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Messaggi di Ottobre 2011

 
 

Raccolta firme

Post n°1277 pubblicato il 23 Ottobre 2011 da hesse8

Oggi a Lentini dalle 9.00 alle 12.00 P.zza Beneventano raccolte firme per la Patrimoniale

 

 
 
 

Manifestazione a Siracusa contro la crisi che attanaglia la provincia

Post n°1276 pubblicato il 19 Ottobre 2011 da hesse8



lavoro
Siracusa - Si allargano le adesioni alla Manifestazione Unitaria per il lavoro e lo Sviluppo in provincia di Siracusa di venerdì 21 Ottobre 2011 (concentramento alle ore 16,3 nella piazza antistante il Campo Scuola Di Natale in viale Augusto a Siracusa) promossa dal Tavolo Permanente per il Lavoro e lo Sviluppo, coordinato dalla Camera di Commercio e costituito dalle Organizzazioni sindacali e dalle Associazioni di categoria di tutti i comparti produttivi (industria, agricoltura, artigianato, commercio, turismo, cooperazione e servizi).

Alle Organizzazioni e agli Enti Locali che sin da subito hanno dato la loro adesione, ieri, nel corso di un incontro con i rappresentanti del Tavolo Permanente per il Lavoro e lo Sviluppo hanno aderito anche gli Organi Professionali della provincia: l'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili; l'Ordine dei Consulenti del Lavoro; e il Collegio dei Geometri.

Di fronte ad una crisi economica e finanziaria che sta colpendo le imprese, tutte le categorie produttive, i lavoratori, le famiglie, gli enti locali, le professioni ed i giovani, in particolare in Sicilia e nella provincia di Siracusa, gli Ordini professionali hanno condiviso i temi e gli obiettivi di una mobilitazione unitaria che deve allargarsi sempre di più, per risvegliare e smuovere soprattutto l'immobilismo di una politica litiga, è divisa, che non ha visione strategica. Una situazione drammatica, al limite della irresponsabilità.

La manovra finanziaria recentemente varata dal Governo nazionale ha ulteriormente aggravato il nostro già debole tessuto economico ed in prospettiva, nei prossimi due anni, la crisi graverà in maniera ancora più pesante sulle famiglie, sui lavoratori, sulle imprese e sugli enti locali. Siamo in piena recessione.

La disoccupazione, soprattutto giovanile, nella nostra provincia, ha raggiunto livelli altissimi, la manodopera espulsa dai processi produttivi e la povertà delle fasce deboli della società si allarga sempre di più.

Per questo, di fronte ad uno scenario, che per gravità non ha precedenti, il Tavolo Permanente per il Lavoro e lo Sviluppo, ha sentito il dovere di mobilitare imprenditori e lavoratori per sollecitare al Governo Nazionale, a quello Regionale, e alle Amministrazioni locali, misure urgenti ed incisive per rilanciare la crescita e per incrementare l'occupazione, ponendo fine al loro protratto e colpevole immobilismo.

Una mobilitazione che deve essere sostenuta da tutta la società civile, deve coinvolgere il mondo delle professioni, vedere protagonisti giovani e studenti, e interessare tutti i cittadini, affinché sia data adeguata forza alla comune esigenza di determinare, in tempi rapidi, una positiva inversione di tendenza, pretendendo da parlamentari nazionali e regionali, da amministratori comunali, dai rappresentanti delle Istituzioni in generale, il massimo impegno per lo sblocco di tutti gli investimenti pubblici e privati da troppo tempo fermi al palo, e per mettere in campo tutte le misure necessarie per attenuare le conseguenze di una crisi di proporzioni colossali che sta falcidiando i redditi delle famiglie e dei lavoratori, e i fatturati delle imprese.

 
 
 

VERSO IL 15 OTTOBRE

Post n°1275 pubblicato il 14 Ottobre 2011 da hesse8


Appello
Si è costituito il Coordinamento 15 ottobre, luogo aperto di tanti e plurali attori sociali impegnati a costruire la partecipazione italiana alla giornata europea ed  internazionale di mobilitazione.   La giornata del 15 vedrà mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo. Anche in Italia è già stata raccolta da tanti soggetti organizzati, alleanze sociali, gruppi informali e persone.


Il Coordinamento si mette al servizio della riuscita della mobilitazione. Curerà unitariamente le caratteristiche, la logistica e l’organizzazione della manifestazione nazionale di Roma e ne definirà le sue parti comuni. Il suo obiettivo è favorire la massima inclusione, convergenza, convivenza e cooperazione delle molteplici e plurali forze sociali, reti, energie individuali e collettive che stanno preparando e prepareranno la mobilitazione con i propri appelli, le proprie alleanze, i propri contenuti.


CON LA RICHIESTA DI FAR CIRCOLARE IN INDIRIZZARI, MAILING LIST E NEL WEB

APPELLO
IL 15 OTTOBRE SARÀ UNA GIORNATA EUROPEA E INTERNAZIONALE DI MOBILITAZIONE
“gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri,
chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!”
Commissione Europea, governi europei, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale,  multinazionali e poteri forti ci presentano come dogmi intoccabili il pagamento del debito, il pareggio del bilancio pubblico, gli interessi dei mercati finanziari, le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita.

Sono ricette inique e sbagliate, utili a difendere rendite e privilegi, e renderci tutti schiavi. Distruggono il lavoro e i suoi diritti, i sindacati, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità, tutti i diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Opprimono il presente di una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani.

Non è vero che siano scelte obbligate. Noi le rifiutiamo. Qualunque schieramento politico le voglia imporre, avrà come unico effetto un’ulteriore devastazione sociale, ambientale, democratica. Ci sono altre strade, e quelle vogliamo percorrere, riprendendoci pienamente il nostro potere di cittadinanza che è fondamento di qualunque democrazia reale.

Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo, così come le politiche economiche europee, continuano ad avvicinare.
Vogliamo una vera alternativa di sistema. Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento e l’innovazione. Le risorse ci sono.

Si deve investire sulla riconversione ecologica, la giustizia sociale, l’altra economia, sui saperi, la cultura, il territorio, la partecipazione. Si deve redistribuire radicalmente la ricchezza. Vogliamo ripartire dal risultato dei referendum del 12 e 13 giugno, per restituire alle comunità i beni comuni ed il loro diritto alla partecipazione. Si devono recuperare risorse dal taglio delle spese militari. Si deve smettere di fare le guerre e bisogna accogliere i migranti.

Le alternative vanno conquistate, insieme. In Europa, in Italia, nel Mediterraneo, nel mondo. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere.

Il Coordinamento 15 ottobre, luogo di convergenza organizzativa dei soggetti sociali impegnati, invita tutti e tutte a preparare la mobilitazione e a essere in piazza a Roma, riempiendo la manifestazione con i propri appelli, con i propri contenuti, con le proprie lotte e proposte

PER LA NOSTRA DIGNITÀ E PER CAMBIARE DAVVERO

COORDINAMENTO 15 OTTOBRE


 
 
 

Disarmiamoli avremmo + risorse per le spese sociali

Post n°1274 pubblicato il 08 Ottobre 2011 da hesse8

23 miliardi per la guerra. L'Italia spende una fortuna per gli armamenti e tutto tace
Giulia Fresca
Fonte: Dazebao - 06 ottobre 2011

armi e aerei
ROMA - Sono passati dieci anni da quel 7 ottobre in cui iniziava la guerra in Afghanistan, l'evento bellico più lungo nella storia degli Stati Uniti d'America, Vietnam compreso.
Quel giorno i bombardieri Usa e britannici iniziarono i raid sul Paese, coadiuvati dall'azione delle navi da guerra e dei sottomarini con i loro missili Tomahawk. L'ordine di attacco era stato impartito dal presidente George W. Bush all'indomani delle stragi dell'11 settembre: il 20 dello stesso mese la Casa Bianca aveva dato un ultimatum ai talebani articolato in cinque punti, che prevedeva la consegna dei leader di Al Qaida, considerati responsabili dell'attacco alle Torri Gemelle ed al Pentagono, il rilascio di tutti i prigionieri stranieri, la consegna dei terroristi che si nascondevano nel Paese alle autorità competenti, il pieno accesso degli Usa ai campi di addestramento. Il 21 i talebani rifiutano, spiegando che non c'erano prove certe del coinvolgimento di Bin Laden nelle stragi e così il 7 ottobre inizia il conflitto: l'obiettivo è quello di catturare o uccidere Osama Bin Laden, ritenuto la mente dell'attentato, distruggere le basi di Al Qaida e rovesciare il regime talebano che lo proteggeva. È stata una guerra lunga e logorante, Bin Laden è stato ucciso in Pakistan lo scorso maggio, dieci anni dopo, anche se l'organizzazione non è ancora del tutto sconfitta e l'Afghanistan è ancora un Paese diviso da conflitti economici, culturali e religiosi, colpito da attentati e raid contro i civili. Il processo di pacificazione e democratizzazione immaginato per quel Paese diventato culla del fondamentalismo islamico è ancora lontano e secondo Amnesty International, «i passi avanti verso il rispetto dei diritti umani sono stati pregiudicati dalla corruzione, dalla cattiva gestione e dagli attacchi degli insorti, i quali mostrano un disprezzo sistematico per i diritti umani e le leggi di guerra. Il governo di Kabul e gli alleati della coalizione non hanno mantenuto le promesse». In dieci anni di guerra, gli Stati Uniti hanno subito la perdita di 1.801 soldati, secondo gli ultimi dati aggiornati dal sito icasualties, e speso oltre 150 miliardi di dollari. Il Parlamento italiano approvò l'intervento il 9 ottobre: da allora, la missione Nato in Afghanistan (Isaf) è iniziata nel 2003, gli italiani che hanno perso la vita nel conflitto sono stati 45. L'anno più sanguinoso per i militari della coalizione internazionale è stato il 2010: 711 i morti, su un totale di 2.753, la gran parte uccisi dai micidiali ordigni artigianali.

Continua

 
 
 

La protesta della Fincantiere di Genova

Post n°1273 pubblicato il 03 Ottobre 2011 da hesse8

LA PROTESTAFincantieri, esplode la rabbia
"Fabbrica occupata a oltranza"Sestri a rischio per mancanza di commesse, gli operai scendono in piazza e bloccano autostrada e sopraelevata

di NADIA CAMPINI

Fincantieri, l'ora della guerra. Gli operai, alle prese con prospettive nerissime e con il rischio di chiusura del cantiere di Sestri, dopo una tesissima assemblea, escono in piazza e bloccano l'autostrada. Scatta l'occupazione della fabbrica a tempo indeterminato, approvata all'unanimità.

La mancanza di commesse e la sottoscrizione di un accordo tra Fim, Uilm e Azienda dell'accordo su Riva Trigoso e Muggiano, accordo che di fatto esclude Sestri Ponente e in prospettiva anche Riva, sono elementi che contribuiscono a far salire la tensione tra i lavoratori.Ma il vero problema sono le commesse. Nessuna novità all'orizzonte, l'azienda potrebbe mettere mano al piano che prevede tagli drastici. Ma c'è chi teme addirittura per la sopravvivenza del cantiere sestrese.

 
 
 
 
 

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