Creato da io_deifobe il 08/03/2007

LA SACERDOTESSA

- SCIENZE ESOTERICHE - RACCONTI - MISTERI E DIVINAZIONE

 

 

RIPRENDO LA PUBBLICAZIONE

Post n°444 pubblicato il 27 Ottobre 2007 da io_deifobe

DOPO UN PERIODO DI 3 MESI - PER MOTIVI DI SALUTE - RITORNO A VOI :-)

 
 
 

Crop Circles: messaggi multimediali

Post n°443 pubblicato il 12 Luglio 2007 da io_deifobe

I Crop circles sono strani glifi, pittogrammi, disegni insomma, che vengono scolpiti nei campi di grano di tutto il mondo in modo assolutamente sconosciuto, non si sa da chi e perché.
In realtà il fenomeno, che è noto essere operante dalla metà del 1500 d.C., è comparso alla ribalta dei mass media non più tardi della metà degli anni ottanta. Infatti, solo pochi anni prima, alcuni curiosi avevano soffermato la loro attenzione su questo fenomeno in modo più attento.
Così furono pubblicati alcuni libri con le splendide immagini di quei disegni, il più delle volte scolpiti nei campi di grano inglesi e nacquero veri e propri centri di ricerca su questo strano fenomeno a cui nessuno sapeva dare una convincente spiegazione.
Il fenomeno ci fornisce oggi lo spunto per tentare di capire come, la scienza, davanti al non comprensibile, non solo evita di affrontare il problema della comprensione, ma si rifiuta di fatto di prendere atto dell’esistenza di questa interessante nuova fenomenologia.
Quando il fenomeno dei crop venne alla ribalta del grande pubblico la scienza ufficiale si trovò, e lo è ancora, totalmente impreparata all’impatto con una fenomenologia intelligente e sconosciuta.
Sì perché una cosa era evidente: i crop non erano un fenomeno naturale e non erano nemmeno un fenomeno realizzabile dall’uomo!
Di fronte a questo sospetto che nel mondo delle persone intelligenti diventò presto realtà, la scienza ufficiale si trovò completamente spiazzata poiché, se non era la natura o l’uomo a fare queste cose intelligenti rimanevano poche alternative... Si doveva trattare di intelligenze a noi sconosciute!
Ma questo la scienza ufficiale non poteva dirlo poiché il castello di carte, già da tempo barcollante, degli anti ufologi scienziati di corte, minacciava di cadere sotto i colpi dell’evidenza più spudorata.
Così assistemmo a pochi ed inutili tentativi della scienza di mascherare il problema.
"I crop li facevano particolari tipi di vento...", dissero subito gli esperti delle università inglesi.
Gli si fece notare che la geometra di alcuni disegni, come quello rappresentante la Kabbala ebraica, era troppo anche per i venti inglesi anche se diretti dalla mano di Jeova.
Allora dissero che si trattava di fulmini globulari rotanti.
Gli si contestò che se c’era qualcosa di rotante era costituito dagli "attributi" della gente comune che si sentiva presa in giro.
Allora dissero che si trattava di alcuni giovani buontemponi che nottetempo effettuavano i glifi, al buio e senza far rumore.
Gli si contestò che, essendo il primo glifo del VI secolo d.C., questi buontemponi non potevano essere tanto giovani.
Gli scienziati inglesi dissero subito che si trattava di due vecchietti!
Alla faccia della longevità della popolazione britannica, uno dei due vecchietti confessò di essere lui, l’autore dei glifi, ma oltre a contestargli il suo conto in banca che sembrava stranamente lievitato negli ultimi tempi, gli si contestò il fatto che i glifi si trovavano in giro per il mondo, sparsi un po’ dappertutto sulla superficie terrestre e non solo sotto casa dei due quasi centenari.
Ultimamente uno dei due vecchietti è passato a miglior vita ma chi è rimasto ha intensificato la produzione dei crop tanto da effettuarne nella sola Inghilterra circa duecento all’anno.
A questo punto gli scienziati si trovavano a mal partito poiché non c’era modo di dimostrare che i crop non fossero costruzioni aliene al pianeta Terra.
Ma ecco arrivare il colpo di genio del CICAP (Comitato Italiano, Controllo Affermazioni sul Paranormale). Spinti dalla stupida idea che "tutto quello che si può rifare è falso" si spinsero a tentare di ricostruire alcuni crop in territorio italiano, facendosi fotografare dai giornalisti di Focus (Sic!).
Gli scienziati avevano dimostrato che i crop si potevano rifare quindi gli alieni non c’entravano niente.
Al di la del fatto che questo aspetto della questione dimostrerebbe solo che se domani costruiamo un’astronave, per il CICAP vorrebbe dire che non esistono le astronavi aliene, in realtà i giornali che dettero risalto alla notizia non dissero la verità.
Infatti il crop costruito dai signori del CICAP non era affatto uguale a quelli che troviamo nei campi di grano inglesi.
E perché non ci siano dubbi, diciamo che erano diversi in tutti gli aspetti che li descrivevano.
Era diversa la dimensione: il CICAP aveva fatto un "croppettino" di pochi metri di diametro ma avremmo voluto vederlo all’opera con il glifo di 160 metri di diametro di
Hackpen, Barbury Castle (2001).
Era diverso l’arricciamento delle spighe, che nel caso del crop del CICAP erano piegate, schiacciate e spezzate, mentre nel caso dei veri crop, risultano modificate le lunghezze delle fibre vegetali sia interne che esterne allo stelo della spiga.
Da un lato le fibre risultano allungate e dall’altro accorciate. Inoltre i covoni sono arrotolati in senso orario od antiorario non solo in corrispondenza di numerosi assi verticali al terreno, ma i covoni risultano arrotolati tra loro con geometrie spiraliformi estremamente precise.
Era diverso il tempo di costruzione del crop poiché, per i poveri "croppatori" (Cropmakers: in inglese fa un’altra impressione!) del CICAP, quello che si era rivelato estenuante e faticoso, per braccia poco avvezze al lavoro dei campi ma semmai più avvezze alla risoluzione di qualche integrale, se paragonato ai pochi secondi necessari per effettuare il glifo vero, appariva sconcertante!
Le immagini filmate di alcune sfere luminose di piccole dimensioni, seguite da un elicottero dell’aviazione inglese mostrava un tempo di esecuzione di un crop di circa cento metri di diametro nell’ordine di quattro secondi circa.
Nel frattempo era stato pubblicato un
lavoro scientifico che dimostra come questi crop sicuramente, non sono opera dell’uomo.
Ma il Cicap insiste e non perde l’occasione per dire che i Crop sono opera di vecchietti inglesi. Ora, mi domando io, nonostante che sia dimostrato ed evidente che le cose non stanno come dice la scienza ufficiale del Cicap, nonostante siano state fatte accurate analisi da laboratori di stato francesi, che mostrano come effetti di potenti microonde abbiano potuto produrre questi strani glifi, nonostante le figuracce ripetute davanti all’incredulo telespettatore da parte di... "è lui o non è lui... ma sì che è lui... anzi, sono loro...", gli irriducibili "cicappiani" del Cisu (Centro Italiano Studi Ufologici), siamo ancora a giocare con le figurine della scienza ufficiale che, più che figurine, appaiono vere e proprie figuracce!
"La scienza va avanti a piccoli passi...". Se questo è il suo atteggiamento, che nega e mistifica l’evidenza di una tangibile realtà sotto il viso di tutti, bhé, meglio essere analfabeti.
Già, perché in realtà se si è analfabeti forse non si ha la mente obnubilata dai
modelli mentali e si riesce a capire che i pittogrammi inglesi, detti volgarmente crop, rappresentano immagini, quindi iconografie che richiamano alla nostra mente i simbolismi della cultura terrestre.
Tutti i simbolismi sembra che siano trattati dal misterioso cropmaker che si cela dietro questo mistero. Così accanto alla raffigurazione della Kabbala ebraica, troviamo la doppia spirale del Dna, la precessione dei pianeti, l’equazione di Julià, i simboli della geometria sacra delle culture precristiane, figura di volti umanoidi e matematica di numeri binari.
Tutto lo scibile umano fatto a disegni! E che disegni! A tale proposito il fenomeno dei crop rappresenta un esempio di come la credibilità della scienza cada davanti al buonsenso. Infatti chiunque si trovi davanti alla foto di un crop saprà immediatamente dentro di sé che ciò che dice il Cicap è insensato.
Siccome siamo degli sperimentali, vi invitiamo a fare questo esperimento. Date un’occhiata al catalogo generale dei crop inglesi presenti al sito
http://www.cropcircleresearch.com/database/index.html, e chiunque pensi che i crop siano strutture fatte dall’uomo, ci mandi una e-mail. Chi invece crede che il Cicap si sbagli, mandi una e-mail a loro e vediamo cosa succede!
Appare evidente che, se i crop sono messaggi che qualcuno ci invia, appare anche chiaro che questo messaggio dura da almeno cinquecento anni.
Che noi terrestri fossimo duri di testa lo sapevamo ma la costanza degli alieni, se di alieni si tratta, sarebbe encomiabile: a meno che, chiunque sia il nostro nascosto interlocutore abbia una scala spazio temporale diversa dalla nostra.
Ammettiamo che i nostri interlocutori alieni abbiano una vita media di mille anni. Cosa volete che significhi per loro sprecare un bit di tempo, mezza loro generazione, per parlare con l’umanità. Noi abbiamo spedito un
messaggio nel cosmo con il progetto SETI da Arecibo nel 1974, sperando di avere una risposta fra cinquantamila anni...
Ma non sarà, tanto per fare un’ipotesi (fare delle ipotesi è il metodo scientifico più corretto perché permette di arrivare da qualche parte: chi non fa ipotesi non sa da che parte guardarsi intorno e non arriva mai a nessuna soluzione del problema nda.) che il messaggio dei crop rappresenti qualcosa che ci riguarda da vicino? Sembra che il messaggio simbolico evocato dall’iconografia produca, all’interno del nostro inconscio, delle risposte di vario tipo.
Questo accade per chi osserva i crop con una certa attenzione. Sembra infatti che ognuno di noi si specchi in questo fenomeno da cui ne trae una risposta fatta a sua immagine e somiglianza. Sarebbe come dire che se hai determinati requisiti, trovi nei crop delle risposte, ma se hai altri pre requisiti, trovi davanti all’osservazione dei crop, altre risposte. I crop dunque sarebbero non un linguaggio per pochi eletti ma un multi linguaggio per tutti. Questo fenomeno accadrebbe perché, dentro di noi, ci sarebbero, stampate nel nostro DNA, direbbe Gustav Jung, già delle risposte nascoste in forma di archetipi antichi.
Il messaggio che questi alieni ci manderebbero sarebbe dunque semplice: come se ci dicessero "GUARDATE CHI SIETE, rendetevi conto della vostra situazione, altrimenti non andrete da nessuna parte".
Il messaggio viene dato in continuazione fino al momento in cui l’uomo non capirà. Quello sarà il momento in cui i crop non si produrranno più, fra chissà quanti anni...
Dunque di fronte al crop circle, qualunque sia la sua forma e la sua dimensione, noi avremmo dei sentimenti che non sarebbero altro che l’immagine del nostro profondo Io.
Così un esoterista vedrebbe l’aspetto esoterico dei crop, mentre un ufologo ci sentirebbe il suo lato alieno, che forse è dentro alcuni di noi. Un matematico vedrebbe se stesso riprodotto alla grande, così come un nativo americano vedrebbe nei crop il disegno di Manitù. E noi vediamo negli altri proprio l’aspetto che loro vedono nei crop di se stessi.
Ma a cosa servirebbe tutto ciò? Se questo è un messaggio alieno è un messaggio multimediale dunque che non usa internet ma attiva le vie dell’inconscio ad antiche ed ataviche conoscenze e che si rivolge a noi per dirci chi siamo, ad ognuno di noi e non a tutti egualmente. Finalmente un linguaggio non globale ma una rivelazione rivelata e personalizzata per ciascuno di noi che, attraverso questo trucco, scopre chi è in realtà e tocca con mano i suoi limiti e gli aspetti di una sua propria essenza a cui non era mai arrivato.
Tutto questo sarebbe in accordo anche con le idee del Cicap e di quelli come loro, che dietro tutto questo, come uno specchio, vedono solo l’inganno.

 
 
 

LE INTELLIGENZE ARTIFICIALI

Post n°442 pubblicato il 07 Luglio 2007 da io_deifobe


È inevitabile: un giorno scopriremo il modo di creare macchine pensanti, coscienze nate dalle nostre mani. Queste "intelligenze artificiali" saranno capaci di dialogare con noi, fare ragionamenti sensati, avere il senso dell'humour.

E poi, in fondo, perché non dovrebbero essere più intelligenti di noi? In quel caso, come si comporterebbero se dessimo loro il potere, oppure se lo prendessero...

Definizione del Dizionario Garzanti della Lingua Italiana:
"intelligenza" = "facoltà di intendere".

Essere intelligente non è cosa facile. Essere intelligente vuol dire essere capace di "ragionare"!
Per il momento, sappiamo creare soltanto macchine che danno l’impressione di ragionare perché sanno adattarsi alle situazioni. Per esempio, non si può dire che il computer "Deep Blue" sia intelligente anche se è riuscito a battere Kasparov a scacchi. Possiede semplicemente una capacità di calcolo superpotente e un sistema di analisi del gioco molto competitivo.
Una macchina intelligente vera sarà capace di tenere una conversazione, di fare piani, di elaborare una dimostrazione e soprattutto di "apprendere".

