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GLI ABITANTI DEL MONDO ASTRALE

Post n°426 pubblicato il 07 Giugno 2007 da io_deifobe

Gli abitanti del mondo astrale si possono dividere in tre grandi categorie: gli "umani", i "non umani", gli "artificiali".

Gli umani vengono ripartiti in due sottoclassi: gli incarnati e i disincarnati.
I primi, durante il sonno, trasferiscono temporaneamente la loro coscienza nel veicolo astrale e raggiungono le prime sfere del mondo astrale. Questa proiezione astrale dei viventi può avvenire anche a seguito di sdoppiamento corporeo, occasionale o voluto ma, in questo caso, il soggetto conserva il ricordo delle esperienze vissute nelle nuove condizioni di esistenza. Al contrario, il viaggio in astrale che si accompagna al sonno ordinario avviene, di solito, nella più assoluta incoscienza.

I disincarnati sono i cosiddetti "morti", divenuti, dopo la morte del corpo fisico, abitanti permanenti delle sette sfere (o sottopiani) in cui viene suddiviso il mondo astrale.
Ai non umani appartengono le essenze elementali, dette anche "creature semi-intelligenti della luce astrale", i corpi astrali degli animali, gli spiriti di natura e i deva.

Gli artificiali costituiscono la classe più numerosa degli esseri che popolano le prime sfere, più prossime alla terra. Si tratta per la maggior parte di elementali prodotti inconsciamente dagli uomini, oppure deliberatamente da chi si occupa di magia. Un uomo che coltivi nella sua mente un desiderio, al quale rivolge spesso il suo pensiero, dà luogo ad una forma-pensiero. Questa si comporta come una creatura che vive nell’aura astrale e mentale di colui che l’ha generata e gli gravita attorno.

Vediamo ora un po’ più da vicino la natura e le caratteristiche di ognuna di queste categorie di abitanti astrali.

GLI UMANI
Umani incarnati - L’uomo comune, quando dorme, lascia a letto il suo corpo fisico, le cui funzioni vitali sono assicurate dalla presenza del doppio eterico che lo compenetra. Il suo Io, rivestito del corpo astrale, si trasferisce nella regione astrale che gli è più congeniale, la cui quota dipende dal grado di sviluppo psichico e/o spirituale del soggetto. Di solito gli umani, durante questi voli notturni spontanei, non vanno oltre la seconda sfera. Come vedremo meglio più avanti, con i voli coscienti si possono invece raggiungere tutti i livelli astrali, e andare oltre, ma solo a determinate condizioni.
Nelle persone rozze e inevolute l’Io, durante il sonno, si trasferisce sempre nel veicolo astrale, il quale però si aggira, anch’esso assonnato e come imbambolato, nei pressi del suo corpo fisico, cioè nella controparte astrale dell’ambiente in cui giace il suo corpo (prima sfera).
Col progredire dello sviluppo spirituale del soggetto, il veicolo astrale assume una forma sempre più simile a quella del corpo fisico. In questo caso l’Io dispone di uno strumento meglio organizzato e più efficiente, i cui sensi animici ben sviluppati, gli consentono di prendere coscienza di ciò che lo circonda.
Tra coloro che raggiungono un adeguato sviluppo in intelletto e spiritualità, può esservi qualcuno che entra a far parte della schiera degli "aiutatori invisibili", come allievo di uno dei Maestri di Saggezza. L’adepto che entra in astrale sotto la guida di un Maestro, dedica le sue ore di sonno a vantaggio dell’umanità. Egli si muove in piena coscienza, impara ad agire con padronanza in tutti i sottopiani di quel mondo e può avere accesso anche al successivo piano mentale. Al suo risveglio, una volta ripreso possesso del suo corpo fisico, egli è in grado di ricordare esattamente tutto il lavoro compiuto nelle sue missioni, avendo conseguito la perfetta continuità di coscienza.

