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Messaggi del 27/08/2008

La cordata italiana(esuberi+debiti)

Post n°732 pubblicato il 27 Agosto 2008 da hesse8






Nasce la nuova Alitalia della “cordata patriottica”. Rispunta Air France













Tutti i debiti e 7 mila esuberi allo Stato, insorgono i sindacati 

Image

Nuova catena di incidenti aerei. Riguardano non solo compagnie low cost 

 



A Palazzo Chigi ieri si è tenuto il vertice ministeriale ristretto
che dovrà ridisegnare la legge Marzano, passo fondamentale che gli
imprenditori della cordata patriottica hanno imposto al Governo per la
realizzazione del piano Fenice. Il piano elaborato da Banca Intesa che
dovrebbe far risorgere dalle ceneri di Alitalia una newco, formata
dalla compagni di bendiera e da AirOne, con il nome di Compagnia aerea
italiana. Insomma una good company che nasce dalla divisione di
Alitalia in due tronconi, uno che mantiene appunto le attività
reditizie, e l'altro, la bad company che si accollerà debiti ed esuberi.
Alla
cordata patriottica andrà così una nuova compagnia “ripulita”, a spese
dello Stato che si accollerà i costi degli esuberi e degli
ammortizzatori sociali. Mentre la newco diventerà in questi giorni una
spa a cui per ora partecipano 16 soci guidati da Roberto Colaninno,
futuro presidente della compagnia.

Intanto in tutto questo
bailamme di imprenditori, leggi da riscrivere, società nuove e vecchie,
domani Corrado Passera, a.d. di Banca Intesa, volerà a Parigi per
incontrare Jean-Cyril Spinetta e illustrargli il piano Fenice. Insomma
rispunta Air France, dopo che Berlusconi si è eretto cavaliere
dell'Italianità facendo scappare i francesi e affidando Alitalia a una
cordata di imprenditori nostrani chiamati in causa ora, come in un
gioco di prestigio, si torna a guardare oltralpe. Sembra più che
possibile infatti l'ipotesi di una vendita ad Air France, ma si parla
anche di Lufthansa, di una compagnia ormai senza più debiti e sulla
quale, nel frattempo, avranno lucrato anche un po' di imprenditori
italiani. Finora si parla solo di un "profit sharing" in base al quale
il colosso francese potrebbe partecipare agli utili senza un ingresso
diretto nel capitale, o comunque senza avere la maggioranza delle
azioni. Certo è che un solo azionista forte davanti un gruppo di 16
soci che si dividono il resto delle azioni avrebbe un certo peso, per
usare un eufemismo.

Di fronte a tutto ciò, e soprattutto di
fronte alle migliaia di esuberi (fra i 5 mila e i 7 mila più i
dipendenti AirOne) e alla possibilità di “ritocchi”contrattuali i
sindacati non sono neanche stati chiamati in causa. «Non c'è stato
nessun contatto con il Governo negli ultimi tempi», riporta il
segretario generale della Filt-Cgil, Fabrizio Solari, e la segreteria
del Sdl attacca: «Progetti a scatola chiusa che non tengano conto delle
rivendicazioni sindacali inerenti alla flotta, al perimetro
dell'azienda, ad un'alleanza internazionale e allo sviluppo
dell'azienda, non solo saranno rispedite al mittente, ma rischiano di
generare un conflitto durissimo senza precedenti».
I piloti hanno
mostrato una certa disponibilità a rivedere il contratto di lavoro ma
nessun adeguamento al ribasso, «riteniamo - spiega Berti, presidente
dell'Anpac - che il contratto di Air One sia uno dei peggiori del mondo
e il peggiore d'Europa e non può essere il nostro riferimento».

Ma
il settore aereo in questi giorni non è interessato solo da operazioni
di mercato, torna con prepotenza la questione della sicurezza nei
cieli, dopo una serie di incidenti che hanno colpito aerei di compagnie
low cost. Dopo il drammatico incendio dell'aereo Spanair a Madrid,
costato la vita a più di 150 persone, domenica socra un altro aereo
della stessa compagnia ha effettuato un atterraggio precauzionale,
nello stesso giorno a Monaco di Baviera un veivolo Air Dolomiti ha
preso fuoco prima del decollo, ieri ieri un volo Ryanair diretto a
Barcellona è dovuto atterrare a Limoges per un guasto.
Sembra che le
compagnie low cost che hanno aperto i viaggi aerei anche ai non ricchi
e che per anni hanno dimostrato che “più economico” non significava
“meno sicuro” ora siano in piena crisi. Forse perché gli aerei stanno
invecchiando, forse perché veivoli datati vengono riverniciati e
rimessi in volo, forse perché non è proprio vero che i controlli
vengono effettuati da tutte le compagnie allo stesso modo, forse perché
da qualche parte i costi si devono pur tagliare, fatto è che volare
quest'estate è  quantomeno preoccupante. Anche perché gli incidenti non
riguardano solo le low cost ma anche grandi compagnie di bandiera come
Air France che ha visto un suo boeing 747 uscire fuori pista durante
una atterraggio Montreal.

Tratto da rinascita on line

 
 
 
 
 

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