Per molto tempo i ricercatori hanno tentato di imitare l’intelligenza umana. Il risultato si riassume in robot antropomorfi, a nostra immagine, con una testa e due gambe, come il robot "Honda" capace di spostarsi camminando, evitando gli ostacoli.
I robot industriali anch’essi imitano i nostri movimenti, ma la loro intelligenza è molto "limitata". Hanno 2 o 3 gesti in "memoria", che vengono programmati e che non capiscono.
Una vera intelligenza artificiale non può ridursi ad un cervello. Occorre creare un sistema di assimilazione dell’informazione dei "sensi". Ecco perché si sta sviluppando un lavoro sulla comprensione della scrittura, il riconoscimento vocale e l’analisi dell’immagine. Un’intelligenza non può essere senza contatto con il mondo. E oggi i ricercatori hanno capito che non serve imitare l’Uomo: l’intelligenza artificiale nascerà, imparando, con una base di partenza ma soprattutto con la capacità di arricchire la sua riflessione e di ricordare la lezione dei suoi errori e dei suoi successi.
In quanto alla coscienza, nascerà forse spontaneamente quando i cervelli artificiali avranno raggiunto una complessità sufficientemente importante. Chissà?
In Giappone, il "Brain Builder Group", dei Laboratori ATR di Kyoto, ha realizzato un cervello animale totalmente artificiale, dopo 8 anni di lavoro. Alla base del sistema, una macchina - la "CAM" Cellular Automata Machine - capace di far "crescere" e evolversi circuiti neurali. La sua potenza sarebbe equivalente a quella di 100.000 computers Pentium 400.
La CAM consente di creare migliaia circuiti neurali, caricati in una vasta memoria RAM per un cervello artificiale di 40 milioni di neuroni. Questo cervello teleguida un robot-gattino denominato "Robokoneko" (dal giapponese "ko" bambino e "neko" gatto) creato dalla società americana "Genobyte". È opera del ricercatore Hugo De Garis che ha creato 72 circuiti elettronici rivoluzionari visto che le connessioni tra transistor possono essere cambiate in pochi nanosecondi. Questi circuiti sono denominati "FPGA" ovvero "Field programmable Gate Array". Ogni circuito può mutare fisicamente, plasmato dal programma e poi trasformarsi in una serie di calcolatori specializzati. La macchina decide quindi la propria architettura interna e i ricercatori lasceranno che questo avvenga, imitando il processo della selezione naturale degli esseri viventi! Ma lo stesso Hugo De Garis ha fatto sapere che giudicava estremamente pericoloso l’assenza completa di regolamentazione in questo settore.
Lo sviluppo delle nanotecnologie fa prevedere che da qui a meno di 50 anni nasceranno vere e proprie I.A. così superiori a noi che potrebbero anche considerarci animali stupidi se non nocivi.

Nel 1993, veniva realizzato il robot umanoide "CO6" nel laboratorio di Intelligenza Artificiale del Massachussets Institute of Technology (MIT), creato da Rodney Brooks.
"CO6" ha un corpo molto simile a quello umano con testa girevole, mani prensili, una meccanica molto simile ai muscoli dell’uomo e anche sensi elettronici (4 telecamere: 2 per la visone periferica e 2 per vedere da vicino, 2 microfoni e sensori tattili sulle mani) che gli permettono di esplorare e interagire con l’ambiente circostante. È stato progettato per sviluppare intelligenza e comportamenti paragonabili a quelli di un bambino di 2 anni. Ha imparato a riconoscere le facce, a capire se una persona lo guarda, a seguire qualcuno con lo sguardo, a misurare la forza con la quale viene toccato. Possiede un elementare senso dell’equilibrio e fa anche sì con la testa! Tutto questo è reso possibile dall’inserimento nel cervello sintetico di "CO6" di sistemi di apprendimento automatico detti "reti neurali", che simulano, grazie ad un modello matematico, in modo semplificato, il funzionamento di una cellula cerebrale umana, senza per questo ancora "ricordare"... così come il robot "Kismet", creazione di Cynthia Breazeale, l’assistente di Rodney Brooks. È una testa di 3.6 chili munita di occhi (sono videocamere) che le permettono di riconoscere gesti ed espressioni, di orecchie (sono microfoni e sensori) che "sentono" l’intonazione delle voci e che rilevano il battito cardiaco e il respiro degli umani. La testa "Kismet" elabora altri dati e reagisce attraverso la bocca e il movimento delle sopracciglia. Per ora, si comporta come una bambina di 1 anno ma non si esclude di trapiantarla sul corpo del robot "CO6". Vedremo che cosa combinerà questo connubio!

Stranamente, è l’industria del giocattolo che oggi ha sul mercato i primi strumenti concreti dell’Intelligenza Artificiale.
Ricordiamo la follia dei "Tamagochis", questi giocatoli elettronici che imitano i comportamenti degli animali da compagnia. Chi non ricorda "Furby", quel peluche zeppo di circuiti che canta, parla, fa le boccacce, risponde, comunica con i suoi simili e adatta il suo comportamento a quello del suo padroncino.
Dal 1° giugno 2000, la Sony ha commercializzato il primo cane artificiale: "Aibo" sa abbaiare, riconosce i suoni, si sposta da solo, dà la zampa, muove la codina e può imparare alcune mosse grazie a un computer e un telecomando.
Più recentemente, "Hasbro", uno dei leaders mondiali del settore si è unito a "Is Robotics" - specialista della Robotica - per mettere a punto una gamma di giocatoli "interattivi e intelligenti".
Chi non ricorda "HAL", il computer intelligente di "2001, Odissea nello Spazio"? Stanley Kubrick e Arthur C. Clarke avevano immaginato un cervello di bordo cosciente per pilotare la missione spaziale. Il suo nome "HAL" è un decalco, con una lettera di scarto nell’alfabeto, del logo IBM. E questa I.A. infallibile all’inizio del racconto perde la sua ragione artificiale e fa pesare una minaccia reale sulla vita dell’equipaggio...
Poi, senza togliere nulla ai capolavori di Isaac Asimov e i suoi robot positronici, chi non conosce "Salto nel Vuoto", di Frank Herbert insieme a Bill Ramsom, può ancora procurarselo attraverso la Mondatori o le Edizioni Fanucci.
Non dimentichiamo anche:

- "Il ciclo di Ender", di Orson Scott Card, gli ultimi due tomi in particolare, in cui Ender permette involontariamente la nascita di una entità ragionante su una rete paragonabile a Internet.
- "I canti di Hyperion", di Dan Simmons, che finalmente rappresentano la storia della lotta, attraverso il tempo e la galassia, di due deità, una umana e l’altra artificiale.
- "Le radici del male", di Maurice G. Dantec (Ed. Hobby & Work), un cybernoir di 600 pagine!
- "L’Uomo di Turing" (Editrice Nord), di Harry Harrison e Marvin Minsky ( specialista dell’I.A.) che fornisce una risposta alla domanda: "Le macchine possono pensare?", formulata dal pioniere della cibernetica Alan Turing nel 1950.

Non possiamo non parlare di "Blade Runner" tratto dal libro di Philip K.Dick "Do androids dream of electric sheep?". I protagonisti, i "Nexus 6", sono dei replicanti del tutto identici agli umani. Fisicamente superiori e intellettualmente alla pari con gli ingegneri genetici che li hanno creati, capaci di sviluppare nel tempo emozioni proprie e angosciati da questioni esistenziali. Ma nel libro di Dick, c’è un’ulteriore evoluzione nella tematica dell’I.A., e cioè: nell’interazione tra il cervello umano e l’universo cibernetico è l’uomo stesso ad assimilarsi alla macchina, innestando nel proprio corpo protesi meccaniche, navigando nella rete e sperimentando realtà virtuali... Senza parlare di "Matrix"...

C’è un augurio che possiamo fare in questo 2004. È quello che queste macchine, così apparentemente "umane", non possano mai provare le nostre emozioni e i nostri sentimenti, anche se questa prospettiva affascina e preoccupa da tempo noi umani...

 
 
 

Connla e la fanciulla

Post n°441 pubblicato il 23 Giugno 2007 da io_deifobe


A quel tempo vi era un giovane chiamato Connla dalla fiera chioma, figlio di Conn delle cento battaglie. Un giorno che stava al fianco di suo padre sulla sommita' di Usna, vide una giovane in strano abbigliamento venire verso di lui. Connla le chiese da dove venisse, e lei rispose che veniva dalle Piane del sempre vivo dove non c'era nè morte nè peccato e che il suo popolo era chiamato la Gente della collina. Il re e gli altri che erano con lui si meravigliarono molto sentire quella voce, ma non vedevano nessuno. Perche' nessuno salvo Connla poteva vedere la fanciulla fatata. Il re allora domando' al figlio con chi stesse parlando, alla domanda rispose la fanciulla e disse che Connla stava parlando con una fanciulla buona e che innamorata di lui voleva portarlo con se nelle sue terre dove regna Boadag e dove la giovinezza non svanira' fino all'ultimo giorno del giudizio. Il re sentendo queste parole chiamo' il suo druido di nome Coran e gli comando' di far sparire quella fanciulla con qualche sortilegio. La fanciulla alle parole magiche del druido svani' lasciando a Connla una mela. Per tutto il tempo che passo' Connla non mangio' altro che la mela incantata della fanciulla, che ad ogni morso si rigenerava; passo' cosi' un mese Connla si trovava nuovamente al fianco di suo padre per andare verso la Piana di Arcomin, quando vide di nuovo la fanciulla che gli parlo' dicendo che questa volta il druido non avrebbe potuto salvare il giovane con un sortilegio perche' si trovavano nelle terre protette. Il re si accorse che il figlio non diceva parola alcuna ma che fissava il vuoto da dove la melodiosa voce della fanciulla proveniva.... non potendo fare nulla vide suo figlio allontanarsi su una barca d'argento accanto ad una donna dai capelli lunghissimi che doveva essere la fanciulla che lo ha stregato e rapito. Di loro non si seppe piu' nulla si pensa che siano nel mondo dove nè morte nè peccato possano distruggere la felicita' dei suoi abitanti, che giovani senza invecchiare giungeranno fino all'ultimo giorno del giudizio.

 
 
 

La casa delle FATE

Post n°440 pubblicato il 23 Giugno 2007 da io_deifobe


Nessuno meglio delle fate è capace di arredare una casa in modo confortevole:quelli che sono stati invitati nei loro palazzi e castelli, o che sono riusciti a entrarci di soppiatto, raccontano che mobili lussuosi e tende di seta abbelliscono salotti e saloni, camere da letto e immense stanze da pranzo, dove spesso suona un'orchestra invisibile.

Eppure, a guardarle dall'esterno, nessuno direbbe che le case delle fate siano così sontuose: infatti somigliano a capanne cadenti o a modeste fattorie, ma solo in apparenza, perché a farle sembrare tali è ovviamente un loro incantesimo.

Ancor più spesso, però, le fate scelgono di costruire le loro case nelle viscere della terra. E allora solo l'imboccatura di una grotta o una fessura nel terreno segnalano l'esistenza delle magnifiche dimore sotterranee.

In Italia ci sono moltissimi posti dove abitano le fate: per esempio il Colle di Roccasale, vicino all'Aquila.

Si racconta che al suo interno vi sia un castello incanta dove vivono le fate, per uscire, si servono di due antichi pozzi scavati tra le rovine di una fortezza.

"Buche delle Fate" si chiamano anche le antiche aperture nelle pareti di tufo o di roccia che si vedono nei dintorni di molti paesi del Lazio.

 
 
 

MARTE: UNA NUOVA... "OPPORTUNITY"

Post n°439 pubblicato il 23 Giugno 2007 da io_deifobe

Il quarto pianeta ancora alla ribalta. Ogni volta che si avvicina alla Terra, cioè ogni 26 mesi, diviene il punto di sbarco di sonde terrestri, lanciate a caccia dei suoi segreti, che con le loro immagini accentuano il mistero del pianeta "rosso".

