mobile, cioè del meccanismo di
adeguamento automatico dei salari e delle pensione all'effettivo costo
della vita. La seconda ha una grande valenza simbolica, vietare per
legge i finanziamenti pubblici alla scuola privata. Oltre ad annunciare
l'intenzione di chiedere l'indizione del referendum abrogativo della
legge 30. Un forte passaggio è stato dedicato all'informazione, oggi
più che mai schierata a prescindere dalla parte di chi vince «con la
nuova legge sui finanziamenti pubblici all'editoria ci vogliono
colpire» spiega Diliberto, «è un disegno preciso, come quello sulla
scuola». Viene tagliata l'istruzione, la ricerca, la cultura, il
sapere, hanno l'obiettivo di rendere più ignoranti i nostri
concittadini «perché più sono ignoranti i cittadini, più votano a
destra perché non avranno coscienza dei propri diritti», un'idea
precisa di società, quella di Berlusconi, dove il cittadino non è più
tale ma rimane solo un consumatore dove i valori scompaiono per
lasciare posto ai disvalori: «Se non sei ricco e non produci,
arrangiati».

Oggi, continua Diliberto, un concetto che è nel dna
dei comunisti, e dovrebbe essere nel dna di le forze le persone
democratiche è che tutti gli uomini e le donne sono uguali ed hanno
uguali diritti, «oggi è una bestemmia, ma è l'articolo 3 della
Costituzione». Un disegno preciso, si diceva, dove può accadere che
l'Italia mandi i Tornado in Afghanistan, entrando così in guerra, senza
che nessuno ne parli, senza un voto del Parlamento, dove può accadere
che l'esercito pattugli le strade delle città... e che tutto questo
sembri normale, per la maggioranza e per l'opposizione che non c'è,
«c'è un annientamento dei principi fondamentali della nostra
democrazia».
Per tutti questi motivi Diliberto spiega che «è
indispensabile che diamo un messaggio. Noi ci giochiamo l'osso del
collo, noi Italia, l'11 ottobre, dobbiamo far riuscire alla grande la
manifestazione per dire che “ci siamo non ci arrendiamo”».
Non c'è
spazio per la pigrizia, né per la rassegnazione, chiude Diliberto, e
avverte gli illusi: «Ci avete sconfitto ma non ci avete domato».

(26.9.08)

 
 
 

L' articolo 11 della Costituzione Italiana viene stravolto

Post n°751 pubblicato il 24 Settembre 2008 da hesse8


Afghanistan, l'Italia manda quattro bombardieri Tornado

L'Italia
invierà quattro bombardieri Tornado in Afghanistan. Lo ha annunciato il
ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Il ministro ha riferito che il
Consiglio dei ministri ha «approvato il decreto che finanzia per
l'ultimo trimestre le missioni all'estero», poi ha spiegato di aver
«posto la questione relativa all'invio di quattro Tornado, come
richiesto più volte da organismi internazionali», e che è «passata la
tesi di inviarli con relativo finanziamento». In pratica, il Governo
stanzierà altri soldi per mandare i bombardieri nel teatro afghano, in
aggiunta al miliardo di euro per le missioni militari all'estero già
stanziato in Finanziaria.

Dell'eventualità della dislocazione nel
Paese asiatico di questi bombardieri e ricognitori se ne era parlato
molte volte nel passato, a seguito di pressioni della Nato e degli
americani per un più significativo impegno militare in questa missione.
L'Italia ha già più di duemila militari in Afghanistan, supportati da
elicotteri da trasporto e da combattimento. Recentemente, su richiesta
del comando Nato, la maggior parte del contingente è stata dislocata
nel sud del Paese, dove più forte è la pressione dei combattenti
Taleban.

Si chiedono se ci sia un cambio di strategia nella
missione in Afghanistan i ministri ombra della Difesa e degli Esteri,
Roberta Pinotti e Piero Fassino: «In quale scenario e in quale contesto
si colloca l'invio dei tornado in Afghanistan? Si presuppone un cambio
di strategia nella missione? E in questo caso con quali obiettivi e
quali impegni per le nostre forze armate?». Fassino e Pinotti chiedono
che il governo riferisca al più presto al Parlamento, visto che «il
ministro La Russa nell'audizione nelle Commissioni Esteri e Difesa di
Camera e Senato dell'11 giugno aveva accennato al possibile invio di 4
Tornado a sostegno dell'azione di ricognizione svolta dai Tornado
tedeschi e si era impegnato, comunque, ad informare il Parlamento nel
momento in cui la decisione fosse maturata».

«I nostri militari
in Afghanistan - concludono Pinotti e Fassino - affrontano una missione
particolarmente complicata ed è perciò essenziale che il Parlamento,
che ne ha deciso l'invio, accompagni il loro operato con un'attenta
valutazione dello scenario attuale, individuando l'azione politica e
diplomatica necessaria a rendere efficace una strategia che non può
essere limitata alla sola dimensione militare».

