Creato da piumarossa70 il 14/01/2008

LA TANA DEL COYOTE

....DAGLI SBAGLI SI IMPARA....

 

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LETTERA SU CORTECCIA DI BETULLA

Post n°1223 pubblicato il 19 Agosto 2011 da piumarossa70
 

Pubblico questo post non per questioni o moralismi religiosi, ma esclusivamente per rendere noto un pizzico di storia dei nativi.

Se a qualsiasi lettore la notizia puo' creare fastidi me lo renda noto a questo indirizzo mail:

rondinerossa@gmail.com

non rimuoverò il post, ma sarò lieta di leggere le sue considerazioni e personalmente di esporre le mie.

Grazie

piumarossa70

Erano soliti calzare mocassini di pelle cuciti e arricciati sul davanti. Da questo fatto sembra derivare il nome di uno tra i più numerosi gruppi di nativi americani: gli Ojibwa (da ojiib wab we) appellativo che significa, appunto, arricciato.
Altre tradizioni vogliono che così venissero indicati perché erano soliti utilizzare una scrittura pittografica per conservare il ricordo di fatti e avvenimenti, ma anche visioni e sogni (ozhib ii’iwe); altri, infine, che il nome della tribù fosse legato al loro caratteristico modo di parlare (ojiib we). Quale che fosse l’origine del nome, fra loro preferivano chiamarsi Anishinabag, il cui senso è, probabilmente, primi uomini. Da questa coscienza di sé derivava il proprio mito fondativo e la propria “teologia”. Era stato infatti Dio a crearli, disseminandoli sulla terra e rendendoli così i progenitori di tutte le tribù indiane del Nord America.

lettera su betullaPenetrando da oriente giunsero nel territorio canadese procedendo verso i grandi laghi e stabilendo i loro primi accampamenti presso Sault Saint Marie, sulla riva meridionale del Lake Superior. Alla fine del XVIII secolo, grazie anche all’appoggio dei francesi, erano diventati i signori incontrastati di quasi tutto il territorio dell’attuale Michigan, della parte settentrionale del Wisconsin e del Minnesota, compresa la regione del Red River, fino alle Turtle Mountains del Nord Dakota.
Vivevano primariamente di pesca e di caccia, dedicandosi tuttavia periodicamente anche alla raccolta dei mirtilli rossi e alla produzione del miele di acero. Abitavano sotto tende assai particolari - le cosiddette wigwam - costituite da pali di legno ripiegati ad arco e ricoperti con cortecce e pellami.

I nativi entrarono in contatto con i primi europei già negli anni immediatamente seguenti il viaggio di Colombo, verso la fine del XV secolo. Fu tuttavia solo nel XVII secolo che - grazie alle alleanze stipulate tra i coloni francesi e le tribù canadesi - alcuni nuclei di missionari gesuiti poterono iniziare la loro azione evangelizzatrice e, per certi versi, umanitaria. I missionari infatti agirono da freno contro le mire di mercanti e cacciatori, la loro influenza corruttrice dei costumi e la trasmissione di malattie letali per la popolazione.

Certo i rapporti tra indiani ed europei non furono sempre improntati alla tolleranza, soprattutto quando le popolazioni locali furono in modo spregiudicato utilizzate da inglesi e francesi per i loro interessi geopolitici. Nate dai conflitti nazionali europei, le cosidette Guerre Intercoloniali del 1689-1763 videro fronteggiarsi la Francia e Inghilterra, con le tribù indiane spesso schierate su fronti contrapposti. La vittoria degli inglesi, che con il trattato di Parigi del 1763 acquisirono il controllo del territorio canadese, non bastò tuttavia a garantire una pace duratura, giunta quasi un secolo più tardi, nel 1867 quando, con il British North America Act, nacque il Canada moderno.

lettera nativiLa nuova situazione politica determinò ovviamente nuove possibilità anche per l’azione della Chiesa cattolica.
L’11 luglio 1882 venne eretto il Vicariato Apostolico del Pontiac; pochi anni dopo, nel 1887, Pierre Pilsémont, capo tribù degli indiani Ojibwa (noti anche come Chippewa), scrive a Leone XIII definendolo «Grande Maestro della Preghiera, colui che fa le veci di Gesù», ringraziandolo per aver inviato alla sua tribù un «guardiano della Preghiera», il primo vicario apostolico del Pontiac Narcisse Zéphirin Lorrain. La lettera, in lingua indiana con caratteri occidentali, è scritta su corteccia di betulla e datata «Là dove vi sono le Grandi Erbe [Grassy Lake], nel mese dei fiori [maggio]».
Si tratta di un documento molto particolare, scritto su un supporto inusuale e molto fragile.