Giungono le prime conferme riguardo alla presenza di acqua ghiacciata al polo sud, presenza già evidenziata al polo nord da Viking, Mars Odissey e Pahtfinder.
La sonda europea Mars Express, attualmente in orbita, è in grado di rilevare l’acqua fino a cinque chilometri di profondità grazie ad un radar che emette onde radio a bassa frequenza; tali onde, riflesse dalla superficie e dagli strati più profondi con intensità diverse, segnaleranno la presenza di acqua nel sottosuolo. Grazie a questo radar, chiamato "Marsis", si potranno anche studiare le dune di sabbia e quelle zone che un tempo potrebbero essere state fondali marini.
Che nel passato vi sia stata abbondanza di acqua sembra fuor di dubbio, ma non è detto che oggi si trovi ancora allo stato liquido. Dal punto di vista geologico è chiara la traccia lasciata dallo scorrimento delle acque superficiali e gli scienziati sono convinti che sia ancora nascosta nel sottosuolo.
Inoltre Mars Express possiede un teleobbiettivo in grado di riprendere oggetti di due metri quindi poco sfuggirà al suo "occhio"; forse solo quello che "qualcuno" non vuole si veda.
Marte, al pari della Terra, ruota su di un asse inclinato di circa 23 gradi rispetto al piano orbitale, fatto che origina il fenomeno delle stagioni. Sembra che un tempo l’asse terrestre avesse una inclinazione molto minore tale da determinare un clima mite temperato globale.
La rotazione sul proprio asse sottopone, sia Marte, sia la Terra, all’influsso delle maree gravitazionali degli altri pianeti. Per questo, nel corso di milioni di anni, si manifesteranno nuove variazioni nell’inclinazione dell’asse con conseguente variazione del clima.
Secondo gli scienziati Marte avrebbe subito tale fenomeno, ma esistono altre teorie che giustificano il clima attuale del pianeta rosso come conseguenza di altri eventi, fra i quali l’eventuale esplosione di un pianeta più grande del quale Marte era una delle lune. A proposito di lune dobbiamo anche sottolineare che la nostra luna esercita, sul nostro pianeta, una significante attrazione gravitazionale, fissando l’angolo di rotazione e contrastando le perturbazioni degli altri pianeti; Marte non possiede un satellite.
Inoltre, a differenza della Terra, Marte è privo del campo magnetico in grado di deviare i venti solari carichi di particelle elettriche, che soffiando sull’atmosfera marziana ne spazzano via gran parte. Al loro soffiare alzano quel pulviscolo di ruggine rossa che tinge l’aria e fa apparire il cielo rossastro. Il colore rosso di Marte è giustificato dalla rifrazione della luce dalle polveri presenti nell’atmosfera, ma queste prevalgono solo in presenza di vento che le solleva dal suolo.
Ed è qui che si focalizza di più la nostra attenzione: davanti alle carrellate panoramiche trasmesse da Spirit ed Opportunity, mandate in onda durante i telegiornali che mostrano un cielo marziano azzurro.
Le sonde hanno evidenziato la presenza di ematite, minerale che si forma in depositi di acqua stagnante e in seguito ad attività vulcaniche che generano acqua in pressione.
La sua presenza fu rilevata già nel 1998 grazie allo spettrometro del Mars Global Surveyor nella zona dell’equatore, un deposito vecchio di miliardi di anni. L’ematite insieme ai minerali ferrosi fornisce il tipico colore al pianeta. Quindi quando spirano i venti solari che alzano il pulviscolo rosso, diventa rosso anche il cielo, ma in mancanza di polvere sollevata dai venti il cielo di Marte è decisamente azzurro. Le immagini del telescopio Hubble e quelle degli astronomi amatori riportano bianche nubi e atmosfera blu.
È bene saper che nelle immagini a colori ad alta definizione prevale il tono rosso bruno e che, nei programmi di grafica, la funzione "Split RGB" ci permette di modificare i colori principali che sono il rosso, il verde e il Blu; sia singolarmente, sia contemporaneamente. In tal modo modifichiamo le caratteristiche dei colori. Secondo Hogler Isenberg la NASA avrebbe usato questo sistema per modificare le immagini trasmesse dal Viking nel 1977. Le foto inviate dal Viking, alcune delle quali rielaborate da Holger Isenberg (già presenti in edicolaweb:
foto A e foto B) mostrano proprio che nelle prime immagini trasmesse Marte appariva come un pianeta dal suolo rosso bruno e il cielo azzurro. L’azzurro dimostra, inoltre, che nell'atmosfera marziana non c'è pulviscolo ma acqua in sospensione.
Molti scienziati e ricercatori hanno potuto vedere le prime immagini trasmesse e si ricordano bene come erano.
Il fisico Ron Levin ricorda le prime immagini a colori trasmesse dal Viking che mostravano un cielo blu e le rocce con zone verdastre e che gli addetti alle trasmissioni hanno elaborato rapidamente in modo che il cielo e le rocce mostrassero un colore rossastro.
Philip James, dell'università di Toledo, riguardo al tempo nel momento dell'atterraggio del Lander, afferma che se la polvere si diffondeva nel luogo di atterraggio, il cielo poteva risultare rossastro, altrimenti il lander mostrava un cielo blu con nubi luminose. Al momento di quell’atterraggio sembra non vi fossero tempeste di polvere, ma soltanto venti chiari che sono durati molti giorni dopo l'atterraggio. Nonostante questo tutte le immagini hanno mostrato un cielo rosso.
La NASA al contrario sostiene che i colori trasmessi dal Viking erano corretti.
Il 3 gennaio 2004, la NASA ha tenuto una conferenza stampa nella sede del Jet Propulsion Laboratory, a Pasadina. Sullo schermo dietro ai relatori veniva proiettata l’
immagine del panorama trasmesso dallo Spirit che mostrava la terra marrone e un cielo blu chiaro…
Il Dott. Jean-Loup-Loup Bertaux, direttore di ricerca atmosferica per il CNRS, ha dichiarato: "…la presenza delle particelle di polvere nell'atmosfera di Marte determina il colore del cielo. Nell'atmosfera marziana c’è molta polvere, fino a forse 50 chilometri di altezza ed quindi domina il colore di quella polvere; ed è quello che vediamo. Il colore del cielo può cambiare con la quantità di particelle di polvere nell'aria. A volte possono essere rosse o meno rosse, dipende principalmente dal formato delle particelle di polvere. È possibile che il cielo di Marte possa cambiare anche da un blu chiaro a un rosso rosato scuro; dipende dalla quantità di polvere presente nell’atmosfera, del luogo e del periodo di tempo."
Ho l’impressione che l’acqua e il cielo azzurro siano come lo specchietto per le allodole o, meglio, come il pulviscolo rosso che offusca i colori, nel senso che servono a distogliere l’attenzione da un obbiettivo molto più importante: come trovare la vita. Questo mette in discussione molte cose, forse troppe. Su base teologica, religiosa, sociale; su come in effetti sia nata la razza umana, cosa è un essere umano, se la Terra è veramente l’unico pianeta che sostiene la vita.
Spostiamo la nostra attenzione su tutte le cose che indicano la presenza di vita sul pianeta rosso, sempre ignorati dalla NASA e dal Jet Propulsion Laboratory. Fra i principali vogliamo ricordare: la faccia e le altre anomalie avvistate nella piana di Cydonia; tante altre enigmatiche costruzioni; misteriosi tubi (non considerati tali) che spariscono nel sottosuolo; i fossili organici contenuti nei meteoriti trovati nel 1966, nel meteorite del Dott. Ian Wright-EETA79001 del 20 luglio 1989, di quello del 7 Agosto 1996 ALH84001; dei meteoriti di Ivuna; dell’enorme quantità di roccia bianchissima che potrebbe essere carbonato di calcio o un frammento d’osso.
Perché come luogo di atterraggio è stato scelto proprio il cratere Gusev?
Il Dott. Gilbert Levin incaricato degli esperimenti sul Viking Lander ritiene abbiano trovato la vita su Marte nel 1976, ma la NASA doveva negare l'esistenza di vita extraterrestre malgrado consistenti prove. Molti scienziati hanno visto le prove e stanno speculando sull’ipotesi che Spirt abbia già accertato che l'acqua un tempo fluiva all’interno del cratere Gusev. Gli strumenti utilizzati per fotografare il suolo marziano sono in grado di rilevare piccole quantità di minerale nel terreno che possono suggerire la presenza dell’acqua in un lontano passato. Phil Christensen afferma che la presenza del carbonato suggerisce un certo tipo di roccia formatasi nell’acqua; se il terreno contenente carbonato è per lo più acqua sedimentata potrebbe provare che il cratere è il fondale di un antico lago.
Nuove immagini del suolo marziano pongono nuovi quesiti.
Ci sono alghe verdi nel cratere di Gusev? Il blu e il verde presenti nelle
foto indicano presenza di acqua, giacimenti minerari, umidità o alghe? Sono immagini che evocano situazioni similari sulla Terra e fanno pensare a possibili segni di vita. Se Spirit troverà tracce di vita ne verrà data notizia? Se il colore verde denuncia la presenza di alghe e quindi di vita si comprende perché Gusev è stato scelto come luogo di atterraggio. "Qualcuno" ha esaminato con cura e a lungo le carte scientifiche del pianeta ricavate attraverso le foto fornite dalla varie sonde prima di scegliere il luogo di atterraggio.
Marte, misteri e stranezze.
Troppi gli oggetti strani sparsi sulla sua superficie (
foto C, foto D, foto E, foto F), troppi i segni e le tracce che testimoniano "presenze di vita", recenti o in tempi remoti; tante le supposizioni, chiamiamole pure speculazioni, su quanto può essere accaduto sul pianeta rosso; troppe le domande in attesa di risposte.
Risposte che attendiamo per maggio, con i primi risultati trasmessi dal radar Marsis in funzione dal prossimo mese di aprile.
Risposte che potrebbero sovvertire dogmi secolari; stiamo esplorando e osservando un sistema molto dinamico. L’intero sistema solare si sta evolvendo. Cosa era un tempo Marte? Era come la Terra?
Riceve ancora energia dal sole, come la Terra ha stagioni, un giorno simile ed è l'ultimo dei quattro pianeti interni di tipo roccioso; gli altri sono più gassosi e liquidi.
Lo stesso destino attende la Terra con il suo crescente effetto serra?
Il tempo fornirà le risposte, ma temo che queste potranno modificare il nostro sistema di vita e di pensiero.

 
 
 

PIRAMIDI E... ANCORA PIRAMIDI: XIAN COME GIZA?

Post n°438 pubblicato il 19 Giugno 2007 da io_deifobe

Dimenticate e celate dalla polvere del tempo rispuntano fuori dalle sabbie, riemergono da sotto le colline per ricordarci che in un passato assai remoto, più di quanto si possa credere, esisteva una civiltà progredita e a conoscenza di avanzate tecnologie; quella civiltà che le ha erette seguendo un fine a noi ancora ignoto.
Riappaiono alla luce del sole quali perenni testimoni di un passato perduto, libri le cui pagine di pietra non riusciamo ancora a leggere.
Così mentre dalle colline della Serbia, a
Visoko, si riscopre uno di questi giganti di pietra che ci obbligano a tracciare una nuova storia dell'umanità, da un esame accurato delle immagini scattate da un satellite sopra il territorio cinese dello Shanxi, a Xian, si nota, fra le numerose costruzioni piramidali presenti, la curiosa posizione di tre di esse del tutto simile a quella dei monumenti di Giza in Egitto e, come quelli, apparentemente allineate con le stelle di Orione.
Nel momento in cui per qualcuno si apre una finestra, circa le possibili spiegazioni della presenza di queste particolari costruzioni, per qualcun altro tali monumenti si trasformano in incubi. Troppe piramidi sparse sul globo, anche in luoghi impensabili, per essere solamente tipiche costruzioni di un unico popolo; forse non tutte adibite a semplici dimore delle regali spoglie di faraoni o antichi regnanti. E perché volutamente allineate alle stelle?
Le
immagini riprese da Ikonos, un satellite americano di una compagnia privata la "Space Imaging" lanciato nel 1999, sollevano molti nuovi interrogativi e scoprono piramidi nel territorio cinese che non sembrano essere quelle fotografate da Hartwig Hausdorf, quando ebbe modo di visitare la zona proibita dello Shan; regione in cui si registra la presenza del Centro Spaziale Cinese che, come ho già avuto modo di scrivere in un precedente articolo riguardante i dischi di pietra di Bayan Khara Ula, è ubicato in un punto che rappresenta una finestra naturale per il lancio dei satelliti ed il loro rientro nell'atmosfera. L'area dove si trovano le piramidi dello Shanxi si trova nei pressi del Centro spaziale Cinese con la sua base di lancio missili.
La
foto originale mostra una regione coperta da nuvole, ma utilizzando procedimenti informatici avanzati, da sotto le nuvole sbucano costruzioni piramidali: due grandi ed una più piccola. Osservandone la forma quadrata della base il ricordo va alla piramide "bianca" immortalata in una foto in bianco e nero scattata da un aviatore nel 1947, tanto da supporre si tratti della stessa costruzione. Anche la parte superiore appare quadrata, i lati mostrano la stessa rientranza al centro; al lato una strada che conduce alla costruzione, alberi in due zone, tutto coincide con la foto del 1947.
Tra le foto fornite dal Dr. Clifford Paiva, un fisico del Missile Defense, specializzato nelle analisi delle foto satellitari interpellato in merito alla nuova ipotesi, una scattata dal Dr. Hartwig Hausdorf 
(1) nel 1994. Tale foto sembra sia servita a stabilire l'allineamento delle piramidi ritratte, tenendo conto della lunghezza dell'ombra e dell'altezza degli alberi visibili in essa.
Anche se i dati sono approssimativi, dopo averli inseriti in un programma Skyglobe, è stato possibile stabilire che la foto è stata scattata alle 14.30 con il sole posizionato a sud ovest, di conseguenza le piramidi risulterebbero allineate lungo un asse est-ovest. Dall'
immagine satellitare si osservano due piramidi distaccate dalle altre più piccole e in gran numero, tutte situate in linee rette. Le quattro più grandi formano un preciso motivo: tre sono in linea retta e una situata più avanti leggermente sfalsata; il tutto come le piramidi egizie.
Si trovano nei pressi di Xian, nota per la tomba dei guerrieri di terracotta, la piramide di
Chi Huang Ti l'imperatore giallo Ch'i She Huang Tì (2), e quella di Wu.
Le piramidi cinesi, grandi come quelle messicane ed egiziane, sono state evidenziate da Hausdorf che ha visitato la parte del paese precluso a tutti. Si trovano nelle pianure di Qin Chuan, nella valle di Qin Lin, vicino a Xiangyang, a Shandong, nella montagna di Taibai. Forse costruite per essere le tombe degli imperatori copiando la forma dalla piramide "Bianca", ma non siamo in grado di chiarire chi abbia costruita quest'ultima, né perché la maggior parte di tali monumenti si trovino in quella regione; su circa 2000 Kmq si trovano oltre 100 piramidi.
Ritorna in mente tutto quello narrato da Hartwig Hausdorf in merito al loro mistero e le leggende che le considerano come l'eredità di visitatori extraterrestri. Monumenti di cui nessuno sospettava l'esistenza in territorio cinese in quanto mai pubblicizzate, anzi al contrario nascoste, trasformandole in colline naturali coperte di vegetazione piantando su ogni lato qualunque genere di conifere a crescita rapida e cipressi. Altre erano state distrutte dai contadini riutilizzando i mattoni con i quali erano state costruite; altre ancora crollate sotto l'incuria del tempo.
Stranamente situate nella regione di Shanxi furono rese note attraverso le foto scattate nel 1994 da Hausdorf, da tempo sulle loro tracce in seguito a notizie trapelate decenni prima riguardo al loro ritrovamento.
Ci perdiamo nei racconti e negli appunti di viaggio di viaggiatori, fra notizie riportate, imprecisate e distorte, ma che narrano gli stessi avvenimenti.
Un viaggiatore americano, tale Fred Meyer Schroder, nel 1912 traversando lo Shanxi vide una grande piramide e altre più piccole; il monaco del monastero buddista al quale chiese notizie in merito rispose che erano lì da oltre 5000 anni, come scritto in antichi documenti; il ricordo delle loro costruzione si era perduto nel tempo. Raccontò che erano state costruite dagli antichi imperatori discesi con i loro dragoni di metallo dall'altro spazio e descritti come "Figli del Cielo".
Nel 1945 un pilota dell'U.S. Air Force, James Gaussman, scendendo di quota sopra la Cina per noie al motore sorvolò la pianura di Qui Lin Shan a sud ovest di Xian dove vide e fotografò una gigantesca piramide alta 300 metri con la base quadrata di 500 metri di lato, costruita con un tipo di pietra che la faceva apparire bianca da tutti i lati, sulla sua sommità una specie di gemma. La foto finì negli archivi del servizio segreto militare americano per ben 45 anni.
Due anni dopo nel 1947 Maurice Sheahan un altro aviatore sorvolò lo Shanxi e rivide la piramide. Numerosi giornali, fra cui il New York Times, pubblicarono la notizia, ma gli archeologi cinesi negarono l'esistenza della costruzione; le foto suggerivano un monumento più alto della piramide Egizia. In tale periodo la Cina seguiva Mao Tsetung che, nel 1949, dichiarò la Repubblica Popolare.
Nel 1962 il capitano Bruce Cathie di Aukland, dopo aver esaminato alcune foto satellitari e identificato diciotto piramidi, contattò l'ambasciata cinese a Wellington e chiese informazioni a riguardo. Fu negata l'esistenza di piramidi sul suolo cinese; vi erano solo alcune strutture trapezoidali classificabili come colline sotto le quali si trovavano alcune tombe risalenti alla dinastia Han.
Nel 1994 Hausdorf ottenne di entrare nella zona proibita e fotografare queste piramidi.
Perché queste costruzioni sono state nascoste sotto la vegetazione?
Leggende narrano di misteriosi esseri nascosti nelle montagne della regione; circolano storie di popoli che esplorarono cave nelle montagne e parlano di ritrovamenti di camere con muri e pavimenti. Sorge il sospetto che queste grotte siano in effetti le parti interne delle piramidi ridotte a semplici colline.
Le leggende parlano anche di esseri provenienti dall'altro spazio, i famosi Dropa di Bayan Khara Ula, sembra che qualcuno abbia anche visto un UFO atterrare sulla cima di una piramide; il fatto e stato riportato da un giornalista in seguito alla testimonianza di un testimone oculare e chi ne ha fatto menzione non fornisce ulteriori specifiche. Tutto diviene solo un sentito dire; di cose se ne raccontano tante, ma è indiscutibile che la parte superiore della maggior parte delle piramidi sia piatta e in qualche caso con strutture rettangolari. Anche la famosa piramide bianca presenta al suo apice una base quadrata.
Nella tradizione cinese sono presenti i Dragoni che, da quanto riportato nei testi antichi, sembrano essere più apparecchiature tecniche che esseri fantastici; si dice scendessero dal cielo ruggendo e sputando fuoco, coperti da scaglie lucenti come il metallo.
Chi, dunque, ha costruito le piramidi cinesi e perché?
Erano davvero tombe imperiali o facevano parte di un gigantesco sistema di sacre linee chiamate Feng Shui o Sacre vie del Dragone?
Il prof. Wang Shiping, del Museo Storico di Shanxi, suppone facciano parte di questo gigantesco sistema chiamato "le Vie del Dragone" e stima siano antiche di 4500 anni; inoltre sembra siano allineate per raffigurare alcune costellazioni, costruite per imitare la costellazione di Orione e le relative stelle.
Nel 1994 gennaio alcuni archeologi hanno individuato numerose piramidi vicino al fiume Wei Ho a nord di Xian una di queste è posta esattamente al centro geometrico dell'antico impero cinese.
Ai cinesi non piace parlare delle loro "piramidi", le considerano tombe e, avendo un sacro rispetto per i loro antenati, disturbando il loro sonno eterno, temono di attirarsi maledizioni e sfortune.
Comunque sia la grande "piramide bianca" si trova in quel territorio ed è considerata la più grande struttura del mondo.
Dopo tutto quanto è stato scritto a riguardo stavolta sembra sia stata individuata. Qualcuno continua a vederla come un'altra Shamballa, un portale che conduce i altri mondi dove guardiani celesti sono pronti ad intervenire quando intere civiltà sono prossime al collasso. Ammesso questo, ed ammesso che l'Homo Sapiens sia apparso 200.000 anni fa, quante volte si sono verificati tali interventi?