Umani disincarnati - Dopo la morte, l’uomo comune, che non si è liberato in vita di tutti i desideri inferiori, sente la necessità di trascorrere un lungo periodo nelle varie sfere del mondo astrale, affinché quei desideri si esauriscano e lascino libero l’Io Supremo. La durata del suo soggiorno su di una determinata sfera astrale è in funzione della quantità di materia corrispondente che si trova nel suo corpo astrale e questa, a sua volta, dipende dal tipo di vita che il soggetto ha vissuto, dalle tendenze che ha soddisfatto e, quindi, dal tipo di materia di cui ha intessuto il suo corpo astrale.
Quando l’Io non ha più motivo di restare in quella sfera, le particelle più grossolane del suo corpo astrale lo abbandonano ed egli si viene a trovare in sintonia con la materia che vibra ad una frequenza più alta, nella sfera astrale superiore. È come se il suo "peso specifico", in continua graduale diminuzione, gli consentisse di "galleggiare" in un mezzo meno denso. Naturalmente, un soggetto distaccato dalle lusinghe proprie della condizione terrena, tanto da anelare ad un’esistenza pienamente spirituale, non ha alcun motivo di sostare a lungo in nessuna delle sfere astrali e il suo Sé superiore si apre in modo cosciente e subitaneo alla visione dei mondi superiori.