Per Jacopo
Venier, del Pdci, «con questo governo, l'articolo 11 della nostra
Costituzione si va a far benedire. Le decisioni assunte oggi dal
Consiglio dei ministri su Iraq, dove invieranno 16 carabinieri,
Georgia, dove spediranno 40 militari, e Afghanistan, con l'invio di 4
Tornado, mostrano tutto il volto guerrafondaio dell'esecutivo. Le più
alte cariche dello Stato si attivino per far rispettare quel ripudio
della guerra che sta alla base della nostra democrazia».

Leggete l' articolo 11

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di parità con gli
altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad
un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni;
promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a
tale scopo.

 
 
 

Tutto questo non è 1 gioco di xbox

Post n°750 pubblicato il 23 Settembre 2008 da hesse8
Foto di hesse8

Uno studente armato ha aperto il fuoco all'interno di una scuola di Kauhajoki, a nord di Tampere
il bilancio provvisorio è di tre morti. Il killer si sarebbe ucciso, anche se ci sono voci di arresto
Finlandia, sparatoria in una scuola
La polizia: "Ci sono molte vittime"

Su YouTube i video prima della strage: "La vita è dolore.."




















HELSINKI
- Uno studente armato ha aperto il fuoco all'interno di una scuola di
Kauhajoki, a nord di Tampere in Finlandia, uccidendo almeno tre
persone. Ma il bilancio potrebbe crescere ancora. Il killer, poi, si
sarebbe tolto la vita, anche se alcune fonti parlano di arresto.





E su YouTube, intanto, appaiono 4 video postati da un utente il cui
profilo assomiglia al killer. Si fa chiamare Mr. Saari, ha 22 anni e
vive a Kauhajoki. I video mostrano un uomo vestito di nero che spara in
un poligono di tiro. Il nick dietro il quale si cela il protagonista è
'Wumpscut86" che si descrive come un giovane interessato a "computer,
armi, sesso e birre", con una predilezione per i film dell'orrore. Poi
una frase: "E subito ci fu la guerra e le madri urlarono. Per la
vendetta e la ritorsione per un'altra guerra".





Nel frattempo la polizia finlandese ha ordinato agli studenti di
abbandonare l'edificio dove c'erano circa 200 alunni. "Adesso la
situazione è sotto controllo. Il giovane non è più libero di nuocere,
si è suicidato" dice il sindaco della località, Antti Rantakokko. Ma i
media finlandesi forniscono notizie contraddittorie sull'accaduto.
Secondo un ufficiale di polizia di cui riferisce un'agenzia locale, il
killer sarebbe stato arrestato dopo essere stato disarmato.





Il 7 novembre scorso, un ex studente 18enne di un liceo di Tuusula,
cittadina di 30mila abitanti a nord di helsinki, ha ucciso otto persone
all'interno dello stabilimento prima di suicidarsi. Una strage
annunciata da un video su YouTube.

 


 

 

 
 
 

Milano si ferma per Abdul (e per la strage di Caserta, a quando?)

Post n°749 pubblicato il 21 Settembre 2008 da hesse8

Milano si ferma per Abdul. La famiglia: non dimenticatelo

abba, abdul, milano
Alcuni ragazzi del Comitato

Dai
Bastioni di Porta Venezia fino a piazza Duomo, con una sosta al muretto
dove Abba e i suoi amici si incontravano ogni giorno. Milano ricorda
Abdul, il diciannovenne originario del Burkina Faso ucciso una
settimana fa dalle sprangate dei gestori di un locale. Ad aprire il
corteo, uno striscione che recita «Abba Vive, Razzismo Stop»,
realizzato dai ragazzi del Comitato per non dimenticare Abba, per fermare il razzismo
nato a Cernusco, il paese dove Abdul viveva, sull’onda
dell’indignazione per questo omicidio su cui deve rimanere alta
l’attenzione.

In testa alla manifestazione ci sono i genitori e
la sorella di Abdul che venerdì in una lettera hanno rivolto un appello
a partecipare al corteo: «In questi giorni per noi molto difficili –
scrivono – stiamo ricevendo la solidarietà e l’affetto di tante persone
e per noi questa vicinanza è molto importante perché ci aiuta a
superare il dolore per un fatto inspiegabile, ci dà coraggio e non ci
fa sentire soli: per questo ringraziamo tutti». Sabato bisogna esserci,
dicono, «per dire che quello che è successo non deve più accadere, per
dire no al razzismo, per non dimenticare».

