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Messaggi del 03/07/2008

I lavoratori d' Italia

Post n°695 pubblicato il 03 Luglio 2008 da hesse8






In Italia intensità del lavoro a +28%, salari a -20%, potere d'acquisto -22%













Ad affermarlo non è una forza rivoluzionaria ma l'Ocse

Image

«Allarme
salari in Italia», non lo dice Banca Italia né Confindustria, né
tantomeno i sindacati, dai quali ci si aspetterebbe un intervento più
deciso sulla crisi delle retribuzioni



Il monito arriva invece dall'Ocse che nel Rapporto sull'Occupazione
rivela come gli stipendi italiani siano inferiori di quasi il 20%
rispetto alla media dei 30 Paesi che fanno parte dell'Organizzazione
per la Cooperazione e lo Sviluppo economico. Nel 2006 il salario medio
lordo annuo di un lavoratore italiano è stato inferiore del 19,5%
rispetto alla media dell'Ocse ma anche al di sotto (-14%) della media
dei Paesi europei.
Un dato che peggiora se si calcola il livello dei
salari in termini di parità del potere d'acquisto, qui il divario è
ancora maggiore e il dato italiano scende a -21,9% rispetto alla media.

Dal
rapporto Ocse risulta poi che gli italiani lavorano più di altri
colleghi, nel 2007 hanno lavorato in media 1.824 ore, 10 in più del
2006 e decisamente di più rispetto alla media Ocse di 1.794 ore.
Insomma, lavoriamo di più e guadagniamo di meno Ma al contempo anche la
disoccupazione è superiore rispetto ai Paesi più sviluppati, a conferma
del declino del lavoro dipendente italiano, tanto che si prevede ci
sarà un milione di disoccupati in più nel 2008 e altri due nel 2009. In
Italia poco più della popolazione in età lavorativa ha un posto di
lavoro, rispetto al 70% dei Paesi con più alto tasso occupazionale, un
record negativo che ci mette al quart'ultimo posto nella graduatoria
dell'occupazione, seguiti solo da Turchia, Polonia ed Ungheria. La
maglia nera spetta all'Italia anche per l'occupazione femminile
particolarmente bassa, solo il 46%, e per la difficoltà dei giovani di
entrare nel mondo del lavoro, con un misero 24,7% di occupati.

Come
se non bastasse a confermare la crisi economica nel Bel Paese
interviene di nuovo anche Mario Draghi che avverte, «i conti pubblici
peggioreranno, la politica economica deve ora abbattere il debito,
ridurre le tasse e offrire servizi migliori». Per il governatore dalla
Banca d'Italia è necessaria, in particolare, la riduzione delle
aliquote d'imposta gravanti su lavoratori e imprese per dare sostegno
alla crescita e «qualora si delineasse un andamento congiunturale più
favorevole, la restituzione del drenaggio fiscale a sostegno del
reddito disponibile delle famiglie».

 
 
 
 
 

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