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Messaggi del 01/08/2008

Vicenza: solidarieta' a chi difende il territorio

Post n°718 pubblicato il 01 Agosto 2008 da hesse8
Foto di hesse8

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato in migliaia alla fiaccolata
dell'indignazione. Il corteo si dirige verso la stazione, manganellate
della polizia contro donne e uomini a mani alzate. Ma, nonostante la
violenza delle forze dell'ordine, i binari vengono occupati.


“Bravi, bravi, bravi, bravissimi”: è il coro che chiude la
manifestazione dei No Dal Molin indirizzato ai poliziotti che, poche
decine di minuti prima, non avevano esitato a sferrare manganellate
contro donne e giovani a mani alzate.


La fiaccolata dell'indignazione, era stata definita la
manifestazione di questa sera. Migliaia di persone, tante famiglie con
i bambini e i nonni fianco a fianco. Come il 16 gennaio 2007, quando
Prodi impose il proprio si alla nuova base statunitense e i vicentini
occuparono la stazione ferroviaria dimostrando che la partita non era
chiusa. Questa volta l'imposizione viene dal Consiglio di Stato che,
con una sentenza che decreta la prevalenza degli interessi militari
statunitensi sulla salute e sui diritti dei cittadini, ha annullato la
sospensiva del Tar del Veneto. E anche questa volta migliaia di
vicentini – almeno 2000 secondo l' agenzia Ansa – si sono diretti verso
la stazione ferroviaria per invadere i binari; ma la celere, a
differenza di un anno e mezzo fa, si è schierata con scudi e manganelli
davanti agli ingressi, determinata ad impedire lo svolgimento
dell'azione di protesta.


“Vi facciamo male”, ripeteva un poliziotto sotto il suo casco
azzurro; detto fatto: pochi minuti e i manganelli volteggiano sulle
teste di quanti, a mani alzate, vogliono difendere il proprio diritto
ad essere cittadini e non sudditi. I primi colpi cadono sulle teste
delle donne, da sempre protagoniste del movimento che si oppone alla
militarizzazione dell'aeroporto vicentino. Le mani alzate non sono
bastate ad evitare la violenza di chi è stato mandato a Vicenza per
soffocare la democrazia e garantire la realizzazione dei progetti
statunitensi.


Ma a prevalere, ancora una volta, è la creatività e la
determinazione dei tanti vicentini scesi in strada: i binari, infatti,
sono stati comunque raggiunti attraverso un cancello secondario situato
a cinquanta metri dalla stazione ferroviaria. Treni bloccati e segnale
lanciato: noi non ci arrendiamo e resisteremo un minuto in più di chi
vuol imporci questa base, anche se di fronte a noi vengono schierati
musi duri e manganelli.


Il Questore, questa sera, si è assunto la responsabilità di far
picchiare donne e uomini a mani alzate; in gioco non è più soltanto il
futuro del Dal Molin e la salvaguardia dell'ambiente. La posta in gioco
è la democrazia: da una parte l'imposizione, dall'altra la
partecipazione. Questa sera ha vinto la seconda.

 
 
 
 
 

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