Da lux in arcana

Fonte: web

Ojibwa with beadwork ca. 1900 Pictures, Images and Photos 

-Donna Ojibwa foto primi del 1900 circa-

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Commenti al Post:
NonnoRenzo0
NonnoRenzo0 il 19/08/11 alle 16:13 via WEB
Non credo che questo post possa recare offesa o risentimenti ad alcuno...la verità e la storia non hà mai danneggiato nessuno, se mai ha tolto i paraocchi a molti. Cara Piuma, personalmente ti ringrazio mi porti a conoscenze che ignoravo. Ciaooo un abbraccio lieta serata__Renzo
 
barbone777
barbone777 il 21/08/11 alle 10:31 via WEB
Sei un esempio per tutti noi...
non si vedono in giro post così...
Sia felice e serena domenica...
o mia dolce piuma... *_*
in un inchino dal Barbone
 
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COME NACQUERO LE MONTAGNE ROCCIOSE

Un giorno il coyote incontrò la Volpe il cui manto splendeva di mille pietruzze. “Dove hai trovato quelle belle cose luccicanti?” chiese incuriosito all’amica. “Su quella rupe” rispose la volpe , indicandogli una grande rupe che si stagliava nitida all’orizzonte. “Ma per ottenerle dovrai pagare qualcosa”. Il Coyote, che aveva fama di furbo, andò alla rupe, prese le luccicanti perline, ma in cambio non diede nulla. Così fece per tre o quattro volte. “Bada che la rupe ti piglierà in trappola” lo ammonì la volpe; ma il coyote non le dette ascolto. Avvenne che una volta la rupe stanca di essere derubata, imprigionò il ladruncolo. “Aiutami!” gridò rivolto alla volpe. “Mi spiace” fu la risposta. “Non posso aiutare un disonesto”. Con la forza della disperazione il coyote riuscì a liberarsi dalla stretta, ma la rupe si mise ad inseguirlo; correva velocissima valicava corsi d’acqua e foreste. Proprio mentre stava per essere raggiunte il coyote sentì una voce: “Salta sopra di me e non temere”. Si guardò iontorno e vide un uccello. “Non dovrei aiutarti, ma la rupe correndo per inseguirti sta distruggendo tutti i raccolti”. Il coyote saltò sopra l’uccellino, ma la stessa cosa fece la rupe. Ma quest’ultimo gridò: “Bum!”. Immediatamente la rupe si frantumò in mille pezzi che si sparsero qua e là, formando quelle che oggi sono le Montagne Rocciose.

 

-leggenda pellerossa-

 

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I 12 SEGNI IN ROSSO...

Falco (21 Marzo - 19 Aprile) Passionalità, istintività, indipendenza, romanticismo, egocentrismo. Castoro (20 Aprile - 20 Maggio) Laboriosità, tenacia, creatività, gelosia. Cervo (21 Maggio - 20 Giugno) Simpatia, intuitività, intelligenza, socievolezza, nervosismo. Picchio (21 Giugno - 21 Luglio) Dolcezza, sensibilità, gentilezza, altruismo, a volte un po’ dispersivi. Salmone (22 Luglio - 21 Agosto) Entusiasmo, determinazione, coraggio, a volte hanno poca autostima. Orso Bruno (22 Agosto - 21 Settembre) Fedeltà, disponibilità, ricchezza interiore, insicurezza. Corvo (22 Settembre - 22 Ottobre) Socievolezza, diplomazia, allegria, indecisione. Serpente (23 Ottobre - 22 Novembre) Forza, curiosità, decisione, ostinazione. Gufo (23 Novembre - 21 Dicembre) Curiosità, indipendenza, onestà, integrità, a volte mancano un po’ di responsabilità. Oca (22 Dicembre - 19 Gennaio) Decisione, tenacia, ambizione, idealismo, serietà, a volte sono poco comunicativi. Lontra (20 Gennaio - 18 Febbraio) Positività, inventiva, creatività, individualismo. Lupo (19 Febbraio - 20 Marzo) Lealtà, romanticismo, tranquillità, permalosità.

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