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Messaggi del 16/05/2008

Editto bulgaro n°2 (fuori i rompiballe dalla Rai)

Post n°634 pubblicato il 16 Maggio 2008 da hesse8

In apertura Santoro difende il giornalista e attacca Corsera e Repubblica
Annozero: battibecco Castelli-Travaglio
«La banda dei quattro: Santoro, Travaglio, Di Pietro e Grillo. Tolti loro il Paese si modernizzerà»

 











ROMA - Battibecco tra il giornalista Marco
Travaglio e il sottosegretario leghista alle Infrastrutture Roberto
Castelli poco dopo l'inizio della trasmissione Annozero su
Raidue. Michele Santoro ha aperto la puntata difendendo Travaglio dopo
le polemiche della scorsa settimana quando Travaglio a Che tempo che faattaccò il presidente del Senato Renato Schifani.
«Stai tranquillo, Marco, sei nel cuore del pubblico e non hai niente da
temere», ha esordito Santoro. Poi il conduttore ha criticato gli
articoli usciti in questi giorni su Travaglio su Repubblica e sul Corriere della Sera. «C'è stato lo scoop di D'Avanzo,
che in pratica ti ha accusato di aver preso un residence coi soldi di
un tale Aiello, condannato per mafia. Naturalmente il Corsera oggi
riprende questo scoop degno del Pulitzer e lo approfondisce: tutti e
due i giornali dicono che non può essere una cosa vera, ma la scrivono
lo stesso. Perché? Per minare la tua credibilità, ma anche perché quei
fatti che tu hai raccontato loro non li avevano scritti, e quindi non
dovevano meritare di essere scritti. Altrimenti, che figura ci
avrebbero fatto i direttori Mieli e Mauro nei confronti dei loro
lettori?. Esiste in Italia una banda dei quattro,
cioè Di Pietro, Grillo, Travaglio e Santoro. Tolti di mezzo questi, il
Paese si può avviare verso la modernizzazione. Ma io - ha sottolineato
Santoro rivolgendosi a Travaglio - non ho la psicosi di essere dalla
parte dei vincitori. Mi sento vivo anche perché sei tu qui e hai il tuo
microfono».



CHI SI SCUSA IN TV - Travaglio
non ha parlato del suo caso, ma ha citato esempi internazionali in cui
la stampa ha contribuito a smascherare comportamenti scorretti da parte
di politici: «In tutti questi casi non sono stati i giornalisti a
scusarsi» ha sottolineato. «All'estero si usa così: i giornalisti si
scusano quando fanno errori, ma se dicono la verità a scusarsi sono i
politici».




 



CASTELLI - Poi è intervenuto
Castelli, che ha iniziato un battibecco con minacce di querela con
Travaglio per aver scritto il giornalista che l'ex ministro della
Giustizia era stato condannato. L'esponente leghista ha sostenuto di
non essere mai stato condannato. a differenza di Travaglio. Questi a
sua volta ha spiegato di cosa Castelli è accusato e di come ha potuto
evitare la condanna grazie al Parlamento. «C'è una banda di
giornalisti», ha detto Castelli, citando tra questi anche Gian Antonio
Stella del Corsera, coautore del libro La Casta,
«che ha scoperto una cosa interessante, e cioè a parlar male a
prescindere dei politici si diventa ricchi. Va bene criticare i
politici quando se lo meritano. Ma quando si sbaglia e si diffama una
persona, magari si riconosca l'errore».
P.S:Il titolo dell' articolo era solo provocatorio difendo tutti quei giornalisti e politici che fanno il loro mestiere

 
 
 
 
 

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