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Messaggi del 10/06/2008

Il caro petrolio e le proteste europee(forse saranno anche in italia fra breve)

Post n°673 pubblicato il 10 Giugno 2008 da hesse8

Il caro-petrolio scatena le proteste in tutta Europa

Per lo sciopero dei tir finisce la benzina - foto Ansa - 220*220 - 11-12-07
Una
giornata di petrolio in frenata, che l´ha riportato sotto i 135 dollari
al barile, non tranquillizza nessuno. Le proteste contro il
caro-carburanti montano in tutta Europa. Francia, Portogallo, ma
soprattutto Spagna rischiano la paralisi, con centinaia di Tir che, in
colonne chilometriche, assediano le principali città. E in Italia, il
settore dell´autotrasporto ha già annunciato uno sciopero dal 30 giugno
al 4 luglio, come deciso dalla Conftrasporto, in assenza di interventi
immediati per calmierare il prezzo del gasolio. In un anno, il costo di
un pieno di gasolio è aumentato del 30,8%, ovvero di 175 euro. Il
governo sta predisponendo un piano da proporre a Tremonti che preveda
un blocco delle accise per tutto il 2008, come anticipato dal
sottosegretario allo sviluppo economico Ugo Martinat e proposto agli
autotrasportatori nell´incontro di ieri con il governo.


Conftrasporto, tra gli interventi possibili, punta alla messa
a disposizione delle risorse promesse e a tutt´oggi non rese
disponibili, alla clausola per il recupero, attraverso l´introduzione
di norme antidumping, delle continue variazioni alle quali la voce
gasolio è sottoposta, al ripristino delle risorse per lo sviluppo delle
autostrade del mare e all´avvio concreto dei controlli anti-abusivi.
Temi sui quali Conftrasporto si ritrova con le altre federazioni del
settore con le quali ha già condiviso le richieste presentate al
governo.


Sempre a proposito di interventi, è stato fissato per giovedì
un incontro tra il ministro delle politiche agricole alimentari e
forestali Luca Zaia e gli assessori regionali con delega alla pesca,
altro settore fortemente colpito. La flotta peschereccia nel porto di
Fiumicino è al dodicesimo giorno di fermo. Rimangono chiuse quindi
tutte le attività di pescheria, mentre diversi ristoranti i tutte le
coste italiane sono costretti a non servire pesce in tavola o a
servirsi solo di quello import, ad esempio via Olanda e Croazia.


Le proposte della Commissione europea per venire in aiuto al
settore della pesca, ormai in ginocchio in tutta Europa, sono invece
attese per la prossima settimana.
Ieri, intanto, per il prezzo del petrolio si è registrata una battuta
d´arresto, considerata «fisiologica», dopo i 139 dollari toccati
venerdì scorso. Del resto, il presidente algerino dell´Opec, Chakib
Khelil, insiste sul fatto che è la bolla speculativa a spingere al
rialzo i prezzi. Senza il dollaro debole e i problemi geopolitici, il
greggio non supererebbe i 70 dollari al barile.


Una bolla nera che si alimenta anche dell´incognita sulle
riserve. Che però, secondo la Royal society of chemistry, ovvero
l´associazione dei chimici britannici e la più grande organizzazione
europea per gli studi del settore, sarebbero tuttaltro che in via di
esaurimento: i giacimenti petroliferi mondiali sarebbero grandi il
doppio di quello che compagnie estrattive e paesi produttori vanno
dicendo. Un accordo non scritto, sottostimando le effettive riserve
disponibili, mantiene alti i prezzi dell´oro nero e confonde le
previsioni su quando, effettivamente, finirà l´era degli idrocarburi.
Comunque, gli esperti lo danno a 150 dollari entro l´estate. Tanto che
il governo dell´Arabia Saudita (il paese più influente dell´Opec) ha
proposto la convocazione di un vertice tra i paesi produttori e quelli
consumatori per discutere le contromisure.
E le proteste esplodono ormai da oltre un mese in tutto il mondo. Se i
pescatori francesi hanno sciolto lo sciopero che per tre settimane ha
bloccato i porti del paese, adesso sono i camionisti (francesi, ma
anche spagnoli e portoghesi) a protestare: in mezza Europa i Tir stanno
formando code chilometriche, viaggiando lentamente verso le principali
città, con l´obiettivo - degli spagnoli in particolare - di bloccare le
forniture ai supermercati.


Di almeno 80 arresti e 40 feriti, infine, il bilancio degli
scontri di domenica scorsa a Il Cairo, tra polizia e manifestanti: una
protesta esplosa in realtà contro il caro-alimentari, legato a doppio
filo al caro-petrolio. Con l´impennata dei costi delle farine
registrata a livello mondiale, è diminuita la quantità di pane a basso
costo immesso sul mercato: i panettieri hanno trovato molto più
conveniente vendere le farine al mercato nero piuttosto che usarle per
panificare.

 
 
 
 
 

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