I NON UMANI
Essenze elementali - La materia astrale, a differenza di quella del piano fisico, non è una materia inerte. L’abbiamo definita una psico-materia ed in effetti essa è tutta pervasa da una particolare specie di vita indifferenziata, la quale è sensitiva e intensamente viva, ma non individualizzata. Appena è toccato da un pensiero, questo tessuto vivente se ne riveste e si genera così una forma-pensiero con un aspetto ben definito. Sembra che questa diffusa materia grezza vivente sia presente anche in seno alla materia fisica, invisibile alla vista ordinaria. Essa non sarebbe altro che la controparte animata della materia fisica dei quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco. Di qui la sua denominazione di essenza elementale.
Secondo questa visione animica della realtà, un elementale della terra dimorerebbe in ogni frammento di sostanza solida, cioè sarebbe presente in esso una controparte vivente della materia solida, visibile solo alla vista chiaroveggente. Allo stesso modo, ad ogni molecola di una sostanza allo stato liquido, sarebbe associato un elementale dell’acqua, e così per l’aria e per il fuoco. Quando gli antichi filosofi e gli alchimisti medievali parlavano di elementali della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco, intendevano riferirsi ad essenze intelligenti, occultate in seno ai vari stati aggregativi della materia.
Nei riguardi dell’uomo, le essenze elementali presenti nel basso astrale si dimostrano ostili. I visitatori di questa regione riferiscono di essere assaliti da esseri dall’aspetto sgradevole, spesso mostruoso, che avanzano con fare minaccioso. Di fronte però ad un atteggiamento risoluto, si dileguano e non arrecano alcun danno. Per esempio, il Monroe ci parla di una zona di confine col piano fisico che egli definisce "come un oceano grigio, nero, affamato, dove il minimo movimento attira esseri rosicanti e tormentatori. Il visitatore è come l’esca che galleggia in questo grande mare. Se si muove lentamente e non reagisce alla curiosità del 'pesce' che viene a vederlo, può superare la zona senza gravi incidenti."
D’altra parte il basso astrale, per la sua dislocazione, è un po’ come la discarica del "mondo di mezzo", dove precipitano i residui psichici di cui si liberano uomini ed animali in evoluzione e sedimentano le scorie animiche dei gusci in disfacimento. Non può che essere una regione desolata e tenebrosa, popolata da forme di vita appena abbozzate, affamate di energia vitale che circola in correnti eteriche al confine tra il mondo fisico e quello astrale.
La regione finora indicata come "basso astrale" corrisponde al Kamaloca della letteratura teosofica. È questo il termine col quale gli Indù designano "il luogo del desiderio" in cui soggiornano gli umani dopo la morte, più o meno a lungo, a seconda del loro grado di attaccamento alla materia. Il Kamaloca comprende tutti gli stati intermedi che tutte le grandi religioni considerano purgatoriali, dimora temporanea dell’uomo prima del suo arrivo al "Cielo".
Angiolo Biancotti è stato un viaggiatore astrale che ha esplorato in particolare questa regione. Egli ha raccolto i resoconti dei suoi viaggi extra-corporei in un libro dal titolo: "Romanzo senza parole" ovvero: "Viaggio in astrale in venti notti successive". Sempre con la scorta di una guida, l’autore ha visitato, tra l’altro, il lembo di quella zona del Kamaloca che da una parte è limitata dall’atmosfera terrestre e, dall’altra, fa da vestibolo all’Erebo (inferno), che si trova nel cono d’ombra che la terra proietta e si trascina nel suo moto attorno al sole.
"Questa strada è necessaria, obbligatoria - lo informa la guida - per tutti i trapassati, già te lo dissi, così come per gli umani in sdoppiamento incosciente ... ma per coloro che tendono all’iniziazione esistono dei sentieri che conducono più facilmente e rapidamente alla meta. Noi ci prepariamo a circumnavigare l’Erebo, nella sua minore larghezza. Proseguiremo per una strada di mezza costa."
Dopo una rapida ascesa in verticale, l’autore e la sua guida giungono ai margini di un’immensa pianura, illuminata da una luce crepuscolare in modo ineguale: zone d’ombra si alternano a parti illuminate che sembrano in continuo movimento.
"Stiamo toccando il paese dell’illusione per eccellenza - riprese la guida - qui tutto è sorpresa ed ogni oggetto sprigiona una forza astrale cosciente o semi-cosciente pronta ad agire in male piuttosto che in bene su coloro che vengono qui per la prima volta".
Giunti in prossimità di un grande fiume, un ponte maestoso apparve agli occhi dell’autore. Era una costruzione ardita, un grandioso arco agile e snello, che però dava anche l’idea di una grande stabilità.
"Disingannati - ammonì la guida - se noi avessimo la temerarietà di avventurarci su quel ponte, si romperebbe bruscamente e cadremmo a picco in questo fiume perfido, le cui acque altro non sono che l’ammasso gelatinoso delle larve, tanto umane che animali, che provengono da ogni parte. Queste larve sono il prodotto delle forze fisiche del piano terrestre, o del piano astrale. È sì una grande corrente, ma composta di esistenze che sono in germe, o in dissoluzione, e che travalicano negli abissi del caos. Esse serviranno, durante i tempi incalcolabili, a formare i primi materiali, il protoplasma di una nuova creazione. Queste energie vitali non sono coscienti che per il desiderio di restare attive: è quello l’istinto più rudimentale della loro vita. Così questi abbozzi di forme, guidati dalla sola attrazione materiale verso l’elemento fluidico, si impossessano di questo golosamente, senza scelta, almeno per la maggior parte di esso. Esse s’insinuano facilmente nel corpo astrale, tanto quanto in quello fisico. Non potendo elevarsi dalla corrente che le inghiotte e le trascina, affascinano la personalità non preparata che le avvicina troppo da vicino, e diventano altrettanti germi morbosi per le anime e per i corpi fluidici astrali. Gli elementali di ogni genere, nemici degli umani, li attendono su queste rive al fine di sedurli con mille illusioni ed abbandonarli quindi alla corrente vorace, oppure di spogliarli di energia vitale: è questo un vampirismo vero e proprio. Ecco perché tanti uomini, benché intelligenti, vedono la loro ragione sommersa in esperienze avventurose di sdoppiamento cosciente od incosciente, come quella provocata dall’ubriachezza o da quella più dolce, ma più profonda, causata da qualsiasi narcotico."
Detto questo, la guida "tracciò in aria un segno magico ed il ponte così grandioso, così granitico, crollò miseramente nelle profondità del fiume con un fischio acutissimo, lacerante, dato che le forze che avevano contribuito alla sua formazione non avevano sortito l’effetto per il quale erano state impiegate".