Già, perché il
rischio è che si archivi l’omicidio di Abdul come uno dei tanti, e
magari si diffonda l’idea che forse un po’ Abba e i suoi amici se la
sono andata a cercare. Ma l’autopsia sul corpo di Abdul ha riscontrato
segni di accanimento che non hanno giustificazioni, ferite plurime
inferte dall’odio verso chi è diverso. Quello che gli amici di Abdul
che quella sera erano con lui raccontano da giorni. E che Fausto e
Daniele Cristofoli, i due aggressori, non sono riusciti a spiegare.

La
polizia ha calcolato che sono almeno settemila i partecipanti alla
manifestazione. Durante il percorso, ci sono state diverse soste in cui
i manifestanti si sono seduti per terra gridando «Vergogna» e chiedendo
«Giustizia». Alcuni momenti di tensione si sono registrati al termine
del corteo, quando alcune decine di giovani hanno iniziato a correre da
piazza Duomo verso via Mengoni, per raggiungere il luogo
dell'aggressione, mentre la polizia in tenuta antisommossa tentava di
fermarli.

 
 
 

La vignetta dice tanto sulla vicenda Alitalia

Post n°748 pubblicato il 19 Settembre 2008 da hesse8

L'immagine “http://risodegliangeli.corriere.it/20080919-marx2.gif” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

 
 
 

Contro la riforma elettorale europea in piazza i 2 partiti comunisti

Post n°747 pubblicato il 18 Settembre 2008 da hesse8






Pdci e Prc in piazza contro la riforma elettorale del centrodestra













Ferrero,
«colpo di Stato che trasformerebbe l'Italia in un'oligarchia».
Diliberto, «grave attentato alla democrazia il tentativo di
estrometterci dal Parlamento Europeo»

Image 

In
piazza contro la riforma elettorale proposta dal centrodestra con un
volantinaggio per spiegare agli italiani cosa succederà: «Con la
proposta di Berlusconi di abolire le preferenze i cittadini non
potranno più scegliere i loro parlamentari e con lo sbarramento al 5%
vogliono buttare fuori la sinistra dall'Europarlamento»



Così Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc spiega ciò che è
avvenuto ieri a Roma, in Piazza Venezia: Rifondazione comunista e
Comunisti italiani contro la proposta di riforma della legge elettorale
per le Europee avanzata dal centrodestra. Per Ferrero si tratta di «un
colpo di Stato che trasformerebbe l'Italia in un'oligarchia, in cui i
due o tre segretari di partito deciderebbero tutti gli eletti». In
piazza anche gli ex capogruppo del Pdci alla Camera e al Senato, Pino
Sgobio e Manuela Palermi.

Infatti è già iniziata in commissione
Affari costituzionali della Camera la discussione sulla modifica della
legge elettorale per le elezioni europee che si terranno nella prossima
primavera. Il relatore di maggioranza è Peppino Calderisi (Pdl) che ha
illustrato la posizione della maggioranza: correzione del sistema
proporzionale con l'introduzione del quorum al 5%; la cancellazione del
voto di preferenza per allineare le norme elettorali delle europee con
quelle vigenti per l'elezione del Parlamento italiano.

«E' un
grave attentato alla democrazia il tentativo di estrometterci dal
Parlamento Europeo» così il segretario nazionale dei Comunisti
italiani, Oliviero Diliberto spiega le ragioni della presenza in
piazza. «Se per il Parlamento nazionale si possono proporre sbarramenti
adducendo ragioni di governabilità – continua Diliberto - per il
Parlamento Europeo, luogo di rappresentanza politica, è un grave
attentato alla democrazia rappresentativa il fatto di voler imporre a
colpi di maggioranza una legge con uno sbarramento alto, al solo scopo
di eliminare la sinistra».

 
 
 

Morto un grande cantautore(Stefano Rosso)

Post n°746 pubblicato il 16 Settembre 2008 da hesse8

L'artista è morto ieri a Roma, dove era nato nel dicembre 1948
Su un sito i messaggi e le testimonianze d'affetto
Addio a Stefano Rosso
cantò gli amici e lo spinello





Addio a Stefano Rosso cantò gli amici e lo spinello

Stefano Rosso









ROMA
- Gli bastavano "due amici, una chitarra e uno spinello", e "la ragazza
giusta che ci sta", poi tutto il resto non aveva importanza. Con queste
battute, nella canzone Storia disonesta, Stefano Rosso aveva
conquistato la popolarità negli anni Settanta. Ieri sera, all'età di
sessant'anni, il cantautore si è spento nella sua Roma, dove era nato
il 7 dicembre 1948. I funerali si terranno domani mattina alle 10 nella
basilica di Santa Maria in Trastevere.





Cantante e chitarrista, vero cognome Rossi, l'artista faceva parte
della scuola dei cantautori romani. E negli anni ha mantenuto uno
zoccolo duro di fan: lo dimostrano i messaggi di affetto comparsi sul suo sito internet. Sulla homepage, una sua foto in bianco e nero e una frase tratta da una sua canzone, Il treno dei papaveri: "...e domani sereno volerò in braccio a Dio, tra i papaveri e il treno perché lì è il posto mio".