 
 
 

Post N° 437

Post n°437 pubblicato il 19 Giugno 2007 da io_deifobe

 
 
 

Post N° 436

Post n°436 pubblicato il 19 Giugno 2007 da io_deifobe

 
 
 

Post N° 435

Post n°435 pubblicato il 19 Giugno 2007 da io_deifobe

 
 
 

L'ARTICO E LA "TERRA CAVA"

Post n°434 pubblicato il 14 Giugno 2007 da io_deifobe

Alcuni anni fa, dopo che un sottomarino statunitense aveva cercato di creare una mappa del fondo dell'Oceano Artico, il giornale "Nature" riportava la scoperta di due grandi vulcani sotto la massa di ghiaccio, dove nessuno aveva mai lontanamente sospettato prima. Si trovano alla profondità di due miglia e coprono un'area di circa 280 miglia quadrate di fondale marino.

Una team di ricercatori dell'Università di Tulsa con a capo Peter Michael, con l'obiettivo di scoprire cos'altro ci potesse essere sotto il pack artico, partì a sua volta in missione di studio a bordo di una nave rompighiaccio messa a disposizione dalla Marina Americana. Alla spedizione prese parte anche un'imbarcazione da ricerca tedesca, la "Polarstern".
Poterono studiare, oltre alla zona indicata da "Nature", anche la dorsale oceanica Gakkel, una catena vulcanica lunga 75.000 Km che si allunga per 1.800 Km sotto l'Oceano Artico, dall'estremo Nord della Groenlandia fino alla Siberia. Questa ricerca ha potuto svelare molti misteri di questa zona eternamente ghiacciata (che evidentemente non lo fu sempre), che rimane comunque la parte del pianeta meno conosciuta, per via delle enormi difficoltà legate al ghiaccio, che impedisce d'effettuare studi e ricerche con i consueti metodi.
Pensando che i due vulcani rilevati dal sottomarino fossero un'eccezione, la scoperta di altri dodici sulla dorsale Gakkel lasciò tutti sbigottiti, tanto più che la zona presentava un'attività tettonica intensa e perfino molte sorgenti d'acqua calda.
Vulcani sotto il pack artico? Incredibile? Mica tanto, in fondo, se consideriamo la possibilità di un precedente slittamento dell'asse terrestre.
Ma... pensate davvero che non ci sia nient'altro sotto i nostri piedi, oltre a questi vulcani, di cui potremmo essere ancora all'oscuro?

La teoria della "Terra Cava" rimbalza alle cronache da più d'un secolo e riscuote l'attenzione di molti "eretici", compresa la sottoscritta. In pratica s'ipotizza che ci siano dei "buchi" ai Poli e in altre zone del nostro pianeta, da cui individui prescelti (alieni compresi) e navicelle spaziali entrerebbero e uscirebbero. Si tratterebbe degli accessi a un mondo sotterraneo in cui avrebbero trovato rifugio alcuni superstiti della precedente catastrofe in cui scomparve Atlantide.

Logicamente, è inutile dire che per la maggioranza della gente si tratta di una tesi ridicola.
Molti cambierebbo forse idea se avessero sentito parlare della forza cosmica misteriosa chiamata Vril... quell'energia dai poteri straordinari che proviene dall'interno della Terra e sarebbe imbrigliata e canalizzata tramite lo Djed, la torre granitica alta una settantina di metri che si trova all'interno della Grande Piramide di Giza.
Ovviamente, anche in questo caso siamo... "ai confini della Realtà" o, per meglio dire, in piena speculazione. Eppure la potenza del Vril esiste, con qualunque nome sia esso conosciuto: aveva a che fare con le forze Ahrimaiche che la mistica neo-occultista nazista voleva trovare inviando spedizioni in Tibet alla ricerca di Shambhala.
E a questo punto, per continuare nella nostra speculazione, deve aver a che fare con le tecnologie "futuristiche" della Terra Cava che il colonnello Billie Faye Woodard (in servizio all'Area 51) descrisse con molta precisione, essendovi stato per ben sei volte. Fu in grado di descrivere persone, animali, piante e clima...
Il Vril, o comunque si chiami, ha probabilmente che fare anche con l'energia Kundalini e la ghiandola pineale, grazie alle quali sarebbe possibile accedere in astrale a questo mondo sotterraneo multidimensionale. È la forza cosmica utilizzata a Shambhala? Forse.
Ricordo, per gli scettici, che gli Indù chiamano Shambhala: "Paradesha", termine che è sopravvissuto fino a oggi come "Paradiso". È il luogo dove abitavano i Veda, gli antichi dèi venuti dallo spazio.

Il pioniere della teoria della Terra Cava fu l'astronomo e matematico inglese Edmond Halley (1656-1749), famoso per aver scoperto la celebre cometa che porta il suo nome. Era convinto che all'interno della Terra ci fosse una potente fonte luminosa, una sorta di "Sole" in grado d'illuminare e riscaldare tutto il mondo sotterraneo. Le sue teorie fecero molto scalpore allorché furono pubblicate nel "Philosophical Transactions of the Royal Society of London".
Il Capitano americano John Cleves Symmes, il 10 aprile 1818, fece scalpore per aver inviato una lettera contemporaneamente al Congresso degli Stati Uniti, ad alcuni direttori d'importanti Università e ad un certo numero di studiosi di spicco. Il testo era questo: "Al mondo intero; io dichiaro che la Terra è cava e abitabile internamente [...]". Continuava affermando che la Terra era formata da molteplici sfere concentriche e che ai Poli c'erano due enormi buchi attraverso i quali entravano atmosfera, terre e mari. Prevedendo la reazione di chi avrebbe letto la sua lettera, il Capitano Symmes allegò un certificato medico in cui era scritto che era in possesso delle sue facoltà mentali.
Assolutamente convinto delle sue idee, nel gennaio del 1823, richiese al Congresso il finanziamento d'una spedizione per il Polo Sud, che tuttavia fu respinto. Pubblicò allora le sue teorie in un libro dal titolo "Theory of concentric Spheres", che permise in seguito a Joseph Reynolds di convincere il presidente John Quincy Adams a finanziare la spedizione del 1829, che fu però un totale fallimento.
Quasi mezzo secolo più tardi, il noto scrittore esoterista Edward George Bulwer Lytton pubblicò "The coming Race" (La razza che verrà) in cui affermava che sottoterra vivevano i superstiti d'una razza superiore che erano scampati al cataclisma che aveva quasi annientato la civiltà precedente. In questo libro si parlava per la prima volta del Vril, la forza misteriosa in possesso della razza della Terra Cava...
Nel 1906, lo scrittore americano William Reed, nel libro "Phantom of the Poles" (Fantasma dei Poli), continuò a parlare della terra Cava e del suo accesso ai Poli. Le sue teorie furono confermare e ampliate nel 1920 da un altro scrittore americano, Marshall B.Gardner, che scrisse "A Journey to the Earth's Interior" (Viaggio al centro della Terra). Le convinzioni espresse in questi due lavori, che ispirarono qualche decennio più tardi scrittori e registi, furono confermate dalle spedizioni polari del Contrammmiraglio Richard E.Byrd in Artico (1947) e in Antartico (1956), in cui dichiarò d'essersi spinto per 1.700 miglia oltre il Polo Nord e per 2.300 oltre il Polo Sud...
Byrd, dopo la prima spedizione, affermò di essere "entrato" in un territorio misterioso privo di ghiaccio e non segnato sulle carte, accessibile mediante aperture che conducono all'interno...
Dopo un primo messaggio radio trasmesso dal suo aereo e un breve comunicato stampa, le scoperte di Byrd furono tacitate e soppresse dalle agenzie governative. Ovviamente, visto che non poteva trattarsi della descrizione della superficie artica!
Byrd aveva parlato di un clima mite e un territorio verde con laghi, montagne e animali; ne descrisse anche qualcuno. Dobbiamo pensare che fosse impazzito o piuttosto che avesse scoperto le prove dell'esistenza della Terra Cava?
Scartando la prima ipotesi, personalmente sono propensa all'idea che l'istinto degli animali ci possa fornire una risposta. Quell'istinto che spinge d'inverno i buoi muschiati a migrare verso Nord; sarebbe in errore, se non sapesse di andare verso il caldo. E quello che spinge gli orsi e le volpi a dirigersi sempre più a Nord, come se in quella direzione ci fosse il cibo. Ma all'estremo Nord, non dovrebbe fare più freddo ed esserci meno cibo? E allora perché tutti gli esploratori nordici, e perfino gli Inuit (gli esquimesi), riferiscono che più a Nord ci si spinge, più la temperatura sale (!) a causa di un certo "vento caldo"...
Come mai all'estremo Nord, dove non ci dovrebbe essere vegetazione, sono stati visti in varie occasioni uccelli sconosciuti, lepri, api e farfalle? Da dove venivano? Dove potevano nutrirsi? E da dove venivano i tronchi di conifere, i fiori e i semi trovati nell'acqua artica? Quale fiume li ha trasportati? E infine, perché gli iceberg sono fatti d'acqua dolce?
Per le prime domande ognuno può trarre da sé le sue conclusioni. Per l'ultima, risponderò con le parole di William Reed: "Gli iceberg si formano nell'interno della Terra, dove la temperatura è calda; i fiumi scorrono verso la superficie esterna, attraverso l'apertura polare. Una volta toccato l'esterno, nel Circolo Polare Artico, dove la temperatura è bassissima, le foci dei fiumi gelano, generando così gli iceberg. Questo dura per mesi fino a quando, a causa dell'elevamento della temperatura estiva e del caldo che promana dall'interno, gli iceberg si distaccano dalle foci e vengono trascinati dall'Oceano".

