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Post n°189 pubblicato il 16 Settembre 2010 da lasolitadani
Estate atipica questa che si sta concludendo per me e per Coinqui. Niente ferie, solo due ore di spiaggia in una località vicina, diversi giri in scooter per le colline del nostro Monferrato, che nulla ha da invidiare ad altre regioni. In compenso sono state settimane che ci hanno fatto vivere diverse emozioni, alcune poco belle, altre del tutto soddisfacenti. Tralascio quelle spiacevoli e mi concentro solo su quelle positive... anzi... su QUELLA positiva! Eh sì, perchè alla fine di luglio, abbiamo potuto sfogliare la prima copia del libro scritto da Coinqui. Maury è ufficialmente entrato a far parte della schiera dei nuovi autori e grazie al fatto che la casa editrice è di Roma, abbiamo trascorso due giorni e mezzo nella capitale. Dopo sei ore e mezzo di viaggio eccoci a calpestare il suolo della città eterna. Per Coinqui è una novità assoluta, dato che non è mai stato a Roma; per me invece si tratta di un ritorno dopo 29 anni (il pensiero è subito andato a quando, da bambina, mi lasciai convincere a buttare una monetina nella Fontana di Trevi. Evidentemente è vero il famoso detto secondo il quale se getti una moneta nella Fontana sicuramente tornerai a vedere Roma!) Anche se non si è trattato propriamente di un viaggio da turisti, per via della promozione del libro, siamo riusciti lo stesso a visitare buona parte della città. Cosicchè tra un'intervista televisiva ed una radiofonica, balzavamo sugli autobus che di volta in volta ci portavano ad ammirare gli edifici, le piazze, i monumenti e le chiese che rendono Roma una delle città più affascinanti e visitate al mondo. Salire a piedi i 551 gradini che portano alla cima della Cupola di San Pietro è stata un'esperienza che ricorderemo senz'altro per molto tempo: sia per la fatica sia per il disagio di dovere camminare in uno spazio stretto, per un tratto inclinato e con scale a chiocciola talmente anguste da far levare il fiato. Quando ci si trova sulla terrazza esterna ad ammirare l'immensità della città che si apre intorno a noi, ci si dimentica quasi subito dello sforzo appena compiuto: è come se tutta Roma si inchinasse di fronte alla Santità della Basilica di San Pietro. Per contro, la discesa sembra durare un secondo rispetto a quanto sembravano infiniti quei gradini all'andata! Purtroppo in men che non si dica ci siamo di nuovo trovati sul treno che ci riportava a casa, per cui, caro Coinqui, se per tornare a Roma bisogna aspettare un altro invito dalla casa editrice, allora sbrigati a scrivere un secondo libro!! ;-)
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Non ci si può scindere dalla propria natura, sarebbe come morire, come perdere noi stessi.
Per cui, nonostante l'amarezza che ora provo per certi comportamenti che si sono tenuti nei miei confronti, dico che continuerò lo stesso a preoccuparmi per gli altri, ad essere la valvola di sfogo, la spalla su cui piangere.
E se gli altri non saranno così con me, poco importa: ho sempre me stessa su cui contare, di risorse ne ho ancora molte e poi... poi qualcosa accadrà.
D.
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