All'interno, su una pagina nera, uno spazio bianco dove lasciare un
pensiero. Ha cominciato questa mattina la figlia Stefy che ha aperto le
testimonianze d'affetto con un "grazie". In pochi minuti sono stati
decine i messaggi inviati, come quello di Anna Rita: "Ciao Stefano, ero
giovane quando tu eri giovane... tienimi un posto su quel treno".





E ancora: "Ciao Stefano, il tuo tempo, i tuoi sogni, le tue melodie non
sono più di casa in quest'epoca. Ma io, giovane brufoloso dell'epoca,
ti ricorderà sempre con leggerezza e quella nostalgia dolce e
inafferabile come le tue poesie..." è il messaggio lasciato da Gianni,
mentre Fenix ha scritto: "Addio compagno e compagnia dei primi spinelli
di gioventù".









Stefano
Rosso aveva debuttato nel 1969, in coppia col fratello nel duo Romolo e
Remo, con la canzone Io vagabondo. Partecipò al Festival di Sanremo nel 1980 con L'italiano. Da ricordare, tra le sue canzoni impegnate, anche Odio chi e Bologna '77, dedicata a Giorgiana Masi, la ragazza uccisa a Roma, vicino al Ponte Garibaldi, durante una manifestazione.

Una sua canzone




 
 
 

La Gelmini e la scuola 

Post n°745 pubblicato il 15 Settembre 2008 da hesse8

Primo giorno di scuola, tutti contro la Gelmini

gelmini, scuola, proteste
Il "lutto" delle insegnanti a Firenze
La
campanella è suonata. Ma nelle aule delle scuole italiane sono in pochi
ad essere allegri per la ripresa dell’anno scolastico. È non è solo
nostalgia per le vacanze. Le novità introdotte dal ministro Gelmini
infatti, non sono ancora in vigore ma insegnanti, famiglie e studenti,
sono già sul piede di guerra.

In Campania – dove i taglia della
Gelmini farebbero sette mila licenziati – lunedì mattina si è tenuto un
sit in in piazza del Plebiscito. La preoccupazione riguarda soprattutto
la situazione degli studenti disabili: il caso di una mamma che ha
denunciato la riduzione delle ore di sostegno per il figlio, iscritto a
scuola media di Torre Del Greco, ha fatto luce sulla drammatica
situazione di «mille insegnanti di sostegno in meno rispetto alle
richieste degli istituti scolastici, di cui 500 solo in provincia di
Napoli». A Palermo, la protesta in piazza – un sit-in di docenti,
dirigenti scolastici, genitori e sindacati – è solo rimandato a
mercoledì.

Singolare protesta a Roma, dove genitori e insegnanti
della scuola elementare «Iqbal Masih» occuperanno per una settimana le
aule della scuola: «L'occupazione inizierà alle 12.30 e andrà avanti
per una settimana - ha spiegato l'insegnante Paola De Meo - Questa
mattina, come annunciato, abbiamo messo il lutto al braccio, ma entrati
in classe l'abbiamo tolto per non impressionare i bambini. Durante il
pomeriggio, alla fine delle lezioni che andranno avanti regolarmente,
abbiamo organizzato attività, teatrali e musicali nonché informative
sul funzionamento delle dinamiche scolastiche, una materia che,
purtroppo, non tutti conoscono e per cui non sempre viene compresa
l'importanza e il significato delle nostre proteste».

Lutto al
braccio anche in numerose scuole di materne ed elementari di Firenze.
Mentre a Mestre le proteste sono state coordinate dal comitato «Non
rubateci il futuro». Tutte queste voci fuori dal coro, la ministra
incriminata, non le ha prese bene. «Trovo vergognoso – ha spiegato –
che si strumentalizzino i bambini per cavalcare proteste che sono solo
politiche. Sembra non conoscere limite – sostiene – invece, l'opera di
disinformazione e allarmismo messa in piedi da chi difende lo status
quo di una scuola che per come è strutturata oggi non può avere un
futuro».

Le risponde Maria Coscia, responsabile scuola del
Partito democratico: «Caro ministro – le spiega – oggi le famiglie la
stanno contestando insieme ai loro figli, le prime vittime della sue
scelte, in maniera del tutto autonoma. Non esiste una regia politica,
le famiglie la contestano spontaneamente perché la sua è una
controriforma che vuole azzerare il servizio pubblico, riducendo le
scuole e l'orario scolastico. I precari protestano perché viene tolto
loro il posto di lavoro. Il personale docente vi contesta perché
tagliate miliardi di euro al sistema scolastico ed universitario».

 
 
 
 
 

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