La Marina Militare Americana sta cominciando a pensare che sotto il Polo Nord succedano cose alquanto strane... anche se la NASA ha polverizzato la teoria della Terra Cava spiegando che i loro satelliti non vedono buchi ai Poli...
In ogni caso (a prescindere che i vulcani sottomarini dell'Artico dormano o no), grazie al contributo dell'effetto serra (e di "altro" di cui non si parla) il pack è arrivato la scorsa estate al suo minimo e sta continuando a sciogliersi, destando notevole allarme.
Sentiamo parlare continuamente del riscaldamento globale che sta distruggendo gli ecosistemi. Qualche anno fa, alla U.N. Conference di Shanghai, ci fu un importante simposio su questo problema. Qualcuno predisse che la temperatura media della Terra sarebbe potuta aumentare anche di 10,4 gradi nei prossimi cent'anni. Oggi, alla conferenza mondiale sugli effetti del clima di Parigi, abbiamo saputo (!) che l'aumento di temperatura potrebbe toccare i 2 gradi (meno male, evidentemente prima si erano sbagliati...), mentre le emissioni di CO2 "passate e future" continueranno a "contribuire al riscaldamento e al rialzo del livello del mare per oltre un millennio".
Sappiamo che il ghiaccio si sta sciogiendo in Antartide e che la neve del Kilimanjaro sta sparendo. A Parigi, in questi giorni, affermano che il ghiacco sciolto potrebbe far aumentare il livello marino di 60 centimetri puntualizzando che la colpa è nostra...
Nel 2002, a una famosa conferenza dell'"American Geophysical Union" tenutasi a San Francisco, ben 9.000 geofisici convenuti da tutto il mondo concordarono che le grandi civiltà del passato non scomparvero per aver commesso azioni sbagliate, ma per dei cataclismi naturali. Questi scienziati sono convinti che il livello del mare possa aumentare di oltre 6 metri entro l'anno 3000.
A questo punto, dopo le lezioni impartite a questi convegni mondiali sulla sorte del nostro pianeta, credo che sarebbe molto saggio e fondamentale investire in barriere per l'acqua nelle aree più basse o più a rischio del nostro pianeta per il beneficio dei nostri pronipoti. E non lo dico solo perché sono veneziana; in fondo, sono abituata allle sirene d'allarme per l'acqua alta!
Ritengo che dopo l'allarme emerso ogni volta da questi mega-convegni, bisognerebbe prepararci al cambio... invece che continuare a suonare l'allarme!
Tra un centinaio d'anni, forse, l'idea di trasferirci sottoterra o di terraformare Marte non sembrerà più così ridicola come oggi. Però forse sarà troppo tardi.


 
 
 

CLONAZIONE: MORALE E BIOETICA

Post n°433 pubblicato il 12 Giugno 2007 da io_deifobe

Clonazione, ovvero produzione di uno o più individui somaticamente identici all’individuo adulto che fornisce il patrimonio genetico di base.

È già qualche tempo che lo scalpore suscitato dalla la notizia della nascita del primo bebè - clone "EVA" - da parte della setta dei raeliani, è andato via via scomparendo. È trascorso anche un po’ di tempo dalle dichiarazioni disinvolte del Dr. Severino Antinori, dell’aprile 2002, il quale diceva che tre delle sue pazienti portavano già un embrione clonato. L’abbiamo visto ritirarsi dalle scene mediatiche. Non ha mai confermato ne smentito tale rivelazione. Forse ha mentito oppure il suo tentativo non è andato in porto, ma sembra che non voglia demordere dal clonare un bambino in un prossimo futuro.
Non dobbiamo però dubitare che la clonazione umana sia alla portata degli scienziati. Ma attenzione: secondo la reazione - o l’assenza di reazione - dei governi del pianeta, l’avvenire dell’Umanità non sarà certamente più lo stesso.

I primi cloni
Contrariamente a ciò che si crede, i primi cloni sulla terra non sono state le pecore ma le rane. Il primo tentativo di clonazione, cioè del transfert del nucleo di una cellula embrionale in uova enucleate, risale al 1952.
Nel 1962, nascono i primi cloni di rane.
Nel 1986 si ha lanascita del primo vitello clonato a partire di una cellula embrionale. Quattro anni più tardi, 8 vitelli identici nascono in questo modo in un centro di ricerche americano.
Nel 1990, lo stesso esperimento riesce in Francia con la clonazione di 6 conigli.
E poi, arriva il primo clone di un mammifero adulto, la celebre pecora Dolly, "nata" nel giugno del 1996, al Roslin Institute, in Scozia. È l’unico tentativo del genere riuscito su 277 dello stesso tipo. La notizia però è resa pubblica solo nel febbraio 1997.
Dolly è il primo mammifero che non sia nato da un padre e da una madre: è la copia genetica di sua "madre". (Per la cronaca¸ Dolly ha questo nome perché è stata clonata da una cellula di ghiandola mammaria che ricordava ai suoi creatori gli attributi di una star, cantante americana, chiamata Dolly Parton).

Dobbiamo capire bene cos’è un clone
Di solito, nel regno animale, la riproduzione risiede nella fecondazione di una cellula riproduttrice (ovocita-femmina) da parte di un spermatozoo (maschio). L’insieme, portatore di un genoma (codice genetico) unico, darà un essere unico.
- Per i cloni di embrione (prima di Dolly) niente spermatozoo: l’ovocita viene enucleato (cioè: privato del suo patrimonio genetico) e fornito di un nuovo nucleo, costituito da un embrione allo stadio mono-cellulare.
- Per il clone di adulto - come Dolly - l’ovocita enucleato è fornito questa volta di un nucleo costituito da una cellula, non sessuale, prelevata da un animale adulto.
L’essere che nascerà sarà un doppione perfetto dell’adulto dal quale è stata prelevata la cellula.

Clone uguale doppione? Certamente NO!
Se un clone è portatore dello stesso patrimonio genetico del "padre" cellulare non è per forza la copia identica di quest’ultimo, perché i geni non controllano tutto!
Dal punto di vista mentale è molto evidente: per essere identico al padre genetico, un clone non dovrebbe soltanto avere lo stesso patrimonio genetico, ma dovrebbe avere anche "la stessa vita": educazione, incontri, successi e insuccessi, ricordi, amori, fobie, tutto quello che concorre alla costituzione di un essere.
Lo sviluppo psicologico, la cultura, l’ambiente portano sempre a personalità differenti...
C’è di che essere rattristati dallo spettacolo dato dagli scienziati che vogliono competere con la natura che ha lavorato migliaia di anni per elaborare l’uomo!
Questi ricercatori fanno pensare oggi all’ambizione del creatore di mostri come Frankenstein, eroe del romanzo dell’orrore di Mary Shelley.
I medici sono arrivati a considerare il corpo umano come una semplice macchina biologica, i pezzi della quale sarebbero intercambiabili, come per una macchina meccanica.
Un meccanico si pone forse domande metafisiche prima di intervenire su un motore di un veicolo?
Ma una cosa è certa: sarà sempre impossibile riprodurre l’anima spirituale, elemento essenziale di ogni soggetto che appartiene alla specie umana, creata da Dio.
L’anima non può essere né generata dai genitori, né essere prodotta dalla fecondazione artificiale, né, soprattutto, clonata...

Rischio di rappresentare la parodia tragica dell’onnipotenza di Dio!
Un essere vivente - umano o animale - non sarà mai paragonabile ad un motore meccanico nella misura in cui presenta dei piani energetici sottili sconosciuti da un motore di macchina.
È forse questo ignorare le dimensioni energetiche dell’essere vivente che fa sì che le operazioni chirurgiche di impianti di organi "estranei" sono seguite da reazioni di rigetto che vengono sviluppate dai corpi riceventi...
A metà febbraio 2003, i ricercatori hanno soppresso Dolly, all’età di soli 6 anni. Soffriva di artrosi e di infezioni polmonari come se fosse stata troppo "vecchia"!
I tentativi di clonazione hanno spesso sfociato in embrioni malformati o in aborti. "La maggior parte delle ricerche pubblicate mostrano che la clonazione di mammiferi si chiude spesso con la morte o la mutilazione del clone" - ha dichiarato John Kilner, presidente del Centro per la Bioetica e la Dignità Umana negli Stati Uniti.
Nati con dei geni di adulti, i cloni sarebbero condannati ad una durata di vita "amputata".
Forse potremo pensare di accettare la "clonazione terapeutica", quella che consiste non a dare la vita ad un bambino ma a riprodurre organi per reimpiantarli, in caso di problemi medici o di incidenti. Chissà...
Rimangono ancora molti progressi da fare in materia di clonazione.
Ai posteri l’ardua sentenza!

 
 
 

Post N° 432

Post n°432 pubblicato il 09 Giugno 2007 da io_deifobe

Il nostro breve cammino su questa terra serve a prepararci ad un’altra vita più bella e più lunga.

         La madre, come diceva Seneca, ci tiene sul suo grembo per nove mesi preparandoci al momento in cui vedremo la luce, capaci di respirare e di resistere all’aria libera.

 

         Da quel momento incomincia il cammino che va dall’infanzia alla vecchiaia e che ci rende maturi per un altro parto, più importante: una nascita senza fine.

 

         Sin dalla prima nascita vive con noi un compagno invisibile che spesso rimane nascosto, incapace di uscire dalla giungla delle sensazioni fisiche, e affiora soltanto quando siamo noi a liberarlo, a portarlo alla luce.

 

Quando riusciamo a far questo, ci rendiamo conto che non possiamo mai morire del tutto e che nessuno scomparirà nel nulla. Non riusciamo a vedere quelli che se ne sono già andati perché non siamo capaci di concentrarci abbastanza per scorgerli nelle nuove forme adatte al mondo astrale dove sono andati.

 

         La nostra mente e i nostri occhi ci inducono a pensare che la vita abbia un confine e che al  di là di quella linea nulla sia possibile: invece non è così. Nel silenzio della nostra anima dobbiamo cercare di aprire l’occhio misterioso che ci da la possibilità di vedere il mondo invisibile che ci circonda.

 

         Nel corso della vita pensiamo alla morte come ad un avvenimento che dovrà accadere in un futuro lontano e non ci accorgiamo invece che la vita in parte è già passata, è ormai alle nostre spalle. Il tempo è l’unico bene che l’uomo non puo’ accumulare ed è costretto a spenderlo fino all’ultimo spicciolo.

 

         Per questo occorre far tesoro di tutto il tempo che abbiamo a disposizione, così sarete padrone dell’oggi e meno schiavo del domani.

 

         Cercate di trovare una casa per il vostro compagno invisibile quando il treno bianco dell’eternità passerà a prendervi. Solo così potrete continuare a vivere nella persona che avete scelto e che vi è cara; non solo, ma dalla vostra vita potrà nascere una nuova vita.

 

 
 
 

Post N° 431

Post n°431 pubblicato il 09 Giugno 2007 da io_deifobe

 
 
 

Post N° 430

Post n°430 pubblicato il 09 Giugno 2007 da io_deifobe

Quando togliamo qualcosa alla terra,
dobbiamo anche restituirle qualcosa.
Noi e la Terra dovremmo essere
compagni con uguali diritti.
Quello che noi rendiamo alla Terra
puo' essere una cosa cosi' semplice
e allo stesso tempo cosi' difficile
come il rispetto

 
 
 

GLI ANGELI

Post n°429 pubblicato il 09 Giugno 2007 da io_deifobe

Se cerchi gli angeli...

non guardare molto lontano.. essi non sono distanti.. ma sono qui.. vicino a noi.. vestono i nostri abiti, sorridono con il nostro volto.. vivono in noi.

Ognuno di noi è angelo di se stesso nella misura in cui si riconosce tale, ci siamo dimenticati che quel giorno abbiamo deciso di nascondere le nostre ali e nell'umiltà poter dimostrare la nostra grandezza.. e la più profonda grandezza è riuscire ad Amare..

Amore.. che grande parola... amore è delle piccole cose che alla fine sono le più grandi..
amore è accogliere con un sorriso.. perché nessuno mai sarà così povero da non poter donarne uno..

amore è quel tocco dato ad uno sconosciuto.. ma che parte dal cuore,
amore è cercare in fondo, dentro di noi.. e in quel meraviglioso scrigno chiamato cuore trovare noi stessi.. avere la forza e l'audacia (perché è audacia in questo mondo) di donare e mostrare le perle preziose che in esso possediamo.

Non lasciare che gli eventi o le persone spezzino le tue ali.. è difficile perché se doniamo tutto.. tutto possiamo perdere.. ma in realtà tutto ci viene donato attraverso la vita che è tale solo se vissuta con amore.

Nello spazio del mio cuore ho trovato un angelo.. non chiedete spiegazioni alle mie parole.. partono dal cuore ed è nel vostro cuore che vogliono arrivare.. e quell'angelo è ora.. il mio migliore amico, mi parla con voce saggia e sicura

ci sono dei momenti della mia vita in cui esso si vuol far sentire.. quei momenti li chiamano "pelle d'oca" ma io li chiamo "il tocco di un angelo" ascoltate quei momenti.. sono i più importanti perché l'angelo che c'è in te, ti vuole parlare...