Corpi astrali degli animali - Anche gli animali, dopo il trapasso, si trasferiscono con il loro corpo astrale nelle prime sfere del mondo astrale. Nel libro della H. Schäfer: "Voci da un altro mondo", sono riprodotte le immagini di un cavallo bardato, di colombe e di gatti, trasmesse dall’aldilà e ricevute per televisione, a riprova del fatto che anche gli animali continuano a vivere.
I viaggiatori extra-somatici ci parlano di uccelli di varie specie, e di animali domestici che dividono la loro vita astrale con gli abitanti permanenti di quel mondo. Pare però che la loro permanenza in astrale sia di breve durata e, comunque, in relazione al grado di intelligenza da essi sviluppato. Gli animali domestici avrebbero una vita astrale più lunga di quella degli altri animali meno avanzati. Gli animali che sulla terra erano selvatici, in astrale perdono la loro aggressività e si comportano come animali domestici. Il mutamento della loro indole sarebbe dovuto al fatto che vengono meno i due fattori terreni caratteristici: il bisogno di cibo e la paura degli altri animali e dell’uomo. (Anthony Borgia: "More about life in the world unseen").

Spiriti di natura - Sul piano astrale e sui più alti livelli eterici del piano fisico, vivono gli spiriti di natura, che si dividono in quattro classi principali, a seconda dell’elemento abitato. Secondo la denominazione che ci è stata tramandata dalla letteratura medievale, gli spiriti della terra sono detti gnomi, quelli dell’acqua ondine, quelli dell’aria silfi e quelli del fuoco (etere) salamandre. Nella tradizione popolare sono noti con diversi nomi: fate, folletti, genii, elfi, fauni, ecc.. Hanno apparenza umana e piccole dimensioni. In condizioni ordinarie non sono visibili ad occhio umano ma, poiché la materia eterica dei loro corpi si trova ai limiti della visibilità, possono essere veduti (e fotografati) se si rivestono di materia fisica più densa, o se l’osservatore aumenta temporaneamente la sua sensibilità fino al punto di percepire le frequenze situate appena al di là dello spettro visibile, oppure se è dotato di facoltà chiaroveggenti. Queste creature degli elementi (da non confondere con gli elementali) sono i canali attraverso i quali le energie vitali si manifestano ed operano in seno alla materia fisica. Il loro lavoro consiste nel cooperare alla costruzione e alla crescita della controparte eterica degli organismi viventi dei quattro regni della natura, a cominciare dalla crescita dei sistemi cristallini.
Gli spiriti della terra e quelli dell’acqua hanno corpi di materia eterica, le silfidi (o spiriti dell’aria) e le salamandre (o spiriti del fuoco) hanno solo corpo astrale. Tutti questi spiriti vivono sulla superficie della terra e all’interno di essa (nelle caverne e nelle miniere e all’interno delle rocce), nelle profondità dei mari, nel turbinio del vento e nelle più alte regioni dell’atmosfera, finché non si esaurisce l’energia eterica che li anima.
Essi evitano le grandi città e le località frequentate dagli uomini, giacché non sopportano le vibrazioni disarmoniche e le emanazioni sgradevoli che i grandi agglomerati umani emanano.
In fondo, possono essere considerati come gli autoctoni di tutte quelle regioni nelle quali, prima della cosiddetta civilizzazione, la vita si svolgeva secondo ritmi naturali. Benché si mostrino solo raramente, sono ancora presenti nelle zone campestri, nei boschi, nei fiumi, nelle cascate o in alto mare.
Quando è giunto il momento, la legge evolutiva interviene e risveglia in essi il desiderio di raggiungere un più alto stadio evolutivo. Allora i loro corpi si fanno sempre più evanescenti ed essi divengono entità astrali. Il loro compito nel mondo astrale è analogo a quello che svolgevano sulla terra. Essi partecipano attivamente a tutti i processi naturali, in particolare a quelli della formazione di nuovi tipi e varietà di piante. Sono attenti allo sviluppo delle crisalidi, alla vita degli uccelli, ecc. e si nutrono dell’aroma dei fiori.
Una delle occupazioni da loro preferite in astrale è quella di intrattenere i bambini che hanno lasciato la terra, giocando con essi in mille modi e creando sempre nuovi giochi, mediante forme pensiero di ogni specie, veri e propri spettacoli animati dai personaggi delle fiabe.
Gli spiriti di natura sono gli ultimi anelli di una catena di operatori occulti che fa capo ai deva. Sul terzo livello astrale essi acquistano la loro individualità e passano nel regno dei deva, dopo aver superato severe prove di abilità, al termine di una imponente cerimonia d’iniziazione.

 
 
 
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