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Messaggi del 15/05/2008

Pino Rauti(fiamma tricolore) rinviato a giudizio per la strage di piazza della Loggia*

Post n°633 pubblicato il 15 Maggio 2008 da hesse8

Piazza della Loggia, Pino Rauti rinviato a giudizio

piazza loggia, monumento in ricordo della strage

Trentaquattro
anni dopo, non c’è ancora verità sulla strage di piazza della Loggia.
Ma qualcosa si muove. È notizia di giovedì il rinvio a giudizio di sei
persone coinvolte nella strage che fece otto morti e un centinaio di
feriti: Pino Rauti, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte, Carlo Maria Maggi,
Francesco Delfino e Giovanni Maifredi.
Il 28 maggio del 1974 una
bomba esplose a Brescia, in piazza della Loggia, dove antifascisti
manifestavano contro l’escalation di violenza degli anni di piombo. Se
inizialmente le indagini si concentrano su piccoli esponenti della
destra bresciana, poi il filone dell’inchiesta si sposta su quella
comunemente chiamata strategia della tensione: ovvero, per usare le
parole dell’ex sindaco di Brescia, oggi parlamentare Pd, Paolo Corsini,
«individua nella strage la regia e la mano degli ambienti della destra
radicale eversiva in collegamento con apparati dello Stato».
È
qui che spunta il nome di Rauti, fondatore prima del Msi, poi di Ordine
Nuovo, oggi suocero del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Insieme a lui,
i suoi fedelissimi militanti: Delfo Zorzi, che è da allora latitante e
ha l’ultimo domicilio conosciuto in Giappone, Carlo Maria Maggi e
Maurizio Tramonte. Tutti iscritti all’organizzazione, fortemente
sospettata di organizzare attentati e stragi, che fu sciolta nel 1973
per ricostituzione del partito nazionale fascista. Insieme a loro, tra
i rinviati a giudizio, ci sono l'ex generale dei carabinieri Francesco
Delfino e uno dei suoi "infiltrati" in Ordine Nuovo, Giovanni Maifredi,
autista del ministro dell'Interno dell'epoca, Paolo Emilio Taviani.
Allo
sviluppo dell’inchiesta, hanno contributo i racconti forniti dallo
stesso Tramonte e da Carlo Digilio, altro esponente di Ordine Nuovo, ma
anche conosciuto dalla Cia con il nome in codice Erodono. I nomi di
Digilio e di Delfo Zorzi ritornano anche nell’inchiesta sull’attentato
a Milano, in piazza Fontana. A piazza Loggia, Zorzi, Maggi, Mainfredi
avrebbero procurato e custodito la bomba e organizzato l’attentato nel
suo complesso. Rauti ne sarebbe stato più che informato.
Il nome
del generale Delfino, uomo dei servizi segreti, ma a stretto contatto
anche con la ‘ndrangheta, è tornato recentemente agli onori delle
cronache per il sequestro Soffiantini, l’imprenditore bresciano rapito
nel 1997: Delfino prima estorse 800 milioni di lire alla famiglia, per
pagare un informatore che avrebbe dovuto aiutarli nella liberazione,
poi fu condannato in via definitiva per truffa aggravata.
*Leggi

 
 
 

Sempre e comunque ritiro immediato da tutti i fronti di guerra

Post n°632 pubblicato il 15 Maggio 2008 da hesse8

Afghanistan, bomba ferisce alle gambe un alpino

militari italiani a Kabul in Afghanistan 2008, foto Ansa
Kabul

Attacco
a una pattuglia del contingente italiano in Afghanistan, giovedì
mattina. Una bomba azionata a distanza è stata fatta esplodere al
passaggio di un convoglio militare italiano a sud di Kabul.
L'esplosione
ha investito un blindato Puma, coinvolgendo tre militari. Due di loro
sono rimasti contusi, il terzo, il primo caporal maggiore Andrea
Tomasello, del secondo Reggimento Alpini di Cuneo, è rimasto ferito
agli arti inferiori in maniera non grave. Soccorso dagli altri
componenti della pattuglia, il militare è stato trasportato da un
elicottero AB 212 della Marina Militare presso l'ospedale militare
francese a Kabul, dove è strato ricoverato.
Il comando
italiano, che ha già informato la famiglia, rassicura sulle condizioni
di Tomasello, che al momento non versa in pericolo di vita.
L'esplosione
si è verificata alle 8.40 (le 6.10 in Italia) nei pressi dell'abitato
Qal-eh-Lanan, in provincia di Musai. L'ordigno era stato piazzato sul
ciglio della strada percorsa dalla pattuglia italiana e uno dei 3 mezzi
di pattuglia, un blindato Puma, è stato investito dalla deflagrazione.Parlando
al sito Affaritaliani.it il ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha
detto che il caporal maggiore Tomasello ha riportato una ferita
«abbastanza seria», confermando che non si teme per la sua vita.

 
 
 
 
 

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