 
 
 

GLI ANGELI

Post n°428 pubblicato il 09 Giugno 2007 da io_deifobe

 

 

 

 

 

Se cerchi gli angeli...

non guardare molto lontano.. essi non sono distanti.. ma sono qui.. vicino a noi.. vestono i nostri abiti, sorridono con il nostro volto.. vivono in noi.

Ognuno di noi è angelo di se stesso nella misura in cui si riconosce tale, ci siamo dimenticati che quel giorno abbiamo deciso di nascondere le nostre ali e nell'umiltà poter dimostrare la nostra grandezza.. e la più profonda grandezza è riuscire ad Amare..

Amore.. che grande parola... amore è delle piccole cose che alla fine sono le più grandi..
amore è accogliere con un sorriso.. perché nessuno mai sarà così povero da non poter donarne uno..

amore è quel tocco dato ad uno sconosciuto.. ma che parte dal cuore,
amore è cercare in fondo, dentro di noi.. e in quel meraviglioso scrigno chiamato cuore trovare noi stessi.. avere la forza e l'audacia (perché è audacia in questo mondo) di donare e mostrare le perle preziose che in esso possediamo.

Non lasciare che gli eventi o le persone spezzino le tue ali.. è difficile perché se doniamo tutto.. tutto possiamo perdere.. ma in realtà tutto ci viene donato attraverso la vita che è tale solo se vissuta con amore.

Nello spazio del mio cuore ho trovato un angelo.. non chiedete spiegazioni alle mie parole.. partono dal cuore ed è nel vostro cuore che vogliono arrivare.. e quell'angelo è ora.. il mio migliore amico, mi parla con voce saggia e sicura

ci sono dei momenti della mia vita in cui esso si vuol far sentire.. quei momenti li chiamano "pelle d'oca" ma io li chiamo "il tocco di un angelo" ascoltate quei momenti.. sono i più importanti perché l'angelo che c'è in te, ti vuole parlare...

 
 
 

L'UOMO E L'ALDILÀ

Post n°427 pubblicato il 07 Giugno 2007 da io_deifobe

In effetti in mezzo a noi vivono, in un numero incalcolabile ed invisibili ai più, i disincarnati che si trattengono sul nostro pianeta in attesa di raggiungere la loro definitiva destinazione nelle superiori sfere del mondo astrale.

LA PRIMA SFERA

Sulla prima sfera del mondo astrale, la quale non è altro che la controparte astrale del piano fisico sul quale viviamo, sostano quegli esseri umani disincarnati i quali sono ancora attratti dal mondo nel quale vissero.
Di solito non hanno fissa dimora, di qui la denominazione di "anime erranti". Si possono aggirare nei pressi dei luoghi che li videro in vita, oppure vagare da un luogo all'altro, presi dal desiderio di fare nuove esperienze nelle nuove condizioni di esistenza e di conoscere paesi lontani.
Alcuni preferiscono condurre un'esistenza solitaria, altri sono associati in gruppi, secondo la legge di affinità, altri ancora possono cercare la compagnia degli umani incarnati. Ciò può avvenire per il desiderio di essere ancora presenti in mezzo ai propri cari, oppure per il bisogno di soddisfare sensazioni e bramosie mediante il corpo astrale degli incarnati.
È così che, per esempio, una madre di famiglia resterà accanto ai suoi bambini per proteggerli e guidarli fino a quando non saranno in grado di badare a se stessi.
Allo stesso modo, ma per altro motivo, l'alcolizzato, una volta privato del suo corpo fisico, resterà attratto dai luoghi che frequentava e cercherà di impossessarsi dell'astrale di coloro che praticano bettole ed osterie, onde tentare di riprovare quelle sensazioni che gli procurava l'alcool.
Da un certo punto di vista la popolazione terrestre potrebbe essere distinta in una popolazione permanente di esseri umani incarnati ed in una popolazione temporanea, assai più numerosa, di esseri disincarnati. Questi ultimi si possono trattenere sul piano fisico poche ore o molti anni, a seconda del loro grado di attaccamento ai luoghi e/o alle persone. È un periodo di transizione che dura finché il trapassato non sente il bisogno di rispondere alla chiamata dei mondi superiori.
Noi non siamo sempre consapevoli della loro presenza, ma solo perché non prestiamo sufficiente attenzione ai mille segni che ci giungono dal mondo parallelo nel quale siamo immersi.
Le onde mentali e quelle psichiche sono i veicoli attraverso i quali siamo costantemente in comunicazione, anche in modo inconscio, sia con i nostri simili incarnati, sia con quanti ci hanno preceduto. Se stessimo un po' più attenti al modo con cui sorgono in noi improvvisi pensieri e/o inaspettati sentimenti, saremmo in grado di dare la giusta interpretazione a certi impercettibili segni: essi sono veri e propri messaggi che spesso risolvono angosciosi problemi e situazioni difficili in merito alla salute, al lavoro, agli affetti, ecc.

Padre François Brune, nel suo libro: "I morti ci parlano" riporta un episodio al quale ritengo opportuno accennare perché assai significativo in rapporto a quanto ho appena affermato. Georges Morranier era un giovane insegnante di fisica alla facoltà di scienze il quale, all'età di 29 anni, nel settembre del 1973, si tolse la vita. Aveva intrapreso un cammino di vita interiore, che lo aveva portato a praticare lo yoga reale, senza una guida e senza un'adeguata conoscenza della tecnica. A seguito di ciò dapprima fu preso da indifferenza per la vita, poi finì col cadere, a poco a poco, in uno stato di profonda depressione: in breve, si aggravò a tal punto da restare vittima della sua mania suicida.
Con quel gesto, dovuto unicamente alla sua follia, egli abbreviò la vita del suo corpo fisico, ma non fu così per il suo corpo animico, la cui carica vitale residua lo mantenne legato alla terra per tutto il tempo previsto dal programma di vita che il suo ego aveva accettato al momento della nascita.
Infatti, tramite la medianità di sua madre, egli ci comunica le sue prime esperienze dopo il trapasso, che sono quelle di un abitante invisibile del pianeta Terra. Inoltre traccia lo schema evolutivo del mondo animico, che si articolerebbe in sette livelli (o sfere), confermando in ciò quanto abbiamo già visto per altra via. La settima sfera sarebbe riservata a coloro che in vita si dedicarono a Dio: i religiosi, gli asceti, i mistici di tutte le religioni. Già dalla quinta sfera si beneficherebbe dell'insegnamento delle guide superiori. Subito dopo il trapasso, egli trasmette alla madre le sue prime impressioni e le inevitabili difficoltà inerenti alla necessità di doversi muovere con un corpo animico invisibile in un mondo fatto di materia fisica densa. Egli descrive così queste sue prime esperienze:
"Prima di tutto bisogna imparare a tenersi in piedi, poi a camminare, come i neonati sulla terra. All'inizio facciamo dei salti, come in assenza di gravità, come gli astronauti sulla Luna... e poi impariamo a sederci sulle vostre sedie, perché noi non ne abbiamo. E qui c'è veramente da ridere perché, come puoi ben immaginare, cadiamo per terra. Tutto quest'apprendistato si compie in poco tempo, soprattutto quando si è neofiti intelligenti".
Più avanti ribadisce il concetto di essere rimasto a condividere con gli umani incarnati, la vita sulla Terra.
"Vorrei spiegarti ciò che molti terrestri non capiscono, vale a dire che noi viviamo con voi... Viviamo nei vostri appartamenti e nelle vostre case, ci stendiamo sui vostri letti quando ne abbiamo voglia e quando voi non ci state... ci sediamo sulle vostre poltrone e sulle vostre sedie, e intratteniamo gioiosi conciliaboli soprattutto mentre dormite, un momento che ci lascia piena libertà di azione... vi ascoltiamo mentre discutete, vi guardiamo vivere con gioia distaccata... vi aiutiamo con la forza del pensiero, a volte con un intervento, non percepito da parte vostra, ma efficace. È il nostro compito, ma è anche una vera gioia..." 
(1)
Questo messaggio si presta ad alcune considerazioni. È vero che trattasi di suicidio ma, a differenza dei casi che vedremo in seguito, qui ci troviamo di fronte al caso tipico di un soggetto che è del tutto irresponsabile, affetto da mania suicida e quindi non più nel pieno possesso delle sue facoltà mentali.
Ciononostante un equilibrio è stato spezzato e la Legge cosmica dell'Armonia esige che l'equilibrio sia ristabilito. È per questo motivo che il trapassato compie la sua prima evoluzione sul piano fisico, sul quale sarebbe dovuto restare a vivere col suo corpo fisico chissà quanti anni ancora, ma non in sofferenza, bensì con il compito gioioso di portare aiuto ai fratelli incarnati, con i quali egli divide la vita d'ogni giorno e di ogni notte. Del resto, nello stesso messaggio, Georges ci fa sapere che si tratta di un percorso reciproco, perché anch'egli riceve aiuto dai viventi:
"Le persone... che ci aiutano... ci parlano esattamente come se fossimo ancora sulla terra. Le sentiamo perché hanno delle voci del tutto udibili e, del resto, constatiamo presto che anche noi abbiamo una voce".
Quando si parla di "sfera astrale", non si deve pensare ad una sorta di pianeta fluidico in cui la vita si svolge in modo omogeneo con le stesse caratteristiche in ogni suo luogo. È in realtà uno stato di coscienza le cui caratteristiche animiche possono variare da un sito ad un altro e spesso anche con notevoli varianti. È un po' quanto avviene nelle grandi città della terra in cui, oltre ai quartieri signorili, sono presenti le zone popolari o, addirittura, rioni malfamati dove prospera la malavita.
Il cosiddetto "basso astrale", o Kama Loka, è appunto una suddivisione della prima sfera che si distingue per il fatto che comprende quello stato intermedio attribuito da tutte le grandi religioni al purgatorio, dove l'uomo, dopo il trapasso, dimora temporaneamente, nell'attesa di raggiungere il suo "Cielo". È una vasta regione che si può pensare delimitata da un confine superiore, che è quello rappresentato dalla controparte astrale del piano fisico, e da uno inferiore, dal quale si accede all'Erebo, o Inferno.


 
 
 

GLI ABITANTI DEL MONDO ASTRALE

Post n°426 pubblicato il 07 Giugno 2007 da io_deifobe

Gli abitanti del mondo astrale si possono dividere in tre grandi categorie: gli "umani", i "non umani", gli "artificiali".

Gli umani vengono ripartiti in due sottoclassi: gli incarnati e i disincarnati.
I primi, durante il sonno, trasferiscono temporaneamente la loro coscienza nel veicolo astrale e raggiungono le prime sfere del mondo astrale. Questa proiezione astrale dei viventi può avvenire anche a seguito di sdoppiamento corporeo, occasionale o voluto ma, in questo caso, il soggetto conserva il ricordo delle esperienze vissute nelle nuove condizioni di esistenza. Al contrario, il viaggio in astrale che si accompagna al sonno ordinario avviene, di solito, nella più assoluta incoscienza.

I disincarnati sono i cosiddetti "morti", divenuti, dopo la morte del corpo fisico, abitanti permanenti delle sette sfere (o sottopiani) in cui viene suddiviso il mondo astrale.
Ai non umani appartengono le essenze elementali, dette anche "creature semi-intelligenti della luce astrale", i corpi astrali degli animali, gli spiriti di natura e i deva.

Gli artificiali costituiscono la classe più numerosa degli esseri che popolano le prime sfere, più prossime alla terra. Si tratta per la maggior parte di elementali prodotti inconsciamente dagli uomini, oppure deliberatamente da chi si occupa di magia. Un uomo che coltivi nella sua mente un desiderio, al quale rivolge spesso il suo pensiero, dà luogo ad una forma-pensiero. Questa si comporta come una creatura che vive nell’aura astrale e mentale di colui che l’ha generata e gli gravita attorno.

Vediamo ora un po’ più da vicino la natura e le caratteristiche di ognuna di queste categorie di abitanti astrali.

GLI UMANI
Umani incarnati - L’uomo comune, quando dorme, lascia a letto il suo corpo fisico, le cui funzioni vitali sono assicurate dalla presenza del doppio eterico che lo compenetra. Il suo Io, rivestito del corpo astrale, si trasferisce nella regione astrale che gli è più congeniale, la cui quota dipende dal grado di sviluppo psichico e/o spirituale del soggetto. Di solito gli umani, durante questi voli notturni spontanei, non vanno oltre la seconda sfera. Come vedremo meglio più avanti, con i voli coscienti si possono invece raggiungere tutti i livelli astrali, e andare oltre, ma solo a determinate condizioni.
Nelle persone rozze e inevolute l’Io, durante il sonno, si trasferisce sempre nel veicolo astrale, il quale però si aggira, anch’esso assonnato e come imbambolato, nei pressi del suo corpo fisico, cioè nella controparte astrale dell’ambiente in cui giace il suo corpo (prima sfera).
Col progredire dello sviluppo spirituale del soggetto, il veicolo astrale assume una forma sempre più simile a quella del corpo fisico. In questo caso l’Io dispone di uno strumento meglio organizzato e più efficiente, i cui sensi animici ben sviluppati, gli consentono di prendere coscienza di ciò che lo circonda.
Tra coloro che raggiungono un adeguato sviluppo in intelletto e spiritualità, può esservi qualcuno che entra a far parte della schiera degli "aiutatori invisibili", come allievo di uno dei Maestri di Saggezza. L’adepto che entra in astrale sotto la guida di un Maestro, dedica le sue ore di sonno a vantaggio dell’umanità. Egli si muove in piena coscienza, impara ad agire con padronanza in tutti i sottopiani di quel mondo e può avere accesso anche al successivo piano mentale. Al suo risveglio, una volta ripreso possesso del suo corpo fisico, egli è in grado di ricordare esattamente tutto il lavoro compiuto nelle sue missioni, avendo conseguito la perfetta continuità di coscienza.

