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Messaggi del 11/05/2008

Torino:La fiera del libro ed il sasso(Palestina) e le armi(Israele)

Post n°627 pubblicato il 11 Maggio 2008 da hesse8


fiera libro torino, corteo pro palestina
Il
corteo è finito. E per le strade di Torino non ci sono le violenze che
la destra aveva paventato. A cominciare da Fini, che giudicò più gravi
le bandiere di Israele bruciate rispetto all’aggressione di Nicola
Tommasoli a Verona, erano in molti a dire che sarebbe stata un’altra
Genova. Ma gli otto mila manifestanti (duemila per la polizia) che
hanno voluto dire a Israele che per loro «non è ospite d’onore» non
hanno dato spago alle polemiche e hanno sfilato pacificamente sotto la
Mole. Nemmeno nei pressi della “zona rossa”, quella allestita nei
pressi del Lingotto dove si svolge la Fiera del Libro, si sono
verificati momenti di tensione. Tutto è filato liscio. E alle 17.40
quando i manifestanti erano a duecento metri dall’ingresso del Salone,
alle forze dell’ordine è bastato mettere due transenne per fermare la
furia dei boicottatori.

L’unica “vittima” del corteo in realtà
è stata la Fiera stessa. Il direttore Puicchioni sabato mattina
descriveva nei padiglioni una situazione «quasi drammatica». Colpa di
chi ha voluto creare un clima d’allarme, nonostante sin dall’inizio
questore e prefetto avessero espresso la loro tranquillità nei
confronti dei manifestanti del Free Palestine.

Apriva il corteo
una grande bandiera palestinese lunga circa dieci metri e larga
quattro. In testa, subito dopo il vessillo, un grande striscione,
sostenuto da alcuni giovanissimi, mostrava le immagini del conflitto
israelo-palestinese, con scene di distruzione dai Territori occupati,
con la scritta «Boicotta Israele, sostieni la Palestina». Subito dietro
una giovane ragazza con la kefiah issava un cartello con le foto dei
bambini palestinesi feriti nel conflitto: «Musaab di un anno, Salah di
tre anni, Rudeina di sei anni, e la data: Gaza, 28 aprile». Dietro
ancora un primo cordone di giovani dei centri sociali, seguito da uno
stuolo di bandiere rosse, dallo striscione del Partito comunista dei
lavoratori e dei centri sociali.
Alla manifestazione ha
partecipato anche un gruppo di dissidenti ebrei con lo striscione «Jews
against occupation». Tra loro c’è Giorgio Forti, professore emerito di
Scienza all'Università di Milano, secondo il quale quella della Fiera
del Libro «non è un'operazione culturale, ma politica». «Sono
favorevole alla cultura dei libri – spiega – ma non dovevano invitare
alcuni israeliani favorevoli al governo scordandone altri. Soprattutto
dovevano invitare anche gli scrittori palestinesi. Ce ne sono tanti e
bravi».
Leggete l' articolo del manifesto a 30 anni della morte di Impastato

 
 
 
 
 

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