Umani disincarnati - Dopo la morte, l’uomo comune, che non si è liberato in vita di tutti i desideri inferiori, sente la necessità di trascorrere un lungo periodo nelle varie sfere del mondo astrale, affinché quei desideri si esauriscano e lascino libero l’Io Supremo. La durata del suo soggiorno su di una determinata sfera astrale è in funzione della quantità di materia corrispondente che si trova nel suo corpo astrale e questa, a sua volta, dipende dal tipo di vita che il soggetto ha vissuto, dalle tendenze che ha soddisfatto e, quindi, dal tipo di materia di cui ha intessuto il suo corpo astrale.
Quando l’Io non ha più motivo di restare in quella sfera, le particelle più grossolane del suo corpo astrale lo abbandonano ed egli si viene a trovare in sintonia con la materia che vibra ad una frequenza più alta, nella sfera astrale superiore. È come se il suo "peso specifico", in continua graduale diminuzione, gli consentisse di "galleggiare" in un mezzo meno denso. Naturalmente, un soggetto distaccato dalle lusinghe proprie della condizione terrena, tanto da anelare ad un’esistenza pienamente spirituale, non ha alcun motivo di sostare a lungo in nessuna delle sfere astrali e il suo Sé superiore si apre in modo cosciente e subitaneo alla visione dei mondi superiori.

I NON UMANI
Essenze elementali - La materia astrale, a differenza di quella del piano fisico, non è una materia inerte. L’abbiamo definita una psico-materia ed in effetti essa è tutta pervasa da una particolare specie di vita indifferenziata, la quale è sensitiva e intensamente viva, ma non individualizzata. Appena è toccato da un pensiero, questo tessuto vivente se ne riveste e si genera così una forma-pensiero con un aspetto ben definito. Sembra che questa diffusa materia grezza vivente sia presente anche in seno alla materia fisica, invisibile alla vista ordinaria. Essa non sarebbe altro che la controparte animata della materia fisica dei quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco. Di qui la sua denominazione di essenza elementale.
Secondo questa visione animica della realtà, un elementale della terra dimorerebbe in ogni frammento di sostanza solida, cioè sarebbe presente in esso una controparte vivente della materia solida, visibile solo alla vista chiaroveggente. Allo stesso modo, ad ogni molecola di una sostanza allo stato liquido, sarebbe associato un elementale dell’acqua, e così per l’aria e per il fuoco. Quando gli antichi filosofi e gli alchimisti medievali parlavano di elementali della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco, intendevano riferirsi ad essenze intelligenti, occultate in seno ai vari stati aggregativi della materia.
Nei riguardi dell’uomo, le essenze elementali presenti nel basso astrale si dimostrano ostili. I visitatori di questa regione riferiscono di essere assaliti da esseri dall’aspetto sgradevole, spesso mostruoso, che avanzano con fare minaccioso. Di fronte però ad un atteggiamento risoluto, si dileguano e non arrecano alcun danno. Per esempio, il Monroe ci parla di una zona di confine col piano fisico che egli definisce "come un oceano grigio, nero, affamato, dove il minimo movimento attira esseri rosicanti e tormentatori. Il visitatore è come l’esca che galleggia in questo grande mare. Se si muove lentamente e non reagisce alla curiosità del 'pesce' che viene a vederlo, può superare la zona senza gravi incidenti."
D’altra parte il basso astrale, per la sua dislocazione, è un po’ come la discarica del "mondo di mezzo", dove precipitano i residui psichici di cui si liberano uomini ed animali in evoluzione e sedimentano le scorie animiche dei gusci in disfacimento. Non può che essere una regione desolata e tenebrosa, popolata da forme di vita appena abbozzate, affamate di energia vitale che circola in correnti eteriche al confine tra il mondo fisico e quello astrale.
La regione finora indicata come "basso astrale" corrisponde al Kamaloca della letteratura teosofica. È questo il termine col quale gli Indù designano "il luogo del desiderio" in cui soggiornano gli umani dopo la morte, più o meno a lungo, a seconda del loro grado di attaccamento alla materia. Il Kamaloca comprende tutti gli stati intermedi che tutte le grandi religioni considerano purgatoriali, dimora temporanea dell’uomo prima del suo arrivo al "Cielo".
Angiolo Biancotti è stato un viaggiatore astrale che ha esplorato in particolare questa regione. Egli ha raccolto i resoconti dei suoi viaggi extra-corporei in un libro dal titolo: "Romanzo senza parole" ovvero: "Viaggio in astrale in venti notti successive". Sempre con la scorta di una guida, l’autore ha visitato, tra l’altro, il lembo di quella zona del Kamaloca che da una parte è limitata dall’atmosfera terrestre e, dall’altra, fa da vestibolo all’Erebo (inferno), che si trova nel cono d’ombra che la terra proietta e si trascina nel suo moto attorno al sole.
"Questa strada è necessaria, obbligatoria - lo informa la guida - per tutti i trapassati, già te lo dissi, così come per gli umani in sdoppiamento incosciente ... ma per coloro che tendono all’iniziazione esistono dei sentieri che conducono più facilmente e rapidamente alla meta. Noi ci prepariamo a circumnavigare l’Erebo, nella sua minore larghezza. Proseguiremo per una strada di mezza costa."
Dopo una rapida ascesa in verticale, l’autore e la sua guida giungono ai margini di un’immensa pianura, illuminata da una luce crepuscolare in modo ineguale: zone d’ombra si alternano a parti illuminate che sembrano in continuo movimento.
"Stiamo toccando il paese dell’illusione per eccellenza - riprese la guida - qui tutto è sorpresa ed ogni oggetto sprigiona una forza astrale cosciente o semi-cosciente pronta ad agire in male piuttosto che in bene su coloro che vengono qui per la prima volta".
Giunti in prossimità di un grande fiume, un ponte maestoso apparve agli occhi dell’autore. Era una costruzione ardita, un grandioso arco agile e snello, che però dava anche l’idea di una grande stabilità.
"Disingannati - ammonì la guida - se noi avessimo la temerarietà di avventurarci su quel ponte, si romperebbe bruscamente e cadremmo a picco in questo fiume perfido, le cui acque altro non sono che l’ammasso gelatinoso delle larve, tanto umane che animali, che provengono da ogni parte. Queste larve sono il prodotto delle forze fisiche del piano terrestre, o del piano astrale. È sì una grande corrente, ma composta di esistenze che sono in germe, o in dissoluzione, e che travalicano negli abissi del caos. Esse serviranno, durante i tempi incalcolabili, a formare i primi materiali, il protoplasma di una nuova creazione. Queste energie vitali non sono coscienti che per il desiderio di restare attive: è quello l’istinto più rudimentale della loro vita. Così questi abbozzi di forme, guidati dalla sola attrazione materiale verso l’elemento fluidico, si impossessano di questo golosamente, senza scelta, almeno per la maggior parte di esso. Esse s’insinuano facilmente nel corpo astrale, tanto quanto in quello fisico. Non potendo elevarsi dalla corrente che le inghiotte e le trascina, affascinano la personalità non preparata che le avvicina troppo da vicino, e diventano altrettanti germi morbosi per le anime e per i corpi fluidici astrali. Gli elementali di ogni genere, nemici degli umani, li attendono su queste rive al fine di sedurli con mille illusioni ed abbandonarli quindi alla corrente vorace, oppure di spogliarli di energia vitale: è questo un vampirismo vero e proprio. Ecco perché tanti uomini, benché intelligenti, vedono la loro ragione sommersa in esperienze avventurose di sdoppiamento cosciente od incosciente, come quella provocata dall’ubriachezza o da quella più dolce, ma più profonda, causata da qualsiasi narcotico."
Detto questo, la guida "tracciò in aria un segno magico ed il ponte così grandioso, così granitico, crollò miseramente nelle profondità del fiume con un fischio acutissimo, lacerante, dato che le forze che avevano contribuito alla sua formazione non avevano sortito l’effetto per il quale erano state impiegate".

Corpi astrali degli animali - Anche gli animali, dopo il trapasso, si trasferiscono con il loro corpo astrale nelle prime sfere del mondo astrale. Nel libro della H. Schäfer: "Voci da un altro mondo", sono riprodotte le immagini di un cavallo bardato, di colombe e di gatti, trasmesse dall’aldilà e ricevute per televisione, a riprova del fatto che anche gli animali continuano a vivere.
I viaggiatori extra-somatici ci parlano di uccelli di varie specie, e di animali domestici che dividono la loro vita astrale con gli abitanti permanenti di quel mondo. Pare però che la loro permanenza in astrale sia di breve durata e, comunque, in relazione al grado di intelligenza da essi sviluppato. Gli animali domestici avrebbero una vita astrale più lunga di quella degli altri animali meno avanzati. Gli animali che sulla terra erano selvatici, in astrale perdono la loro aggressività e si comportano come animali domestici. Il mutamento della loro indole sarebbe dovuto al fatto che vengono meno i due fattori terreni caratteristici: il bisogno di cibo e la paura degli altri animali e dell’uomo. (Anthony Borgia: "More about life in the world unseen").

Spiriti di natura - Sul piano astrale e sui più alti livelli eterici del piano fisico, vivono gli spiriti di natura, che si dividono in quattro classi principali, a seconda dell’elemento abitato. Secondo la denominazione che ci è stata tramandata dalla letteratura medievale, gli spiriti della terra sono detti gnomi, quelli dell’acqua ondine, quelli dell’aria silfi e quelli del fuoco (etere) salamandre. Nella tradizione popolare sono noti con diversi nomi: fate, folletti, genii, elfi, fauni, ecc.. Hanno apparenza umana e piccole dimensioni. In condizioni ordinarie non sono visibili ad occhio umano ma, poiché la materia eterica dei loro corpi si trova ai limiti della visibilità, possono essere veduti (e fotografati) se si rivestono di materia fisica più densa, o se l’osservatore aumenta temporaneamente la sua sensibilità fino al punto di percepire le frequenze situate appena al di là dello spettro visibile, oppure se è dotato di facoltà chiaroveggenti. Queste creature degli elementi (da non confondere con gli elementali) sono i canali attraverso i quali le energie vitali si manifestano ed operano in seno alla materia fisica. Il loro lavoro consiste nel cooperare alla costruzione e alla crescita della controparte eterica degli organismi viventi dei quattro regni della natura, a cominciare dalla crescita dei sistemi cristallini.
Gli spiriti della terra e quelli dell’acqua hanno corpi di materia eterica, le silfidi (o spiriti dell’aria) e le salamandre (o spiriti del fuoco) hanno solo corpo astrale. Tutti questi spiriti vivono sulla superficie della terra e all’interno di essa (nelle caverne e nelle miniere e all’interno delle rocce), nelle profondità dei mari, nel turbinio del vento e nelle più alte regioni dell’atmosfera, finché non si esaurisce l’energia eterica che li anima.
Essi evitano le grandi città e le località frequentate dagli uomini, giacché non sopportano le vibrazioni disarmoniche e le emanazioni sgradevoli che i grandi agglomerati umani emanano.
In fondo, possono essere considerati come gli autoctoni di tutte quelle regioni nelle quali, prima della cosiddetta civilizzazione, la vita si svolgeva secondo ritmi naturali. Benché si mostrino solo raramente, sono ancora presenti nelle zone campestri, nei boschi, nei fiumi, nelle cascate o in alto mare.
Quando è giunto il momento, la legge evolutiva interviene e risveglia in essi il desiderio di raggiungere un più alto stadio evolutivo. Allora i loro corpi si fanno sempre più evanescenti ed essi divengono entità astrali. Il loro compito nel mondo astrale è analogo a quello che svolgevano sulla terra. Essi partecipano attivamente a tutti i processi naturali, in particolare a quelli della formazione di nuovi tipi e varietà di piante. Sono attenti allo sviluppo delle crisalidi, alla vita degli uccelli, ecc. e si nutrono dell’aroma dei fiori.
Una delle occupazioni da loro preferite in astrale è quella di intrattenere i bambini che hanno lasciato la terra, giocando con essi in mille modi e creando sempre nuovi giochi, mediante forme pensiero di ogni specie, veri e propri spettacoli animati dai personaggi delle fiabe.
Gli spiriti di natura sono gli ultimi anelli di una catena di operatori occulti che fa capo ai deva. Sul terzo livello astrale essi acquistano la loro individualità e passano nel regno dei deva, dopo aver superato severe prove di abilità, al termine di una imponente cerimonia d’iniziazione.

 
 
 

GLI ABITANTI DEL MONDO ASTRALE

Post n°425 pubblicato il 07 Giugno 2007 da io_deifobe

Deva - Vi è una corrente evolutiva, parallela a quella umana, le cui forme vitali fanno la loro prima comparsa sulla terra come pesci, uccelli e insetti. Nella fase successiva l’Onda di Vita si riveste di corpi non più fatti di materia fisica densa (solida, liquida e gassosa), ma di una materia più tenue, appartenente ad un quarto stato (che i Teosofi chiamano "eterico"). Le creature che si rivestono di questi corpi eterici, sia sulla terra che in astrale, sono gli spiriti di natura, di cui abbiamo appena detto. La fase evolutiva successiva li vede comparire, come si è già accennato, solo in astrale, dalla terza sfera in su, come deva, o angeli.
Questi deva astrali prendono più propriamente il nome di Kamadeva, per distinguerli da altre categorie di gerarchie angeliche che dimorano e operano nei mondi superiori (mentale e causale). Per quanto riguarda il loro aspetto, è interessante la descrizione che ne fa G. Hodson nel suo libro "Il regno degli Dei", che riporto quasi per intero:
"Le forme angeliche sono fatte di luce, o piuttosto di materia sottile luminosa, poiché ogni atomo del loro corpo e dei mondi in cui dimorano, è una splendente particella di luce. La forma che adottano assomiglia molto da vicino alla nostra ed è infatti costruita sullo stesso modello del corpo fisico dell’uomo. I loro volti, tuttavia, hanno una espressione decisamente non umana, poiché portano un’impronta di energia dinamica, di vivacità di coscienza e di vita, unite ad una bellezza superba e ad un distacco dal mondo terreno quali raramente vengono riscontrati tra gli uomini... Nei loro corpi sono visibili centri di forza, vortici e linee di forza nettamente definite. Dalle scariche dell’aura vengono prodotte forme definite che fanno pensare ad una corona sul capo e inoltre dispiegano ali dai colori vivaci e sempre mutevoli. Le ali non vengono però usate per volare, poiché gli angeli si muovono rapidamente nell’aria a volontà con un grazioso movimento fluttuante e non hanno bisogno di ausili per volare".
Sembrerebbe che le ali abbiano la funzione di antenne per mezzo delle quali viene irradiata e modellata l’energia aurica che il deva diffonde intorno a sé. I loro pensieri e le loro emozioni sono oggettivati e resi visibili sotto forma di un prorompere di luce variamente colorata. "Un’effusione di amore, per esempio, li inonda di uno splendore color cremisi ed inoltre una vivace, rosea corrente di forza d’amore fluisce verso l’oggetto dell’amore" 
(1).
I deva comunicano tra loro e con gli uomini più che per mezzo della parola, con la trasmissione del pensiero. Le correnti di pensiero da essi emesse suscitano nella materia eterica e in quella astrale lampi e disegni simbolici colorati, che spesso richiamano le più belle forme che possiamo osservare in natura, quali i calici dei fiori, conchiglie che si espandono e assumono la forma di grandi ventagli che s’intrecciano in uno scintillio di colori, ecc. All’occhio del chiaroveggente queste conversazioni tra deva appaiono come un ritmico pulsare di linee di forza iridescenti, mentre le rispettive aure si estendono da un interlocutore all’altro e si ritraggono, come ali di farfalle.
In seguito vedremo meglio quali siano gli attributi e i compiti di queste creature angeliche e quali le loro funzioni in relazione al processo evolutivo della natura (e degli uomini in particolare), sia sulla terra che in astrale.

GLI ARTIFICIALI
Elementali artificiali - La vasta atmosfera di essenza elementale, che circonda la terra ed è ovunque diffusa nei piani astrale e mentale, sotto l’urto di pensieri, di sentimenti e di desideri, viene plasmata in forme che, come abbiamo visto, prendono il nome di forme-pensiero. La durata della forma-pensiero dipende dall’intensità dell’energia che l’ha forgiata, la nettezza dei contorni dipende dalla precisione con cui il pensiero è stato messo a fuoco e il colore è in relazione con la qualità del pensiero stesso: passionale, istintivo, intellettuale, devozionale, ecc.
Se ne deduce che i pensieri vaghi, inconcludenti e confusi, generati da menti poco evolute, sul piano astrale raccolgono attorno a sé ammassi indistinti di essenza elementale. Queste nubi astrali vagano qua e là, si attraggono a vicenda per affinità o aderiscono, sempre per affinità, ai corpi astrali delle persone la cui aura le attira. Dopo un certo tempo però, queste rozze creazioni, effimere e incoerenti, si disintegrano e tornano a far parte dell’atmosfera elementale.
Al contrario, i pensieri espressi in modo determinato danno luogo a figure dai contorni ben definiti, le cui forme possono essere assai varie, così come vari sono i pensieri umani. In questo caso si deve parlare di veri e propri esseri artificiali semi-intelligenti, noti come elementali-artificiali, i quali vivono una loro vita autonoma, che dura tanto più a lungo quanto più intensi sono stati i pensieri e i desideri che li hanno generati.
A questo punto cade a proposito la descrizione che P. Richelieu" 
(2), fa di un episodio da lui stesso vissuto in occasione del suo primo viaggio in astrale. Si trovava a Londra (anzi, nella controparte astrale di Londra), in compagnia di suo fratello minore Carlo, il quale era deceduto pochi mesi prima, durante l’ultimo conflitto. L’autore ora rivedeva il fratello Carlo nel suo corpo astrale e gli appariva più vivo che mai. Sono appena entrati entrambi al Trocadero Grill, un noto ristorante situato al centro della città, e il fratello dell’autore, tutto preso dal suo ruolo di guida, è desideroso di dimostrare la sua capacità di sapersi disimpegnare nelle nuove condizioni di esistenza. Il locale è molto affollato ed i due si sono appena seduti ad un tavolo, da essi creato, con le relative sedie, col pensiero. A questo punto Carlo, rivolgendosi al fratello "disse (è l’autore che parla) che, sempre tramite il pensiero, avremmo creato un cameriere che ci sarebbe sembrato simile agli altri camerieri che vedevamo compiere il loro lavoro, ma che questo cameriere non sarebbe stato visto dai clienti del foyer. Fece quanto aveva detto e all’istante vidi un cameriere che si avvicinava al nostro tavolo e ci chiedeva che cosa volessimo bere, proprio come noi ci saremmo aspettati che facesse se fossimo stati abitanti ordinari del mondo fisico. Carlo ordinò un dry sherry ed io un whisky e soda... Mi fu servito il mio drink e a Carlo la sua bibita e il gusto che sentii nel bere era esattamente quello che mi aspettavo che fosse."
Quel cameriere è un chiaro esempio di elementale artificiale, mantenuto in vita dal pensiero dei due clienti per il tempo necessario e per lo scopo preciso da essi voluto. Possiamo ben dire che l’uomo ha la facoltà di creare col pensiero esseri viventi, che possono assumere anche forma umana. Anche se invisibili alla vista ordinaria, queste creature dalla vita effimera sono pur sempre reali. Si muovono nei vari piani dell’astrale e del mentale inferiore e, in particolari condizioni del tutto eccezionali, possono anche materializzarsi e manifestarsi agli occhi dei viventi, se hanno l’opportunità di trarre la materia direttamente dall’etere ambiente o dal doppio eterico dei presenti.
Se poi il pensiero che si accompagna ad un forte desiderio, viene più volte ripetuto, l’elementale da esso formato resterà a lungo attivo. Esso tende allora a restare nell’aura astrale di chi lo ha generato e a provocare una ripetizione dell’idea che personifica (la quale diventa così "un’idea fissa") onde ricevere sempre nuova energia e nuovo alimento. Si viene ad instaurare in questo modo un circuito chiuso che tende a stabilizzarsi e a rafforzarsi sempre più. L’elementale segue colui che lo ha generato, come la sua ombra, e finisce per influire sulla sua natura psico-fisica, in bene o in male, a seconda della natura del pensiero (e del desiderio) che lo anima.
Ma i pensieri possono essere indirizzati verso altre persone e, in questo caso, le relative forme-pensiero possono influire su di esse, essendo animate in tal senso dalla volontà del loro creatore. Se questa volontà, per esempio, è indirizzata al bene fisico di una persona, al fine di farla guarire da una malattia, l’elementale si comporterà come uno schermo nei confronti di tutte quelle energie esterne che possono generare disarmonia e ritardare la guarigione. Esso inoltre potrà mobilitare e potenziare le risorse dell’organismo psichicoeterico del soggetto su cui opera. E lo farà in modo autonomo, avvalendosi di tutte quelle opportunità che gli consentono di raggiungere l’obiettivo, seguendo la linea di minore resistenza. L’elementale artificiale sembra dotato di una sorta di istinto di conservazione che lo spinge ad indurre, nella mente di colui che lo ha generato, il desiderio di ripetere e rinnovare il sentimento che gli diede la vita. Si tratta, in altri termini, di un sistema che, una volta innescato, tende ad autoalimentarsi.
Naturalmente un elementale può anche essere animato da un pensiero malvagio, creato per arrecare danno ad altri. In tal caso esso si lancerà contro l’astrale della sua vittima e, a seconda della carica di odio che convoglia, la attornierà o la assalirà, proprio come farebbe una belva sul piano fisico, con lo scopo di annientarla. Se si pensa quanto modesto sia il livello morale medio dell’umanità di oggi, ci si può formare un’idea di quanto orribili siano le forme-pensiero create dagli umani, autentici mostri che vagano a legioni in astrale, esseri ripugnanti che popolano le plaghe del basso astrale e ammorbano l’atmosfera psichica della terra.
Gli elementali-artificiali sono infatti i responsabili dell’inquinamento psichico della Terra. L’atmosfera animica del nostro pianeta è contaminata e avvelenata dai cattivi pensieri e dai sentimenti negativi di odio, di gelosia, di collera, di sensualità, ecc., che la stragrande maggioranza dell’umanità genera nel suo attuale stadio evolutivo.
"Tutto ciò che ammuffisce e imputridisce nell’uomo, come pensieri e sentimenti impuri, produce esalazioni pestilenziali e asfissianti. Si accusano tanto le automobili per le loro esalazioni, ma che cosa rappresentano queste davanti a cinque miliardi di creature ignoranti che non hanno mai imparato a controllare la loro vita interiore?" 
(3). L’atmosfera psichica del pianeta appare, alla vista chiaroveggente, come un immenso acquitrino dove pullulano ogni sorta d’insetti immondi, i quali si nutrono dei loro stessi prodotti di rifiuto. Sono questi escrementi che ammorbano l’atmosfera psichica della terra e costituiscono la controparte invisibile di tanti mali fisici, di epidemie, di infezioni, ma anche di atrocità, di perfidie, di guerre. "Gli uomini non le vedono, ma se fossero un po’ chiaroveggenti, vedrebbero delle forme orribili, nere, viscide, uscire da una quantità di creature per accumularsi negli strati dell’atmosfera" (Aïvanhov, op. cit.).
In questi ultimi tempi l’inquinamento della terra, dei mari, dell’aria e degli esseri viventi ha destato un serio allarme in seno alla scienza. Ma gli scienziati non sanno porvi rimedio, perché ad essi mancano i mezzi per combattere il male all’origine. L’inquinamento fisico può essere combattuto solo eliminando la sua matrice di natura psichica e cioè facendo in modo che gli uomini diventino consapevoli dell’enorme potere del pensiero di cui dispongono. Essi non sanno di essere stati dotati dalla natura di un’immensa energia potenziale che si estrinseca con il pensiero. Mediante l’uso corretto del pensiero l’uomo può diventare un creatore nella bellezza e nella perfezione, ma, poiché egli non ha ancora imparato a servirsene in modo corretto, non fa altro che mettere in moto forze incontrollate, negative e distruttrici. Il dilagare delle malattie incurabili e delle deformità si deve soprattutto al fatto che il male, prima che sul piano fisico, è penetrato nei pensieri e nei sentimenti, si è insediato nel cuore e ha preso possesso dei desideri.
A proposito delle proprietà delle aure emesse dai corpi sottili abbiamo già visto che le lesioni, i traumi e, in genere, i mali organici e/o funzionali, prima ancora di manifestarsi a carico del corpo fisico, sono visibili, alla vista chiaroveggente, nei corpi sottili e nelle loro aure, il che rende possibile il formulare diagnosi preventive. Dal piano astrale l’infezione passa dapprima al piano eterico e poi, da questo, al piano fisico, perché "la putredine interiore è un ottimo nutrimento per i microbi". La scienza si ferma all’osservazione e allo studio dei mali fisici ma ignora che questi hanno la loro lontana origine nel nostro intimo e cioè nel mondo dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti. La vera Scienza Iniziatica insegna come prendere coscienza dei propri stati d’animo e padroneggiare la propria vita interiore, onde evitare la formazione e l’accumulo di quegli elementi negativi, potenziali agenti patogeni, il cui potere distruttivo presto o tardi esploderebbe anche sul piano fisico" 
(4).
Un elementale artificiale, perché possa influire sul corpo astrale di una persona, deve poter trovare in essa qualcosa di affine a se stesso, pronto ad entrare in risonanza con l’onda che l’investe. Se questa condizione viene meno, l’onda rimbalza e torna all’origine, proprio come un boomerang: un pensiero di odio si ripercuote su chi lo ha generato, un pensiero benevolo è fonte di benedizioni per chi lo ha emesso.
Vi è poi una categoria di elementali artificiali di grande potenza, ottenuti tramite particolari processi di magia nera, come quelli in uso presso gli sciamani o gli stregoni di alcune società primitive. Può accadere che queste creature dell’astrale, dotate di intelligenza e di una forte carica malefica, sfuggano al controllo della mente che le ha partorite e vadano errando, come demoni impazziti, in cerca di mezzi atti a mantenerli in vita. Possono sottrarre energia vitale ai membri del villaggio (vampirismo), o esigere sacrifici di esseri viventi oppure, nei casi meno riprovevoli, pretendere l’offerta di cibi, dai quali estrarre l’energia vitale. Le divinità efferate, adorate presso alcune tribù, altro non sarebbero che elementali di questo tipo i quali, al fine di prolungare la loro esistenza, non esitano a produrre fenomeni fisici terrificanti onde costringere i loro devoti ad essere assidui nelle offerte e nei sacrifici.
Un fenomeno che può essere ricondotto alla presenza di elementali è quello dell’apparizione di fantasmi. Il fantasma può essere il guscio eterico di una persona da poco trapassata, oppure il corpo astrale di una persona che dorme, oppure un elementale artificiale prodotto da un vivente o da un disincarnato. Un caso tipico è quello di apparizioni ripetitive, di tipo meccanico, in cui il fenomeno si ripete sempre uguale, senza tener conto del comportamento dei presenti.
Anche i fenomeni d’infestazione, con lancio di oggetti, spostamento di mobili, suono di campanelli, rumori di passi, incendi spontanei, ecc. possono essere spiegati con l’intervento di forze elementali messe in moto e dirette da entità astrali, con l’intento di comunicare con i viventi.

 
 
 
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